[in english] | Growing-up
è un'intervista in divenire a François Roche dello studio parigino R&Sie...
sul progetto Silverelief/B-mu (1) un museo di arte contemporanea
a Bangkok. L'intenzione di questo lavoro è cercare di capire come oggi
uno studio di architettura estremamente radicale elabori il proprio
itinerario progettuale, dalla ricerca concettuale alla realizzazione;
conoscere cioè attraverso una serie di interviste il rapporto con il
committente, le risorse economiche, il contesto di azione, il programma
dell'intervento, le strategie ideative e di realizzazione. Riportare
infine un intero processo che utilizza elementi d'ogni tipo, da misure
a cifre, da m2 a M$, da materiali a sensibilità. R&Sie... esprime un particolare modo di vedere e vivere l'architettura. In primo luogo la sigla dello studio che, mai uguale, opponendosi alle leggi di mercato, cambia ad ogni inserimento di nuovi soggetti: dal 1989 si è modificata come un ectoplasma in continuo movimento(2). Un approccio profondamente legato alle possibilità dell'architettura di mimetizzarsi con il territorio ed interagire con esso. Dopo moltissimi progetti e istallazioni, come Sedimentation (3) e Furtive (4), dopo Shearing (5), la realizzazione dell'abitazione di Judith e Ami Barak, oggi lo studio R & Sie... si sta confrontando con la progettazione di uno spazio museale di 4000 m2 nella città di Bangkok. [MC] NOTE: |
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![]() Sedimentation, La Baïse, 1997. ![]() Furtive, Parigi, 1998. ![]() Shearing, Sommières, 2001. |
(1)
Silverelief/B-mu, Bangkok, 2002. Progetto di un museo di arte
contemporanea. team creativo: François Roche, Stephanie Lavaux, Jean Navarro, Pascal Bertholio architetti del paesaggio: Michel Boulcourt, Parigi designer dell'arredo: Mathieu Lehanneur, Parigi ingegneri delle strutture metalliche: Nicolas Green, Parigi, Londra ingegneri della luce: Benoit Lalloz, Parigi cliente: Petch Osathanugrah, Bangkok dimensioni: 5000 m2 scenario: - rilievo casuale costituito da particelle e pixellizazione - per un rilievo grigio come puro ectoplasma sotto il cielo grigio e luminescente di Bangkok - che assorbe la polvere della città ("Allevamento di polvere"di Duchamp...) attraverso un guscio di alluminio e un sistema elettrostatico - che esaspera la dualità schizoide tra interno (white cube e labirinto conformati attraverso la geometria euclidea) ed esterno (casuale rilievo polveroso caratterizzato da una geometria di tipo topologico) e che utilizza tale interfaccia monolitica, isolamento termico e riparo dai raggi del sole, per esposizione interna/esterna. (2) Storia del gruppo dal 1989 al 2002: BoyeRoche 89 / Roche* 90 / Roche&François 91 / Roche, François, Lewis, Huber, Roubaud, Perrin 92 / Roche, DSV & Sie 93-97 / R, DSV & Sie .P 98 / R&Sie.D/B:L 99 -2001 / R&Sie... 2002. In questo momento, come suggerisce Robert Such, "R & Sie... pronunciato in francese, si legge "hérésie", ed in inglese "heresy" (i tre punti significano l'apertura a nuovi partner nello studio)". (3) Sedimentation, La Baïse, 1997 (nome dell'agenzia in quel momento: Roche, DSV & Sie). Realisation of Tourism design on a bank of a wild river, first step production of a prototype on 5000 m2, the site of Vianne, on the river "la Baïse". command following a competition scenario: - realizzazione di un tetto in plastica come gelatina volante tra gli alberi - utilizzare questo progetto come filtro metaforico dell'inquinamento. (4) Furtive, Parigi, 1998 (nome dell'agenzia in quel momento: R, DSV & Sie .P). Realizzazione di una casa nomade e furtiva, 2 m2, Parigi, 10° distretto. Incarico diretto. scenario: - realizzazione di un veicolo di specchio deformante - vivere e dormire dentro. (5) Shearing, Sommières, 2001 (nome dell'agenzia in quel momento: R&Sie.D/B:L). Casa per Judith e Ami Barak, Sommiéres, Sud della Francia, 150 m2, 0,15 M$. scenario: - esacerbazione della topografia del paesaggio - produzione di questo progetto come una geografia per un aspetto furtivo - costruzione di questa come una tenda (protezione termica). |
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MATTEO
COSTANZO. Prima di tutto vorrei capire il contesto in cui nasce Silverelief
/ B-mu per Bangkok: gli aspetti peculiari del progetto, la figura del
cliente, come ti ha contattato e quale budget è stato previsto per tale
operazione? FRANÇOIS ROCHE. Stiamo costruendo un altro piccolo edificio in Thailandia http://www.new-territories.com/roche2002ter.htm, ed ero a Bangkok un anno fa per i primi rilievi, bevendo un Mekong ed un'aria da impostore. Ho incontrato alle tre del mattino, un po' stanco dal mix tra fuso orario e melatonina, il più grosso collezionista d'arte a Bangkok. Ero con Philippe Parremo e Rirkrit Tiravanija, due amici artisti, con i quali sto facendo questo progetto "Hybrid Muscle" (a Chan Mai). Bene, stavamo chiacchierando in modo svagato quando abbiamo scoperto che quell'interessante tipo, mister Petch Osathanugrah, voleva sapere quale architetto avrei invitato per fare il progetto. Koolhaas era venuto ma lui era sospettoso sul suo reale valore (cinico in Thailandia non funziona cosi bene come nelle altre parti del mondo), avrebbe chiamato la settimana successiva un Giapponese (non così lontano). ![]() Bangkok. Ma io ero qui, proprio qui, al posto giusto nel momento giusto: non perché l'ufficio estero francese mi aveva chiamato per essere il suo schiavo VIP dell'orgoglio francese, non perché avevo vinto un concorso perché Jean Nouvel era nella giuria, no, no, solo un cliente ed io. Il punto di partenza era chiaramente questo, con la mia aria da impostore... Il budget è di 5 M$ a Bangkok, che significa il doppio in un altro paese (il costo della manodopera). Bangkok come città e contesto di azione, che tipo di esperienza è stata? Come sei riuscito ad instaurare un dialogo con questa città? Bangkok è una città molto polverosa, grigia e luminosa. La nube d'inquinamento, residuo di CO2, filtra e riseleziona i raggi dello spettro solare alle sole frequenze dei grigi. Più di 50 parole differenti potrebbero descrivere le tonalità e materialità di tale assenza di colore: "luminosa, vaporosa, attraente, shockante, ombrosa, traspirante, morbida, ruvida, sudicia, indistinta, confusa, soffocante, irsuta...". |
[18feb2003]
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![]() Rate of pollution. |
La
polvere veste la città e il suo ambiente vitale, a tal punto da modificare
il suo clima. Bangkok in questa nebbia di particelle diviene il crogiolo
di un'attività umana ipertrofizzata, caratterizzata da cambiamenti convulsi
di energia, in cui l'aspetto visivo costituisce la principale attrattiva. Totalmente all'opposto dei canoni dell'urbanistica moderna e della sua panoplia di strumenti di controllo, la città è ectoplasmica, super fluid per citare Kipnis. È generata (in between) nello spazio interstiziale di rizomi aleatori, dove la crescita arborescente è ad un tempo fattore di trasformazione e metodo operativo. Nel tuo studio mi avevi accennato al fatto che è una città piena di polvere, mi puoi dire come questo tema è stato interpretato in termini progettuali? Mi incuriosisce il rapporto con Duchamp che citi nello scenario, vuoi chiarirmi questo aspetto? Duchamp e Man Ray nel 1920 fecero un'opera d'arte, chiamata "Allevamento di polvere". Marcel Duchamp lasciò nella sua grotta per molti mesi il suo "Grande Vetro". L'attrazione della polvere dipendeva dalla elettricità statica del vetro, dove sono materiali differenti (ferro, olio, rame). Le foto di Man Ray sono come le foto aeree di Bangkok, con qualche monolite coperto di polvere. Così questa opera, nel momento in cui diviene l'icona visibile del fallimento delle teorie del XX secolo sull'urbanismo e l'architettura. ![]() Man Ray, Allevamento di polvere, 1920. Dettaglio del Grande vetro di Marcel Duchamp. L'immagine progettuale del "rilievo" costituito dai detriti della città, dal suo cielo grigio e la sua polvere può essere interpretato come quello che definisci "distorsione della cartografia"? |
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![]() Situation. |
La cartografia non è solo la pelle del territorio, ma il clima,
l'atmosfera di una situazione. Questa è fatta di carne, sangue e inquinamento. |
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In Sedimentation la struttura è concepita come un filtro
contro l'inquinamento e le impurità: si tratta di una copertura realizzata
con l'intersezione di fasce di plastica trasparenti attraverso le
alberature di un bosco che sorge lungo una riva del fiume Blaise.
In Shearing, la casa dei coniugi Barak, una tenda verde "furtiva",
isolata nella campagnia di Sommières nel sud della Francia,
che avvolge una serie di volumi cubici di cemento bianco. Da un lato
essa si presenta come una deformazione del terreno, dall'altro costituisce
una protezione termica dell'organismo. Già da tempo lavoravi sul concetto
di sedimentazione e di tenda. In che modo sviluppi oggi questi due
temi? |
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Sono profondamente contrario ai processi sviluppati dal Guggenheim con
la confusione tra edificio e opera d'arte, nel continuum della "modernistic
promenade” che rapisce l'interno per il suo interessato valore. Un museo
è una perfetta ambiguità tra due ego, due concetti di completamento,
uno viene dall'architetto, l'altro dalla scena artistica, questo progetto
non vuole prendere una posizione, vuole solo creare un rizoma schizoide
tra queste ideologie. Noi stiamo parlando qui di due distinte strutture geometriche: una è euclidea, scrigno della globalizzazione che consente la circolazione di merci culturali in un universo asettico e deterritorializzato, e l'altra topologica, immersa in un caos urbano inebriante. |
![]() Program. |
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Rispetto
alla tua produzione sia questo progetto per Bangkok che la realizzazione
della casa tenda, per alcuni aspetti un mini prototipo di "B-mu", sviluppano
una strategia differente, un trattamento dello spazio più rigido dove
le superfici morbide e continue sono sostituite da altre tassellizzate,
formate da una composizione di più piani. A cosa è dovuto questo cambiamento?
Possiamo dire "la forma segue il denaro"?![]() Bangkok. Il progetto è in evoluzione globale. Come nei "work in progress"... non sono "pixelizzazioni". Questa è stata solo usata per mostrare la trasformazione metamorfica tra le pure emergenze del Pan Gna dove puoi trovare la roccia del "man of gold gun" in una perfetta natura Rousseuiana, e la realtà di Bangkok dove tutti gli edifici "squadrati e fatti male" mercanteggiano qualche fantomatica identità con questo monolite nel grigio clima di day after. ![]() Bangkok. Il sogno di ecoturismo proviene dal background di 007, a me piace Adam, l'architetto della serie, tedesco, che ha lasciato la Germania nel 1937, e molto maniaco del Bianco e Nero di Lang, che ha scoperto il seno di Marilyn e ha fatto qualche film di atmosfera tra Bunker e natura fasulla. Queste sono alcune delle cose che ci sono nel progetto "B-mu". |
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![]() Section. |
Questi
cubi bianchi diventano una volta casa e una volta museo d'arte contemporanea.
Mi avevi parlato del fatto che la scelta di lasciare gli spazi interni
del museo come puri cubi bianchi deriva da una esigenza degli artisti.
(Collabori spesso con artisti che provengono da diverse esperienze e
campi di azione). Questi cubi bianchi sono i White Cubes che recentemente
sono oggetto di critiche da parte degli operatori museali (mi riferisco
ad esempio ai saggi di Brian O'Doherty Inside the White Cube o
a quello di Nicholas Serota Experience or interpretation in cui
tale spazialità è oggetto di riflessione, in quanto finisce per prevalere,
nella sua purezza, sull'immagine dell'opera dell'artista) o sei riuscito
a renderli comunque tali da uscire da questa visione? Non sono esattamente i White Cubes degli anni Cinquanta, ma No Where Spaces, dove l'idea di architettura (manipolazione dello spazio) è sviscerata. Noi usiamo No Where Space come morfologia generica, come il primo ingrediente per cucinare una torta. Quale pensi sarà l'importanza del computer nella fase realizzativa? E che processo speri di innescare? Per la prossima fase di growing-up... Matteo Costanzo neomatteo@hotmail.com |
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