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Luce alla Luce / Tempo circolare + Layers percettivi

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L'idea di progetto è la manipolazione diretta del concetto di tempo e di percezione. I livelli di percezione dell'opera sono due: il primo è veicolato dalla luce dinamica (tempo circolare) che mette in risalto le qualità plastiche, il secondo è costituito da "alternative percettive in movimento" (layers percettivi).

TEMPO CIRCOLARE. Il fregio di Civitalba viene esposto su una superficie verticale riproponendo la sua originaria (ipotetica) configurazione e collocazione alta, sul lato del tempio, anche se l'osservazione diretta del fregio, costituito solo da alcuni frammenti, ne suggerisce la collocazione ad un'altezza che renda possibile una visione ravvicinata. Nella relazione originaria tra opera e ambiente viene rintracciata la chiave interpretativa della proposta espositiva: l'esposizione naturale del fregio alle mutevoli condizioni di luce, climatiche e stagionali. Il tempo circolare è evocato attraverso un sistema dinamico di illuminazione a fibre ottiche e proiettori alogeni, con sagomatori sincronizzati per mezzo di un software di gestione, che ripropone un andamento della luce dal ritmo lento e circolare.



[26mar2002]
LAYERS PERCETTIVI. Una serie di quattro teli mobili sincronizzati costituiscono filtri percettivi per l'osservatore che entrando percorre lo spazio verso l'opera esposta. Su ogni telo è proiettato un video diverso. Il sistema di schermi mobili consente percezioni "mediate", sempre differenti, dell'opera. Il movimento verticale delle quattro superfici è ciclico e segue quattro fasi principali e una serie di configurazioni intermedie. Le proiezioni video, associate a suoni, sono di carattere astratto e creano atmosfere percettive differenti: come un collage trasparente si intromettono tra l'osservatore e l'opera, stimolando una riflessione aperta sul rapporto tra opera e ambiente naturale-artificiale che la contiene, tra opera e luce, tra opera e tempo. 



I layers percettivi proiettano immagini in cui il movimento è dato dal mutare ciclico delle condizioni di luce su frammenti astratti in cui il concetto di monomatericità, di texture, di superficie è prevalente; l'immagine video è uno dei possibili ambiti percettivi attraverso cui (e in cui) vedere l'opera e riflettere sul rapporto tra questa e la realtà passata e presente.



L'opera esposta diventa così oggetto assoluto sul campo di immagini astratte in lento movimento di luce. Il mutare degli accadimenti, dei cicli naturali, stagionali, di luce, è l'elemento che rende l'opera assoluta nella sua immutabilità e nello stesso tempo rende la sua esistenza direttamente legata ai cicli naturali e al passaggio del tempo. L'OPERA è ELEMENTO FISSO NELL'AMBITO DINAMICO DEL TEMPO. I filmati non hanno soggetto, ma propongono ambiti percettivi basati sulle variazioni cromatiche, luminose e di texture, come l'atmosfera nelle varie stagioni e condizioni climatiche. AL VARIARE DELL'ELEMENTO TEMPO NON MUTA tanto IL SOGGETTO quanto LA SUA PERCEZIONE.





CARATTERISTICHE TECNICO-COSTRUTTIVE. La struttura principale è realizzata in traliccio metallico tipo "americana" di 8x8x3,50 mt., alla quale sono fissati una serie di teli in tulle nero a doppio strato; questo materiale ha la caratteristica di passare dalla totale opacità alla completa trasparenza in funzione della posizione e dell'incidenza della luce. Nel nostro caso consente di isolare lo spazio interno dalle interferenze luminose degli allestimenti vicini e nello stesso tempo di lasciar intravedere dall'esterno l'opera esposta, la sua illuminazione dinamica, e le immagini video in movimento ciclico. Si configura così uno spazio delimitato e nello stesso tempo semi trasparente. 

Il supporto del fregio è costituito da una struttura, alloggiata all'interno del doppio strato di veli, e realizzata in profilati scatolari in metallo imbullonati tra loro. Due montanti, fissati su una piastra in ferro di spessore 10 mm (che consente la necessaria stabilità del supporto) appoggiata sul pavimento, sostengono una lamiera continua, orizzontale, piegata per l'irrigidimento, di forte spessore (3 mm), in ferro naturale, che costituisce l'alloggiamento degli elementi in terracotta. Per il fissaggio di questi viene utilizzato l'originario sistema di ancoraggio tramite perni metallici passanti per i fori esistenti, oltre al diretto appoggio sul labbro inferiore del supporto e all'aggiunta di grappe metalliche rettangolari delle dimensioni di cm 2x1,5 circa. 

L'illuminazione dinamica del fregio è ottenuta per mezzo di tre tipi di sorgenti luminose sincronizzate:
1 fibre ottiche con diffusori, per illuminazione dall'alto verso il basso.
2 proiettori alogeni con sagomatori, per illuminazione frontale.
3 fibre ottiche con diffusori, per illuminazione dal basso verso l'alto.
Un software gestisce la luce secondo il ciclo 1-2-3 che consente di osservare il fregio in tutte le sfumature chiaroscurali, dalla luce radente dal basso a quella più morbida quasi frontale a quella dall'alto, come in un movimento di luce naturale. La dinamica della luce è realizzata mantenendo i corpi illuminanti fissi e facendo muovere soltanto la luce, che passa da una serie di corpi illuminanti all'altra, in un passaggio morbido e graduale reso possibile da un sistema di dimmeraggio. Quattro illuminatori alogeni, collocati su appositi supporti, due a quota + 100 cm., due a quota + 350 cm costituiscono la sorgente di luce delle fibre ottiche (in vetro) i cui diffusori arrivano ad una distanza di 100 cm dall'opera e sono disposti in una sequenza continua, parallela all'opera. Un sistema di profilati metallici a sezione circolare, di diametro 15 mm e di 100 cm circa di lunghezza costituisce il supporto fisico per le fibre ottiche. I proiettori alogeni con sagomatore sono fissati ad un'apposito traliccio metallico posto a quota + 350 cm, ad una distanza di circa 400 cm dall'opera. Il sagomatore permette l'illuminazione della sola area occupata dal fregio; il sistema di dimmeraggio permette la regolazione d'intensità luminosa dei proiettori per raggiungere l'equilibrio con le altre sorgenti luminose.

Quattro schermi mobili semitrasparenti, di 300 x 500 cm, costituiscono il supporto per videoproiezioni; l'immagine è visibile su entrambe i lati dei teli; sono fissati nella parte inferiore dei relativi tralicci a quota + 350 cm. Ogni telo è dotato di motore elettrico assiale che ne permette il riavvolgimento e quindi il movimento alternativo verso l'alto e verso il basso. Un software gestisce la temporizzazione degli schermi motorizzati. Otto videoproiettori Hitachi (860-960) 1800 ansilumen, quattro lettori DVD Pioneer e un impianto audio consentono la riproduzione di 4 filmati di grandi dimensioni.

Gli apparati didascalici vengono proiettati sugli schermi motorizzati dagli stessi videoproiettori.

Illuminazione fregio. Viene realizzata con due fasci di fibre ottiche (una da sopra e uno da sotto) diametro 4.3 mm cad. con due illuminatori dicro da 75w con un terminale con lente concentrante, i sagomatori sono a bassa tensione 12v, posizionati su binario (necessario per la traslazione e l'orientamento) e hanno un set di filtri colorati. E' possibile dimmerare gli apparecchi con sistema computerizzato.





Progetto installazione:
Avatar architettura (Nicola Santini, Pier Paolo Taddei)
mail@avatar-architettura.it

Collaboratori:
Alice ventura, Sara Furlotti

Sviluppo esecutivo:
Anna Musiari, Giusi Clausi

Modello:
Ramzhi Bishara

Consulenza illuminotecnica:
Box Luce, Pandolfi, Firenze

Consulenza video-elettronica:
Natali Multimedia S.r.l., Firenze

Analisi dei costi:
Arch. Piero Castri, 
Opera laboratori Fiorentini S.r.l.

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