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LAB[au]. Lightscape(s), displacement maps, a light plan for the Heysel plateau, Bruxelles
[in english]
Light_scape(s) è uno studio di illuminazione urbana, commissionato dalla società produttrice e distributrice di elettricità belga Electrabel-Sibelgaz, per lo Heizel plateau, l'area di Bruxelles in cui si sono tenute le esposizioni mondiali del 1935 e del 1958. Il piano di illuminazione rappresenta sia una ricerca di strumenti operativi per il controllo dell'illuminazione a scala cittadina, sia una concezione della luce come vettore dinamico interno alla matrice urbana.

[30sep2000]





Le schermate dell'applicativo illustrano la visualizzazione della luce sotto forma di una griglia blu che varia col variare dell'intensità; il colore mostra i diversi cicli temporali. Questa visualizzazione spazio-temporale della luce porta ad una visione dell'intervento globale e specifico.
Il progetto sfrutta le potenzialità della luce come dispositivo non solo strutturale e spaziale ma anche temporale ed interattivo. Ciascuna delle caratteristiche della luce corrisponde ad un passo concettuale del progetto in cui
- l'apparato strutturale, chiamato "light topography", produce "lighscapes" diversificati attraverso l'illuminazione specifica o variabile di punto, linea, superficie e interfaccia
- l'apparato temporale, chiamato "light_urbanism", porta la luce ad essere un supporto modificabile ed evolutivo corrispondente a sistemi di illuminazione fissi, variabili, e reattivi.
L'unione dei parametri specifici della luce (intensità, colore...), di quelli relativi all'urbanistica (topografia, flussi, infrastrutture...) e di quelli di natura temporale (programmi, attività...) determina differenti configurazioni di illuminazione, di "lightscape(s)". La concezione dinamica della luce descrive inoltre l'esperienza urbana in relazione all'uso collettivo dello spazio (eventi), o come supporto interattivo associato alle relazioni ed alla percezione individuale.



I blocchi fosforescenti del parcheggio per le auto "C" assorbono informazione luminosa, emessa da sorgenti sia naturali che artificiali, per diventare luminosi anch'essi. Il passaggio di una sola automobile produce, per esempio, una traccia luminosa visibile temporaneamente su questi blocchi. Il periodo di tempo che intercorre tra l'occorrenza dell'evento e la sua scomparsa è considerata una "hypertrace", una figura spaziale individuale e interattiva.



Gli interventi di luce variabile trovano origine nella connessione delle attività e della luce. Durante i periodi di inattività, per esempio, lo stadio è illuminato al suo livello minimo attraverso un nastro di led rossi che mostra le news sportive. Questo sistema è completato da un'illuminazione colorata della parte inferiore delle linee orizzontali nei periodi di media attività, e dai quattro alberi di illuminazione nei periodi di massima attività. Il sistema compone in tal modo un codice cromatico, associabile al codice RGB, in cui la sintesi dei colori (bianco) corrisponde ai momenti di massima attività.


Costituitosi nel 1995 LAB[au], laboratory for architecture and urbanism, unisce la ricerca teorica LAB[a+u] all'applicazione pratica nella concezione e nella realizzazione di opere LA.BAU. LAB[au] elabora un "hyperdesign" investigando le implicazioni delle nuove tecnologie di comunicazione e di computazione nella produzione, concezione, e nei processi dalle caratteristiche spaziali e sociali in direzione di un'architettura capace di integrare le nuove condizioni di realtà trasmissibili. L'etichetta 0.1lab rappresenta un'attività sul World Wide Web intesa come un vettore per la creazione di nuovi ambienti di lavoro, di un'agenzia collaborativa, vale a dire una base per una nuova matrice di interazione sociale e di spazio collettivo. L'assenza di strumenti per identificare e per verificare le ipotesi di proiezioni luminose a scala urbana ha portato alla ricerca di software per computer capaci sviluppare simulazioni dinamiche e programmate. Attraverso lo sviluppo di uno specifico software di progettazione, il progetto esplora luce, materia immateriale e variabile, all'interno di una visione globale dello sviluppo della luce nello spazio e nel tempo. Il piano luminoso elaborato sulla base di dati determina, tramite la programmazione della luce nello spazio e nel tempo, dei paesaggi luminosi temporali. Inoltre, l'uso e la concettualizzazione delle funzioni, le "displacement maps", hanno portato lo strumento digitale ad un'attiva integrazione nello stesso processo creativo ed alla possibilità di lavorare con la luce ad una scala urbana.

In questa sorta di avvicinamento, il progetto rappresenta la ricerca di una nuova forma di illuminazione pubblica che emerge dal semplice problema di un sistema tecnico applicativo per la sicurezza ma che diventa poi qualcosa di più somigliante ad un mezzo di comunicazione polisemico esteso alla scala urbana, alla dimensione culturale dello spazio pubblico.


L'insieme delle schede interattive combina i quattro sistemi di navigazione in funzione dei concetti generali dei piano della luce.


Il website http://www.lab-au.com/lightsc è progettato come una scheda interattiva costituita da 4 ambiti, ciascuno dei quali offre la visione di uno specifico approccio tematico al progetto, all'interno di una singola schermata. In qualsiasi momento della consultazione, il visitatore può attivare uno degli ambiti con un intervento diretto. Le informazioni visualizzate rappresentano direttamente le specifiche condizioni rilevate. L'utente può quindi completare la scheda così da ottenere immagini correlate, testi, grafici, che portano successivamente ad una globale comprensione delle interconnessioni tra il sistema progettuale processuale "displacement maps", l'organizzazione strutturale della luce all'interno della "light-topography" urbana e la concezione dinamica del "light_urbanism". La combinazione dei quattro sistemi di navigazione con la possibilità di consultazione e di visualizzazione all'interno di un singolo strumento, sfrutta inoltre le potenzialità del mezzo elettronico per produrre forme di analisi simultanee e dinamiche, sviluppando una comprensione intertestuale tanto del progetto quanto delle implicazioni dell'uso dei nuovi strumenti creativi all'interno del processo progettuale.

LAB[au], laboratory for architecture and urbanism
M. Abendroth, J. Decock, N. Mestaoui

+ K.Pecheur et P.De Smedt-Jans






La traduzione italiana di Lightscape(s), displacement maps, a light plan for the Heysel plateau, Bruxelles è di Marco Brizzi.






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