Per
la Nuit Blanche parigina dello scorso ottobre Alexandra Midal ha curato
la sezione di Design. Ha invitato una serie di artisti e designer a
progettare un universo domestico all'interno delle vetrine di alcuni
showroom e grandi magazzini. Nell'articolo che segue Alexandra Midal
illustra l'idea del "Passe-Muraille / Il Passamura", mentre Dominique
Jakob e Brendan MacFarlane presentano in ARCH'IT architetture la
loro declinazione di vetrina "House Future Present". L'evento della
Nuit Banche 2003 si è svolto nell'arco di una notte tra sabato 4 e domenica
5 ottobre, in vari luoghi della città di Parigi. (Daniele Mancini) |
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Nelle
vetrine di tre grandi negozi parigini, artisti e designer sono invitati
a creare un ambiente domestico. Ciascuna vetrina diventa il luogo teatrale
che accoglie questo universo che il visitatore è invitato ad esplorare. Tra il 1927-1940 Walter Benjamin scriveva la sua celebre opera Das Passagen-Werk dedicata a Parigi e in particolare agli spazi di transizione che segnano l'identità della capitale nel secolo XIX. Oggi, le vetrine dei negozi non potrebbero essere, nel tempo di una Notte Bianca, il luogo di riflessione per i designer e per gli architetti sugli interni, sullo spazio privato che si libera, sulla vita a Parigi oggi? Come il Passamura, il personaggio dell'omonimo romanzo di Marcel Aymé "un eccellente uomo chiamato Dutilleul che possedeva il singolare dono di passare attraverso i muri senza risentirne", i visitatori della Nuit Blanche scoprono gli spazi che vengono proposti dai designer contemporanei. La facilità del Passamura di attraversare le barriere è metaforicamente ricreata grazie alle vetrine trasparenti. I designer aprono una breccia attraverso la sfera del privato e propongono un universo immaginario, reale, o ancora futurista. Immaginano uno spazio di vita fuori dai compromessi strettamente materiali ai quali si è abitualmente costretti, e presentano ad un vasto pubblico la loro concezione dello spazio. Il fondamento dell'esposizione è di creare un'atmosfera che giustapponga realtà e messinscena; la vita privata diventa pubblica in una notte. In particolare, l'allestimento di un intero ambiente offre la possibilità di mostrare che il design va oltre la produzione degli oggetti e si consacra alla creazione di un ambiente più vasto. La vetrina gioca un ruolo cruciale per questo progetto espositivo. Crea un momento di discussione appassionante sulla relazione tra la nostra società del consumo e la fruizione della cultura. Infatti, la vetrina ha un legame particolare con il design che a sua volta ne è intrinsecamente dipendente. Nato con la rivoluzione industriale e la meccanizzazione, il design acquista la sua vera dimensione europea solo a partire dagli anni ‘60. La vetrina si inscrive in una storia della rappresentazione e della messa in scena dei beni di consumo. Non è un caso se George Pal, autore di La Machine à remonter le temps (1960) mette la macchina del suo eroe di fronte ad una vetrina. Al tempo dei suoi viaggi, lo scorrere del tempo è segnato attraverso la profusione di stile, dagli abiti che vestono i manichini di un negozio. Più che un semplice contenitore, la vetrina offre uno sguardo sulle trasformazioni che modificano la nostra società. Per di più, essa attiva un dispositivo scenografico particolarmente adatto al design; una disciplina che si colloca alla confluenza della creazione e della produzione industriale. Alexandra Midal |
[05apr2004] | |||
Alexandra Midal è commissario di esposizione indipendente e ricercatore in storia e teoria del design. Ha recentemente conseguito il titolo di PhD alla School of Architecture della Princeton University, con una tesi dal titolo : "1969: Design Année Zéro, l'Antidesign ou la Capsule d'Habitation de Joe C. Colombo". Assistente di Dan Graham, poi direttrice del Frac Haute-Normandie, Alexandra Midal ha organizzato diverse esposizioni, tra cui la realizzazione di Passe-muraille per il Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris nell'ambito della Nuit Blanche 2003. |
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