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Materiali "poveri" e tecnologici nel campo dell'effimero. Tre installazioni di Darò&Darò

Carlotta Darò
Sulla scia delle analisi sull'utilizzo dei materiali "poveri" in architettura, portate avanti a differenti riprese nell'ambito di ARCH'IT, Darò&Darò con A.C.A. (Assemblatori e Costruttori d'Ambienti) propongono uno sviluppo ulteriore, applicato al campo dell'effimero.

[30dec2002]


La nozione di "povero" o di tecnologico si confonde e si completa. Scompare ogni gerarchia di valore: video e sofisticate tecnologie si inseriscono accanto a oggetti e strutture grezze, pure e minimali. Materiali leggeri e pesanti, preziosi ed economici, tecnologici e "poveri", morbidi e duri, luce e buio... Le tre installazioni di Darò&Darò qui in mostra per lo SMAU di Milano, il World Space Congress di Houston (concorso) e il satEXPO di Vicenza (prodotto da Alenia Spazio) stimolano sensazioni ambigue e contraddittorie.

La produzione di questi tre stand espositivi è, per un verso, ostentatamente professionale: materiali seriali, industriali e prefabbricati estrapolati da diversi tipi di contesto. Dall'altro lato, questi singoli elementi sono inseriti in una ricerca più ampia che tende a integrarli, e "nobilitarli", come gioco di immaginarie interpretazioni. Ricchi di suggestioni che vanno dal segno primitivo del passaggio dell'uomo sulla terra -origine dell'architettura- all'universo concettuale di artisti "land" "poveri" o "minimal", ai numerosi clain d'œil, alla cultura pop, ludica, spumeggiante e ironica...

Così, la plastica, il ponteggio, il feltro, il neon, il video... entrano sullo stesso piano a far parte di questo gioco fatto di rimandi continui. Nessun elemento è preso nella sua singolarità o per la sua valenza originaria, ma per essere integrato nell'insieme. Ne risultano ambienti ibridi e surreali che evocano sensazioni sfuggenti, forse di pianeti e satelliti lontani, o forse di immaginari artificiali e ludici propri ai parchi tematici.







Nello spazio concepito per lo SMAU di Milano, scandito da blocchi monolitici illuminati dall'interno da neon diafanamente colorati alla Flavin, deambulano delle sagome inquietanti, dei manichini vestiti ma resi impersonali da una stagliante pittura bianca e acrilica. Citazione dei manichini/opere di Segal, semplici modelli per la fruizione dello spazio concepito, o evocazioni stranianti di forme di vita sconosciute?

Crediti relativi ai progetti presentati:

- concorso a inviti per il Padiglione per lo I.A.F. di Houston 2002
A.S.I., Alenia Spazio, CIRA, FIAT Avio, Galileo Industries, Telespazio, Aipas
Progetto:
Bruno e Mattia Darò con Diego De Conca e Annalisa Curreri A.C.A.
Consulenza per l'allestimento:
Maurizio Lamparelli (Eurofiere)

- stand Alenia Spazio al SATexpò di Vicenza, 2002
Progetto:
Bruno e Mattia Darò
Allestimento:
Sabatini Group
Tecnologie: ItalVideo

- padiglione "24h/24h" allo SMAU di Milano, 2002
Eutelsat, Alenia Spazio, ST microeletronics, Elsacom, Openet
Progetto:
Bruno e Mattia Darò
Allestimento:
Sabatini Group
Tecnologie: Euphon

Appare evidente, nei tre stand, che la scelta dei materiali proviene da numerose suggestioni culturali, e soprattutto artistiche, ma sembra anche che ad ogni momento il pubblico si possa staccare e tornare nell'ambito commerciale e funzionale dell'installazione.

Nel più "leggero" territorio dell'effimero Darò&Darò non si limitano quindi a dei semplici ready made architettonici ma sviluppano appropriazioni provvisorie, libere e agili di vari elementi: materiali, linguaggi e forme. In questo contesto il materiale "povero" è preso per quello che è, per la sua funzione, per quello che rappresenta e per quello che evoca. Nel campo dell'effimero la produzione architettonica è da tempo stata più libera perché non vincolata dall'ossessione temporale. Per questa ragione l'utilizzo di materiali leggeri, "poveri", e quindi meno resistenti, è facilmente accettato e più volte richiesto. La sperimentazione di vari elementi e linguaggi sovrapposti è spesso agevolata e accentuata rispetto al più "pesante" dominio dell'architettura.

Carlotta Darò
cardar76@hotmail.com

La struttura di progettazione Darò&Darò A.C.A. nasce a Roma nel 1998 per iniziativa di Bruno e Mattia Darò. Essa si lega da subito ad Alenia Spazio, con cui stabilisce un rapporto continuativo di progettazione degli stand per le fiere internazionali. Rivolge la sua attenzione principalmente alla realizzazione di architetture effimere e progetti di eventi. Gli stand realizzati sono stati presentati presso le più importanti fiere internazionali (Futurshow a Bologna, Telecomp al Cairo, SMAU a Milano, IBC ad Amsterdam, IAF di Rio de Janeiro, International Space Symposium a Washington) dove hanno ottenuto importanti riconoscimenti. Darò&Darò ha lavorato inoltre per IBM, Telecom, Enel, ASI, ESA, Eutelsat, RAI.

Bruno Darò. Nato a Roma (1943), laureato in architettura all'Università "La Sapienza" di Roma nel 1969. Socio fondatore della Tecnark Italia S.p.A. dal 1970, con cui ha redatto numerosi progetti edilizi e urbanistici pubblici e privati, svolgendo anche numerose direzioni dei lavori. Ha progettato e diretto la realizzazione di scenografie per il cinema e numerosi stand espositivi in Italia e all'estero. Ha svolto attività didattica alla Facoltà di Architettura dell'Università "La Sapienza" di Roma. Progetti e scritti sono apparsi su alcune tra le maggiori pubblicazioni del settore. Suoi lavori sono stati esposti in importanti mostre di architettura.

Mattia Darò. Nato a Roma (1973), laureato in architettura all'Università "La Sapienza" di Roma nel 2000. Fondatore del progetto AzzerO, gruppo di lavoro sull'architettura, nato nella Facoltà di Roma intorno alla redazione della rivista di studenti "IntegrA" aperta al confronto con diversi ambiti e discipline creative. Ha partecipato a numerosi concorsi d'architettura nazionali ed internazionali, ottenendo premi e segnalazioni (principalmente con il gruppo Base1) e ha pubblicato articoli su diverse riviste. Nel 2000-01 ha lavorato per Zone Attive all'organizzazione del Premio Internazionale d'Architettura "Francesco Borromini", istituito dal Comune di Roma e dal 2001 svolge attività didattica nei corsi di Francesco Cellini alla Facoltà di Architettura dell'Università di Roma Tre.

       

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