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METROGRAMMA. Darsi alla macchia
Il progetto di MetroGrammA qui illustrato ha vinto il secondo premio al concorso "Scandicci: una piazza per le idee" bandito dal Comune di Scandicci nel corso dell'anno 2000 al fine di individuare la migliore idea di assetto e riqualificazione ambientale dell'area di Piazza Matteotti. Il concorso, svoltosi solo attraverso Internet, è stato concepito come parte del progetto "Scandicci Città Sperimentale" ideato da Giancarlo Cauteruccio. 




[14mar2001]
UN PROGETTO PER LA PIAZZA MATTEOTTI A SCANDICCI. Abbiamo chiamato, con un po' di ironia, durante la fase di ideazione del progetto, questa idea di piazza "darsi alla macchia", con la precisa intenzione di coniugare all'interno di un concetto di spazio relazionale "materiali urbani e di habitat" eterogenei tra loro: I. una piazza; II. un parco urbano; III. una superficie ed un edificio pubblico ad alto profilo tecnologico.

La piazza Matteotti è stata concepita come una grande piazza-foresta pubblica; una interfaccia tra mondi sino a poco tempo fa considerati irrimediabilmente in contraddizione -quello artificiale e quello naturale. Uno spazio relazionale infrastrutturato e uno spessore infostrutturato capace di essere al tempo stesso un bosco dove "darsi alla macchia", all'occorrenza un parcheggio, un parco tecnologico, uno spazio per l'arte e manifestazioni ludiche, un luogo per mercati etnici, e ultimo ma non ultimo un luogo per il relax e la quiete.

L'edificio centrale preesistente, accuratamente ristrutturato e ampliato nel sottosuolo, è stato trasformato in un centro culturale vivo, una metafora dello spazio di servizio pubblico contemporaneo. Un luogo simbolo per tutte le attività culturali e di comunicazione della città di Scandicci. Caratterizzato da postazioni internet, sale audiovisive, archivio pubblico digitale e spazi dedicati all'organizzazione di eventi culturali, l'edificio diventa un vero e proprio "portale", virtuale e materiale a disposizione di tutta la comunità.



UN CONCETTO DI PIAZZA E UN'IDEA DI CITTÀ. La città "debole e diffusa", quella che ormai molti riconoscono come città contemporanea è una città dinamica e provvisoria; essa concentra e fa migrare molte attività e funzioni sempre con maggiore frequenza nell'iperspazio delle reti telematiche; parte dei tessuti urbani sembrano svuotarsi progressivamente di connotati e di identità funzionale.



Le configurazioni possibili sono poco pre-vedibili poiché sempre meno stabili e quindi meno rassicuranti. Il compito dei progettisti, a nostro parere, non è solo quello di attrezzare in modo definitivo spazi "tecnicamente pertinenti" ma anche quello di ripensare la città e questi nuovi connotati, utilizzando concepts e narrazioni quali strumenti cardine di una progettazione di carattere sperimentale. Possiamo immaginare ad esempio, come nel caso di piazza Matteotti, che alcuni spazi aperti urbani, possano essere "rinaturalizzati" e affermare un ruolo fondamentale dell'habitat densamente urbanizzato.

I grandi giardini alberati, boschi e prati sono diventati purtroppo il terreno innanzitutto di battaglie politiche, in seno a problematiche come la sicurezza e il degrado, quindi spesso considerati "temi-sabbie mobili" e affidati solo alle percentuali di standard previsti. A nostro parere, queste tematiche invece dovrebbero essere ancora considerate, le questioni rilevanti del progetto urbano contemporaneo; forse, se ripensati anche sotto il profilo tecnologico, queste "oasi verdi" possono essere ancora rappresentativi dello spazio pubblico, ma possono anche divenire luoghi tecnologico-produttivi a bassissimo impatto densi di funzioni ludiche e ricreative per l'uomo e, forse nell'insieme, rappresentare un nuovo concetto di piazza.

L'urbano e le forme di controllo sempre più spinto che in esso si attuano spingono molti a cercare degli ambiti di privacy e di tranquillità anche nella città reale non solo nel mondo virtuale della la rete. Gli spazi aperti verdi possono certamente tornare ad essere, se non vengono trasformati tutti in "miraggi recintati", luoghi del tempo libero delle città. In questo senso, con un po' di ironia, abbiamo titolato questa idea di piazza "darsi alla macchia". 

L'immagine estrema della ri-forestazione delle città è anche un modo per restituire dignità e nuova identità al carattere pubblico di molti spazi urbani contemporanei che faticano spesso a svolgere un ruolo "centrale" nella vita delle città. Perché, infatti, continuare a pavimentare piazze e spazi aperti in modo sproporzionato al loro utilizzo? I nuovi habitat deputati al senso di collettività non sono più le grandi piazze bensì i centri commerciali, le discoteche, i pub, i parcheggi, gli autogrill e non ultimo lo spazio virtuale delle reti telematiche. La dimensione e la misura per una piazza tradizionale deve così, a nostro parere, confrontarsi con tali cambiamenti e dinamiche comportamentali, misurando con attenzione il progetto rispetto a questi fenomeni.

Noi riteniamo ad esempio che per piazza Matteotti sia importante sfruttare tutto il grande spazio aperto pubblico, limitando la pavimentazione "dura" a piccole zone intorno all'edificio centrale e trasformando tutto il resto della superficie in un grande bosco in cui non sono "vincolati" gli ambiti di utilizzo. Questo è di facile attuazione predisponendo un suolo tecnico, un supporto ben infrastrutturato capace di accogliere una gran quantità di attività, eventi e programmi funzionali. Coniugare uno spazio verde ad uno ad alta tecnologia significa pensare ad una interfaccia attiva nella città capace di creare nuove condizioni per abitare. Un ambiente complesso con un suo specifico microclima solo apparentemente "atopico" e decontestualizzato.


 

 

FASI DI PROGETTO E COSTI STIMATI. Il progetto, dal carattere evidentemente concettuale, è stato pensato per essere definito nel tempo con la partecipazione della comunità e dei suoi desideri. Volevamo sollevare, attraverso questa fase di progetto -vale a dire il concorso- alcune questioni che riteniamo importanti per far emergere con forza tutte le potenzialità di un luogo così "centrale" per la città di Scandicci. Il bando di concorso prevedeva un budget di circa un miliardo per la messa in opera del progetto di piazza e il nostro studio in fase di ideazione ne ha ovviamente tenuto ben conto. Infatti abbiamo previsto una spesa di circa 750.000.000 per la forestazione e l'infrastrutturazione dell'intero perimetro d'intervento -un supporto tenico efficiente e sufficientemente flessibile unito alla scelta di 4 specie arboree in grado di colorare in modo differenziato, durante l'arco delle stagioni, tutta la "piazza-foresta".

Altri 250.000.000 sono stati previsti per il progetto complessivo dell'illuminazione e per l'arredo di attrezzature flessibili per l'intero spazio aperto. La ristrutturazione dell'edificio, da destinarsi a "server tecnologico" per attività culturali e manifestazioni è stata valutata, considerando un ampliamento sotterraneo e l'infostrutturazione di tutta la superficie di progetto, in un budget di 3.000.000.000. Per tutte le attività transitorie invece di eventi e manifestazioni dovranno essere fatte delle opportune valutazioni costi-benefici a seconda delle iniziative previste volta per volta. Per questo crediamo opportuno che vengano previste più fasi d'attuazione sucessive, considerando la possibilità di poter iniziare a colonizzare una parte dell'area oggetto di concorso in breve tempo -max 1 anno.





MetroGrammA Studio Associato_urbanistica architettura design. Andrea Boschetti (Bolzano, 1969), dopo alcuni anni di esperienza lavorativa e formazione internazionale, dove collabora a diversi progetti di rilievo internazionale -a Rotterdam presso l'Office of Metropolitan Architecture OMA, di R. Koolhaas ed a Milano presso lo Studio Secchi-Viganò, di B. Secchi- fonda nel 1997, insieme a Marcello Fodale (Bolzano, 1968), lo studio MetroGrammA. Nel 1999 si unisce Alberto Francini (Firenze, 1969)- architetto (Roma, M. Fuksas). A. Boschetti sta conseguendo il dottorato in urbanistica presso l'IUAV. A.Francini è cultore della materia presso il Politecnico di Milano. Lo studio con sede operativa a Milano e da qualche tempo anche a Bolzano, esplora i caratteri "evoluti" del progetto d'architettura e urbanistica nella città contemporanea. Il gruppo di lavoro, infatti, oltre alle realizzazioni e agli incarichi esecutivi in corso d'opera in campo architettonico, si dedica intensamente anche all' attività di ricerca e sperimentazione urbanistica; il lavoro è orientato, infatti, ad approfondire le questioni legate ai processi di urbanizzazione della città contemporanea ed a esplorare il fenomeno problematico della "densità" urbana, nelle due forme oggi più manifeste, vale a dire quello della congestione e della dispersione.

 

INFINE… Pensiamo sia stato importante, come abbiamo già accennato, porre l'accento sulla questione narrativa del progetto, prefigurando un "concept" che restituisce a questo lavoro, incentrato sul tema della piazza, la capacità di delineare un nuovo possibile scenario. Un progetto dagli evidenti fondamenti concettuali trova una ragion d'essere forte e comunicativa lì dove il progetto d'urbanistica "tecnicamente pertinente e corretto" non riesce più a parlare di città contemporanea e a rispondere ai disagi perpetuati dai modi tradizionali del progetto.

Scandicci Città Sperimentale, proprio grazie ai presupposti di fondo che sembrano caratterizzare l'iniziativa, appariva un'occasione irrinunciabile per poter riflettere, almeno in parte, su un tema così importante come quello degli spazi aperti pubblici contemporanei. 

Un progetto quello per la nuova piazza per Scandicci che costituisce uno spazio aperto contemporaneo, aperto alla comunità locale, all'ambiente naturale e a tutte le gemellate possibili città del mondo.

MetroGrammA

mga@metrogramma.com

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