Nell'agosto
del 2001 si è tenuta una gara d'appalto per la ricostruzione del Teatro
Mariinsky a San Pietroburgo. Frederick e Lori Samitaur Smith, due importanti
operatori immobiliari di Los Angeles, sono risultati vincitori e hanno
invitato Eric Owen Moss, architetto di molti dei loro edifici, a presentare
un progetto per la struttura. Continua così, e questa volta al di fuori
dei confini della California, una collaborazione che negli ultimi dodici
anni ha portato a realizzare un significativo piano di recupero, tuttora
in corso, di numerosi spazi industriali degradati a Culver City, ex-area
industriale dismessa di Los Angeles, oggi assurta agli onori della cronaca
in quanto sorta di paradiso per la sperimentazione in architettura.
Lo studio californiano di Eric Owen Moss ha preparato 2 progetti per
San Pietroburgo, accomunati da un'unica strategia. Il primo intervento riguarda il recupero e l'ampliamento del Teatro Mariinsky che, raggelato all'interno dello stesso contenitore edificato nel 1860, necessitava da tempo di potersi espandere al di fuori dei confini ottocenteschi; il secondo prevede la trasformazione radicale dei depositi del New Holland per convertirli in una struttura multifunzionale che comprenda un centro per esposizioni, un albergo e alcuni ristoranti. Moss gioca la sua partita con la storica città di San Pietroburgo, sfidandone la reazione di fronte alle sue temerarie scelte estetiche. Sa bene che l'edificio potrebbe scuoterla e probabilmente mira proprio a questo. Il suo progetto tende inoltre a contribuire, con un gesto così forte, ad aprire la storica città di Pietro il Grande all'architettura d'avanguardia oltre che a creare un elemento catalizzatore all'interno del tessuto urbano. L'energico linguaggio architettonico, carico di dissonanze e coraggiose geometrie, è un gesto espressivo tipico dell'opera di Eric Owen Moss: l'esplorazione della complessità e l'imprevedibile sperimentazione di materiali e di forme contraddistingue tutti i suoi progetti. D'altra parte quello che si richiedeva al progettista era proprio, in questo caso, il concepire un'architettura iconica e magnetica per la città. Un'architettura che con la sua forte presenza spaziale fosse anche espressione delle ambizioni culturali cittadine. I due progetti (quello per il nuovo Teatro Mariinsky e quello per il New Holland) sono stati inizialmente accettati dal pubblico, seppur con molto stupore, tanto da essere presentati ad una platea internazionale all'interno del Padiglione Russo in occasione della Biennale di Architettura di Venezia dello scorso anno. Ma con il passare del tempo, il nuovo Teatro Mariinsky -con le sue superfici in vetro ondulato e granito blu, l'accostamento inusuale tra l'architettura esistente e i nuovi elementi aggiunti e lo stravolgimento dell'ordine convenzionale degli spazi- ha incontrato la disapprovazione del pubblico e delle autorità locali. Lo stesso carismatico "maestro" Valery Gergiev, direttore delle compagnie di ballo e dell'Opera Kirov di San Pietroburgo, ha cominciato a ritrattare la propria posizione. Gergiev era stato all'inizio un forte sostenitore del progetto, tanto da affermare di fronte alla stampa che "è necessario essere radicali per riuscire ad attirare l'attenzione"; la sua posizione è oggi un po' meno convinta tanto che le ultime dichiarazioni lo vedono "sostenere l'idea ma non il progetto". Date le violente reazioni suscitate dalla proposta progettuale di Moss e l'opposizione delle autorità architettoniche del luogo, il Cremlino stesso è intervenuto a placare la polemica bandendo un nuovo concorso internazionale al quale sono stati invitati a partecipare sei architetti, tra cui Mario Botta, Arata Isozaki, oltre allo stesso Eric Owen Moss, e alcuni architetti russi (inizialmente i nomi erano invece quelli di Dominique Perrault, Erick van Egeraat, Hans Hollein). I progetti illustrati da ARCH'IT sono quelli sviluppati dallo studio Moss per il Nuovo Teatro Mariinski e per il New Holland a San Pietroburgo e presentati all'interno del Padiglione Russo alla scorsa Biennale di Architettura di Venezia. Il testo che segue, scritto da Eric Owen Moss, raccoglie le sue impressioni sulla storica città e riassume le sue intenzioni per la proposta progettuale. Paola Giaconia I. ...(a) ciò che sta per accadere, al mare aperto, che ci sia o meno una terra oltre di esso... Isaiah Berlin, Pensatori russi |
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[in english] |
Per un architetto americano, la passeggiata lungo la riva meridionale
del Fiume Neva ghiacciato nel gennaio 2002 è straordinaria... il Palazzo
d'Inverno, l'Ammiragliato, la statua di Pietro il Grande, la Cattedrale
di San Isacco, New Holland... e più a sud, seguendo il corso del canale
Krukov, fino al Teatro Mariinsky e alla Cattedrale di San Nicola. San
Pietroburgo. Da sempre la "finestra sull'occidente" della Russia. Ma
lo è ancora? Cosa c'è nel futuro della città che iniziò la propria esistenza
grazie alla volontà di cambiamento manifestata nel 1703, in una palude
russa? Sono un sostenitore della nuova architettura. Ma questo cosa comporta per l'architettura e la pianificazione di San Pietroburgo? Semplicemente questo: la storia non registra mai alcuna soluzione permanente. Le idee nascono, crescono, si dissipano e vengono sostituite. Ciò che resta è testimonianza storica. E questa testimonianza a San Pietroburgo è forte e irresistibile. Ma i paradigmi storici sono provvisori. Si muovono. Se non a San Pietroburgo, altrove senz'altro... ma sempre da qualche parte e sempre in movimento. E allora perché non a San Pietroburgo oggi, spinti dal coraggio originario di coloro che fondarono la città e di quei professionisti, dell'est e dell'ovest, che hanno sostenuto lo slancio e messo in pratica la visione iniziale? La vista dalla riva settentrionale del fiume Neva è sbalorditiva. Il ghiaccio si scioglie e si crepa leggermente. Forse una nuova idea apparirà presto attraverso la "finestra (ghiacciata) sull'occidente". |
[17jan2003] | ||
II. La storia sarebbe una cosa eccellente se solo fosse vera. Leo Tolstoy San Pietroburgo non è un insieme di edifici distinti. Si tratta piuttosto di una cronologia di spazi monumentali che ci sospinge da piazza e canale a edificio e monumento. Il centro urbano si estende dal Palazzo d'Inverno a est al New Holland a ovest, e a sud oltre il Conservatorio Rimsky-Korsakov e il Teatro Mariinsky, fino alla Cattedrale di San Nicola. Il centro è tradizionalmente vitale per via di ciò che preannuncia. Gli edifici al suo interno risalgono a epoche diverse e sono stati costruiti secondo stili differenti. Ma tutti colpiscono per dimensioni e forza. L'asimmetria di quegli spazi pubblici non può essere consegnata a una pacifica conclusione. Qualsiasi intervento architettonico in questo contesto non può che servirsi del suo messaggio spaziale. La tradizione di ampie viste diagonali e vasti spazi pubblici è senza limiti. Si può andare avanti in questa direzione. E noi siamo incoraggiati a continuare. |
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III. ...ma per dare a ogni cosa ciò che le è dovuto, il fatto che due più due faccia cinque è anche questo un fatto molto buono. Fëdor Dostoevskij, Ricordi dal sottosuolo L'architetto ha analizzato sia l'area del New Holland che quella del nuovo Mariinsky, non tanto in quanto possibili localizzazioni di nuovi "eventi" nel centro storico di San Pietroburgo (benché sicuramente suggeriscono questo atteggiamento), ma piuttosto per comprendere i due luoghi quali estensioni dell'attuale organizzazione di questa parte della città. Il triangolo occupato dal New Holland forma il perimetro occidentale della sequenza di edifici pubblici e di spazi che, partendo dal Palazzo d'Inverno, scandiscono il corso del fiume Neva verso occidente. I bellissimi depositi in mattoni, utilizzati a lungo per le costruzioni navali, definiscono questa estremità occidentale con un linguaggio architettonico che ha già caratteristiche familiari a quelle del centro urbano. L'angolo nord-est del New Holland dovrebbe accogliere i pedoni che arrivano dalla Piazza del Palazzo o dalla stazione della metropolitana posta nelle vicinanze. Chi arriva al New Holland a piedi, percorrendo i ponti, entra in una vatsa sala espositiva posta all'angolo e procede verso gli spazi per spettacoli all'aperto. New Holland. Con il progetto per il New Holland ci si propone di separare le nuove infrastrutture culturali dietro le strutture in mattoni che verranno recuperate. La piazza all'interno del complesso può accogliere un pubblico di 30.000 persone per i concerti e ospitare un nuovo palco all'aperto oltre a sedute temporanee per 5.000 persone; l'atrio pubblico vetrato, sospeso al di sopra del palco, contiene una sala da concerto per 700 persone. Queste infrastrutture sono visibili dall'interno delle strutture in mattoni. Gli edifici di mattoni ai margini dei canali verranno recuperati e destinati a uffici, negozi, ristorante, aule e spazi di lavoro per gli artisti. Le strutture hanno una doppia pelle –aperta verso i canali e la città oltre questi e alla piazza pubblica dove avranno luogo spettacoli di danza e musica. L'estremità settentrionale del triangolo occupato dal New Holland sarà una struttura multiuso che ospiterà stanze d'albergo, ristoranti e un centro espositivo dove verranno presentati prodotti tecnici all'avanguardia, provenienti da tutto il mondo. Questo spazio espositivo potrà essere utilizzato per una singola mostra o suddiviso per accomodare diverse mostre e conferenze. A livello stradale ci sono gli atrii di ingresso per l'hotel e il centro espositivo, oltre che l'ingresso per il nuovo museo d'arte collocato all'interno di una vecchia piscina, precedentemente utilizzata per collaudare le imbarcazioni e posta sotto l'area occupata dall'hotel. Il museo comprenderà anche una sezione dedicata ad opere di arte contemporanea sperimentale. In contrapposizione ai mattoni degli edifici esistenti, il materiale impiegato per l'hotel, caratterizzato dal profilo ondulato della sua copertura, è prevalentemente il vetro che permetterà agli ospiti di godere viste spettacolari della città e del Golfo di Finlandia. Al centro della piazza antistante il New Holland c'è una grande piscina, un tempo impiegata dal costruttori navali per rimettere a galla le imbarcazioni. Verrà mantenuta la forma originale della piscina, collegata ai canali che circondano il sito. Sul lato nord della piscina verrà costruito un palco all'aperto, mentre gli impianti e le aree di montaggio verranno ospitati al di sotto di esso. I 5.000 posti a sedere temporanei saranno posti al di sopra dell'acqua, sorretti da una struttura rimuovibile in acciaio. E al di sopra del palco e delle sedute galleggia il volume vetrato –una grande promenade sospesa nel vuoto, con atrii che conducono alla nuova sala per concerti da 700 persone posta all'interno. Le strutture originali sono di mattoni, il nuovo hotel è di vetro e nella sala per concerti i due materiali vengono messi insieme. I prospetti orientale e meridionale del nuovo hotel, la promenade sospesa e la hall di vetro sono visibili dalla Piazza del Palazzo a est e dal Teatro Mariinsky a sud e caratterizzeranno la skyline occidentale della città. New Holland diventerà non solo un importante punto di arrivo a destinazione culturale per la città, ma servirà anche da cardine organizzativo dal momento che le due porzioni meridionale e orientale del centro cittadino troveranno un punto di unione visivo nel New Holland. Lo scambio di visuali tra il Teatro Mariinsky, l'Hermitage e il New Holland stabilisce tre vertici sugli assi est-ovest e nord-sud e collegherà l'est al sud. New Mariinski Theater. Il nuovo Teatro Mariinsky, a sud del New Holland, può accogliere un pubblico di 2.000 persone. Il progetto prevede la costruzione di un ponte di vetro che attraversi il Canale Krukov e colleghi il backstage del teatro esistente con il settore di montaggio nel retropalco del nuovo Teatro Mariinsky. Entrambi i teatri avranno accesso a moduli di 16m x 16m x 14m per il palco. Queste unità, collocate dietro la torre del proscenio, potranno ospitare le più complesse rappresentazioni teatrali e spettacoli con scalette molto articolate, e consentiranno la messa in scena di fino a quattro opere teatrali contemporaneamente. Le sale prove, le strutture per la progettazione e i costumi, gli uffici amministrativi saranno tutti posti all'interno della nuova struttura. L'atrio di ingresso al nuovo Teatro Mariinsky è orientato a nord e gode di una visuale ininterrotta sul New Holland. Una piazza ampia e generosa, nella tradizione della Piazza del Palazzo, collega la facciata principale del nuovo Mariinsky con il vecchio; un percorso pedonale, ottenuto chiudendo la strada antistante il Conservatorio Rimsky Korsekov, collega i tre edifici e consente una notevole prospettiva sulla Cattedrale di San Nicola, a sud. Dall'ingresso del teatro sarà possibile vedere contemporaneamente il vecchio e il nuovo Teatro Mariinsky e la sala da concerti del New Holland. Proprio come la sala da concerti del New Holland, anche il Teatro Mariinsky sarà racchiuso da una superficie vetrata. Tre moduli di vetro o "cuscini" –concettualmente degli elementi elastici- sono posizionati in modo da creare lo spazio per le sedute, la struttura, la circolazione, gli atrii, il guscio acustico, i passaggi e le sale conferenze. Le sedute all'interno dell'auditorium sono disposte asimmetricamente e concepite come volumi nello spazio, estendendo o regolando i moduli curvati che compongono la pelle vetrata, pelle che all'interno diventa acciaio inossidabile. L'edificio in acciaio e vetro che ospiterà il nuovo Mariinsky diventerà uno dei luoghi per lo spettacolo più tecnicamente sofisticati al mondo. Con i nuovi interventi per il New Holland e Teatro Mariinsky, San Pietroburgo, città mondiale, unica per molti versi e che può vantare un pedigree culturale senza simili, darà il via a una nuova tradizione per l'opera, la danza, la musica e l'architettura che proseguirà fino nel prossimo secolo. Per un architetto americano, la passeggiata lungo il Ponte Dvortsovy che attraversa il fiume Neva nel giugno del 2005 rivela un sorprendente riflesso nell'acqua, non ghiacciata in questa stagione. Una nuova skyline brilla attraverso la "finestra sull'occidente"... Eric Owen Moss |
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La traduzione italiana del testo di Eric Owen Moss è di Paola Giaconia. |
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ERIC OWEN MOSS ARCHITECTS |
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