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MARA MEMO |
[31may2001] | |||
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Sensual... sensual city Paesaggi urbani che simulano i sensi, che costringono gli abitanti che li attraversano, non soltanto a comporre lo spazio architettonico e urbano rispetto a ciò che si vede, ma rispetto a ciò che viene memorizzato o annullato nella successione delle sequenze, che permettono continui punti di fuga, contrastanti tra il nuovo e la composizione frantumata di ieri. Lo spaesamento dello spazio provoca, esalta, la percezione del sensibile non solo attraverso la materia ma soprattutto nelle sensazioni immateriali; si manifesta nell'architettura oltre il visibile. Nuove transfigurazioni metropolitane conducono ad una specie di scena primitiva dello spazio, dove, per il tempo dell'attraversamento, la radicalità del vivere viene data dall' interattività tra progettualità architettonica e abitante. Hotel, showroom, dimore.... eteree per non-corpi; assenza dei padroni-abitanti, un solo albero, due sedie al massimo, spazi per ospiti che stanno in piedi e se ne vanno; case per fantasmi perfetti, che non sporcano, che non lasciano tracce, corpi che non lasciano tracce, per ottenere ormai la distanza dagli altri bisogna non esserci!?! Per avere credito di autorità il potere si cela, non si manifesta, accenna. Destinati alle persone stanziali, solide e ancorate alla proprietà, si oppongono con falsa leggerezza ai nomadi, immigrati, disperati, carichi sempre di borse, valigie, cianfrusaglie, oggetti... cariche le mani...cariche le braccia...di niente, di tutto ciò che resta loro, scartato dagli altri. |
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