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Scena viennese

Vittoria Capresi



Non credo sia lecito chiamarle tendenze. Ovvero, non credo sia possibile definire chiaramente quali aspetti i giovanissimi gruppi di architetti viennesi abbiano in comune, e se esistano caratteristiche cristallizzate a tal punto da poter essere riassunte in etichette, una per tutti.

[26may2006]
È necessario ripartire dalla Biennale di Venezia del 2004, tema Methamorph. Curatrice del padiglione austriaco è l'architetto Marta Schreieck, che sceglie di rappresentare l'Austria con 4 gruppi di architetti viennesi: Alles Wird Gut, Pool, Querkraft, The next ENTERprise. La scelta di questi gruppi è motivata dalla diversità dei loro progetti, ma che dimostra linee comuni ad esempio nell'uso dei materiali, nello sfruttare la morfologia del territorio come spunto creativo, nell'approccio pragmatico con i problemi, e che riassume molto del panorama austriaco odierno. Il concetto di diversità citato rimane comunque da indagare, e con qualche perplessità. Prendo in considerazione alcuni gruppi di giovani architetti attualmente attivi a Vienna.



FORMALISMO. Ciò che emerge dall'analisi dei progetti è innanzi tutto un approccio pragmatico con i problemi. L'architettura che ne deriva è concreta e informale. Ma non funzionale. Il formalismo viene in alcuni casi messo anche di fronte alle questioni pratiche.


POOL architekten, EINÖDE, 2002, Einöde 18, 2511 Pfaffstätten, Austria.


POOL architekten, EINÖDE, 2002, Einöde 18, 2511 Pfaffstätten, Austria. Foto: Herta Hurnaus.

La planimetria di Einöde (POOL architekten, 2002) ne è un esempio. Una comune abitazione viene ampliata di circa la metà circa della iniziale cubatura, con una costruzione sul lato ovest. Se il primo piano della vecchia struttura, lasciato libero a open space, funziona, il piano terra subisce la presenza alcune linee formali che tagliano gli ambienti in stretti triangoli acuti. Il fatto formale diventa in questo caso causa e fine, poetica architettonica.


POOL architekten, EINÖDE, 2002, Einöde 18, 2511 Pfaffstätten, Austria.


X-ARCHITEKTEN. Falthaus n. 1, 2004, Klosterneuburg, Austria.


X-ARCHITEKTEN. Falthaus n. 1, 2004, Klosterneuburg, Austria.
Altro esempio è la Falthaus n. 1 (X-ARCHITEKTEN, 2004). Il motivo della striscia a S funziona da spunto progettuale, ma rimane anche ben visibile a progetto ultimato. Le pareti di vetro sono fortemente arretrate rispetto alla banda che si avvolge, e che rimane leggibile nella forma grazie al forte aggetto e alla diversità dei materiali.

 

X-ARCHITEKTEN. Falthaus n. 1, 2004, Klosterneuburg, Austria. Foto: Max Nirnberger.


Propeller z. DBL double, 2002, 1130 Wien, Austria. Foto: Margherita Spiluttini.

Formalismo che si legge anche in alcuni particolari. Il corpo delle scale, evidenziato in facciata, diventa elemento ornamentale, da componente funzionale è portato all'estremo e si trasforma in decorazione bidimensionale, come nella DBL Double (Propeller Z, 2002) e nella Einfamilienhaus (gruppo SI+: Rainer Pirker architextur & AWG, statica: werkraum_wien, 2003-2004).



PRAGMATISMO. Il procedimento pragmatico che distingue molte creazioni fa sì che i limiti imposti al progetto (morfologia del terreno, tutela storica, limiti di edificabilità...) vengano non discussi, messi in dubbio o affrontati in modo aggressivo, ma lasciati scivolare nella progettazione, così come dati di fatto e parte integrante della stessa. Le soluzioni non sono certo banali, e vivono proprio grazie alle costrizioni. Le due realizzazioni all'interno del Museum Quartier rispondono all'esigenza di non toccare le antiche pareti del complesso, e generare spazi aggiuntivi.


AWG. SI+ Einfamilienhaus, 2003-04, Gloriettengasse, 1130 Wien, Austria. Foto: Herta Hurnaus.


AWG. SI+ Einfamilienhaus, 2003-04, Gloriettengasse, 1130 Wien, Austria.

AWG. MQ Infrastruktur, 2001-2002, Wien, Austria. Foto: Herta Hurnaus.


AWG. MQ Infrastruktur, 2001-2002, Wien, Austria. Foto: Herta Hurnaus.

Nel caso del mobile gigante dell'area Quartier 21 (AWG, 2002) il frammento di "infrastruttura" sta nella stanza come un corpo estraneo, e vive proprio grazie alla sua estraneità. E nonostante questo interagisce con lo spazio, creando ambienti aggiuntivi, situazioni spaziali inaspettate, una nuova tridimensionalità.


PPAG. Electric avenue.


The next ENTERprise + Florian Haydn. Piscina, 2001, 1190 Wien, Austria.




The next ENTERprise + Florian Haydn. Piscina, 2001, 1190 Wien, Austria. Foto: Gerald Zugmann.


PPAG. Electric avenue. Foto: Vittoria Capresi.

Nel caso dell'"Electric Avenue" (PPAG) come per il progetto degli AWG, la soluzione adottata prevede un corpo estraneo all'interno dell'antica sostanza, ma che in questo caso si pone non nel centro dello spazio, ma ai lati, creando una zona per flaneur al piano terra, con negozi e vetrine, e ambienti lavoro al livello superiore.

Altro caso di costrizioni usate come spunto progettuale è la Haus DRA (Querkraft, 2003). Il regolamento della zona prevede di poter costruire solo al centro del lotto, che inoltre ha un forte dislivello, non correggibile con l'aiuto di mezzi meccanici. L'idea è una costruzione a sbalzo per i 2/3 della planimetria, con struttura in acciaio indipendente dal rivestimento in pannelli di alluminio. Il tutto ancorato a una base di cemento armato. Il risultato è un cubo in bilico, che riesce a non risultare massiccio grazie alle enormi finestre aperte sul panorama sottostante.

Per la piscina privata nel 19. quartiere di Vienna (The next ENTERprise + Florian Haydn, 2001) i tabù sono un edificio antico non modificabile, un giardino non edificabile a cui si sovrappone il desiderio di una piscina. "Abbiamo considerato la terra come edificabile", scrivono gli architetti, e il risultato è un viaggio al centro della terra attraverso un cunicolo che parte dal vecchio edificio, e si apre in uno spazio inaspettato dove si trova la piscina.




Querkraft. Villa DRA, 2003, 1160 Wien, Austria. Foto: Herta Hurnaus.


Querkraft. Villa DRA, 2003, 1160 Wien, Austria.

  Nel caso dei due edifici di produzione TRE e VIT (entrambi Querkraft, 2002, 2003) il fatto di costruire direttamente sulla strada viene considerato come possibilità per creare una immensa vetrina pubblicitaria per l'industria stessa. L'edificio diventa non solo funzione, ma anche simbolo del contenuto (I'm a farm).


Querkraft. VIT Betriebsgebäude, 2003, Innovationsstraße 2, 3041 Asperhof, Austria.


Querkraft. VIT Betriebsgebäude, 2003, Innovationsstraße 2, 3041 Asperhof, Austria. Foto: Herta Hurnaus.


Querkraft. TRE, 2002, Betriebsgebäude, 7051 Grosshöflein, Austria. Foto: Herta Hurnaus.


Querkraft. TRE, 2002, Betriebsgebäude, 7051 Grosshöflein, Austria.


SOFA, Manfred Rauch. "Garten von trauttmansdorff", besucherzentrum, 2003-04, Merano, Italia.


Querkraft. VIT Betriebsgebäude, 2003, Innovationsstraße 2, 3041 Asperhof, Austria. Foto: Herta Hurnaus.


SOFA, Manfred Rauch. "Garten von trauttmansdorff", besucherzentrum, 2003-04, Merano, Italia.

In alcuni casi il portare all'estremo i problemi del contesto ricade su se stesso, come se il pragmatismo esagerando diventi scelta poetica forzata, e significato concezionale aggiunto alle forme. Nel Besucherzentrum a Merano (S.O.F.A., 2003-2004) l'aggetto dell'edificio è messo in estremo risalto, visto anche il dislivello del terreno, e la massa di vetro del primo piano pare poggiare su troppo esili pilotis.



ESTETICA. L'estetica rimane comunque un tema fondamentale, inteso non secondo un piano concettuale, ma nel modo di giostrare le forme. Estetica nel senso di piacevole e di piacente. E quindi luci, colori, materiali e forme si fondono per ricercare un risultato sorprendente ma soprattutto bello. Ovvio, l'effetto estetico è raggiunto non solo attraverso armonie ma in particolare con contrasti. L'Haus Kaps (CARAMEL, 2005) sembra un fungo nato dalla vecchia baita, separato da questa da una marcata fuga, ma che deve la sua identità solo al contrasto tra legno e vetro, caldo e freddo, plastico e non.

 
CARAMEL. Casa Kaps, 2005, Ramseiden, Austria. Foto: Caramel.

Nel gioco dei contrasti, nel processo verso il bello, ai materiali (e colori) viene data una attenzione particolare. Attenzione che in molti casi significa sperimentazione, mix. Alla base c'è forse l'incoscienza di provare, e la volontà di creare architettura per l'oggi. Liberati dal peso dell'eternità, i progetti diventano come temporanei, caduci. Rispondono ai canoni estetici di questo preciso momento storico, si vestono di materiali attuali, sono alla moda.


CARAMEL. Casa Kaps, 2005, Ramseiden, Austria.

 
AWG. SI+ Einfamilienhaus, 2003-04, Gloriettengasse, 1130 Wien, Austria.

La Einfamilienhaus nel 13. quartiere (gruppo SI+, 2003-2004) è direttamente dietro al castello di Sissi, in una sonnolenta strada di antichi edifici. Una navicella spaziale d'oro (il rivestimento è in lastre di Alucobond dorate) che si isola dal contesto, vivendo proprio del contrasto con le forme neoclassiche d'intorno, e sembra un immenso cioccolatino che strizza l'occhio alle vicine di casa. Atterrata su una base di vetro, la costruzione si apre dal lato giardino per far entrare il verde direttamente all'interno, in un gioco infinito di riflessioni e trasparenze generate dall'acqua e dal vetro, dal naturale e dall'artificiale.



COMICO. Il contrasto genera anche ironia. Nei due progetti appena citati il cliché, il passato inteso quasi come simbolo di se stesso, viene messo in discussione con paradossi architettonici, divertenti e ironici. Stesso principio utilizzato per la bocca spalancata del Teatro Temporaneo (NON con:FORM, 2000), alta quasi quanto la torre del comune, stupefacente fuori scala per la piccola cittadina di Haag, vicino Linz.


AWG. SI+ Einfamilienhaus, 2003-04, Gloriettengasse, 1130 Wien, Austria. Foto: Herta Hurnaus.




Alles Wird Gut. KIZ Kirchenzentrum, 2003-2004, St. Anton, Austria. Foto: Herta Hurnaus.


Querkraft. LEE, Casa per appartamenti 2004, Leebgasse 56, 1100 Wien, Austria. Foto: Margherita Spiluttini.

In modo più sottile l'erba finta dei balconi e il verde delle porte dell'edificio per appartamenti LEE (Querkraft, 2004) porta un ricordo di giardino anche sulla facciata sul lato strada. E il tetto a spioventi di KIZ (AWG, 2003-2004), scimmiotta le coperture lignee del centro dell'Austria, rivisitando la caratteristica forma, che isolata dal contesto che la vede nascere diventa perfettamente moderna. Il cliché è introdotto nella progettazione, rivisitato, spogliato delle connotazioni negative, e inserito nella creazione, con un cosciente effetto ironico.


Querkraft. LEE, Casa per appartamenti 2004, Leebgasse 56, 1100 Wien, Austria. Foto: Margherita Spiluttini.


X-ARCHITEKTEN. Villa 1300 x 1300, 2001, Freistadt, Austria. Foto: Herta Hurnaus.


X-ARCHITEKTEN. Villa 1300 x 1300, 2001, Freistadt, Austria. Foto: Herta Hurnaus.

Altro esempio di questo processo di desemantizzazione, sebbene generi effetti leggermente diversi, è il pilastro a X della villa 1300 x 1300 (X-architekten, 2001). In questo caso la X del nome diventa come un logo distintivo per tutto il gruppo di architetti, e viene inserita nella realizzazione come una firma o un marchio. Come del resto lo è il nome stesso, dietro cui si celano cinque architetti, e che funziona come distintivo per tutto il gruppo. I nomi di tutti i bureau citati sono da leggersi forse sotto questa luce. Pur immotivati, come in apparenza possono sembrare, nascondono più della identità dei membri del gruppo di architetti. Cercando di personificare le idee degli stessi, diventando diventano logo e simbolo del modo di intendere e affrontare l'architettura.



URBAN STRATEGIES. Posto a parte conquistano le Urban strategies dei feld72. Strategie per cambiare il mondo partendo dal piccolo, variando il modo di vedere, usare, prendere coscienza del banale mondo quotidiano di ognuno.


feld72. Urbane Strategien / Public Parameters, Venezia, 2004.


feld72. Urbane Strategien / Public Parameters, Venezia, 2004.



feld72. Urbane Strategien / Servus.


Le installazioni proposte sono quasi tutte concentrate sulla necessità di usare lo spazio. Con Public Parameters (Venezia, Biennale 2004) distribuendo 1/2 mq di spazio privato, gli architetti hanno incitato i visitatori della biennale a stendere il proprio telo ovunque avessero sentito la necessità di riappropriarsi di 1/2 mq di territorio.




feld72. Urbane Strategien / Toronto Barbecue
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In Toronto barbecue sono stati invece distribuiti grill, palloni gonfiabili, baite di legno e piscine. Scopo dell'azione è stato quello di riappropriarsi di una striscia di terreno altrimenti inutilizzata. Il risultato: un colorato delirio di bagnanti e party in bikini in una zona considerata centrale per il turismo alla ricerca dei famosi cliché nella vecchia Vienna. Ultima azione in questa breve rassegna è l'adesivo "hier findest du stadt" (tradotto: "qui trovi la città").




feld72. Urbane Strategien / Public Parameters, Venezia, 2004.



feld72. Urbane Strategien / Servus
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feld72. Urbane Strategien / Hier findest du stadt, Wien 2002.


feld72. Urbane Strategien / Hier findest du stadt, Wien 2002
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Questa volta in giro c'erano 22000 stickers, con diverse frasi, "Hier sollst du lacheln" ("qui devi ridere"), "hier will ich aussicht" ("qui voglio un panorama"), da attaccare nei luoghi adatti al motto che portavano scritto. Era richiesto di inviare, appena attaccati, il dietro degli adesivi agli architetti, con l'indirizzo esatto di dove fosse stato lasciato. L'idea: creare un netz per scoprire la città, o meglio per riconsiderare la città in modo nuovo, prendendo finalmente coscienza del quotidiano, con l'invito a rileggerlo con spirito critico e ironico, magari cambiandolo.

Vittoria Capresi
vcapresi@hotmail.com
 

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