I CORPI DELL'ARCHITETTURA DELLA CITTA' |
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[31may2001] | |||
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Displacements Approdo: Roma, stazione Tiburtina. È solo una tappa, un arrivo, un passaggio. Ma anche un luogo dove fermarsi, questa è una città da percorrere e osservare. C’è bisogno di tempo. Quartieri concentrati, città che si densifica, vuoti che riducono la loro estensione. Come se il l’interruzione, il gap nel tessuto costruito, fosse un’assenza di architettura, di urbanizzazione, di controllo. Delimitare i vuoti, attivare un'azione di smagliatura. Delineare i percorsi della mobilità metropolitana seguendo le dinamiche del movimento extraurbano e extraterritoriale. Luoghi di mancanze luoghi di mutazione. Replicare alla conurbazione tramite l'atto estremo della distruzione. Impossibile fermarsi. La città si muove lungo i suoi percorsi si disperde, si concentra entro sé stessa, si allunga verso successivi nuclei. Può essere una sosta breve, l’intervallo giusto per accedere alla rete di questi spostamenti urbani. In ogni luogo in ogni città, la possibilità di identificare uno spazio di riferimento e di transito. Uno spazio che sia riparo: un alloggio temporaneo, domestico, che muta nel passaggio e si trasforma si adatta si conforma nella sosta. Sono case residenze provvisorie, woongroep mai stabili o definitivi, assemblaggi di “zone private” e spazi comuni. Dwelling dispensers moduli residenziali a costo controllato per un giorno una settimana un mese un anno. Il letto è unità di misura, l’alloggio è una combinazione di unità-letto, lo spazio dell’abitare è somma di residenze e zone comuni. Ovvero, spazi ibridi, aree collettive identificabili e tessuto connettivo a fruizione libera. Agglomerati di residenze transitorie che si inseriscono, si sovrappongono, interagiscono con il tessuto urbano permanente. Progettare per flussi: alloggi come sistemi di percorrenza e attraversamento. La casa non è stabile fissa assoluta certa o sicura. Alterabili trasformabili mutabili reversibili revocabili discutibili, le case sono spazi di frontiera, zone in continuo divenire. La casa è architettura necessaria. E la sua struttura si trasforma si adegua ai flussi che la attraversano, alle identità dei suoi molteplici e temporanei abitanti. La casa per una collettività composita e disomogenea, si frammenta. Non una unica forma tipologica: essa si adatta agli spazi urbani residuali, stabilisce relazioni dirette con i sistemi di percorrenza fisici e virtuali, della città e del territorio. La casa è elemento di connessione, organismo di rete e non semplice componente isolato. Distruzione per forzare i cordoni dell’apartheid urbano, per un’azione programmatica sulla città… La 'costruzione di un grande vuoto', la pianificazione di un gap metropolitano, la progettazione di una dispersione, ovvero la demarcazione di spazi di risulta, di luoghi interstiziali, di aree in costante trasformazione, di zone da proteggere e preservare. |
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