home

Files

Infrasonic Soundscape

di Andrea Mi

 

. Tra i numerosi siti che, di recente, rendono conto degli studi ascrivibili a quello che si può definire "urbanesimo sonoro" (secondo quanto teorizzato nel testo Urbasonic 88-New sounds in the city edito dalla parigina Espaces Nouveaux), ossia lo studio delle relazioni tra i paesaggi sonori urbani e il nostro modo di vivere ed esperire la città, Infrasonic Soundscape (http://www.thejetty.org/thesis) è sicuramente uno dei più curiosi ed interessanti.

[22mar2002]
L'idea di partenza del progetto, influenzato dal lavoro di John Cage sui rumori ambientali e gli studi di Tom Johnson sulla nozione di "musica documentaristica" e curato dal giapponese Hidekazu Minami, è quella di realizzare una mappatura infrasonica della città di New York attraverso i suoni ambientali normalmente nascosti alla nostra percezione. Lo scopo è quello di capire i significati dei paesaggi sonori nei quali siamo quotidianamente immersi e la loro influenza nei meccanismi percettivi del vivere metropolitano.



La scelta della città americana come prima localizzazione del test trova ragione soprattutto nella natura architettonica unica che ne fa una straordinaria piattaforma sonica potenziale. La materia di partenza per questa esplorazione aurale sono una serie di suoni registrati live con strumentazione digitale e campionati. Una serie di basse frequenze (quelle alle quali abitualmente prestiamo poca attenzione) registrate in location specifiche, ognuna delle quali corrisponde ad un preciso oggetto architettonico: un grattacielo di Manhattan che vibra per il vento, i cavi del Brooklyn Bridge che suonano come corde di uno strumento per il peso del traffico, il pavimento in marmo della Grand Central Station che risuona del frenetico calpestio dei viaggiatori.



Trattandosi di una navigazione per geografie urbane e suoni nascosti l'interfaccia scelta è un radar, utile a identificare e visualizzare elementi difficilmente decifrabili ad occhio (e orecchio) nudo. L'utente può spostare il visualizzatore su una mappa schematica di New York, localizzare i vari punti sensibili ed ottenervi informazioni relative alle strutture, agli edifici e agli spazi, oltre che i relativi suoni. Si muove il mouse, si punta un sito e un rollover ci fornisce i suoi dettagli architettonici e ne misura frequenze e volumi sonori.



Proprio attraverso le operazioni di drag and drop si finisce per "suonare la città" come un vero e proprio strumento sonico, capace di produrre sequenze misteriose e potenti di rumori, sibili, oscillazioni, riverberi… In sostanza riusciamo a produrre delle nostre "sinfonie urbane". In un momento in cui si fa crescente l'attenzione verso gli aspetti sensibili dell'architettura e dell'urbanistica (anche con l'intenzione e la speranza di ricavarne nuovi, efficaci, strumenti di progetto), sperimentazione come questa meritano serie attenzioni.


Andrea Mi
kodemix@katamail.com
Andrea Mi è laureando presso la Facoltà di Architettura di Firenze con una tesi su "L'immagine della città nel videoclip musicale". Suoi saggi ed articoli sono stati pubblicati in varie riviste nazionali e internazionali: Alias/il manifesto, Amarcord, Vancouver, Boilermag.it, Modo International. Dal 1995 lavora stabilmente come redattore culturale e curatore di trasmissioni per l'emittente Controradio e Popolare Network. Nel 2000 ha fondato lo studio zOne progetti per il quale si occupa di graphic design e editing. Come curatore coordina sezioni di video, musica e multimedia per importanti festival tra cui: Fringe Festival, iMage festival internazionale di architettura in video, Sintesi. In qualità di direttore artistico cura, dal 1998, il festival internazionale di video Videominuto presso il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato.
> INFRASONIC SOUNDSCAPE
> FILES

 

 

laboratorio
informa
scaffale
servizi
in rete


 







copyright © DADA Architetti Associati