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Intervista a Gabriele Del Mese (Group leader, Ove Arup & Parteners)

di Franco Porto

 

Non incontravo Gabriele Del Mese dal Congresso Nazionale IN/ARCH tenutesi nel gennaio 2000 a Roma, l'occasione di una sua partecipazione a Siracusa, alla giornata conclusiva della Scuola Estiva di Alta Formazione coordinata da Carlo Truppi presso la Facoltà di Architettura, mi ha dato modo di riprendere una conversazione avviata sull'Architettura Moderna e su l'importante ruolo di Ove Arup & Parteners svolto nello scenario europeo dagli Anni ottanta in avanti. 

FRANCO PORTO: Come possiamo presentare Ove e Arup & Associates?

[18oct2001]

GABRIELE DEL MESE: Ove Arup & Parteners è un impresa di progettazione fondata dal danese Arup Ove (Newcastle 1895 - Londra 1988), studioso di filosofia e matematica e più tardi di ingegneria edile a Copenaghen. Nel 1949 nasce a Londra come Ove Arup & Parteners, studio di livello mondiale e cresciuto fino a contare oggi alcune migliaia di collaboratori (circa 6000 in tutto il mondo e 2000 nella sola sede di Londra). Nel 1963 si formò anche Arup Associates, studio di architettura indipendente impegnata per una progettazione integrata che affrontasse il progetto, fin dalle prima fasi, con un approccio multidisciplinare. Ove Arup & Parteners si specializza nella ricerca e nella consulenza per le questioni di ingegneria (strutture, geotecnica, impiantistica, acustica, eccetera), diventando determinante col contributo per la realizzazione di Sydney di Jorn Utzon, il Centro Georges Pompidou di Renzo Piano e Richard Rogers, l'ampliamento della Staatsgalerie di Stoccarda di James Stirling, l'edificio per le assicurazioni Lloyd's a londra di Rogers, la Hong Kong & Shangai Bank di Norman Foster e il Kansai International Airport Terminal a Osaka di Renzo Piano. È stata aperta aperta una sede a Milano, prima in Italia, e anche se di solo otto componenti lo studio già collabora nei più importanti progetti italiani in corso.

Perché una sede Ove Arup & Parteners anche in Italia?

L'apertura di una sede in Italia è una grande scommessa progettuale, in un paese che si affida ad una legge sui lavori pubblici, la Merloni, che può essere considerata una copia sbiadita di quella vigente in Inghilterra. Stiamo studiando come mantenere un'alta qualità progettuale nonostante le tariffe siano notevolmente inferiori a quelle inglesi e consideriamo la burocrazia tra le difficoltà più serie da superare. Riteniamo che l'opera di Architettura deve essere supportata da un progetto realmente esecutivo e quindi dettagliato fino al battiscopa, se così fosse l'impresa non avrebbe alibi per una realizzazione di qualità, poi bisogna sempre sperimentare per esempio ci siamo accorti che per realizzare un modulo bagno si sovrapponevano diverse maestranze, averlo prefabbricato annullava tali interventi e consentiva maggiore velocità nella realizzazione.

Quale ruolo ha il progettista nel processo edilizio contemporaneo?

La nostra è un'età fortemente tecnologica, i problemi vengono quando si raggiungono le linee di confine (dette zone di nessuno, zone buie), dove il rapporto con l'architetto si modifica e ci ascolta in quelle soluzioni alternative che il nostro istinto di ricercatori ci suggerisce. L'architetto è solo un buon direttore d'orchestra, il quale conosce la musica e magari non suona alcun specifico strumento.

I progetti degli anni ottanta hanno determinato una grande rivoluzione?

Gli anni Ottanta hanno introdotto l'era informatica, nulla sarebbe stato uguale a prima, tutti gli edifici del terziario non erano più idonei per lo svolgimento delle nuove modalità lavorative, l'inserimento dei computer e la realizzazione di nuovi standard, tutto questo ed il coraggio di alcune amministrazioni ad investire hanno consentito di lavorare tanto.

Le grandi trasformazioni e le sostituzioni di intere parti di città, come venivano accolte?

Bisogna dare atto del grande coraggio di alcune decisioni governative che hanno consentito anche la demolizione di una stazione ferroviaria dell'Ottocento per la realizzazione di nuovi centri direzionali, oggi diventati veri punti di attrazione per la gente anche per la felice scelta di collocare molte sculture tra gli spazi aperti pubblici realizzati e spesso diventando grandi atri coperti e trasparenti, dai risultati ottenuti gli investitori hanno capito che si trattava di operazioni economicamente interessanti e continuarono ad incaricarci.

Quanto è determinante la personale posizione del Principe Carlo, da sempre nemico della Nuova Architettura?

Non diamo molto peso alla posizione del Principe Carlo, per esempio Londra ha numerosissimi Comuni e tutti con Regolamenti diversi, anche quelli sono un problema per la Nuova Architettura, spesso un intervento molto esteso viene autorizzato da più Comuni e con scelte progettuali differenziate, quando il Principe Carlo ha preso decise posizioni su alcuni progetti si sono coalizzati i più grandi progettisti inglesi e si è riusciti a spuntarla, ricordiamo che Foster è stato insignito del titolo di Sir dalla Regina Elisabetta.

Ti ho sentito citare più volte la grande impresa americana, rispetto a quella europea quali differenze ritieni di evidenziare?

La grande impresa europea interviene in modo molto differente nel progetto rispetto a quella americana, per esempio quando la S.O.M. di Chicago venne chiamata a completare l'intervento del Centro Direzionale di Londra (avevano esaurito le nostre potenzialità ed il committente non poteva aspettare), dal risultato finale si nota chiaramente come sia stata ripresa una tipologia progettuale di Chicago e trasferita a Londra, completamente estranea alla città, per esempio noi apriamo i nostri edifici, realizziamo grandi atri e percepiamo la grande necessità di fare grandi spazi urbani (l'architettura di strada) anche nei luoghi di lavoro, loro invece lasciano compatto il nucleo di qualunque edificio.


L'attentato delle Torri gemelle del World Trade Center ha sconvolto tutti noi, ma da esperto progettista / strutturista pensi che ci sia ancora un futuro per la tipologia a grattacielo?

Stamattina ho preso l'aereo da Milano, era vuoto ed io ho letto il giornale fino a Catania per non pensare, quello che è successo a New York è qualcosa di disumano, di mai visto. Da ingegnere dico che le due torri hanno resistito meravigliosamente all'imprevisto impatto, non sono cadute lateralmente ma su se stesse e solo per colpa del calore (hanno consentito per oltre 30 minuti a tanta gente di salvarsi), altrimenti erano ancora in piedi e poi non erano state costruite per resistere ad eventi di questo tipo. La gente è spaventata ma il grattacielo rimane l'unica risposta per il massimo utilizzo di un costosissimo suolo urbano, recentemente abbiamo ultimato il più grande grattacielo d'Europa (Commerzbank Headquarters a Francoforte di Norman Foster).

Perché hai detto di essere critico verso il Movimento Moderno?

Il Movimento Moderno ha eliminato un vocabolario e non lo ha sostituito con un altro, lasciando un'intera generazione senza riferimenti, fortunatamente sembra che adesso si sia ritrovato una strada e la si sta percorrendo.

Ha fatto molto rumore il tuo articolo di qualche mese fa sullo sconto del 20% imposto ai professionisti italiani sulle già insoddisfacenti parcelle della legge n.143/1949?

Una vera trappola per chi vince un concorso in Italia, la dignità professionale, la salvaguardia della propria reputazione e la convinzione civica che un buon lavoro debba essere giustamente remunerato sono valori acquisiti internazionalmente e come tali irrinunciabili. Per questo il nostro studio e quello di Richard Rogers hanno rinunciato recentemente di partecipare a concorsi banditi dalla città di Salerno (con le stesse condizioni di quello per il Palazzo della Regione di Torino), inoltre abbiamo incoraggiato molti architetti internazionali che ci avevano chiesto di collaborare, a boicottarlo. Ci si augura che i progettisti del mondo si uniscano in questo boicottaggio per aiutare l'Italia ad uscire finalmente dal Medio Evo. Comunque recentemente sembra che si sia scoperto che il 20% di sconto sia il massimo da applicare ma non è fisso, a Torino ho detto che farò uno sconto dello 0%.

Chiudiamo con i recenti impegni di Torino e le collaborazioni con Renzo Piano e Arata Isozaki a Milano?

Dopo aver vinto con Piano a Roma il concorso dell'Auditorium decidemmo di rinunciare ed avevamo visto giusto, con l'apertura dello studio intendiamo avviare un discorso nuovo, siamo impegnati con solo otto collaboratori e collaboriamo in oltre dieci interventi progettuali, tra questi abbiamo vinto il Concorso con Bellini per il Palazzo della Regione e stiamo realizzando la nuova sede del Sole 24 Ore con Renzo Piano e collaboriamo a Malpensa con Arata Isozaki, di recente si è realizzato, con M. Alessandro Associati, il progetto del Ponte pedonale nel Parco di villa Doria Pamphili (Concorso internazionale del 1999 per i ponti lungo i percorsi giubilari), qualcosa si muove finalmente in Italia, è iniziata una nuova stagione di concorsi.

Franco Porto
franco.porto3@tin.it
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