Non 柦acile parlare del momento in cui si vive, ma vorrei dire due parole su cie mi sembra stia succedendo. Spero che il mio discorso risulti alla fine lineare e comprensibile, anche se sviluppato attraverso sensazioni, considerazioni e input particolari, non necessariamente consequenziali e legati alla condizione presente. NEW ESTABLISHMENT. Sembra, credo, che l'ultima biennale di Venezia lo abbia puntualizzato (non ho onestamente avuto la possibiliti visitarla), che ormai sia del tutto plausibile se non 'giusto' progettare e costruire in modi che fino a qualche anno fa erano considerati progressisti, avanguardisti o culturalmente elitari. Credo che cie era considerato un pensiero rischioso sia ormai del tutto attuale, visibile, tangibile. Le espressioni di punta della cultura architettonica internazionale si sono trasformate da sperimentazioni a fatti reali. Cie 柰robabilmente nato all'AA di Londra, a SCI-Arc, a Cooper Union, a Columbia University, o in posti analoghi, 柯rmai applicato. Anche se ciﯵﯲovocare un senso di riduzione della curiosit del potere emozionale, personalmente ritengo che sia un dato di fatto positivo in quanto molte di queste espressioni progressiste o ex sperimentali mostrano indubbiamente qualit una portata culturale reale. |
[23nov2002] | |||
Brooklyn Parasite. Brooklyn, New York, 2002. |
Brooklyn Parasite. Brooklyn, New York, 2002. CIRCUITO INTERNAZIONALE. Quello che 柳uccesso in questi anni ha portato ad un cambiamento radicale nel pensiero e nell'attitudine verso l'architettura. D'altro canto 柡nche vero e possibile che l'avanguardia ormai established o 'al potere' perda un parte della propria radicale novit il senso della sfida o della trasgressione; con il rischio della 'normalit Il rischio 柣he si potrebbero creare -se non sono giresenti- dei circuiti chiusi di potere colto, selezionato, che tenderebbero a chiudersi in coalizioni a difesa e rinforzo di tale potere, limitando sviluppi successivi e proponendo ripetizioni. DEMOCRAZIA E LA CRITICA ATTUALE. Se si guarda a cie di meglio viene prodotto in architettura si nota che esiste ed 柡ccettato un presunto indice di qualitenerale e internazionale che seleziona e accomuna esperienze e movimenti diversi; il cambiamento di sensibilitispetto al passato e rispetto al modernismo segna definitivamente, teoricamente e praticamente il superamento il pensiero del modernismo. Credo che solo adesso, si possa parlare di postmodernismo, anche se il termine non 柣orretto, in quanto si tratta di un qualche cosa di nuovo, non semplicemente qualcosa che viene dopo qualcos'altro. Credo si possa parlare di democrazia o geo-democrazia o democrazia digitale o democrazia internazionale o forse in altri modi. Se si guarda all'architettura contemporanea si nota subito che non vi 柰i䭡 visione uniforme (e per certi versi 'dittatoriale') quale era durante il movimento moderno, Siamo entrati in un periodo democratico; questo periodo, sempre controllato (e perciﲡlvato da una condizione di anarchia), selezionato e promosso dalla nuova sensibilitritica internazionale (che si esprime attraverso esposizioni, pubblicazioni, convegni, ...), mostra situazioni estremamente differenti una dall'altra. |
Brooklyn Parasite 柵n progetto per un'installazione sul tetto di un edificio industriale a Brooklyn. L'edificio, che offre una vista panoramica su tutta Manhattan, dispone di una particolare posizione sull'East River. La possibiliti guardare ed essere visti ha suggerito l'idea di un'architettura temporanea 'parassitaria' che, modificando in parte l'edificio, valorizzasse la visione attiva e passiva del visitatore del tetto o del passante. L'installazione consiste in una struttura metallica relativamente complessa a cui sono applicate delle superfici semitrasparenti; il visitatore puﵩvere e avere una percezione dello spazio dell'installazione in relazione all'ambiente circostante; da lontano la percezione dell'intero edificio 柭odificata; L'installazione 柰ensata come una struttura attiva; nelle ore notturne il volume 柩lluminato da sorgenti luminose uniformi, oppure da proiezioni video. Progetto: Gianluca Milesi con Alessandro Orsini. |
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Geocenter: Danimarca, 2002. |
Geocenter: Danimarca, 2002. GLOBALIZZAZIONE E NUOVA GEOGRAFIA. Il criterio di qualit oggi globalizzato; i media, le maggiori possibiliti muoversi, le universitnternazionali, hanno definitivamente stabilito i nuovi standard. Inoltre il contributo culturale all'architettura 柧eograficamente ampliato e cambiato; non 柰i䭡 creazione europea, diffusa in seguito in altri parti del mondo, ma un fenomeno che se non 柴otalmente globale, spazia dall'Europa agli Stati Uniti all'Estremo Oriente. LOCALISMO E LA CRITICA DEL DISPLACEMENT. D'altro canto si nota facilmente che i modi di fare architettura (di qualitsono molti e differenti e individualizzabili per correnti o situazioni geografiche. Adesso 柰ossibile accettare ed apprezzare, senza contraddizioni, posizioni e modi di fare architettura molto diversi che vanno dal decostruttivismo, alla 'blob' architecture, al minimalismo raffinato e interpretato, al concettualismo multidisciplinare e artistico, al concettualismo sociale, al razionalismo pop, all'olandesismo piퟭeno 'giovanile', al 'Columbia University style', al 'Californian style', al riciclo duschampiano, all'architettura a bassa tecnologia, agli ibridi di alta e bassa tecnologia, all'elettronica underground, al neo radicale...; tutto per郞 nome di un applicato e criticamente accettato dislocamento concettuale e formale che supera il modo di pensare razionalista e impone e interpreta un altro 'paradigma', pi⮭plesso, vario e senza confini precisi. Rischiano di rimanere esclusi, probabilmente, quelle posizioni o quelle correnti che non accettano nei presupposti la situazione 'democratica'. ITALIA. Il fatto che probabilmente l'Italia sconti un po' di ritardo rispetto ad altri Paesi (mi sembra pere le ultime generazioni siano piente a cie succede in giro), 柰robabilmente perch矮on ha accettato di pensare in questi termini, forse temendo di perdere identit oppure per snobismo, o per poca voglia di viaggiare e informarsi. Sono inoltre rare in Italia situazioni in cui ricerca e sperimentazione vengono organizzate e supportate (universitistituti di ricerca), sono quasi assenti le possibilitratiche di costruzione pubbliche e private e i nostri 'principi' (industriali o ministri che siano) non sembrano essere molto interessati alla cultura contemporanea. Le universittaliane, inoltre, mi pare siano diventate, salvo rare eccezioni, dei grandissimi licei, che, pur garantendo un'istruzione ad una larga base di studenti a costi accessibili (negli Stati Uniti le universitono molto piccole e la retta annuale 柩n media di 30000 dollari), non possono proporre programmi specifici e avanzati; inoltre queste istituzioni mi sembrano spesso burocratizzate, autoreferenziali e avviate su un percorso di probabile involuzione. Quindi forse l'Italia, pur in fase di risveglio, deve ancora trovare il proprio localismo. |
Si tratta di un progetto per un museo geologico in Danimarca. L'ambiente naturale e le caratteristiche del terreno, non regolare ma collinoso e ondulato, hanno fatto pensare ad un volume complesso, che dialogasse con il paesaggio in maniera armoniosa e al tempo stesso per contrasto. La scelta di avere un unico percorso di visita, continuo, determina la forma dell'edificio: un unico volume che si distende sul terreno, si interra in alcuni punti, ritorna su se stesso intersecandosi. I volumi, puri e aperti da tagli per permettere l'ingresso della luce, dove richiesto, sono ricoperti di pannelli metallici modulari. La natura dell'edificio e cie doveva contenere, ha fatto pensare ad un minerale o ad una pietra; di conseguenza 柳embrato opportuno adottare un linguaggio geometricamente adeguato e 'spigoli' sono stati preferiti a curve. Progetto: Gianluca Milesi, Cesare Birignani, con Aurelia Duplouich e Lory Laera. |
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Red (iron) school, Pistoia, 2002. |
Red (iron) school, Pistoia, 2002. DIGITALE. Non saprei dire se cie sta succedendo sia legato ai cambiamenti pur radicali che l'environment digitale ha portato, se non per certi fenomeni evidenti come la blob architecture o alcune applicazioni di tecnologie digitali all'architettura (che per altro mi sembrano pi螠 elettroniche che digitali). Mi pare pere ci sia una coincidenza tra il nuovo modo di pensare democratico, critico, globale, locale, culturalmente e concettualmente dislocato e rilocato e il superamento del moderno e dell'industriale verso il digitale; la democrazia di pensiero attuale potrebbe essere paragonata per certi versi, non in senso letterale, a Internet, come mi pare un principio comune l'allontanamento da presupposti materici e concreti e la smaterializzazione che si materializza secondo processi diversi e nuovi. Credo che questa sia soprattutto una coincidenza di pensiero. IL PERCORSO INVERSO O DIVERSO. Negli ultimi 15 anni si 柡ssistito all'inversione di ruoli tra architettura e pensiero; o meglio ad una differente relazione tra i soggetti; prima di allora l'architettura costruita, I quartieri modello del razionalismo o particolari edifici erano visti come modelli di pensiero progressista e ai quali riferirsi per fare 'avanguardia' o sviluppare un percorso critico innovativo; paradossalmente adesso 柬'architettura che deve fare riferimento all''accademia' (di qualit per trovare idee e sperimentare novitripeto non esisterebbero architetture contemporanee se non fossero esistiti determinati ambienti culturali e accademici in Europa e negli Stati Uniti. In secondo luogo, la tecnologia (costruttiva) non fornisce quasi pi螠 input diretti all'architettura e applicazioni reali e letterali della digitalizzazione sono ancora abbastanza lontani o ingenui e talvolta poco poetici o troppo letterali. I progressi tecnologici non sono legati all'architettura e pertanto risulta difficile che l'architettura stessa ne tragga vantaggi se non sperimentando vie non ancora seriamente sviluppate e pi爐 interpretazione che per applicazione diretta. Ơprobabile invece cha altre discipline come la grafica, la moda o il cinema, fino a qualche tempo fa considerate ininfluenti, possano fornire stimoli all'architettura; per altro nell'ambito di queste discipline ultimamente si 柳perimentato di pi⧥ in architettura anche a causa di maggiori disponibilitconomiche e di un legame con il mercato che l'architettura non ha conosciuto e forse non conoscerai. Duchamp suggeriva di riferirsi ad altre discipline e non alla propria per trovare stimoli e idee. |
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un progetto per una scuola media a Pistoia. La necessiti dotare le
aule di luce naturale ha suggerito l'idea di una superficie che avvolgesse
l'intero edificio e che lasciasse aperte le facciate, le parti laterali.
La superficie 柰ensata costruita con lamiera colorata di rosso per
smorzare i toni di severithe hanno spesso gli istituti scolastici.
Le parti 'aperte' sono chiuse da vetri a tutta altezza. L'organizzazione
delle aule, dei laboratori, degli spazi di servizio 查stremamente semplice.
La palestra 柳eminterrata. L'edificio occupa una parte del lotto urbano
ed ha la forma di rettangolo. La struttura portante, pilastri disposti
in maniera non regolare, 柰osta sui lati dell'edificio in modo da lasciare
gli spazi interni liberi da ingombri e fruibili in modo flessibile. Progetto: Gianluca Milesi con Verdiana de la Penn. |
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Stadio per le Olimpiadi invernali 2006. Torino, 2002. |
Stadio per le Olimpiadi invernali 2006. Torino, 2002. COSTRUITO/NON COSTRUITO. Personalmente sono convinto del valore di ricerca e cultura che un progetto non costruito possa portare. Ơevidente che un progetto non possa avere la stessa completezza di un'architettura costruita; non si puﵩvere lo spazio di un progetto disegnato, non si puﳯccare una superficie o ascoltare il silenzio o il rumore di un particolare luogo, apprezzarne la luce o il buio. Credo perﭥl valore evocativo, poetico, ripeto, culturale, di un progetto; d'altro canto credo che l'immaginazione e la prefigurazione siano una condizione necessaria all'architetto e all'artista; e non esisterebbe alcun edificio senza un progetto. Inoltre le architetture che vediamo costruite adesso e che apprezziamo, non sarebbero state possibili senza un precedente lungo periodo di studio, di ricerca e sperimentazione e talvolta anche di un environment di idee o un movimento. Per ultimo le cittono piene di architetture costruite che non hanno alcun valore particolare se non quello di esistere, creando fondamentalmente tristezza, consuetudine e adattamento. L'INEVITABILE RITARDO TECNOLOGICO. L'architettura non 柲iproducibile in serie, non 枧industriale'. Gli investimenti per lo studio e lo sviluppo di nuove tecnologie applicabili all'architettura sono rari; altre discipline,concentrandosi su pochi prodotti, e vendendoli, possono sviluppare ricerche orientate e concrete. Il progresso tecnologico in architettura 柱uindi lento, costoso, quasi assente. Quindi spesso si rifugia in visioni, tenta applicazione in collaborazione con istituti di ricerca, o, pi⯥sso, fugge verso basse tecnologie o non assume la tecnologia quale punto fermo per la progettazione. Da qui probabilmente il ritrovato valore aggiunto dell'arte in architettura. ARTE. Mi pare anche che l'architettura contemporanea sia aperta ad accettare l'arte quale elemento importante per e nell'architettura; come input e come output; nel senso che adesso 柬ecito progettare partendo ad esempio da un presupposto artistico o da una situazione, da formule matematiche, o semplicemente non porre la tecnologia o la funzione quale principio generativo primo e unico; questo porta di conseguenza ad un valore artistico dell'opera pi䵩dente che in precedenza. Inoltre la situazione di maggiore libertntellettuale, la sperimentazione, il processo di dislocazione che crea variet qualitrchitettonica, sono pratiche comuni nell'arte e avvicinano e confondono le discipline. Duchamp suggeriva di guardare ad altre discipline e di non chiudersi nella propria per trovare idee e ispirazione. |
Mutating glass surface. Il progetto per lo stadio di Torino 柭olto complesso per la vastit la varietelle richieste; il programma prevedeva la costruzione di uno stadio per hokey su ghiaccio, la ristrutturazione del vecchio stadio comunale e la creazione di collegamenti tra le strutture. La funzione particolare dello stadio ha suggerito l'idea di un unico spazio chiuso da vetri a opacitariabile in relazione alla temperatura, che suggerissero l'immagine di superfici ghiacciate a differenti stadi di condensazione, e che rendessero visibile o invisibile dall'esterno le attivithe si svolgono all'interno del volume. La chiusura vetrata avvolge il campo di gioco, le tribune, i collegamenti verticali e gli spazi di servizio in un unico ambiente 'urbano' complesso; una parte del volume si estende e va a collegarsi con il vecchio stadio, sezionato e privato di una parte di tribune per creare una nuova struttura aperta sul parco. Progetto: Gianluca Milesi con Cesare Birignani, Lory Laera. |
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Teatro a Copenhagen, 2001. |
Teatro a Copenhagen, 2001. WORLD TRADE CENTER. Credo che il caso del World Trade Center possa rappresentare un momento di flesso nella condizione architettonica attuale. Non tanto per l'entitper altro notevole, del tema, ma per la potenzialit di ripensamento o cambiamento e (futuro) valore simbolico esemplare che necessariamente porta con s笼br> Negli Stati Uniti, o meglio sulla East Coast e in particolare a New York, 柰resente una situazione che in Europa 柭eno evidente; mi riferisco all'architettura delle corporations (di architettura); uffici con centinaia di persone, organizzate burocraticamente, da molti anni costruiscono, qui, le opere pi謰ortanti o almeno le pi䵩denti. Questi uffici sono per lo pi㤬le societi servizi; gli originali fondatori sono spesso morti o in pensione; il disegno del progetto, per altro ridotto ad una piccola parte del processo di ideazione e costruzione 柳pesso frutto di un team mutevole, probabilmente non troppo curioso circa la qualitrchitettonica o la ricera di un'architettura particolare; sono nate, a New York molte architetture di questo tipo che si potrebbero definire 'architetture senz'anima', a causa della mancanza di un convincente e specifico carattere progettuale. Per altro uffici di questo tipo sono probabilmente in grado (o cos꞊ si crede) di gestire meglio progetti di dimensioni enormi soprattutto in termini di economizzazione dei tempi- di un 'tradizionale' ufficio di architettura seppur di buone dimensioni; sono di conseguenza preferiti dai developers; (imprenditori nel campo della costruzione). Si assiste oggi a tentativi, piퟭeno riusciti, di alleanza tra la corporation architecture e architetti che propongono qualit e disegno architettonico per superare questo gap. Il progetto per il World Trade Center o per cie sorgern quell'area o cie comunque saregato allo sviluppo di downtown Manhattan, sarl risultato, imprevedibile, di questo stato di scissione tra architetttura e developers; si potrebbe assistere ad alleanze o alla supremazia di una visione piuttosto che l'altra. Credo che in questo particolare luogo e momento stia accadendo qualche cosa che potrebbe segnare il corso degli eventi, culturalmente parlando, per i prossimi anni; negli Stati Uniti, a New York, ma anche in altre parti del mondo. AVANGUARDIA E FUTURO? Credo e spero che la sperimentazione possa trovare nuove energie per portare nuove idee o per sviluppare quelle esistenti. Anzi credo che ci troviamo in un momento molto favorevole per l'architettura, all'inizio di un'epoca senza direzioni univoche, che apprezza e sviluppa l'energia dell'incognito e che potrebbe trasformare l'incertezza in qualcosa di nuovo. Di contro credo che esistano delle limitazioni che frustrano una visione ottimistica del futuro; ad esempio la mancanza in molto casi di 'principi' attenti e colti, la presenza di studi di architettura simili a societi servizi che si appropriano di numerose opportunitcosapita negli Stati Uniti) e per certi versi la mancanza di input tecnologici applicabili in maniera convincente. KEYWORDS. Establishment, cultura, democrazia, critica interazionale, displacement, globale, molteplicitlocale, italia, liceo, digitale, inversione, moda, arte, costruito, non costruito, tecnologia, principi, disegno, corporations, morti, senz'anima, gap, incertezza, avanguardia, speranza, possibilitbr> Gianluca Milesi Popomilesi@aol.com |
Il
programma prevedeva la creazione di due teatri principali e una sala
per le prove generali. La posizione straordinaria sul mare del futuro
teatro e la funzione di spettacolo che doveva contenere, ha fatto pensare
ad un'architettura che esprimesse e interpretasse la teatralitello
spazio. Due volumi principali, in parte irregolari, allungati sul mare
e appoggiati su un 'molo'/spiazzo aperto, contengono le due sale teatrali
e gli spazi di circolazione per le persone e i macchinari; gli ingressi
e il foyer, unico, sono posti nella parte terminale del molo, sul mare
e collegati con la riva tramite un passaggio sospeso. Gli ingressi di
servizio e le aree destinate al funzionamento dei teatri sono situati
nella zona di collegamento a terra del molo. I volumi, pensati come
geometrie pure, anche se non regolari, presentano una struttura metallica
rivestita di pannelli di lamiera zincata. Progetto: Gianluca Milesi. |
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