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Addio a Pasquale Culotta

Marcello Panzarella



Con la scomparsa improvvisa e immatura di Pasquale Culotta viene meno uno dei cardini dell'intelligenza della Sicilia e una delle figure più rappresentative dell'architettura italiana contemporanea.

Laureatosi nel 1965 a Palermo, compie subito una scelta insolita per i tempi, ma significativa, che segnerà una precisa direzione di impegno, non solo professionale, ma di studio, ricerca e promozione dell'architettura: stabilisce lo studio fuori della grande città, fuori dai centri che fin allora assicuravano la tradizionale committenza dell'architettura, e con Bibi Leone apre lo studio nella piccola Cefalù, la sua città.

[09nov2006]

Culotta e Leone. Municipio di Cefalù.


Culotta, Leone, Laudicina, Marra. Facoltà di Architettura a Palermo. Foto Santo Eduardo Di Miceli.


Culotta e Leone. Villa Mitra, Cefalù 1968-70. Foto di Giovanni Palazzo.

Questa scelta, a quarant'anni di distanza, consente a Cefalù di essere riconosciuta, insieme con Gibellina, una delle due capitali del rinnovamento dell'architettura in Sicilia, ma soprattutto segna, fin dall'inizio, un'azione concreta di intervento e studio specifico del territorio, dal suo interno e insieme con esso, secondo una direzione di cui erano stati pionieri i suoi due maestri, Edoardo Caracciolo e Carlo Doglio. Allo stesso tempo la scelta anticipa e prepara la grande modificazione che a partire dal '68 investirà le nostre università, con l'accesso di massa dei diplomati e il successivo rientro dei laureati del "grande numero" nei territori di origine: una novità che richiede all'università una riflessione e una modificazione profonda, della quale Culotta, impegnato fin dall'inizio sul doppio fronte dell'esercizio del mestiere e dell'insegnamento universitario, saprà essere attore lucido e consapevole.


Pasquale Culotta.

Possiamo dire oggi che, a partire dalla sua personale esperienza dell'architettura, e sulle basi di un nuovo ordine degli studi tracciato a Palermo da Vittorio Gregotti, Alberto Samonà e Gino Pollini, Pasquale Culotta sia stato il grande costruttore di una Facoltà di Architettura rinnovata, da lui diretta come Preside, Direttore di Dipartimento, Presidente di Corso di Laurea. Sul piano del rinnovamento dell'architettura in Sicilia, egli è stato il protagonista indiscusso per decenni, e da docente è stato maestro oltre che professore, con grande capacità di spendersi e passione ineguagliabile per l'architettura e per la bellezza. La sua produzione merita uno studio che è ancora in gran parte da compiersi, e che certo impegna per il futuro i numerosi studiosi e ricercatori da lui formati. Tra le sue opere ricordiamo le ville Mitra e Salem a Cefalù, la villa Finocchiaro a Monreale, il complesso EGV Center a Cefalù, la nuova sede della facoltà di Architettura di Palermo, in collaborazione con Marra, Laudicina, Leone, la ristrutturazione del Municipio e del complesso di S. Domenico, a Cefalù. E inoltre i progetti di ricerca per Palermo, tra i quali quelli per il riassetto della Circonvallazione (1987 e 2000), e per la riorganizzazione della costa della città (1989).

Tra le sue intuizioni pionieristiche, fin dagli anni '80, la necessità di attrezzarsi culturalmente nei confronti del mutamento dei tempi indotto dalla migrazione dei popoli, e i suoi studi per la Moschea in Occidente e per la residenza nella città multietnica. Ha dato vita a numerose collane di architettura, seminari, simposi, e alla rivista "In Architettura".

Marcello Panzarella

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