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Lanterna Magica

Stranger in paradise



"La questione non è cosa fare per far star meglio un invalido. È piuttosto come negare la disabilità"
Rem Koolhaas




Koolhaas, mi dicono, è un architetto, lo attesta il Pritzker.
Io direi che, prima ancora del Pritzker, lo attestano le minchiate che scrive.
Noi architetti, infatti, siamo degli specialisti della minchioneria. Lo sanno tutti. La differenza tra un minchionista che prende il Pritzker e uno che non lo prende non sta nella minchiata in sé, bensì nella sicurezza con cui la afferma e nel rischio concreto che alle parole, poi, seguano i fatti.

[22jun2002]
Il minchione comune dice una minchiata al bar, poi paga il caffè e se ne va. Al massimo ha tramortito il barista. Il minchionista di successo, invece, quando dice una minchiata, sono cazzi dell'universo mondo. Per via, sapete, dei famosi media, del villaggio globale ecc. che hanno rivoluzionato il mercato della minchioneria, un tempo riservato a un pubblico d'essai.
La minchiata in epigrafe è fulminante e ci comunica questo pensiero: la questione non è fare quel che ci è possibile come architetti (attraverso l'architettura e con tutti i limiti che questo comporta) per fare vivere meno peggio di come vive un paraplegico. La questione è "ben altra": si tratta, nientemeno, di "Negare la Disabilità" come categoria dello spirito (perciò le maiuscole sono d'obbligo e anche il Negare diventa un atto d'eroismo trascendentale).

Se le parole pronunciate da un architetto conservassero il loro senso e, per ipotesi, lo si potesse fare senza permettere all'uomo in carrozzella di spostarsi agevolmente da un punto all'altro della casa, per Koolhaas il problema sarebbe risolto e l'invalido potrebbe anche crepare relegato nel tinello.


Per fortuna è improbabile che si possa "Negare la Disabilità" senza fare star meglio l'invalido (le cose conservano ancora una buona capacità di resistenza alla minchioneria, per quanto con gli architetti non si possa mai sapere…) perciò la minchiata, nel caso in questione, dovrebbe restare (speriamo) ineffettuale.

Ma vi prego di non sottovalutare lo spostamento d'accento che è insito in essa, perché è estremamente significativo. Esso mostra dove vanno a parare le chiacchiere sulle "Grandi Narrazioni" quando non ci si mostra in grado di abolire la più piccola di esse: l'inveterata abitudine del teoros ad astrarre e generalizzare. Abitudine che rischia spesso di diventare criminale perché dietro gli Idealisti Astratti, i Grandi Generalizzatori e quelli che "si battono" non per migliorare in qualche punto concreto questa nostra imperfettissima vita ma per negare (o affermare) qualcosa di Assoluto e di Assolutamente Astratto, quasi sempre se ne sta in agguato il macellaio. Certo l'architetto è solo una macchietta e la sua pistola è ad acqua, ma il sogno del paradiso in terra passa sempre attraverso una piccola strettoia che a quel paradiso rende estraneo me, te, noi, voi: questi minuscoli ometti banali che hanno piccoli e grandi problemi da affrontare e, magari, da risolvere. Non Grandi Astrazioni da Affermare o da Negare. Perciò Il mal di schiena, le emorroidi, il dolore ai piedi, l'alito cattivo, il capoufficio che rompe i coglioni…

Gli architetti, piuttosto che sparare cazzate, farebbero bene, allora, ad occuparsi proprio di piccolissime cose: acciacchi e scalini, porte e mal di testa, finestre e raffreddori, tetti che gocciolano e tisane annacquate.
Il fatto è che il nostro Rem Koolhaas sa benissimo che non si passa alla Storia (con la S) per avere consentito alla zia Ernestina, paralitica, di andare al cesso senza le carrucole. Ma se si nega la "Paralisi an sich", allora si ha diritto al Monumento, e la giostra delle minchiate autografe continua.

  Ugo Rosa
u.rosa@awn.it
 
> LANTERNA MAGICA

la sezione Lanterna Magica
è curata da Ugo Rosa


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