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Strategie europee a Orléans

Teresanna Donà



 
ArchiLab è un'esposizione internazionale di architettura, organizzata dalla città di Orléans (Francia) con cadenza biennale. Nei mesi scorsi l'evento è giunto alla sua ottava edizione, un'edizione che potremmo definire anomala sotto diversi punti di vista, rispetto a quelle che la hanno preceduta. La prima anomalia riguarda il sito espositivo. Essendo la storica sede delle Subsistances Militaires attualmente in restauro –i lavori avranno inizio quest'anno su progetto degli architetti Jakob+MacFarlane, per una riapertura prevista nel 2010– la parte più considerevole dell'esposizione viene eccezionalmente relegata all'interno della Collégiale Saint-Pierre Le Puellier.

[27 febbraio 2009]

La Collégiale è una chiesa sconsacrata che nel corso delle scorse edizioni ha ospitato eventi minori, ma che questa volta riveste un ruolo principale, anche in ragione della sua prossimità al FRAC Centre, dov'è installata un'altra sezione della mostra. Si tratta di un sito di taglia decisamente ridotta rispetto ai ben più ampi spazi delle Subsistances Militaires, e proprio in questo consiste la seconda anomalia: la ristrettezza dello spazio espositivo, che comporta una conseguente limitazione nella quantità di materiale esponibile. Se poi prendiamo in considerazione il tipo di materiale presentato, ecco ancora un'anomalia. Infatti, se questo appuntamento è nato come luogo di esplorazione di nuovi talenti e di nuove tendenze, una sorta di finestra aperta sulle novità internazionali nel campo dell'architettura e dell'urbanistica, per quest'edizione l'evento ha ridotto il suo campo visivo alla sola area europea, perdendo inoltre, almeno in parte, quell'ambizione nello scovare talenti nuovi. Quella che ne risulta è una mostra sicuramente meno vivace rispetto alle edizioni precedenti, ma che presenta tuttavia alcuni aspetti interessanti e degni di nota.

Per l'edizione 2008 di ArchiLab la città di Orléans ha scelto come curatore Omar Akbar, direttore della fondazione Bauhaus di Dessau. Da anni interessato all'esplorazione dei fenomeni di trasformazione urbana in Europa, Akbar decide di affrontare in questa sede il tema dell'architettura strategica, attraverso l'analisi di una cinquantina di progetti, realizzati o in corso di realizzazione, all'interno di ventotto città europee. È così che ArchiLab Europe - Architecture Stratégique ci propone una panoramica inedita, frutto di una ricerca pluriennale, sull'Europa in corso di costruzione, secondo un taglio che mira a mettere in risalto i diversi tipi di strategia d'intervento di cui la Comunità Europea si serve nell'ambizioso tentativo di restituire al vecchio continente un nuovo primato culturale ed economico su scala globale. (1)



Se la sezione espositiva all'interno della sede del FRAC Centre costituisce una sorta di introduzione storica, la parte sicuramente più frizzante ed interessante della mostra si trova alla Collégiale, dove si entra nel vivo dell'esposizione con l'analisi di alcuni casi emblematici di architettura strategica. I progetti qui presentati sono accomunati da una stessa volontà economico-politica, legata ai programmi INTERREG, e devono almeno in parte la loro esistenza ai fondi europei stanziati nell'ambito del programma INTERREG III. (2)

Questi progetti sono organizzati in tre categorie, a seconda del tipo di strategia economico-politica che li ha originati, e i titoli di queste categorie –polimerizzazione, impianto e rianimazione– si inscrivono all'interno di una metafora biologico-medica che diventa tema strutturante dell'intera mostra. (3) La tematica biologica, con la predilezione per una logica che potremmo definire di tipo "cellulare" –in quanto l'elemento di base è una cellula, quantunque astratta– diventa infatti punto di partenza ed espediente capace di dare unità sia al progetto grafico che a quello scenografico.

















Allo scopo di rendere più leggibile il legame progetto-categoria strategica, sia all'interno dello spazio espositivo sia tra le pagine del catalogo, a ciascun progetto viene affiancato un simbolo grafico che ne identifica la categoria di appartenenza. Questi simboli si relazionano tutti alla logica cellulare di cui sopra, pur trovando declinazioni differenti a seconda della categoria che vanno a rappresentare.



La cellula, schematizzata con un cerchietto che ingloba al suo interno un grosso punto (la membrana cellulare ed il suo nucleo), rimane infatti solitaria nel rappresentare la strategia dell'impianto, mentre è affiancata a una serie di altre cellule per illustrare la polimerizzazione ed è infine "amplificata" da numerose "onde d'influenza" nell'incarnare le strategie di rianimazione. La cellula è anche presente all'interno dei manifesti pubblicitari, sparsi un po' ovunque per la città di Orléans, dove diviene una sorta di grande "bersaglio" simbolico sovrapposto a diverse cartine geografiche per localizzare, grazie anche al testo "VOUS ETES ICI – YOU ARE HERE", la posizione di ArchiLab all'interno del territorio europeo.



L'intervento scenografico si prende invece carico di assolvere all'arduo compito di presentare materiali disparati per forma e tipologia –foto, filmati, testi e plastici– all'interno di un unico spazio piuttosto ristretto, quello della Collégiale. L'abilità del progetto scenografico consiste nell'aver trovato il modo di creare un substrato espositivo al contempo unitario e variegato, capace di avvolgere letteralmente il visitatore, pur senza disorientarlo, staccandosi dalla pregiata struttura dell'ex-chiesa e trovando una propria indipendenza strutturale. Come si potrà apprezzare dalle foto, questa struttura è costituita da un modulo cubico che, nonostante la forma spigolosa, si ricollega sempre alla logica cellulare di cui abbiamo parlato.





L'elemento di base –questa volta un cubo– resta infatti riconoscibile seppur declinato in tinte diverse e diversi tipi di aggregazione. La sala espositiva risulta così unitaria, poiché costruita dalla ripetizione di un unico elemento modulare, ma al contempo variegata, poiché a ciascuna delle tre aree tematiche corrisponde una zona fisica ben distinta, resa riconoscibile dalla predominanza di un colore di fondo: l'azzurro per la polimerizzazione, l'arancione per l'impianto e il rosa per la rianimazione.

La descrizione dei progetti esposti viene in questa sede volutamente tralasciata, essendo i progetti ampiamente descritti e illustrati all'interno del catalogo, per lasciare invece posto, in conclusione, ad alcune domande cruciali sulle sorti di questo evento internazionale, che sembra essere arrivato ad un punto di svolta. Dove ci condurrà la prossima edizione di ArchiLab... riprenderà essa un respiro "globale" o continuerà piuttosto a focalizzarsi su una prospettiva più ristretta, ad un livello "nazionale", come nel caso del Giappone per l'edizione 2006, o "continentale" come nell'edizione 2008? Rimarrà l'esposizione di quest'anno un caso anomalo o siamo davvero ad un punto di svolta, in cui gli intenti di ArchiLab stanno per essere riscritti? Saprà questo appuntamento biennale rimanere al passo coi tempi per continuare a proporre delle ricerche interessanti, rinnovando la propria offerta per soddisfare un pubblico in rapida evoluzione? Non ci resta che attendere altri due anni per scoprirlo, ma una cosa è certa: se la Collégiale ha un suo fascino, le Subsistances Militaires ci sono mancate, e speriamo di poterle riscoprire ben presto nella loro veste rinnovata.

Teresanna Donà
teresannadona@architettura.it
NOTE:

1. Secondo l'Agenda di Lisbona del 2000 (sessione straordinaria del Consiglio europeo tenutasi il 23 e 24 marzo 2000) l'Unione Europea si è prefissata "un nuovo obiettivo strategico per il nuovo decennio: diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale." http://ue.eu.int/...
2. I programmi INTERREG sono un'iniziativa del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e hanno come obiettivo quello di stimolare, all'interno di un arco temporale definito, la coesione economica e sociale in seno alle diverse regioni europee, attraverso una collaborazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale. Da notare che le regioni individuate all'interno dei programmi INTERREG spesso non ricalcano i confini statali geo-politici dei singoli stati membri della CE, bensì costituiscono delle specie di "macro-regioni" all'interno di quel "macro-stato" che è l'Europa. La copertina del catalogo di ArchiLab 2008 rende esplicita questa suddivisione dell'Europa in regioni INTERREG. Il programma INTERREG III, in particolare, è quello messo in atto nell'arco temporale che va dal 2000 al 2006.
3. I progetti caratterizzati da una strategia di impianto prevedono l'innesto di un corpo estraneo –il corpo è costituito nel nostro caso da un edificio o un impianto sportivo ecc.– all'interno di un substrato preesistente –qui una città, una regione o un territorio. Lo scopo di questa operazione è di fornire un'attrazione a una città o regione in fase di depressione. Un chiaro esempio di impianto, anche se realizzato al di fuori dei programmi INTERREG, è il museo Guggenheim progettato da Frank Gehry a Bilbao. La polimerizzazione designa invece un processo di scambio tra corpi –in questo caso città o regioni differenti. Questo scambio è attuato allo scopo di creare una nuova unità urbana super partes. La rianimazione infine costituisce un tipo di strategia messo in atto per sormontare la crisi di un organismo –qui una città o regione– ridandogli nuova vita, ovvero ridefinendone l'identità e attivando nuovi tipi di utilizzazione. All'interno di questa categoria ritroviamo le strategie di "city branding" o di "tematizzazione" che sfruttano la rivitalizzazione storica, architettonica o culturale nell'intento di attrarre nuovi turisti e risollevare le sorti di una città o regione durante una depressione economica.
Le fotografie che illustrano questo articolo sono di Teresanna Donà.
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