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GE -1%

baukuh, Gosplan, OBR, Sp10, Una2



 
A Genova cinque studi di architettura hanno deciso di lavorare insieme a un progetto urbano per una città nuova, capace di sfruttare le occasioni che l'attuale crisi demografica inaspettatamente offre. Il progetto -che oggi viene anticipato da un manifesto- si pone l'obiettivo di aprire un dibattito pubblico sul futuro di Genova, un dibattito libero e di ampio respiro che volontariamente travalica gli spazi stretti delle scelte istituzionali. Per questo oggi viene lanciata una campagna per raccogliere le idee dei genovesi sul futuro della loro città: sul sito www.genovamenounopercento.it ogni cittadino può caricare la fotografia di un edificio che si potrebbe demolire per migliorare la città.



 

Vista del ponte don Antonio Acciai e della caserma Gavoglio da via Bartolomeo Bianco, Lagaccio, Genova (foto di Anna Positano); il panorama urbano, colto dal punto di vista delle vedute ottocentesche del pittore Ippolito Caffi si chiudeva a sinistra con la città storica e a destra con il promotorio e la lanterna, oggi nascosti dagli edifici. Al centro dell'immagine la diga foranea, le riparazioni navali e i Magazzini del Cotone.



MANIFESTO

1. Genova è un paradosso
Da più di trent'anni Genova è afflitta dal declino demografico. La particolare condizione geografica della città stretta tra mare e montagne, il boom edilizio degli anni '60 e poi la perdita rapidissima di quasi un terzo della popolazione lasciano sul terreno un paradosso: da un lato circa il 10% di case vuote, dall'altro un territorio saturo di palazzi fin nel fondo delle valli e in cima ai monti. Oggi Genova è una città inspiegabilmente priva di parchi; è una città in cui posteggiare è un'impresa quotidiana; è una città con un equilibrio ecologico fortemente compromesso. Oggi Genova è una città che allontana abitanti invece che attrarli.

2. La crisi demografica è un'occasione
La crisi demografica può essere intesa come una sciagura da subire, oppure come un'occasione di cui approfittare. Oggi Genova è di fronte a questo bivio: da una parte c'è la conservazione del patrimonio immobiliare e della rendita, ossia l'abbandono della città al suo declino, l'attesa inerme di una spregiudicata multinazionale cinese che inesorabilmente arriverà a far fruttare le potenzialità di Genova dopo averne fatto serenamente tabula rasa. Dall'altra parte c'è la possibilità di affrontare a viso aperto le nuove condizioni in cui la città si trova, usandole per immaginare un progetto che punti tutto su una nuova qualità della vita.

3. Vogliamo un progetto visionario
Questo progetto dovrà essere capace di interpretare i sogni dei genovesi prima ancora di inseguirne i bisogni, dovrà essere capace di convincere prima di realizzare, di immaginare il futuro prima di risolvere il presente. Oggi non servono né inconsistenti progetti utopici, né ottusi tecnicismi: serve un progetto visionario che sia in grado di stimolare il desiderio di investire, un progetto che sta prima dell'atto concreto e che ne è l'indispensabile premessa.

4. Demolire l'1%
Oggi a Genova esiste la possibilità di demolire alcuni edifici. Attraverso le demolizioni è possibile rimodellare la città. È necessario immaginare un progetto che si assuma la responsabilità di eliminare ciò che intralcia e che si prenda la libertà di decidere come usare il vuoto che ne deriva. Individuiamo nell'1% la quantità di edifici che è possibile demolire e chiamiamo questo progetto GE -1%.

5. La demolizione è un atto positivo
Demolire per liberare spazio Demolire per piantare alberi Demolire per circolare meglio Demolire per ricostruire meglio Demolire per valorizzare il resto Demolire per risparmiare energia Demolire per difendere il territorio.

6. I nostri limiti
GE -1% è un progetto di architettura, gratuito e non richiesto. In quanto tale, GE -1% è realista senza essere
immediatamente realizzabile, è visionario senza essere folle, è preciso senza essere esaustivo. GE -1% si occupa solo dei dispositivi spaziali necessari per ottenere una città bella ed efficiente. GE -1% si limita ad individuare la demolizione come strumento adeguato alle condizioni in cui la città si trova oggi.

7. Demolire per creare valore
Un bilancio economico delle demolizioni deve essere fatto considerando da una parte il valore virtuale dell'attuale patrimonio immobiliare sovrabbondante e dall'altra il valore reale del futuro patrimonio immobiliare selezionato e rinnovato. Meno edifici non significa necessariamente meno valore.

8. Tutta la città
La crisi demografica investe tutto il territorio di Genova, tanto quanto la carenza di parchi e di parcheggi. Gli edifici sono affastellati uno sull'altro nel centro storico come a Quezzi o a Sestri Ponente. È tempo di accordare la stessa dignità a ogni pezzo della città e fare un progetto che li abbracci tutti.

9. Un progetto sperimentale
GE -1% è un esperimento. Come ogni esperimento, GE -1% risponde a una condizione specifica e allo stesso tempo ambisce ad un valore più generale. Genova può diventare il laboratorio in cui vengono messe a punto nuove strategie che potranno valere come modello anche per altre città.

10. Un progetto pubblico
GE -1% è un progetto rivolto a tutta la città. GE -1% è un progetto semplice che intende dare forma ai desideri dei cittadini. GE -1% è un progetto per discutere.

Genova, 30 gennaio 2011

baukuh
Gosplan
OBR
Sp10
Una2
[5 febbraio 2011]
> GE -1%

 

 

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