ISTRUZIONI PER LO STUDIO DEI PIANI REGOLATORI IN RAPPORTO ALLE ESIGENZE DEL TRAFFICO.
Con circolare n.47 del 1955 prot. n.177/51/210 del 26-1-1955,
ricordato che, in base all'art.10 della legge urbanistica
17-8-1942, n.1150, il piano regolatore generale di
un comune viene approvato con decreto presidenziale,
su proposta del Ministro per i lavori pubblici, di
concerto col Ministro per i trasporti, veniva dato
incarico agli uffici periferici di mantenere gli opportuni
contatti con le amministrazioni comunali delle più
importanti città della propria circoscrizione,
in modo da essere in grado di informare tempestivamente
questa direzione generale del locale evolversi dei
problemi urbanistici.
Mentre si conferma quanto sopra, si ravvisa l'opportunità
che nel corso degli anzidetti contatti, venga anche
posta particolare attenzione ai problemi concernenti
l'organizzazione generale del traffico.
Un piano urbanistico nelle sue successive fasi comprende
sempre, come elemento fondamentale, lo studio della
rete viaria.
L'urbanista deve, di norma, basare tale studio su un'indagine
del traffico, da ripetersi periodicamente, che gli
permetta di formulare, con la maggiore possibile approssimazione,
previsioni sulle esigenze future; da rilevare che lo
studio stesso, partendo dalla situazione attuale, deve
proiettarsi nel futuro non soltanto in rapporto al
naturale incremento del traffico, ma anche in connessione
con la impostazione generale del piano che tende a
dare all'agglomerato urbano una nuova e migliorata
organicità.
Nei grandi centri urbani si possono distinguere, in
linea di massima, tre grandi zone:
1) l'area centrale, costituita generalmente dal vecchio
centro storico e dai suoi diretti sviluppi;
2) l'area periferica, nella quale la città ha
già subito un notevole sviluppo;
3) l'area di espansione, destinata a consentire l'adeguamento
del nucleo cittadino ai fabbisogni futuri della vita
delle popolazioni.
E' su queste tre aree che deve essere eseguita l'indagine
di cui sopra, per cercare di individuare le fonti del
traffico o meglio di punti di attrazione e di origine
del traffico stesso (zone direzionali, zone di divertimento,
zone industriali, zone residenziali, ecc.).
Anche la popolazione, in quanto partecipante al traffico,
e la sua distribuzione qualitativa e quantitativa presente
e futura deve essere oggetto di attento esame.
Tutto ciò serve a far si che nei piani urbanistici
possa prevedersi una adeguata disponibilità
di impianti per lo svolgimento del traffico; al riguardo
è necessario che nel corso degli studi il traffico
stesso venga considerato tenendo presente che in rapporto
alle sue caratteristiche esso può essere inquadrato
distinguendo tra:
a) trasporti a carattere collettivo (traffico pubblico)
ed altri (traffico privato);
b) trasporti di attraversamento o di estremità
e trasporti di distribuzione;
c) traffico lento e traffico veloce.
Attualmente, come è noto, in molte città
tutte le specie di traffico si svolgono in genere promiscuamente
sulle stesse strade; l'orientamento moderno dell'ingegneria
del traffico è invece quello della separazione
del traffico e cioè della destinazione di strade
o reti stradali a ciascun tipo di traffico.
<<L'optimum>> starebbe quindi nell'avere
a disposizione diverse strade o reti stradali in ciascuna
area per lo svolgimento dei diversi tipi di traffico
ed in aggiunta una zona che deve essere destinata a
quella esigenza particolare del traffico stesso che
è il parcheggio.
In sostanza occorrerebbe avere disponibili, in ogni
area dell'abitato e per il servizio delle stesse relazioni,
strade apposite per soli servizi pubblici di trasporto,
strade apposite per il traffico di veicoli privati,
separando la rete delle strade destinate agli autoveicoli
da quello per i veicoli lenti, ed infine le strade
apposite di circonvallazione per il traffico passante
fuori degli abitati e strade di rapido transito attraverso
gli abitati.
Questa impostazione concettuale del problema trova naturalmente
vincoli e limiti nella situazione di fatto, situazione
cui un piano regolatore tende a dare un assetto, formulando,
contemporaneamente, un programma graduale di trasformazione.
E' necessario quindi esaminare quali concrete possibilità
esistano di far comprendere nel piano regolatore in
esame la previsione delle reti stradali sopra specificate.
I. AREA DI ESPANSIONE. - Nelle aree di espansione il
problema si presenta relativamente facile, in quanto
i vincoli ed i limiti sono molto ridotti.
Per i trasporti non collettivi potranno, come si è
detto, prevedersi due diversi sistemi di strade:
a) strade per i trasporti di attraversamento o di estremità;
b) strade per i trasporti di distribuzione.
Le strade per i trasporti di attraversamento o di estremità
sono di due categorie distinte a seconda che debbano
servire ad evitare l'attraversamento di nuclei abitati
posti su strade di grande comunicazione, oppure a creare
collegamenti rapidi tra zone o quartieri diversi e
distinti di uno stesso grosso centro abitato.
In entrambi i casi devono soprattutto risolvere il problema
della velocità e, specie nel secondo caso, anche
quello della capacità di traffico, e dovranno
essere pertanto dimensionate funzionalmente in modo
da corrispondere alle esigenze presenti e future; condizione
fondamentale è che queste strade, che potranno
definirsi <<strade di circonvallazione nel primo
caso>> e <<strade di rapido transito>>
nel secondo, siano opportunamente sottratte al traffico
locale.
Le strade di circonvallazione, sempre contenute in generale
nei piani urbanistici, anche se nella forma di strade
ad andamento anulare di raccordo tra diverse grandi
strade extraurbane affluenti alla città, devono
risultare completamente al di fuori dell'area di espansione
così da evitare in modo assoluto che vengano
prima o poi sommerse dai nuovi quartieri di accrescimento
della città, riproducendo la stessa situazione
di disordine a cui volevasi in precedenza porre rimedio.
A tale scopo è necessario un attento studio del
tracciato di queste strade, nel senso di farle passare
in zone che si trovino separate dalle zone di espansione
della città a mezzo di ostacoli naturali e permanenti
(corsi d'acqua, zone asperrime, linee ferroviarie,
ecc.) in modo da potersi fondatamente ritenere che,
per ragioni naturali, non attraggano l'abitato in espansione.
Particolare cura deve poi essere posta nei collegamenti
di queste strade con quelli affluenti alla città,
onde scoraggiare il traffico locale a percorrerle;
debbono assolutamente evitarsi perciò strade
intermedie che colleghino le circonvallazioni con la
rete stradale dell'abitato e si debbono ubicare gli
innesti alle strade extraurbane, opportunamente organizzati,
a sufficiente distanza dall'ingresso dell'abitato.
Le strade di rapido transito espletano invece un particolare
servizio di estremità penetrando nel nucleo
urbano e attraversandolo.
La loro funzione è importante nelle grandi città
dove, dovendo assolvere al compito sia di distribuzione
del traffico di penetrazione, sia di raccolta e distribuzione
del traffico veloce che si svolge da un punto all'altro
della città, le stesse strade si articoleranno
con il restante sistema stradale cittadino solo in
un certo numero di incroci, da ridursi quanto più
è possibile e da provvedersi di apposite ed
adeguate attrezzature (diverso livello con rampe di
accesso senza intersezioni), la cui ubicazione deve
essere oculatamente studiata sulla scorta delle notizie
raccolte nei riguardi della origine e della attrazione
o destinazione del traffico.
In altri termini nel piano regolatore si dovranno vedere,
con molta evidenza, queste strade di rapido transito
isolate, ma saldate in punti ben regolati con la restante
rete stradale cittadina.
Per il traffico di distribuzione o locale, la rete di
strade nell'area di espansione sarà studiata
in modo da seguire gli schemi di accrescimento del
nucleo urbano e da prevedere, ove necessario, la separazione
del traffico automobilistico da quello dei veicoli
lenti (velocipedi e carri): è opportuno ribadire
che il sistema delle strade di distribuzione, deve
essere tale da servire tutte le necessità dei
nuovi quartieri e che in nessun caso quindi le strade
per il traffico di estremità o di attraversamento
devono venire a costituire la spina del nuovo quartiere
assorbendone il traffico locale.
Approfittando della disponibilità di spazio è
necessario dare alle strade per il traffico locale
un dimensionamento funzionale che tenga conto delle
esigenze del parcheggio in relazione alla densità
abitativa.
Sempre per l'area di espansione il problema per i trasporti
collettivi consiste nella creazione di strade apposite
da destinare ai servizi pubblici, siano essi esercitati
con mezzi su rotaia o su strada.
Si tratta cioè di applicare, in sede di previsione,
il concetto delle cosiddette <<vie specializzate>>
di cui è tipico esempio la <<metropolitana>>
che utilizza addirittura lo spazio viabile ad un livello
diverso.
Se la città è servita da mezzi collettivi
di superficie (tram, filobus, autobus) le <<vie
specializzate>> per essi possono essere ricavate
anche sulla stessa sede delle strade di rapido transito,
se la funzione di tali servizi lo consente, alla condizione
però che in maniera assoluta nessuna interferenza
deve esservi tra il traffico normale sulla strada e
la marcia, le fermate, gli smistamenti dei mezzi pubblici.
Ad esempio nelle strade di rapido transito a doppia
carreggiata, le vie per i servizi pubblici possono
essere sistemate nella zona di separazione tra le due
carreggiate e cambiare di livello nei punti di fermata,
deviazione, biforcazione, ecc.
II. AREA PERIFERICA. - Nell'area periferica l'urbanistica
trova una minore libertà nei suoi progetti di
sistemazione.
Le vie di rapido transito, per i trasporti non collettivi,
e le vie specializzate per i trasporti collettivi possono
solo realizzarsi adattando talune arterie esistenti
in modo da avvicinarsi quanto più possibile
alle soluzioni sopraindicate.
L'adattamento, non sempre facile, deve concernere soprattutto
le attrezzature agli incroci che già esistono,
ma ove non sia possibile realizzare incroci a livello
diverso e si giunga all'installazione di semafori,
è necessario tener conto della riduzione che
ne deriva alla capacità della strada.
Comunque deve tenersi sempre presente il concetto della
separazione del traffico pubblico da quello privato
specie nelle zone di manovra degli incroci e degli
smistamenti.
Per la rete di strade di distribuzione si può
operare con relativa maggiore facilità, tenendo
conto però delle esigenze del parcheggio che,
anche in periferia, cominciano a pesare notevolmente
sullo spazio viabile disponibile.
III. AREA CENTRALE. - Nell'area centrale le cose sono
assai più complesse e difficilmente si può
giungere ad una soluzione rispondente all'impostazione
concettuale di cui sopra.
Le vie di rapido transito per il traffico non collettivo
rappresentano uno dei più importanti problemi:
anche qui lo studio approfondito dell'origine e destinazione
del traffico fornirà gli elementi necessari
per individuare gli itinerari più rispondenti,
ma è da tener presente che a meno di opere di
sventramento forse impossibili, le realizzazioni non
potranno seguire fedelmente tali itinerari e dovranno
perciò ripiegare o su strade che aggirino il
nucleo più interno, caratterizzato in genere
da un sistema di strade non rispondenti, od anche su
strade in sotterraneo sottopassanti il nucleo stesso.
Mentre la seconda possibilità, che peraltro permetterebbe
di seguire più fedelmente i citati itinerari,
presenta aspetti tecnico-finanziari non sempre favorevoli,
la prima può portare a tempi di percorrenza
troppo elevati che farebbero cadere la convenienza
di servirsi di tali strade.
In casi particolarmente gravi e laddove la situazione
del traffico prevedibile non lo imponga in modo assoluto,
potrà anche ammettersi che nell'area centrale
si rinunzi a realizzare in maniera completa il servizio
di rapido transito.
Comunque venga risolto tale problema, occorre poi porre
molta attenzione al servizio di distribuzione ed al
parcheggio che per l'area centrale di una grande città
rivestono una preminente importanza. E' proprio in
questo nucleo centrale che il concetto della separazione
del traffico, inteso nel senso di far percorrere le
varie strade dal traffico su ciascuna di esse il più
omogeneo possibile, deve essere maggiormente seguito
per permettere alle vie più anguste il raggiungimento
della più alta capacità possibile.
Circa i parcheggi, assolutamente necessari in numero,
capacità ed ubicazione congrua, occorre ancora
sottolineare l'importanza che, per il relativo studio,
riveste l'indagine statistica cui si è già
fatto ripetuto cenno, rilevando contemporaneamente,
che per l'area centrale i parcheggi stessi devono essere
considerati come strumenti nello svolgimento della
vita economica e come tali destinati a servire i clienti
dei negozi e delle banche, ed i visitatori dei grandi
uffici ed enti direzionali, e non utilizzati solo da
coloro che lavorano nell'area centrale medesima per
i quali occorre prevedere e riservare autorimesse,
anche a più piani.
Per i servizi di trasporto collettivo si deve, infine,
osservare che non sempre le stesse condizioni di esercizio
consentono di operare una netta separazione, nell'area
del nucleo interno degli abitati esistenti tra le due
funzioni (servizio di estremità e servizio di
distribuzione); in generale nell'uno o nell'altro caso
si avranno come mezzi impiegati e come modalità
di esercizio (distanziamento delle fermate, tariffe,
orari, ecc.) caratteristiche più appropriate
per il servizio cui la linea è destinata, ma
non potrà impedirsi in generale alla stessa
di espletare, almeno in parte anche l'altra funzione.
In ogni modo è da aggiungere che vale anche
qui il concetto esposto per l'area periferica circa
la separazione del traffico pubblico da quello privato
soprattutto in corrispondenza delle fermate e delle
zone di manovra, tenendo però presente la necessità
di permettere a tutti i tipi di traffico di servire
le medesime relazioni.
(c) 1996 Note's