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OMA's project in Chicago. The new IIT

di Emanuele Piccardo

 

Era il 1956 quando venne costruito l'Illinois Institute of Technology su progetto di Ludwig Mies Van der Rohe nella periferia sud di Chicago, la città americana che vide la nascita di grandi figure dell'architettura moderna, da Adler a Sullivan, a Wright.

[04nov2000]

Il progetto finalista di Peter Eisenman.


Kazuyo Sejima.


Elmut Jahn.



Zaha Hadid.



Chicago, l'edificio di Mies che viene inglobato nel progetto.

OMA (Office for Metropolitan Architecture) vincitore del concorso indetto nel 1997 ha l'occasione di confrontarsi con una città e uno spazio urbano denso di suggestioni e rimandi a un passato glorioso. L'area dove è previsto l'ampliamento del campus universitario include un edificio di Mies, isolato dal complesso della Alumni Memorial Hall e della Crown Hall, che diventa parte integrante del nuovo progetto.

La ferrovia sopraelevata, elemento caratterizzante, taglia il sito e diventa un percorso importante che condiziona il progetto. Viene ridotto l'impatto acustico inglobando l'infrastruttura in un tubo ovale in modo che si riduca il livello di decibel emesso passando dagli attuali 100db ai 70db. 

Il programma, stabilito dall'IIT, prevede di destinare l'edificio a funzioni universitarie, spazi per incontri, mensa, laboratori, attività commerciali, auditorium, spazi per organizzazioni studentesche, e club universitari per i professori: una città nella città. Il progetto si estende sotto il tracciato della ferrovia attraverso una piastra, all'interno della quale sono contenute le funzioni; l'orizzontalità esasperata crea una forte relazione con le architetture miesiane. L'idea di una rigorosa pulizia e sintesi formale contraddistingue l'architettura di Rem Koolhaas che rompe la simmetria con i tagli nella copertura e una differenziazione delle quote del tetto con elementi plastici che fuoriescono, creando un gioco di contrasti spaziali: di forma, di luci e di ombre.

OMA (Office for Metropolitan Architecture) nasce nel 1975 a Londra da un'idea di Rem Koolhaas, Elia e Zoe Zenghelis e Madelon Vriesendorp i cui obiettivi erano la definizione di nuovi tipi di relazioni, teoriche e pratiche, tra l'architettura e la situazione culturale contemporanea. Nel 1978 OMA apre un ufficio a Rotterdam. Allo stesso tempo Koolhaas crea la Fondazione Groszstadt, una sezione indepedente da OMA che si pone l'obiettivo di coordinare le attività esterne dello studio: esposizioni, pubblicazioni tra cui "S,M,L,XL" realizzata nel 1996 e divenuta un oggetto simbolo della teoria architettonica contemporanea, soprattutto per le modalità con cui le architetture e le tematiche del gruppo olandese vengono illustrate. Rem Koolhaas è nato a Rotterdam nel 1944, tra i suoi progetti più significativi: la Kunsthal di Rotterdam (1987/92), il Congrexpo di Lille(1990/94), Villa Dall'Ava a Parigi (1991), Maison a Bordeaux (1998). Nel 2000 Koolhaas è stato insignito del Pritzker Price. Insegna attualmente alla Harvard University.

OMA. Veduta degli spazi interni.


OMA. La distribuzione dei percorsi diagonali interni, fulcro del progetto.
È un edificio introverso che "appare" solo entrando nel suo ventre, e percorrendolo si leggono le relazioni tra i percorsi diagonali e gli spazi che essi generano. I percorsi spezzano il reticolo urbano, il linguaggio adottato esprime la volontà di demolire la simmetria partendo dalla simmetria stessa per giungere ad una nuova forma. Viene così inglobata la struttura esistente di un edificio di Mies che verrà destinato a cafeteria, pur senza alterarne la funzione originaria. Il progetto insiste sul concetto di ri-urbanizzare il vuoto andando a occupare il sotto "sopraelevata" che perimetra verticalmente il sito, mentre orizzontalmente la strada segna una cesura tra il vecchio campus e quello nuovo; non c'è interrelazione tra i due campus, ciascuno occupa una porzione di città senza che la nuova architettura crei una tensione spaziale con quella preesistente di Mies.




Chicago, la ferrovia sopraelevata al di sotto della quale verra costruito il nuovo campus.

Il contesto in cui l'opera di OMA si inserisce è una landa desolata alla periferia di Chicago dove la presenza dell'IIT condiziona il tessuto urbano e chiunque progetti nelle immediate vicinanze deve tener conto di alcuni rapporti, sia con le architetture di Mies che con il sistema infrastrutturale: strada (State Street) e ferrovia sopraelevata. Progettare il vuoto è un tema attuale nella città contemporanea e l'esempio del nuovo campus può essere un pretesto per discutere in Italia di alcuni casi analoghi.


OMA, schema progettuale, in rosso sono evidenziati i percorsi diagonali in relazione con gli edifici di Mies.

Genova, la sopraelevata. Lo spazio sottostante evidenzia analogie con la ferrovia di Chicago. Foto di Emanuele Piccardo.


Genova, la sopraelevata. Foto di Emanuele Piccardo.

Mi viene in mente il caso della strada sopraelevata genovese, molto contestata, per la posizione che occupa; a detta di molti, impedisce il contatto tra la città e il mare. Il problema in questo caso non riguarda però l'infrastruttura ma lo spazio sottostante: disordinato, degradato, impedisce fisicamente di relazionarsi con l'acqua. Nessun architetto finora ha mai pensato di ri-progettare il vuoto sotto la Sopraelevata, considerando lo spazio anch'esso appartenente al tessuto urbano. In questo senso il parallelo con il sito del nuovo IIT è particolarmente interessante per come risolve il rapporto tra un'infrastruttura sopraelevata (ferrovia o strada non importa) e il suo spazio sottostante. Indubbiamente l'orografia di Chicago è molto diversa da quella genovese, ma l'idea di progettare uno spazio che rimane sempre il piede, il sotto di una struttura che sovrasta contribuisce a cambiare l'approccio culturale per la risoluzione di problematiche urbane, presenze nelle città di spazi vuoti indefiniti, non progettati, disordinati a cui gli architetti devono ridare dignità e ordine.

Emanuele Piccardo
ema.piccardo@tin.it

OMA. Veduta del modello definitivo con la ferrovia inglobata nel tubo e la nuova architettura che si sviluppa al di sotto.

 

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