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Vuoti d'aria di Gianni Pettena* |
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Caro Gianni con "Vuoti d'Aria" abbiamo scelto la formula collaborativa e intrapreso un'opportunità creativa che ci portasse un po' fuori dalla routine degli architetti: cinque giovani progettisti-artisti-compagni d'avventura (chiamali come vuoi) si sono ritrovati attorno a un progetto di massima. Lo spazio dove siamo intervenuti è l'ex-essicatoio Bozzoli a San Vito al Tagliamento: uno straordinario opificio industriale abbandonato, un contenitore vuoto con ampi spazi dove venivano ammonticchiati staks di graticci di legno e canne su cui venivano poste le foglie di gelso e fatti vivere i bachi da seta. L'essicatoio è oggi vuoto, usato solo in minima parte come caotico magazzino: è insomma un luogo entropico (come direbbe Smithson) dove si sommano vari livelli di degrado e si sono accumulate storie diverse. Abbiamo scelto tre spazi contigui al primo piano: un magazzino pieno di arredi buttati lì alla rinfusa, il vano scale e un ambiente vuoto. Il magazzino l'abbiamo lasciato così, a simboleggiare l'accumulo e il caos, il vano scale pure. Nell'ambiente vuoto abbiamo sospeso al soffitto circa 50 graticci per i bozzoli a formare una foresta di steli che, con il suo ordine seriale, contrastava con il caos del magazzino. Abbiamo poi costruito e sospeso un telaio di alluminio con dentro dei tubi al neon, l'abbiamo rivestito di vetroresina traslucente a formare un muro di luce lungo 20 metri, una sorta di crisalide che attraversava i tre ambienti, trapassando spazi prima contigui e indifferenti. Questo segno li mette in relazione senza privilegiarne nessuno: indica tre nodi (caos, ordine e movimento) di abitare lo spazio abbandonato senza offrire risposte definitive. Chiunque poteva esplorare i tre spazi, addentrarsi nella foresta di graticci, guardare attraverso creando sempre nuove sovrapposizioni. Non vi era termine, né luogo risolutivo, solo compresenza sottolineata anche dal fatto che tutti gli elementi erano sospesi, sia fisicamente, che metaforicamente. Con Questo apparato abbiamo reinventato l'essicatoio Bozzoli ricontestualizzando le sue memorie e il suo presente. (Monica Bianchettin, Elena Carlini, Ado Furlan, Vittorio Pierini, Pietro Valle) |
[18jan2000] "Vuoti d'iria": installazione all'ex essicatoio Bozzoli, San Vito al Tagliamento (Pn) di M. Bianchettin, E. Carlini, A. Furlan, V. Pierini, P. Valle |
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"Vuoti d'iria": installazione all'ex essicatoio Bozzoli, San Vito al Tagliamento (Pn) di M. Bianchettin, E. Carlini, A. Furlan, V. Pierini, P. Valle |
Restare nel progetto, ma uscire dalle prigioni degli schemi distributivi e
funzionali. Privilegiare le cose da raccontare, le indagini su materia colore decoro che
si nutrono in emozionanti itinerari attraverso serialità e trasparenze. Questa maniera, forse l'unica maniera di progettare uno spazio oggi, senza analizzare processi di frustrazione e nutrire progressivi sensi di colpa, significa imparare da ciò che è stato, che ha motivato la trasformazione del contesto precedente, se questa vestiva o interpretava funzioni, se il tempo dell'abbandono ha aggiunto qualcosa, un sapore che spesso solo il tempo e l'abbandono sanno lentamente costruire. |
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Questa attenzione al divenire di un contesto, di un luogo che mantiene
identità e memoria ma nel contempo si offre a essere rivisitato e riconnotato di nuove
funzioni o ruoli, sembra essere l'unico modo per mantenere il senso di continuità che il
divenire del tempo, e delle cose, manifesta. Ma sono, i metodi dell'attenzione e del rispetto, strumenti, quegli strumenti che propongono trasformazioni, temporanee e reversibili. L'uso di trasparenze e materiali non "definitivi", poveri e anche adatti alla manipolazione di un artigianato non sofisticato, fino all'autocostruzione, rivela itinerari moderni, autonomi, padroni dei sim-bolismi e dei linguaggi cresciuti nelle esperienze delle ricerche dell'arte ambientale contemporanea. |
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L'architettura possibile, quella che racconterà la parte migliore di noi
dopo di noi, non avrà certo la monumentalità dei regimi, la presunzione dei satrapi, le
colpe e le responsabilità di chi sfratta, privilegi per autocostruirsi monumenti di
materia meno deperibile del nostro corpo: sarà invece quella della poesia, che articola
gesti di accoglienza, luoghi che raccontino la storia anche di chi li ha pensati, e che
sono disponibili a essere usati, interpretati come un testo nelle mani di un attore che
ama costruire tessuti di relazioni ideali. Gianni Pettena |
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Gianni Pettena è professore di Storia dell'Architettura Contemporanea presso la Facoltà di Architettura di Firenze. "Vuoti d'aria", installazione all'ex essicatolo Bozzoli, San Vito al Tagliamento (Pn) è opera di M. Bianchettin, E. Carlini, A. Furlan, V. Pierini, P. Valle. Il testo è stato originariamente pubblicato su Juliet Art Magazine, n. 95, November 1999 - January 2000. | ||||
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