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Mosca. Heritage at Risk

Vittoria Capresi



DAL PRIVATO AL COLLETTIVO: TRE ESEMPI DI ABITAZIONI COSTRUTTIVISTE DALLE SORTI INCERTE. Non è ancora chiaro se sia possibile tirare un sospiro di sollievo per le sorti della casa di Kostantin Melnikov a Mosca. Gli ultimi comunicati stampa sottolineavano la volontà espressa da Sergei Gordeyev, il politico e businessman proprietario del 50% della casa, di costituire un museo di architettura. Alcuni portavoce del MAPS (Moskow Architecture Preservation Society) si sono al contrario chiaramente espressi preoccupati: Gordeyev è considerato uno sciacallo negli investimenti immobiliari.

[11jun2006]
La casa di Kostantin Melnikov è uno dei pochissimi edifici privati costruiti durante l'era stalinista. Realizzata nel 1929 dallo stesso Kostantin come casa-studio, è stata abitata dal figlio Viktor fino al momento della sua morte, nel febbraio del 2006. Dalla stessa data sono iniziate le procedure per i passaggi di proprietà, che attualmente vedono la casa divisa a metà tra il nipote di Kostantin e Gordeyev. Lo stato di conservazione del monumento va costantemente peggiorando: la costruzione di parcheggi sotterranei nelle sue immediate vicinanze hanno irrimediabilmente variato la permeabilità del terreno, con conseguenze rilevanti per le fondazioni e la struttura dell'edificio. Alcuni interventi di restauro negli anni '90 hanno da un lato impedito il crollo definitivo della copertura, dall'altro hanno alterato la colorazione delle superfici interne, sostituito alcune delle finestre con membrane di plastica, utilizzato un tipo di intonaco interno diverso, che a causa dell'umidità sta sfogliandosi di nuovo.


Casa di Melnikov, piante e assonometria. È costruita modulare in mattoni, in modo da lasciare regolari aperture romboidali nelle pareti. Alcune di queste aperture sono poi state riempite da detriti, le altre illuminano a 360 gradi l'edificio. Al piano terra sono la sala da pranzo, la cucina e le camere dei figli, al primo piano si trova la camera dei genitori –in un cilindro– e un ampio soggiorno –nell'altro cilindro. Al secondo piano c'è lo studio, con una scala di accesso alla terrazza.


La casa di Melnikov dal lato della strada di accesso.


Casa di Melnikov. Lo studio al secondo piano. Dopo la morte del padre, Viktor Melnikov ha mantenuto gli interni della casa come Kostantin li aveva lasciati, guidando all'interno del "museo privato" curiosi e interessati.

Come conclusione della conferenza internazionale "Heritage at Risk" tenutasi a Mosca dal 17 al 20 aprile scorso, è stato stipulato un documento aperto indirizzato a Putin per sollecitare la protezione e un restauro appropriato per l'edificio, e firmato da Do.Co.Mo.Mo., International Union of Architects, Icomos e il World Monuments Fund, che ha posto la casa di Melnikov nella lista degli edifici a rischio del 2006. Il futuro rimane incerto, e il suggerimento rimane di prendere un aereo e mettersi in contatto con il Maps, per visitare la casa prima che venga divorata da un probabile incendio notturno, o restaurata secondo gli standard considerati europei (finestre in pvc, moderni impianti di aerazione e illuminazione che stravolgerebbero l'aspetto originale, come è successo per altri monumenti vittime di "restauri" indisciplinati).

Le incertezze e i problemi della casa di Melnikov sono comuni a molti altri edifici costruttivisti. Problemi di manutenzione, di investimenti (molti edifici costruttivisti si trovano adesso nel centro di Mosca, su un terreno appetibile per speculazioni immobiliari), ma anche di identità culturale e indifferenza della classe politica dirigente sono la causa principale della più o meno lenta agonia di edifici riconosciuti a livello mondiale come icone dell'era moderna.

Sul Novinsky Boulevard a Mosca, la Narkomfin house (Dom novogo byta = La casa del nuovo tipo di vita) progettata e realizzata da Moisey Ginzburg tra il 1928-30, è vittima della stessa noncuranza. Ginzburg, nato nel 1892 da una famiglia di architetti, studia architettura in Italia e si diploma a Milano nel 1914. Negli anni '20 insegna all'Istituto di Ingegneria Civile e al Vkhutemas (Workshops Statali Superiori di Arte e Tecnica). Negli stessi anni diventa amico dei fratelli Vesnin e uno dei maggiori rappresentati del Costruttivismo, pubblicando insieme ai Vesnin la rivista Sovremannaya Arkhitektura (Architettura Contemporanea), principale organo di divulgazione dell'OSA, organizzazione dei costruttivisti.


Narkomfin. Il fronte est. Il livello terra, originariamente a pilotis di colore nero, è oggi chiuso.

Il Narkomfin è un complesso residenziale costruito per gli impiegati del Commissariato delle Finanze, uno dei primi esperimenti di architettura intesa come materializzazione delle nuove idee di vita collettiva teorizzate dalla rivoluzione. È stata definita come un livello intermedio tra casa privata e comune, Ginzburg era infatti convinto di non poter obbligare l'individuo alla vita comune, forzandolo in spazi collettivi, credendo piuttosto nella possibilità di scelta da lasciare tra privato e collettivo. Realizzata con tecniche all'avanguardia (è usato cemento armato alleggerito gettato in cantiere), sfrutta una maglia a pilastri, il cui l'originario colore nero aumenta l'astrazione del blocco bianco della casa poggiato su pilotis praticamente invisibili. I corridoi-ballatoio comuni di accesso agli appartamenti sono al 2. e al 4. piano, dal primo ballatoio è possibile accedere attraverso un ponte al corpo della mensa collettiva e delle cucine. Il tetto piano funzionava da spazio di ritrovo e come solarium. Un ulteriore corpo di fabbrica dall'altro lato del parco ospitava la lavanderia.


Narkomfin. Pianta del piano terra e del primo livello. Il corridoio comune di accesso agli appartamenti conduce anche al corpo distaccato delle cucine/mensa.

All'interno del Narkomfin ci sono due tipi di appartamenti. Dal primo corridoio si ha accesso a quello per famiglie più numerose. Si entra in uno spazio soggiorno con vetrata alta due livelli, da qui una scala conduce al secondo piano dove sono le camere, il bagno e un ballatoio sul soggiorno. Per le giovani famiglie o i single erano predisposti gli appartamenti accessibili dal corridoio al 4. piano, divisibili in 2 tipologie. La prima ha una scala che sale, e porta a un doppio volume – soggiorno con vetrata di due livelli, e sale ancora per arrivare alle camere. Il secondo tipo scende un piano, dove si trova il soggiorno di doppio livello, con adiacenti bagno e camera. Ogni appartamento è dotato di un angolo cottura, in linea con l'idea di Ginzburg di educare al collettivo, lasciando comunque libera scelta: gli abitanti potevano utilizzare la mensa comune, oppure servirsi della nicchia cottura privata.


Sulla sinistra il fronte est del Narkomfin, sul lato destro della foto il business center recentemente costruito, in secondo piano una delle "sette sorelle", risposta stalinista ai grattacieli americani.

Le soluzioni a maisonette qui utilizzate per la prima volta, hanno un carattere pionieristico, offrendo una alta qualità per gli appartamenti -l'illuminazione e circolazione di aria sia su entrambi i lati– comunque pensati come minimum abitativo e realizzabili in larga scala. La loro pianificazione risale al 1927, quando la OSA indice un concorso per elaborare un nuovo tipo di abitazione di massa (sul modello del Falansterio di Fourier). Molti contributi sviluppano un tipo di abitazioni incastrate e accessibili da un corridoio centrale. In seguito a questa attività pianificatoria, il governo istituisce un gruppo di ricerca diretto da Ginzburg per studiare le possibilità di una standardizzazione delle abitazioni. Il gruppo di ricerca elabora una serie di soluzioni, utilizzate per la prima volta da Ginzburg proprio nella Narkonfim. E queste tipologie saranno utilizzate dopo il 1932 da Le Corbusier per il progetto della Ville Radieuse.


Nikolaev Comune. Planimetrie del piano terra e del primo piano. Al primo livello nella parte notte il corridoio è centrale alle cabine dormitorio.


Nikolaev Comune. La demolizione in corso dei balconi sulla corte sud del complesso.

Oggi le condizioni dell'edificio sono pessime. I diversi tentativi di restauro fatti negli ultimi decenni sono stati sabotati dalle autorità locali: un business center recentemente ultimato accanto al Narkomfin lascia supporre che il terreno possa interessare molto più dell'edificio stesso.

La più radicale realizzazione delle case comuni è il Nikolaev Comune sulla Ordzhonikidze, a Mosca, abitazione per gli studenti dell'industria tessile. Costruito tra il 1929 e il 1931 dall'architetto Ivan Sergeevich Nikolaev con l'aiuto di K.M. Sokolov, la Nikolaev Comune è la materializzazione del principio di massima collettivizzazione della vita. Il programma funzionale per la casa degli studenti che qui avrebbero abitato, era basato su alcuni punti stipulati dall'architetto insieme all'Ufficio degli Studenti Proletari di Mosca. Il punto più importante prevedeva che ogni funzione dovesse essere chiaramente divisa, e fosse definita da un elemento architettonico proprio. Vengono quindi precisate tre categorie di spazi: dormitori, sanitari e daytime. I sanitari contenevano i bagni, gli spogliatoi e le docce. Qui i residenti si spogliavano prima di andare a letto, e la mattina si rivestivano prima di passare nella zona giorno, secondo un passaggio obbligato che doveva contribuire all'educazione verso l'igiene personale. La zona giorno comprendeva tre piani con una mensa, sale per attività collettive, sale di lettura e uno spazioso androne. La zona notte è un corpo di 200 metri di lunghezza x 7,8 di larghezza. Per ottimizzare lo spazio, Nikolaev decise di realizzare cabine dormitorio: un corridoio centrale ai 7,8 metri di larghezza, dava accesso a uno spazio di 2,30 x 2,70 x 2,62 di altezza, dove dormivano 2 persone. Per limitare gli ingombri le finestre e le porte erano scorrevoli. In totale 2000 studenti dormivano in 1000 cabine, su sette piani di 200 metri di lunghezza e 7,8 metri di larghezza.


Nikolaev Comune. Il fronte ovest lungo 200 metri.


Nikolaev Comune. Lo sventramento dell'edificio. Uno dei corridoi dei dormitori. Il pilastro sul lato destro delimitava il corridoio di accesso alle stanze, allo stato successivo le modifiche della metà degli anni '60.


Il rendering del nuovo edificio (lato sud, cfr. foto sopra). Ridotta a semplice involucro, se non addirittura completamente demolita, la Nikolaev Comune verrà ricostruita, in linea con le nuove esigenze di spazio e privacy, per ospitare alloggi di studenti.

Lo stato originale del complesso ha resistito fino circa alla metà degli anni '60, quando sono stati affrontati dei lavori per modificare le zone dormitorio. Il corridoio è stato spostato esternamente sul lato est, perché le stanze risultassero più ampie, pur restando senza bagni. Sono stati modificati anche gli spazi giorno. Con il passare del tempo, l'edificio è caduto in rovina, fino al 1994, quando è stato deciso di farne un ostello, ingrandendo le camere, costruendo cucine ad ogni piano, e aggiungendo servizi igienici presso le camere stesse. I comfort privati, la negazione dell'ideale alla base dell'edificio, serviranno a salvarne la pelle. Ma non l'essenza.

Vittoria Capresi
vcapresi@hotmail.com
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:

In occasione della conferenza Heritage at Risk sono stati pubblicati due libri (in inglese e russo) di estremo interesse, il primo: AA.VV., Moskow Architecture 1920-1960. Guide-Book, Mosca 2006 è una guida esaustiva di tutti gli edifici costruiti tra gli anni '20 e '60, arricchita di recenti fotografie. La seconda pubblicazione: Dushkina, Natalia (a cura di), 20th Century Preservation of Cultural Heritage, Mosca 2006 offre una panoramica su numerosi casi studio di restauri di edifici icone del moderno (si parla del complesso del Bauhaus, della Viipuri Library) e di casi di restauro o progetti di restauro di edifici russi. Per informazioni è possibile rivolgersi al MAPS.

> MAPS
> WORLD MONUMENTS FUND
> DO.CO.MO.MO.

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