IN A BIT

CARLO DE MATTIA, MICHELE MARROZZINI. Iperporto. Realtà aumentata per la teledidattica
Attualmente il CSCL (Computer Supported Cooperative Learning) abbandona l’approccio individualistico a favore di un processo di apprendimento/insegnamento di tipo condiviso, partecipativo ed interattivo in cui tempo e spazio divengono variabili. La teledidattica rende possibili situazioni di apprendimento a distanza evolute e contemporaneamente crea nuove esigenze.

[25apr2001]
L'ARCHITETTURA DELLA BIT GENERATION. L'Iperporto di Carlo de Mattia e Michele Marrozzini

Un progetto irriverente e per questo affascinante, l’Iperporto di De Mattia e Marrozzini è uno degli atti conclusivi di una ricerca, che alcune tesi di laurea e di dottorato, portano avanti da qualche tempo, nella Facoltà di Architettura di Pescara.

Seguendo un percorso trasversale che va dal design all’architettura, grazie all’appoggio didattico di Andrea Vallicelli e Paolo Desideri abbiamo lavorato sull’interpretazione dei nuovi scenari del paesaggio digitale.

Mi piace definirla “bit Generation” quella che cavalca generosa, e con la giusta incoscienza, la sottile linea di confine che separa tutto cio’ che sta al di qua e al di la’ dello schermo. 

Il passaggio doveroso nell’uso del computer, da banale strumento passivo, a estensione attiva della propria intelligenza, ci ha messi in grado di supportare le nostre capacita’ percettive, quando si esplorano i meandri immateriali degli spazi elettronici.

La mente artificiale che inventa, e morphizza in modo naturale quella che Novak ha definito come Architettura della Quarta Dimensione: l’Architettura Liquida.

Un tentativo di comprendere i luoghi di conflitto del fare logico e analogico: le aree grige, scarto inevitabile, prodotto della sovrapposizione tra un architettare entro i limiti restrittivi della griglie cartesiane e un’architettura che ha quantita’, regole e programmi, ma non un bordo entro cui contenersi. 

Cosa c’è nello spazio orizzontale che è guardiano mediatico del “punto di passaggio”.

Irriverenti e non per questo inopportuni, nei confronti di una storia che griderebbe all’eretico se non si stesse per attraversare lo specchio di Alice, oltre il quale le regole della nuova antropologia sono ancora tutte da scrivere. 

La scommessa della nostra ricerca a Pescara, è la costruzione degli spazi entro cui ospitare queste regole, e il lavoro di De Mattia e Marrozzini, che ho seguito divertito assieme a Vallicelli, ne rappresenta la conferma matura.

Enzo Calabrese
Nella ricerca TelFUB della Fondazione Ugo Bordoni di Roma, l’utilizzo di sistemi multimediali a larga banda per la teledidattica è fortemente dipendente dal grado di usabilità ed autoefficacia delle tecnologie impiegate [l’usabilità si definisce come “il grado con cui un prodotto può venir usato per raggiungere scopi stabiliti con efficacia, efficienza e soddisfazione” in base alle norme ISO 1992; l’autoefficacia è “la percezione della capacità di un soggetto di compiere una determinata azione”]. Il nostro progetto applica tali concetti all’ambito della formazione professionale aziendale. Il campo di ricerca è stato circoscritto considerando i risultati del progetto PortIT compiuto dalla IBM nella seconda metà degli anni ‘90 [illustrato da Antonio Failla in Telelavoro in movimento, Etas Libri, Milano]. 


Vista dall’alto e laterale dell’Iperporto. Si nota la relazione tra le piattaforme per il groupware e la dorsale paramorfica che le connette.


OBIETTIVI DEL PROGETTO. L’Iperporto è un nuovo scenario operativo in ambito aziendale per permettere la formazione e l’aggiornamento professionale a distanza del personale. La nostra proposta ha due obiettivi principali:
- fornire alle aziende un’infrastruttura ad alta usabilità basata sul CSCL;
- facilitarne l’implementazione in spazi d’ufficio preesistenti o ex-novo. 


In giallo le interfacce supportate dai display verticali (LEP e plasma), in celeste le interfacce orizzontali proiettate a pavimento. La connessione tra utenti e Iperporto avviene in modo wireless.


IL PROGETTO. Per facilitare l’inserimento dell’infrastruttura in una situazione spaziale preesistente non abbiamo precostituito una configurazione fisica ma un processo di colonizzazione che crea relazioni spaziali complesse tra topologia fisica e informatica. Tramite un processo progettuale parametrico digitale (morfogenesi) il sistema informativo si autoadatta a qualsiasi tipologia formale e funzionale. La morfogenesi si basa su agenti modificatori di forma creati dalla registrazione dinamica degli stimoli sensoriali (motori, sonori e luminosi) dello spazio da occupare. Tali parametri elaborati elettronicamente uniti alle scelte del progettista generano una superficie di interpolazione paramorfica che costituisce la struttura dorsale del sistema collaborativo telematico in remoto: l’Iperporto.


Veduta dall'alto della superficie paramorfica.


CONFIGURAZIONE FISICA ED INFORMATICA. L’interazione tra utente e Iperporto crea un campo variabile percettivo ed informativo (Media Space è un ambiente in cui gli stimoli sensoriali divengono parte attiva del processo conoscitivo. È stato messo a punto inizialmente dal MIT), elimina le condizioni spaziali di bordo e proietta l’utente dalla condizione locale a quella condivisa sulla rete. L’Iperporto ha quindi duplice configurazione: fisica ed informatica. La configurazione fisica è costituita da due sistemi:
- le piattaforme per il groupware in remoto che fungono da sinapsi di interfaccia alla rete informatica;
- la dorsale paramorfica che consente la connessione alla rete wireless, trasporta il flusso dei dati e quello dei servizi tecnologici, supporta l’interfaccia proiettata a pavimento e connette le piattaforme. 


L'Iperporto è in grado di colonizzare qualsiasi spazio lavorativo adattandosi alle condizioni ambientali grazie al processo di morfogenesi parametrica.

La configurazione informatica è stata progettata in modo da creare le condizione necessarie al teleapprendimento per mezzo di:
- interfacce uomo/macchina (HCI) ad alta usabilità: le natural interfaces [sono natural interfaces tecnologie come il riconoscimento facciale, quello verbale, le interfacce tattili; vedi Smart Rooms, MIT Media Lab, Workspaces];
- la social visualization che supporta la componente collaborativa della teledidattica [la social visualization rende leggibili i processi che strutturano uno spazio sociale; vedi CAIDA].

[l’apprendimento collaborativo necessita di un clima collaborativo favorevole. Il fattore principale secondo la ricerca TelFUB è l’usabilità del sistema informatico].


Sezioni trasversali sull'Iperporto.

Carlo De Mattia, nato a Macerata nel 1971 si laurea con lode presso la Facoltà G. D’Annunzio di Pescara. Dal 1996 si occupa di interaction design ed industrial design, ha lavorato con Poltrona Frau ed ha partecipato a diversi concorsi. Le sue esperienze architettoniche comprendono la progettazione di abitazioni, uffici e locali per il ristoro. Nel 2000 costituisce STUDIO01 (www.studio01.it) in cui sta sperimentando le possibilità della morfogenesi digitale applicata al CAD/CAM nell’industria e nell’artigianato. Michele Marrozzini, nato a Fermo (AP) nel 1971, nel 2000 si laurea presso la Facoltà G. D’Annunzio di Pescara. Dal 1996 si occupa di interior design, ha lavorato per diversi anni nel campo dell'arredamento ed ha partecipato a diversi concorsi. Attualmente collabora con l'arch. P. Ciuccarelli e STUDIO01 per il quale si occupa di industrial design.
L’utilizzo di tecnologie a realtà aumentata garantisce una corretta comunicazione tra i partecipanti e trae il massimo vantaggio dai supporti didattici multimediali che la larga banda rende possibili. La realtà aumentata crea all’interno delle piattaforme uno spazio sociale accresciuto in cui le interazioni docente/allievo configurano sia uno spazio condiviso personale sia uno spazio condiviso relativo al compito [Filomena Papa, Chi studia nell’aula virtuale vede, apprende e si confronta, Telèma 12, primavera 1998].

 

Tutte le tecnologie hardware e software utilizzate nell’Iperporto sono documentate e sono o in fase di sviluppo o in commercializzazione.

Carlo De Mattia e Michele Marrozzini

carlo@studio01.it

Il progetto Iperporto ha vinto il primo premio al concorso Nuovi Segni 2000/2001 indetto da Il Sole 24 ORE per opere di giovani designer. 
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