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UN
OCCHIO NEL CIELO. Nuovi approcci alla conoscenza del territorio di Livio De Luca |
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Il
trattamento dei dati attraverso il disegno, nella forma storica, ha un
limite: deve comprimere la tridimensionalità del mondo fisico entro la
bidimensionalità di un foglio per restituirla destrutturata,
eventualmente, secondo proiezioni canoniche. Ugualmente deve scomporre
ogni continuità di visione in sequenze di immagini statiche. Sono ormai
duso comune le modellazioni tridimensionali con procedure informatiche
di oggetti di vario ordine di complessità. Oggi
è ugualmente possibile, animare immagini fino a simulare processi
di visione che esplorano e vedono loggetto così come è
possibile allorchè ci si muove intorno ad esso. È di conseguenza
possibile pervenire ad un risultato che dia opportunità pari a quelle in
possesso di un occhio che avvicinandosi e allontanandosi, mutando
piani e punti di vista, scruta un territorio vasto e la sua struttura fino
ai suoi minuti dettagli. Questo grazie ad un adeguamento del livello di
informazioni, del livello di dettaglio della "carta", in
funzione del nuovo supporto di fruizione: il monitor. Uno spazio-pagina
virtuale infinito. Un occhio, per l'appunto, che si affaccia
sullinformazione grafica con la possibilità di spostarsi o avvicinarsi
ad essa in qualsiasi misura, in qualsiasi scala. |
[05may2001] | |||
Occhio nel cielo, navigazione interattiva: percorso di avvicinamento al Centro Storico di Gioia Tauro; modelli di L. De Luca e E. Pasqua. |
Entro
questa visione rientrano alcuni riferimenti a noi già noti: un satellite
è capace di trasmettere fotografie con un progressivo livello di
ingrandimento. Il satellite legge il reale, ma non lo interpreta. In che
modo quindi le nuove tecnologie della visualizzazione possono intervenire
sui processi di indagine sul territorio? |
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OCCHIO NEL CIELO: Interfaccia utente. Sistema di relazioni ipermediali ideato da L. De Luca: una matrice di connessioni tra modelli tridimensionali, textures e ambienti di visualizzazione dinamica e interattiva mette in relazione i vari livelli tematici (morfologia, infrastrutture, edificato, etc.) con gli argomenti guida della consultazione (osservazioni a giro d'orizzonte, osservazioni guidate, navigazione interattiva, repertorio cartografico), tutto in funzione di tre ambiti di rappresentazione e percezione (scala territoriale, scala urbana, dimensione dell'uomo). |
CENTRO STORICO DI GIOIA TAURO: Destrutturazione assonometrica; modelli realizzati da Giorgio Antonazzo, Domenico Conaci, Lucia Coniglione, Giuseppe Foti, Daniele Leuzzo, Marco Lungavita, Santi Maggio Savasta, Rosario Magro, Sabina Pezzano, Federico Russo, Ida Russo, Piero Santagati. L'uso di applicazioni di disegno automatico e di modellazione solida permette di ripercorrere la sintesi geometrica del reale, di ciò che ci circonda, interpretarla e vestirla di materia virtuale: permette cioè di fabbricare unimitazione della realtà. Ma come servirsene? È proprio in questa operazione di rilettura che entra in gioco la razionalizzazione delle immagini del reale; siano esse immagini trasmesse da un satellite o immagini che catturiamo allaltezza dei nostri occhi. Lipermedialità può mettere in relazione unimmagine catturata dal cielo con una immagine catturata dalla terra. La modellazione tridimensionale sintetica può interpretarle entrambe. Lunione di questi due sistemi all'interno di un ambiente di rappresentazione può consentire di attivare un processo cognitivo di tipo percettivo-motorio. È questo il concetto su cui si basa l'applicazione occhio nel cielo, nata come sistema di relazioni ipermediali tra modelli tridimensionali, textures e ambienti di visualizzazione dinamici e interattivi. |
Schema del processo di assemblaggio interattivo del modello tridimensionale: la divisione in layer delle entità geometriche, ognuna visualizzabile in più modalità (wireframe, hiddenline, phongshading), permette molteplici configurazioni componibili in base alle proprie esigenze. |
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Che cosa ha reso possibile questa particolare e complessa esperienza? Innanzitutto lenorme apparato documentativo elaborato dal "Laboratorio di documentazione grafica, cartografica e di modelli analogici tridimensionali", (Dipartimento A.A.C.M. - Facoltà di Architettura - Università degli Studi "Mediterranea" di Reggio Calabria) diretto da Flora Borrelli con i contributi di G. Brambilla, R.G. Brandolino, S. Cerullo, L. De Luca, C. Griffo, D. Mediati, T. Micalizzi, E. Pasqua, I. Pennisi, A. Quistelli, C.L. Quistelli, S. Quistelli, C. Romagnolo, P. Vadalà. Il lavoro di tre anni di circa 600 studenti dei corsi di Rilievo Urbano ed Ambientale condotti dalla prof.ssa Flora Borrelli e dal prof. Rosario Giovanni Brandolino. E i contributi di un gruppo di studenti guidati da L. De Luca (a.a. 1998/99) che hanno elaborato il proprio lavoro sperimentando le tecniche di modellazione e visualizzazione numerica. |
Linterrelazione
tra le varie basi informative ognuna relativa ad un grado di avvicinamento
e quindi ad un tipo di percezione permette il passaggio progressivo da una
immagine zenitale ad una visione da un punto particolare: il tipo di
visione che è del nostro occhio e che la prospettiva simula.
Ma
questo tipo di visione esige la definizione di unimmagine estesa anche
allintorno dello spazio che si vuole esplorare: le tecniche di disegno
automatico forniscono simulazioni e rappresentazioni potremmo dire
concrete di modelli astratti. Sempre citando Quéau,
immagini che permettono di agire sul reale mediante rappresentazioni
efficaci della realtà adatte ad interfacciarsi con tutto ciò che
si presta ad una modellizzazione formale. Lo spazio viene dunque smontato,
misurato, controllato fino ai dettagli per essere poi rimontato, secondo
un processo logico che permetta di associare ad ogni entità geometrica,
una classe di appartenenza, un sistema di relazioni, un riferimento che lo
renda richiamabile immediatamente allinterno dellarchivio che man
mano si compone. Collegando il modello tridimensionale ad una applicazione ipermediale, linterattività diviene di conseguenza la componente in grado di far esplodere le potenzialità di un archivio del genere. Sono queste, appunto, le possibilità di un archivio digitale; ma con una particolarità: tutti i dati di questa applicazione sono informazioni sintetiche, cioè sono informazioni che non vengono immagazzinate a seguito della conversione analogico-digitale. Ciò significa che tutte le informazioni, da quelle geometriche fino a quelle materiche sono create seguendo un processo di ri-generazione razionale. Di conseguenza, dalluniversalità del codice di base di queste informazioni (il numero) e soprattutto dal legame operativo tra linguaggio formale e immagine ne deriva la completa calcolabilità di tutte le parti. La città diventa un vero e proprio meccano che si può smontare e rimontare secondo le esigenze di rappresentazione che lanalisi di un problema pone di volta in volta, caso per caso. |
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Percezione visiva e azione sullimmagine sono strettamente legate, si passa continuamente dal vedere limmagine ad agire sullimmagine; il modello virtuale, immateriale, ideale, astratto è disponibile per la costruzione di prefigurazioni. L'ambiente al quale si da vita così, svela le forme e la spazialità di un luogo che ripreso con un telecamera forse non ci apparirebbe così chiaro... |
Così come avviene per la gestione del modello tridimensionale, anche per quanto riguarda losservazione, è possibile innescare processi di interazione. Questo tramite tecnologie software dimmersione nellimmagine a 360 gradi. |
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...un singolo edificio... ...che prospetta su una strada... ...che fa parte di un brano di costruito... ...che fa parte di un frammento urbano... ...che fa parte dell'intera struttura della città... ...che fa parte, e spesso ne è paradigma, dell'intero territorio. |
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Livio
De Luca ldlstudio@tiscalinet.it |
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> IN A BIT |
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laboratorio
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