(G.U. 2-2-1976, n.29, supplemento)
NORME TECNICHE AGGIORNATE RELATIVE ALL'EDILIZIA SCOLASTICA,
IVI COMPRESI GLI INDICI MINIMI DI FUNZIONALITÀ
DIDATTICA, EDILIZIA ED URBANISTICA DA OSSERVARSI NELLA
ESECUZIONE DI OPERE DI EDILIZIA SCOLASTICA.
(aggiornato secondo D.M.13-9-1977).
(Il presente decreto resta in vigore fino alla stesura delle nuove norme previste dalla L.23/96)
IL MINISTRO PER I LAVORI PUBBLICI DI CONCERTO CON IL MINISTRO PER LA PUBBLICA ISTRUZIONE
Decreta:
Art.1.
NORME TECNICHE
Sono approvate le allegate norme tecniche relative all'edilizia
scolastica, ivi compresi gli indici minimi di funzionalità
didattica, edilizia ed urbanistica da osservarsi nell'esecuzione
delle opere di edilizia scolastica aggiornate ai sensi
dell'art.3 del decreto ministeriale 21-3-1970, citato
nelle premesse.
1. CRITERI GENERALI.
1.0 INTRODUZIONE.
In sede di formazione dei piani urbanistici dovrà
procedersi alla localizzazione e al dimensionamento
delle scuole di ogni ordine e grado, attenendosi ai
criteri di cui ai seguenti punti e tenendo conto di
tutti gli elementi che confluiscono nel problema, e
cioè:
I) delle condizioni ecologiche ed urbanistiche;
II) delle caratteristiche di sviluppo demografico ed
economico del territorio esaminato, con riferimento
al tipo ed agli effettivi andamenti della popolazione
residente;
III) della conseguente entità degli effettivi
da scolarizzare, nonché dei tipi e della quantità
delle scuole;
IV) del livello delle attrezzature culturali;
V) della quantità e dello stato degli edifici
esistenti;
VI) dei piani finanziari per attuare il programma, ai
vari livelli;
VII) dei tempi di attuazione;
VIII) delle osservazioni e delle proposte formulate
dal consiglio scolastico provinciale e dai consigli
scolastici distrettuali ove costituiti.
Qualora le previsioni del piano urbanistico generale
debbano essere attuate mediante la successiva precisazione
della delimitazione dell'area, i criteri suddetti dovranno
essere verificati in sede di formazione dei piani di
esecuzione (piani particolareggiati, lottizzazioni
convenzionate, ecc.).
Le previsioni dei piani regolatori vigenti o adottate
dovranno essere adeguate alle presenti norme e pertanto
dovrà procedersi alle relative verifiche.
La stessa verifica dovrà essere effettuata per
i programmi di fabbricazione.
Per le opere da realizzare in comuni sprovvisti di piani
urbanistici l'ubicazione degli edifici sarà
determinata tenendo conto delle presenti norme.
1.0.2. - Allo scopo di garantire, per qualunque tipo
di scuola, indipendentemente dalla localizzazione e
dimensione, un massimo di relazioni che permettano
a tutti gli allievi, senza distinzione di provenienza
e di ceto, di istruirsi, nelle migliori condizioni
ambientali ed educative, ogni edificio scolastico va
considerato parte di un <<continuum>> educativo,
inserito in un contesto urbanistico e sociale, e non
come entità autonoma.
Pertanto, gli edifici scolastici debbono essere previsti
in stretta relazione tra di loro e con altri centri
di servizio, con essi integrabili sia spazialmente
che nell'uso, quali: servizi sportivi, ricreativi,
culturali, amministrativi, ecc.
Per quanto concerne l'interrelazione tra più
scuole di uno stesso ambito territoriale, si deve favorire
lo stretto coordinamento tra i servizi, le attività
scolastiche e parascolastiche delle singole scuole.
1.1 LOCALIZZAZIONE DELLA SCUOLA.
1.1.1. - Le destinazioni di zona e le localizzazioni
relative all'edilizia scolastica debbono discendere
da uno studio morfologico preliminare dell'ambiente
(preesistenze urbane, storiche, naturali, risanamento
e completamento di centri urbani, nuove progettazioni
urbane, ecc.), che valuti le conseguenze determinate
dalla scuola nel contesto in cui viene inserita.
Nello stesso studio dovrà essere precisato in
quali modi la scuola favorisce lo scambio di relazioni
sociali, assumendo, insieme con le altre componenti
della struttura urbana, il carattere di strumento correttivo
o incentivo della pianificazione urbanistica.
Si dovrà, inoltre, tener conto:
I) del tipo di scuola, dell'età e del numero
degli alunni destinati a frequentarla;
II) del tempo massimo e del modo di percorrenza (a piedi,
con veicoli, motoveicoli, autoveicoli pubblici o privati,
servizi di trasporto scolastico, ecc.) tra la residenza
degli alunni e la scuola e viceversa;
III) delle condizioni ambientali.
1.1.2. - Per quanto riguarda i tempi e modi di percorrenza
in relazione al tipo di scuola e all'età degli
alunni, va considerato quanto segue:
I) la scuola materna è strettamente collegata
alla morfologia residenziale e gli alunni non sono
autonomi nella percorrenza dalla residenza alla scuola
e viceversa;
II) la scuola elementare si riferisce ad un ambito residenziale,
che, nella normalità dei casi, consente di raggiungerla
a piedi; per gli insediamenti sparsi, ove non sussistano
condizioni di eccezionalità (mancanza di strade
adeguate, insufficienza di mezzi di trasporto, condizioni
climatiche stagionali avverse per lunghi periodi di
tempo, ecc.) gli alunni, per raggiungere la scuola,
possono usufruire di mezzi di trasporto scolastico
o di mezzi pubblici o privati;
III) la scuola secondaria di primo grado (media), sia
che si riferisca allo stesso ambito residenziale della
scuola elementare o, come talora avviene, a zona più
vasta, è frequentata da alunni più autonomi
nel percorrere la distanza residenza-scuola, e maggiormente
adatti ad usufruire di mezzi di trasporto;
IV) la scuola secondaria di secondo grado può
essere raggiunta con mezzi di trasporto scolastici
o autonomi, pubblici o privati, e, appartenendo ad
un ambito territoriale, deve essere localizzata in
modo da permettere agli alunni, indipendentemente dalle
loro condizioni economiche e sociali, la più
ampia scelta tra i vari tipi che la differenziano;
a tale scopo possono essere riunite in un unico centro
scolastico scuole di diverso tipo, con servizi ed attrezzature
comuni e, nei casi espressamente previsti, con annessa
residenza per allievi e professori.
Quando la scuola è raggiungibile a piedi, il
percorso casa-scuola deve essere agevole ed effettuabile
nelle condizioni di massima sicurezza e, possibilmente
senza attraversamenti di linee di traffico (stradale,
tranviario, ferroviario, ecc.); quando gli alunni provengono
da un più vasto ambito territoriale, l'ubicazione
deve essere tale da garantire, nelle condizioni di
massima sicurezza, un rapido collegamento tra la scuola
e il territorio servito: si deve, pertanto, tener conto
della vicinanza e della agevole raggiungibilità
di nodi di traffico (stazioni ferroviarie, di metropolitana,
di autobus, svincoli autostradali, ecc.) e di linee
di comunicazione.
1.1.3. - Le distanze ed i tempi di percorrenza massimi,
in relazione ai modi di percorrenza ed ai tipi di scuola,
sono prescritti nella Tabella 1.
Onde evitare un eccessivo frazionamento delle attrezzature
scolastiche, inopportuno sotto il profilo didattico
ed economico, si ammette la possibilità di deroga
purché l'ente obbligato istituzionalizzi e gestisca
un servizio di trasporto gratuito per gli alunni della
scuola materna e della scuola dell'obbligo.
1.1.4. - Per quanto riguarda le condizioni ambientali,
la scuola dovrà essere ubicata:
I) in località aperta, possibilmente alberata
e ricca di verde, che consenta il massimo soleggiamento
o che sia, comunque, una delle migliori in rapporto
al luogo;
II) lontana da depositi e da scoli di materie di rifiuto,
da acque stagnanti, da strade di grande traffico, da
strade ferrate e da aeroporti con intenso traffico,
da industrie rumorose e dalle quali provengono esalazioni
moleste e nocive, da cimiteri e da tutte quelle attrezzature
urbane che possono comunque arrecare danno o disagio
alle attività della scuola stessa;
III) in località non esposta a venti fastidiosi
e non situata sottovento a zone da cui possano provenire
esalazioni o fumi nocivi o sgradevoli.
1.2 DIMENSIONI DELLA SCUOLA.
1.2.1. - Premesso che la scuola deve disporre di un
minimo di servizi e di attrezzature affinché
il processo educativo sia efficiente, la dimensione
ottimale di un edificio scolastico è in funzione:
I) di quanto detto nel punto 1.0;
II) della necessità di assicurare che i raggruppamenti
di alunni in relazione all'età, al grado e al
tipo di scuola frequentata risultino socialmente educativi;
III) dei programmi che, per ogni tipo di scuola, determinano
la quantità e la qualità dei servizi
e delle attrezzature necessarie;
IV) del grado di utilizzazione dei servizi e delle attrezzature,
che deve tendere ad essere massimo, compatibilmente
con le esigenze di una razionale organizzazione dei
movimenti degli alunni;
V) della possibilità di disporre di locali utilizzabili
anche per le funzioni degli organi previsti dai decreti
delegati, per l'educazione permanente, per la sperimentazione
didattica;
VI) all'opportunità, nella programmazione degli
interventi, di porre particolare attenzione nella scelta
delle dimensioni dei vari tipi di scuole, preferendo
quelle che, a parità di altre condizioni, presentino
il più basso rapporto superficie-alunno.
Ciò, oltre a favorire la concentrazione, auspicabile
anche in base a criteri didattici e gestionali, tenderebbe
all'eliminazione di fatto di alcune dimensioni intermedie
che non trovano molte giustificazioni di tipo curricolare,
organizzativo ed economico.
1.2.2. - In applicazione alle considerazioni di cui
al punto precedente, le dimensioni minima e massima
dell'edificio scolastico per ogni tipo di scuola sono
così indicate:
I) Scuola materna.
Tenuto conto dell'antieconomicità e dell'inopportunità
degli edifici di una o due sezioni, si deve evitare,
per quanto possibile, di realizzare edifici di dimensioni
inferiori alle tre sezioni, assicurando contemporaneamente,
ove necessario, i trasporti di cui al punto 1.1.3.
Dal punto di vista didattico e logistico è opportuno
prevedere, laddove possibile, edifici contigui per
scuole materne ed elementari.
La dimensione massima è fissata in nove sezioni.
II) Scuola elementare.
Con criteri analoghi a quelli indicati per la scuola
materna la dimensione minima è fissata in 5
classi e quella massima in 25 classi.
III) Scuola media.
La dimensione minima è fissata in 6 classi e
quella massima in 24 classi.
IV) Scuole secondarie superiori.
Tenuto conto:
- del limitato periodo di applicazione delle presenti
norme;
- dell'imminente entrata in vigore della riforma della
scuola secondaria;
- della opportunità di concentrare istituti superiori
di vario tipo in centri polivalenti, la cui dimensione
massima globale va relazionata alle condizioni del
traffico ed alle reti di trasporti pubblici inerenti
alle zone servite;
la dimensione minima è di 10 classi (250 alunni)
e quella massima di 60 classi (1500 alunni).
2. AREA.
2.0 CARATTERISTICHE GENERALI.
2.0.1. - Oltre ad avere tutti i requisiti generali,
di cui ai capitoli precedenti, l'area deve avere le
seguenti caratteristiche specifiche:
I) deve essere generalmente di forma regolare e possibilmente
pianeggiante; qualora non siano disponibili suoli di
tali caratteristiche l'ampiezza minima di cui al punto
2.1.2 dovrà essere congruamente aumentata;
II) non deve insistere su terreni umidi o soggetti a
infiltrazioni o ristagni e non deve ricadere in zone
franose o potenzialmente tali; inoltre le caratteristiche
meccaniche devono essere tali da non esigere fondazioni
speciali che possano incidere eccessivamente sul posto
totale della costruzione;
III) quando non sia possibile reperire aree che presentino
i requisiti e le caratteristiche di cui al punto precedente
II), la commissione provinciale prevista dall'art.10
della legge 5-8-1975, n.412, prima di pronunciarsi,
potrà richiedere che siano svolte le necessarie
indagini geologiche e geotecniche e che sia sentito,
eventualmente, il parere di esperti, per la programmazione
di necessarie opere di consolidamento, sistemazione
e fondazione, da attuare nel rispetto delle istruzioni
riportate nella circolare del Ministero dei lavori
pubblici n.3797 del 6-11-1967;
IV) deve avere accessi sufficientemente comodi ed ampi
muniti di tutte le opere stradali che assicurino una
perfetta viabilità;
V) deve consentire l'arretramento dell'ingresso principale
rispetto al filo stradale in modo da offrire sufficiente
sicurezza all'uscita degli alunni;
VI) non deve avere accessi diretti da strade statali
e provinciali.
2.0.2. - L'area non coperta dagli edifici deve essere
congruamente alberata, sistemata a verde, e attrezzata
per consentire un permanente svolgimento, anche all'aperto,
delle attività educative e ginnico-sportive;
la sistemazione, prevista in sede di progetto, dovrà
essere tale da consentire una sua facile ed idonea
manutenzione.
2.0.3. - Le caratteristiche di ampiezza dovranno risultare
da appositi atti istruttori in sede di approvazione
dei piani urbanistici, mentre i requisiti geotecnici
potranno risultare in sede di approvazione dei piani
di esecuzione.
2.1 AMPIEZZA.
2.1.1. - L'ampiezza dell'area dovrà essere tale
da garantire, per ogni tipo di scuola ed in funzione
dei programmi didattici:
I) la costruzione dell'edificio nel rispetto delle esigenze
espresse dalle presenti norme;
II) le successive trasformazioni ed ampliamenti dell'edificio
che dovessero rendersi necessarie al fine di adeguarlo
ad ulteriori esigenze di ordine didattico;
III) la realizzazione degli spazi all'aperto previsti
nelle presenti norme.
2.1.2. - L'ampiezza minima, che ogni area deve avere,
è prescritta nella Tabella 2, salvo che, qualora
ricorrano eccezionali motivi, non sia diversamente
prescritto in sede di approvazione dei piani urbanistici.
2.1.3. - L'area coperta dagli edifici non deve essere
superiore alla terza parte dell'area totale.
2.1.4. - Il rapporto tra l'area dei parcheggi e il volume
dell'edificio di cui all'art.18 della legge 6-8-1967,
n.765 deve essere non inferiore ad 1 metro quadro su
ogni 20 metri cubi di costruzione. Il volume complessivo
della costruzione si determina sommando, al netto delle
murature, i volumi delle aule normali e speciali (esclusi
i laboratori e gli uffici), dell'auditorio, della sala
riunioni, della biblioteca, della palestra e dell'alloggio
del custode.
3. NORME RELATIVE ALL'OPERA.
3.0 CARATTERISTICHE DELL'OPERA IN GENERALE.
3.0.1. - Ogni progetto dovrà prevedere la realizzazione
dell'edificio o complesso scolastico, completo dell'indicazione
di tutti gli impianti, servizi e arredi, nonché
della sistemazione dell'area.
3.0.2. - In relazione al tipo di scuola e al numero
di alunni e di servizi e di classi, ed alle reciproche
integrazioni, determinate in base ai capitoli precedenti,
i progetti dovranno prevedere tutti i locali e spazi
necessari:
I) per lo svolgimento dei programmi didattici e delle
attività parascolastiche;
II) per lo svolgimento dei programmi di insegnamento
della educazione fisica e sportiva;
III) per le attività di medicina scolastica a
norma del decreto del Presidente della Repubblica 22-12-1967,
n.1518;
IV) per l'alloggio del custode quando sia riconosciuto
necessario dall'ente obbligato, sentito il parere del
provveditore agli studi;
V) per la mensa scolastica, quando non sia possibile
assicurare diversamente tale servizio se indispensabile.
3.0.3. - Per quanto riguarda la morfologia dell'edificio,
si stabilisce quanto segue:
I) l'edificio, qualunque sia l'età degli alunni
e il programma didattico, sarà concepito come
un organismo architettonico omogeneo e non come una
semplice addizione di elementi spaziali, contribuendo
così allo sviluppo della sensibilità
dell'allievo e diventando esso stesso strumento di
comunicazione e quindi di conoscenza per chi lo usa;
II) la disposizione, la forma, la dimensione e le interrelazioni
degli spazi scolastici saranno concepiti in funzione:
a) della età e del numero degli alunni che ne
usufruiscono, nonché delle attività che
ci si svolgono (rettifica del D.M. 13-12-77);
b) delle unità pedagogiche determinate dai tipi
di insegnamento e dai metodi pedagogici, e formate
sia dal singolo alunno, come unità fondamentale,
che da gruppi più o meno numerosi, fino a comprendere
l'intera comunità scolastica;
c) della utilizzazione ottimale degli spazi previsti
(superfici costruite) e dei sussidi didattici, compresi
gli audiovisivi;
III) l'organismo architettonico della scuola, per la
introduzione nei metodi didattici di attività
varie e variabili in un arco temporale definito (un
giorno, una settimana, ecc.), deve essere tale da consentire
la massima flessibilità dei vari spazi scolastici,
anche allo scopo di contenere i costi di costruzione;
l'individuazione delle parti flessibili deve corrispondere,
peraltro, alla individuazione di parti ben definite
(fisse), quali, ad esempio, gli spazi per le attività
speciali (scienze, fisica, chimica, ecc.); auditorio,
palestra, ecc.
Per realizzare la flessibilità, che interessa
anche le differenti dimensioni dei gruppi di allievi
durante la giornata si adotteranno i più moderni
accorgimenti atti a suddividere lo spazio mediante
pareti o porte scorrevoli e arredi trasportabili;
IV) inoltre, per il continuo aggiornarsi e trasformarsi
dei metodi didattici, l'organismo architettonico deve
essere trasformabile nel tempo senza costosi adattamenti.
A tale scopo si dovrà prevedere, ad esempio,
la eventuale rimozione delle pareti interne delimitanti
l'attuale spazio per l'unità pedagogica (aula),
senza che debbano essere ripristinati pavimenti e soffitti
e senza una complessa trasformazione degli impianti
tecnici.
3.0.4. - L'edificio deve essere progettato in modo che
gli allievi possano agevolmente usufruire, attraverso
gli spazi per la distribuzione orizzontale e verticale,
di tutti gli ambienti della scuola, nelle loro interazioni
e articolazioni ed, inoltre, raggiungere le zone all'aperto.
Ciò comporta che le attività educative
si svolgano:
I) per la scuola materna, a diretto contatto con il
terreno di gioco e di attività all'aperto;
II) per la scuola elementare e media, normalmente, su
uno o due piani e, qualora il comune, previo parere
del provveditore agli studi, sentito il consiglio di
distretto ove costituito, lo ritenga inevitabile, su
più di due piani;
III) per la scuola secondaria di secondo grado, normalmente
su tre piani e, qualora l'ente obbligato, previo parere
del provveditore agli studi, sentito il consiglio di
distretto ove costituito, lo ritenga necessario, su
più piani.
3.0.5. - In funzione delle caratteristiche morfologiche
dell'insediamento, o quanto previsto in sede di piani
regolatori generali e particolareggiati, o di altri
definiti strumenti urbanistici, è consentito
collocare l'organismo scolastico, progettato secondo
le presenti norme, su strutture edilizie non di uso
scolastico, o comunque sollevate dal suolo.
In tal caso gli accessi alla scuola dovranno essere
indipendenti ed i collegamenti verticali, necessari
per raggiungere i piani adibiti a scuola, dovranno
essere meccanici ad uso esclusivo della scuola ed essere
dimensionati in funzione degli effettivi scolastici.
Dovrà, in ogni caso, essere garantito lo svolgimento
delle attività ginnico-sportive, anche in zone
adiacenti, o limitrofe, e quelle relative alla vita
all'aperto, in zone o terrazze praticabili opportunamente
sistemate e protette, strettamente adiacenti alla scuola.
3.0.6. - Sarà consentito ubicare in piani seminterrati
solamente locali di deposito e per la centrale termica
o elettrica; non saranno considerati piani seminterrati
quelli la cui metà del perimetro di base sia
completamente fuori terra.
3.0.7. - L'edificio scolastico dovrà essere tale
da assicurare una sua utilizzazione anche da parte
degli alunni in stato di minorazione fisica. A tale
scopo saranno da osservarsi le norme emanate dal servizio
tecnico centrale del Ministero dei lavori pubblici,
contenute nella circolare n.4809 del 19 giugno 1968,
con gli adattamenti imposti dal particolare tipo di
edificio cui le presenti norme si riferiscono e indicati
nei capitoli che seguono, relativamente agli spazi
per la distribuzione (3.8.2) e per i servizi igienico-sanitari
(3.9.2).
3.0.8. - I valori di illuminamento dipendono anche dalla
posizione dell'edificio scolastico rispetto ad altri
circostanti o prospicienti che potrebbero limitare
il flusso luminoso proveniente dalla volta celeste;
per tale ragione non sono ammessi cortili chiusi o
aperti nei quali si affacciano spazi ad uso didattico
senza una precisa e motivata ragione che giustifichi
la loro funzione nella configurazione dell'organismo
architettonico, e che dimostri, attraverso il calcolo,
il rispetto delle presenti norme per la parte riguardante
le condizioni dell'illuminazione. Sono invece consentiti
piccoli patii, negli edifici ad uno o a due piani.
Per analoga ragione la distanza libera tra le pareti
contenenti le finestre degli spazi ad uso didattico
e le pareti opposte di altri edifici, o di altre parti
di edificio, dovrà essere almeno pari ai 4/3
dell'altezza del corpo di fabbrica prospiciente; tale
distanza non dovrà, comunque, essere inferiore
a 12 metri. La distanza libera dovrà risultare
anche se gli edifici prospicienti siano costruiti,
o potranno essere costruiti, in osservanza di regolamenti
edilizi locali all'esterno dell'area della scuola.
3.0.9. - I parametri dimensionali e di superficie, nonché
il numero dei locali, dipendono dalle caratteristiche
degli stessi, dai programmi e dal grado di utilizzazione
dei servizi e delle attrezzature.
Nella Tabella 3 sono indicati i valori delle superfici
globali lorde per i vari tipi di scuole. Tali valori,
come del resto viene sottolineato in nota alla stessa
tabella, sono orientativi e sono presentati allo scopo
di facilitare una prima valutazione in sede di programmazione.
Da tali valori risultano pertanto escluse le superfici
relative a richieste eventuali quali: l'alloggio del
custode, l'alloggio per l'insegnante o gli uffici per
le direzioni didattiche (per determinati tipi di scuole
elementari), le palestre del tipo B in scuole elementari
o medie secondo quanto previsto al punto 3.5.1.
Nella Tabella 4 sono prescritte le altezze (indici standard
di piano).
Nelle Tabelle da 5 a 12 sono prescritti gli indici standard
di superficie, e il loro eventuale grado di variabilità,
articolati per categorie di attività:
I) per attività didattiche (aule normali e, a
seconda del grado della scuola, spazi per attività
interciclo, aule speciali, laboratori, ecc.);
II) per attività collettive (biblioteca, mensa,
spazi per attività integrative e parascolastiche);
III) per attività complementari alle attività
precedenti (uffici, servizi igienici, atrio, percorsi
interni, ecc.).
Sono inoltre prescritti gli standard dimensionali relativi:
- agli spazi per le attività sportive, espressi
in termini di valori unitari corrispondenti ad unità
funzionali ripetibili costituite da spazio palestra,
spogliatoi, servizi, depositi e locali per la visita
medica;
- all'abitazione del custode ove richiesta;
- alla direzione didattica per le scuole elementari
ove richiesta.
Nelle medesime tabelle sono inoltre indicati il tipo
e il numero dei locali, per alcuni dei quali vengono
fissate dimensioni ottimali.
3.0.10. - Per i tipi di scuole e di istituti non contemplati si fa rinvio, in quanto applicabili, alle disposizioni di cui alle presenti norme.
3.1 CARATTERISTICHE DEGLI SPAZI RELATIVI ALL'UNITA' PEDAGOGICA.
3.1.0. - GENERALITA'.
La classe costituisce il raggruppamento convenzionale
previsto dai programmi vigenti per ogni tipo di scuola,
ad eccezione della scuola materna che è organizzata
in sezioni. Tale raggruppamento convenzionale tende
a trasformarsi in altri raggruppamenti, determinati
non solo in base alla età, ma anche in funzione
delle attitudini e degli interessi di ciascun alunno,
sia per quanto concerne le attività programmate
che quelle libere. Ne consegue che lo spazio tradizionalmente
chiamato <<aula>>, destinato oggi ad ospitare
la classe, già organizzata per attività,
dovrà in futuro consentire l'applicarsi di nuove
articolazioni di programmi e la formazione di nuove
unità pedagogiche.
Ciò premesso, lo spazio destinato all'unità
pedagogica deve essere concepito in funzione del tipo
di scuola (che determina quale parte di attività
didattica vi si deve svolgere) e del conseguente grado
di generalità o di specializzazione dell'insegnamento.
Inoltre quale che sia il tipo di scuola:
I) deve consentire lo svolgersi completo o parziale
(ai livelli di informazione, di progetto, di verifica,
di comunicazione) delle materie di programma da parte
degli allievi, sia individualmente, sia organizzati
in gruppi variamente articolati;
II) deve poter accogliere nel suo ambito tutti quegli
arredi e attrezzature per il lavoro individuale, o
di gruppo, necessari oggi o prevedibili in futuro,
in conseguenza di quanto detto (arredi mobili e combinabili,
attrezzature audiovisive, lavagne luminose, laboratori
linguistici o macchine per insegnare, impianti di televisione
a circuito chiuso, ecc.);
III) lo spazio dell'aula è complementare rispetto
all'intero spazio della scuola, in quanto esaurisce
solo una parte delle attività scolastiche e
parascolastiche. Esso, pertanto, non può costituire
elemento base da ripetere in serie lungo un corridoio
di disimpegno, ma dovrà, quanto più possibile,
integrarsi spazialmente con gli altri ambienti, sia
direttamente, sia attraverso gli spazi per la distribuzione.
3.1.1. - NELLA SCUOLA MATERNA.
Per la scuola materna, dove l'unità pedagogica
è costituita dalla sezione, e dove tutte le
attività assumono una funzione eminentemente
educativa e globale, concentrata nella unità
stessa, gli spazi principali destinati all'unità
(il cui numero e dimensioni sono prescritti nella Tabella
5) debbono avere le seguenti caratteristiche:
I) essere raggruppati in modo che non più di
tre sezioni usufruiscano degli stessi spazi comuni,
salvo che per la mensa e la lavanderia. L'organismo
architettonico relativo ad un numero maggiore di sezioni
o di edifici dovrà essere organizzato tenendo
conto di quanto sopra;
II) dovranno consentire, pur nella integrazione spaziale
di cui al precedente punto 3.1.0, lo svolgimento separato
delle attività seguenti, che, malgrado la molteplicità
dei programmi e dei metodi educativi sono state individuate
come comuni ad ogni programma:
- attività ordinate (attività che gli
scolari svolgono a
tavolino o su bancone);
- attività libere (di carattere motorio o ludico
o di carattere complementare, ecc.);
- attività pratiche (indossare o togliersi gli
indumenti, piccole operazioni di toeletta personale,
uso dei servizi, mensa, ecc.).
Poiché la divisione in distinti ordini di attività
scolastica comporta anche la necessità di separare
le attività rumorose da quelle più silenziose,
ed allo scopo di consentire una più libera interpretazione
del programma ed una organizzazione morfologica adeguata,
per le attività prima indicate andranno previsti
altrettanti gruppi di spazi, diversamente dimensionati
e combinati tra loro;
III) lo spazio per le attività ordinate deve
servire una sola sezione, o deve essere opportunamente
studiato per consentire, nella sua forma, una serie
di possibili variazioni dell'arredo; non sono da escludere
soluzioni che prevedano forme diverse dal parallelepipedo
nelle tre dimensioni. Si possono prevedere, nel suo
ambito, spazi minori, adeguatamente attrezzati, per
lo svolgimento di attività speciali;
IV) lo spazio per le attività libere può
servire una, due o tre sezioni; la sua forma non dipende
dal metodo pedagogico, ma dalle attività di
movimento o di partecipazione allo spettacolo che vi
si possono svolgere; inoltre, qualora sia attiguo allo
spazio per le attività ordinate, la divisione
può essere mobile per consentire un indifferenziato
uso degli ambienti, a seconda delle necessità
didattiche;
V) lo spazio per le attività pratiche deve, compatibilmente
con lo svolgimento delle sue funzioni, essere integrato
con lo spazio totale della sezione per le sue funzioni
pedagogiche ed educative. Esso deve essere previsto,
possibilmente, in ciascuna sezione, e deve comprendere
lo spogliatoio, i locali d'igiene e i relativi servizi
igienici;
VI) la mensa può essere collocata in uno spazio
a se stante, comune a tutte le sezioni; deve anche
essere prevista una adeguata cucina ed una dispensa,
opportunamente disimpegnata; lo spazio destinato alla
mensa potrà essere previsto attiguo a quello
delle attività libere ed essere da questo separato
per mezzo di porte scorrevoli, allo scopo di consentire,
eccezionalmente, una sua diversa utilizzazione;
VII) affinché le attività ordinate o quelle
libere possano svolgersi in parte al chiuso e in parte
all'aperto, gli spazi relativi debbono essere in stretta
relazione con lo spazio esterno organizzato all'uopo,
anche per consentire l'esercizio dell'osservazione
e della sperimentazione diretta a contatto con la natura;
esso può essere comune a più sezioni;
dovranno, inoltre, essere previsti spazi coperti, ma
aperti, intesi ad assolvere un compito di mediazione
tra l'aperto e il chiuso.
3.1.2. - NELLA SCUOLA ELEMENTARE.
Per la scuola elementare, dove attualmente le unità
pedagogiche sono raggruppate in due cicli, il primo
comprendente due classi (prima e seconda) ed il secondo
tre (terza, quarta e quinta), e dove la maggior parte
delle attività si svolge nell'aula, gli spazi
debbono avere le seguenti caratteristiche:
I) debbono essere idonei allo svolgimento delle diverse
attività ed adeguarsi alle possibilità
di variazione degli arredi e delle attrezzature;
II) può essere prevista una relazione diretta
ed una continuità spaziale tra unità
dello stesso ciclo, anche mediante pareti mobili o
porte scorrevoli, e attraverso lo spazio da destinarsi
ad attività interciclo;
III) il maggior numero di aule, e, comunque, in quantità
tale da comprendere almeno il primo ciclo, deve essere
a diretto contatto con lo spazio all'aperto, nel quale
si svolgono le relative attività didattiche
e ricreative;
IV) gli spazi debbono essere tra loro in organica relazione,
sia nell'ambito dell'intero ciclo, che con gli spazi
di disimpegno e con lo spazio comune per le attività
di interciclo;
V) lo spazio riservato alle unità pedagogiche
costituenti i cicli, e quello dei disimpegni, debbono
essere in organica e stretta relazione con gli spazi
comuni dell'intera scuola, in modo visivo e spaziale
e tale da eliminare al massimo disimpegni a corridoio.
3.1.3. - NELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO (MEDIA).
In tale tipo di scuola, nello spazio dell'unità
pedagogica si svolgono quelle attività che hanno
carattere prevalentemente teorico e che attualmente
non usufruiscono di attrezzature specializzate; poiché,
però, per la maggiore complessità dei
metodi d'insegnamento, l'arricchimento e l'ampliamento
dei programmi con nuove materie ed attività
facoltative, e l'articolarsi dei gruppi di apprendimento,
le unità pedagogiche presentano nuove necessità,
gli spazi ad esse riservati debbono avere le seguenti
caratteristiche:
I) conseguire una flessibilità tale, nel loro
interno e fra essi, da permettere lo svolgersi sia
di attività individuali che di gruppi di media
grandezza;
II) consentire una facile trasformazione da aula normale
in aula speciale, qualora, in futuro, una materia di
insegnamento necessiti di una attrezzatura specializzata
(ad esempio: l'insegnamento delle lingue potrà
richiedere domani un laboratorio linguistico, che,
una volta installato, trasformerà l'aula da
normale in speciale);
III) essere integrati, spazialmente e visivamente, con
gli altri ambienti della scuola, in modo tale che siano
evitati, per quanto possibile, disimpegni a corridoio
e simili.
3.1.4. - NELLA SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO.
In attesa della riforma dell'istruzione secondaria di
secondo grado si applicheranno, in via transitoria
ed in linea di massima, i criteri generali formulati
per la scuola media, con l'applicazione delle tabelle
8/12 per quanto riguarda gli indici standard di superficie/alunno.
Si prescrive inoltre che, in vista della necessità
di adeguare gli spazi per le attività didattiche
e collettive ai nuovi modelli organizzativi che discenderanno
dalla predetta riforma, le partizioni interne consentano
una loro facile rimozione e il pavimento ed il soffitto
siano continui al fine di rendere meno onerosi gli
interventi di ristrutturazione.
3.2 CARATTERISTICHE DEGLI SPAZI RELATIVI ALL'INSEGNAMENTO SPECIALIZZATO.
3.2.0. - GENERALITA'.
Tenendo conto di quanto detto al punto 3.1 e in particolare
in 3.1.3 III), occorre ulteriormente specificare che
lo spazio per l'insegnamento specializzato, di esclusivo
uso della scuola secondaria di primo e secondo grado,
deve ospitare attività didattiche che sono ben
caratterizzate e definite per tipi di scuole e di insegnamento,
e che possono essere poste in correlazione sia per
particolari esigenze didattiche, riguardanti singole
operazioni, nell'ambito di singole attività,
sia per esigenze di coordinamento tra le attività
stesse.
Tali attività sono:
- attività scientifiche;
- attività tecniche;
- attività artistiche;
cui corrispondono altrettanti spazi che, a seconda dei
tipi di scuola, possono essere in correlazione tra
loro o subire ulteriori specializzazioni per le singole
attività. Inoltre gli spazi destinati all'insegnamento
specializzato per ogni tipo di scuola, debbono:
I) essere tali da permettere, nel loro interno, un facile
svolgimento di ogni materia di programma ai livelli
di informazione, progettazione, verifica, comunicazione,
ai quali corrispondono spazi particolari variamente
specializzati, sia per il lavoro individualizzato,
sia per l'attività di gruppo;
II) essere tali da accogliere le attrezzature e gli
arredi specializzati necessari per ogni attività,
in modo da consentire una loro facile rimozione e sostituzione,
qualora la evoluzione della tecnologia e dei metodi
di insegnamento lo rendessero necessario;
III) essere corredati di locali e spazi accessori (studi
per gli insegnamenti, spazi di preparazione, magazzini,
ripostigli, ecc.), necessari per lo svolgimento dei
programmi di insegnamento; ove la dimensione dell'istituto
richieda, per lo stesso insegnamento, due aule speciali,
tali spazi saranno comuni ad entrambe le aule ed avranno
da queste uguale accesso diretto;
IV) essere corredati di necessari impianti di adduzione
(gas, elettricità, acqua) e di scarico.
3.2.1. - NELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO (MEDIA).
I) per le osservazioni scientifiche, è necessario
predisporre uno spazio le cui articolazioni comprendano:
- un ambiente per il deposito, mostre e museo e per
la preparazione del materiale didattico;
- un ambiente per l'insegnamento, sia teorico che pratico,
dove le attività possano essere svolte individualmente
e in gruppi;
II) per le applicazioni tecniche, è necessario:
- uno spazio di deposito;
- uno spazio di insegnamento che, per le particolari
esigenze della materia di programma, deve contenere
arredi e attrezzature per il lavoro manuale e tecnico;
III) per l'educazione artistica, è necessario
un ambiente che permetta, nel suo interno, una facile
variabilità nella disposizione degli elementi
di arredo, in conformità alle caratteristiche
delle materie di insegnamento, e che sia spazialmente
concepito anche per potervi svolgere mostre ed esposizioni;
IV) per l'educazione musicale è necessario uno
spazio acusticamente predisposto, che possa contenere
pianoforte, pianole elettriche ed altri strumenti musicali,
e un podio che consenta lo svolgersi di attività
libere e ritmiche.
Tale attività, a seconda delle dimensioni della
scuola, può essere localizzata o negli spazi
per le attività integrative e parascolastiche
o nel palcoscenico dell'auditorio o in ambiente proprio
come specificato nella Tabella 7.
3.2.2. - NELLA SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO.
Data la specializzazione delle singole materie di insegnamento,
gli spazi minimi necessari alle attività speciali
sono stati prescritti, per alcuni tipi di scuola, nelle
Tabelle 8, 9, 10, 11, 12. Per i tipi di scuola non
indicati, oltre a quanto detto in 3.0.10, gli spazi
necessari saranno precisati dal capo dell'istituto
che utilizzerà l'edificio, se già designato,
ovvero dalle autorità competenti (direzione
generale competente, provveditorato agli studi, capi
di istituti similari). Inoltre, gli spazi per le attività
speciali:
I) dovranno essere tali da servire, se possibile, sia
per le lezioni teoriche che per le esercitazioni pratiche,
e dovranno essere corredati dai seguenti ambienti,
anche in comune, tra più aule di esercitazione:
- ambiente per la preparazione (solo per le materie
scientifiche);
- studio dell'insegnante;
- magazzino di deposito (bilance, ecc.);
- musei, quando servono alle scienze naturali.
II) dovranno essere forniti di:
- impianti flessibili e amovibili; di adduzione del
gas, energia elettrica, acqua, ecc., e di scarico;
- cappe aspiranti, per le esercitazioni che le richiedano;
- arredi sia fissi che amovibili, quali banconi attrezzati
per gli insegnanti e per le esercitazioni degli allievi,
banchi da lavoro, tavoli, ecc.
3.3 CARATTERISTICHE DEGLI SPAZI RELATIVI A LABORATORI
E OFFICINE.
Nelle scuole secondarie di secondo grado, le caratteristiche
dei laboratori o delle officine, qualora siano richiesti,
saranno precisate di volta in volta dal capo dell'istituto
che utilizzerà l'edificio secondo quanto precisato
al precedente punto 3.2.2.
3.4 CARATTERISTICHE DEGLI SPAZI RELATIVI ALLA COMUNICAZIONE,
ALLA INFORMAZIONE E ALLE ATTIVITA' PARASCOLASTICHE
E INTEGRATIVE.
3.4.0. - GENERALITA'.
Questi spazi comprendono, come nuclei fondamentali,
la biblioteca e l'auditorio, in cui tutte le attività
della scuola, sia didattiche o parascolastiche, sia
associative, trovano un momento di sintesi globale.
Essi inoltre, pur garantendo lo svolgimento delle specifiche
funzioni, debbono essere tali da integrarsi, visivamente
e spazialmente, con tutto l'organismo scolastico.
3.4.1. - NELLA SCUOLA ELEMENTARE.
Gli spazi per la comunicazione e l'informazione non
assumono carattere specializzato, ma si configurano:
I) in uno spazio per le attività collettive di
vario tipo, quali ginnastica ritmica, musica corale,
attività ludiche in genere, ecc., e deve, pertanto,
essere flessibile per adattarsi a tali esigenze, ed
essere collegato, anche visivamente, con il resto della
scuola, in modo da poter essere usato insieme ad altri
spazi più specificamente didattici;
II) in un ambiente attrezzato a biblioteca, riservato
agli insegnanti.
3.4.2. - NELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO (MEDIA)
E DI SECONDO GRADO.
Gli spazi per la comunicazione e l'informazione assumono
un carattere complesso per le attività che vi
si svolgono, di tipo non solo didattico, ma anche gestionale,
parascolastico e associativo, per i rapporti, cioè,
che possono stabilirsi con la comunità cui la
scuola si riferisce. Ne deriva che:
I) nell'edificio scolastico dovrà essere previsto
uno spazio polivalente per attività didattiche
a scala di grande gruppo, spettacoli, assemblee, riunioni
di genitori, ecc.;
- tale spazio deve essere estremamente flessibile, per
consentire la sua più ampia utilizzazione; può
essere realizzato mediante aggregazioni di altri spazi
per attività didattiche di dimensioni inferiori
o può essere definito come spazio autonomo;
- ambedue le soluzioni possono essere compresenti: la
prima soluzione ne assicura una migliore fruizione
per le attività curricolari, alle quali offre
uno spazio alternativo di immediata accessibilità;
la seconda è consigliabile nei centri scolastici
polivalenti;
- in questo caso tale attrezzatura, che non dovrà
per ragioni di funzionalità ed economia superare
i 500 posti, può essere considerata comune alle
varie scuole e si qualifica come un vero e proprio
auditorio assumendo un carattere molto specializzato,
tale da:
- garantire le condizioni di sicurezza stabilite dalle
vigenti norme per la protezione civile emanate dal
Ministero dell'interno - Direzione generale della protezione
civile e servizio antincendio;
- garantire la massima flessibilità nel suo interno
per permettere lo svolgimento, nelle forme più
varie della vita associata, attraverso attrezzature
mobili che dividano lo spazio secondo le necessità,
ecc.;
- essere correlato con gli spazi necessari per lo svolgimento
di attività parascolastiche ed integrative qualora
la dimensione della scuola lo renda necessario;
- essere corredato da tutti quegli ambienti di servizio
necessari per il suo funzionamento (cabina di proiezione
depositi, ecc.);
- avere un rapido accesso dall'esterno della scuola
per facilitarne l'uso da parte della comunità
locale;
- essere dotato di almeno un nucleo di servizi igienici.
II) la biblioteca deve avere uno spazio tale da permettere
lo svolgimento di tutte le attività individuali
e di gruppo relative all'informazione, alla ricerca
ed allo scambio dei dati. Detto spazio, non necessariamente
concentrato in un unico punto dell'edificio può
assumere un carattere complesso e articolato a seconda
delle dimensioni della scuola o delle necessità
derivanti dal contesto in cui si inserisce. A tale
scopo la biblioteca è costituita da:
- uno spazio per i cataloghi o bibliografie, arredato
con classificatori, tavoli per la consultazione, ecc.;
- uno spazio per il personale della biblioteca addetto
a svolgere attività di ausilio didattico, reperimento,
conservazione e manutenzione dei materiali (audiovisivi,
libri, ecc.) e attività particolari, quali sviluppo
di microfilms, registrazioni, ecc. Tale spazio dovrà
consentire anche i rapporti tra gli addetti alla biblioteca
e gli insegnanti. Qualora la scuola sia dotata di un
sistema televisivo a circuito chiuso i locali necessari
per lo svolgimento dei programmi potranno essere previsti
in tale ambito;
- uno spazio variamente articolato che permetta la consultazione
e la lettura dei testi; a tale scopo dovranno essere
previsti:
- arredi e posti per attività individuali, per
attività di gruppo e discussioni, per lettura
di filmine, ascolto di dischi e nastri, ecc.;
- scaffali per libri disposti in modo da essere facilmente
accessibili da parte degli allievi e senza che si abbia
un traffico fastidioso ai lettori;
III) inoltre gli spazi per la comunicazione e l'informazione
debbono essere progettati anche tenendo presenti le
esigenze derivanti dai decreti delegati (riunioni di
organi collegiali, di circolo o di istituto); tali
spazi debbono essere integrati da alcuni locali nei
quali possono aver luogo tutte quelle attività
associative, ricreative e culturali che richiedono
incontri o lavori di gruppo fra studenti, incontri
scuola-famiglia, ecc.
3.5 CARATTERISTICHE DEGLI SPAZI PER L'EDUCAZIONE FISICA
E SPORTIVA E PER IL SERVIZIO SANITARIO.
3.5.0. - GENERALITA'.
Tale categoria di spazi dovrà presentare caratteristiche
e requisiti strettamente correlati al livello scolastico
per cui vengono realizzate, anche al fine di evitare
sotto-utilizzazioni.
In tal senso si prevedono tre tipi di palestre.
3.5.1. - PALESTRE.
Tipo A1 - Unità da 200 metri quadri più
i relativi servizi per scuole elementari da 10 a 25
classi, per scuole medie da 6 a 20 classi, per scuole
secondarie da 10 a 14 classi.
Tipo A2 - Due unità da 200 metri quadri più
i relativi servizi per scuole medie da 21 a 24 classi,
per scuole secondarie da 15 a 23 classi.
Tipo B1 - Palestre regolamentari da 600 metri quadri
più i relativi servizi, aperte anche alla comunità
extra-scolastica, per scuole secondarie di secondo
grado (da 24 a 60 classi) (divisibili tre settori ma
utilizzabili da non più di due squadre contemporaneamente).
Tipo B2 - Palestre come le precedenti con incremento
di 150 metri quadri per spazio per il pubblico e relativi
servizi igienici.
Qualora le amministrazioni competenti rilevino gravi
carenze nel settore delle attrezzature per l'educazione
fisica e sportiva nelle scuole degli ambiti interessati
dai nuovi interventi di edilizia scolastica si prevede
la realizzazione di palestre di tipo B anche per scuole
elementari da 10 a 25 classi e per scuole medie da
9 a 24 classi e per scuole secondarie da 10 a 23 classi.
Più precisamente le palestre per i vari tipi
di scuole presenteranno:
-una zona destinata agli insegnanti costituita da uno
o pio ambienti e corredata dai servizi igienico-sanitari
e da una doccia;
- una zona di servizi per gli allievi costituita da
spogliatoi, locali per servizi igienici e per le docce;
l'accesso degli allievi alla palestra dovrà
sempre avvenire dagli spogliatoi;
- una zona per il servizio sanitario e per la visita
medica ubicata in modo da poter usufruire degli spogliatoi
e degli altri locali disponibili anche per questa funzione;
- una zona destinata a depositi per attrezzi e materiali
vari necessari per la pratica addestrativa e per la
manutenzione.
Per quanto attiene più specificatamente le attività
e gli spazi destinati al gioco e alle attività
ginniche e sportive nei vari tipi di palestre si avrà:
I) per la scuola elementare la palestra, obbligatoria
negli edifici da 10 a 25 classi, può essere
di forma non collegata a dimensioni di campi per giochi
agonistici, in quanto l'attività ginnica che
vi si svolge è di carattere ludico; nelle scuole
da 5 a 9 classi l'attività ginnica si svolge
nella sala per attività collettive opportunamente
attrezzata;
II) per la scuola media le dimensioni e le caratteristiche
sono analoghe mentre si avrà un raddoppio della
unità prevista (tipo A2) per le scuole da 21
a 24 classi, con la possibilità sia di poter
creare su tale superficie di 400 metri quadri un campo
regolamentare di pallavolo o di minibasket, sia di
dividere la palestra in due unità da 200 metri
quadri per consentire l'uso contemporaneo a due gruppi
diversi; sempre per la scuola media, in alternativa
all'unità da 200 metri quadri raddoppiata è
consentita la realizzazione di una unità A1
ed una unità con vasca di almeno metri 12,50x6x0,80
per l'apprendimento e la pratica del nuoto elementare;
III) nelle scuole secondarie di secondo grado le dimensioni
e le caratteristiche della palestra dovranno essere
tali da poter contenere un campo regolamentare di pallacanestro,
secondo le norme CONI-FIP.
Poiché la palestra potrebbe essere disponibile
all'uso della comunità extra-scolastica (oltre
naturalmente, a quello delle altre scuole) è
importante che la sua relazione con l'organismo scolastico
sia tale da consentire un accesso praticamente indipendente,
anche in previsione di uso in orario non scolastico,
e con la possibilità di escludere l'accesso
agli spazi più propriamente didattici; sempre
a tale scopo i vari impianti relativi a questa parte
dell'edificio dovranno poter funzionare indipendentemente
dal resto della scuola.
Gli spazi suddetti dovranno presentare la disponibilità
alla installazione sulle pareti di attrezzi quali il
palco di salita, il quadro svedese, ecc.; le sorgenti
d'illuminazione e aerazione naturale dovranno essere
distribuite in modo da consentire tale installazione
senza alterare gli indici di illuminazione previsti
(riguardo le finestrature si dovranno sempre prevedere
materiali trasparenti con resistenza agli urti o con
adeguate protezioni).
In ogni scuola insieme agli spazi per l'educazione fisica
dovranno essere previsti adeguati locali per il servizio
sanitario e per la visita medica e di dimensioni tali
da consentire, nella scuola secondaria, ricerche e
studi psicotecnici, e che siano forniti dei servizi
necessari.
In ogni caso, laddove siano previsti gli ambulatori,
dovranno essere osservate le norme di cui agli artt.
4, 6 e 7 del decreto del Presidente della Repubblica
22-12-1967, n.1518.
3.5.2. - AREE DI GIOCO ALL'APERTO.
Esse dovranno avere le seguenti superfici per le attività
all'aperto:
I) per la scuola media:
- pista da 4 a 6 corsie di almeno 100 metri, oltre gli
spazi partenze ed arrivi;
- impianti per il salto in alto ed in lungo;
- pedana per il lancio del disco;
- campo sportivo polivalente (pallacanestro, pallavolo,
pallamano, possibilmente tennis);
II) per le scuole secondarie di secondo grado:
- pista da 4 a 6 corsie di almeno 100 metri oltre gli
spazi per partenze ed arrivi;
- impianti per il salto in alto, in lungo e con l'asta;
- pedana per il lancio del peso e del disco;
- campo sportivo polivalente (pallacanestro, pallavolo,
pallamano, possibilmente tennis).
Nella progettazione e realizzazione delle suddette aree
dovranno essere tenuti presenti i migliori materiali
al fine di rendere la manutenzione agevole ed economica.
Per quanto riguarda i campi sportivi polivalenti la
pavimentazione dovrà, inoltre, essere tale da
ridurre al minimo i danni conseguenti a cadute.
3.6 CARATTERISTICHE DEGLI SPAZI PER LA MENSA.
3.6.1. - La mensa dovrà svolgersi in uno spazio
dimensionato in funzione del numero dei commensali,
calcolato tenendo presente che i pasti potranno essere
consumati in più turni, convenientemente compresi
nel tempo disponibile e che la sua dimensione, compresi
i relativi servizi, non dovrà superare i 375
metri quadri.
E' possibile, considerando l'eventuale concentramento
di più scuole, prevedere un unico servizio di
mensa; in questo caso la superficie afferente viene
dedotta dal globale delle singole scuole.
Inoltre lo spazio per la mensa potrà anche non
costituire un ambiente isolato ed in questo caso la
superficie afferente, con le relative funzioni, verrà
ridistribuita all'interno dell'organizzazione degli
spazi didattici con un criterio di polifunzionalità.
3.6.2. - A servizio dello spazio per la mensa si deve
prevedere:
I) un locale cucina di dimensioni e forma tale da permettere
lo svolgimento in modo razionale delle funzioni cui
è destinata (preparazione, cottura, ecc.) e
di poter accogliere le attrezzature necessarie all'uopo;
II) una dispensa per la conservazione delle derrate
anche in frigorifero, possibilmente con accesso proprio
dall'interno;
III) un'anticucina e un locale per lavaggio delle stoviglie;
IV) uno spogliatoio, doccia e servizi igienici per il
personale addetto, separati con idonei disimpegni dai
locali precedenti;
V) uno spazio per la pulizia degli allievi, corredato
di lavabi.
Le amministrazioni competenti potranno comunque prevedere
un servizio centralizzato per la preparazione dei cibi
ed in tal caso i locali di cui ai punti I), II) e IV)
potranno essere in parte o totalmente eliminati, mentre
il locale di cui al punto II) dovrà avere un
accesso diretto dall'esterno.
3.6.3. - Data la natura dei locali richiesti, particolare
cura dovrà essere posta nella scelta dei materiali
e degli impianti tecnologici atti a garantire, in stretta
relazione con i requisiti dell'igiene, l'osservanza
delle norme relative alle condizioni di abitabilità.
3.7 CARATTERISTICHE DEGLI SPAZI PER L'AMMINISTRAZIONE.
3.7.1. - Il nucleo per la direzione e l'amministrazione
della scuola, presente nelle scuole elementari, quando
vi sia direzione didattica, ed in ogni scuola secondaria,
dovrà essere ubicato possibilmente al piano
terreno e comprenderà:
I) l'ufficio del preside (o del direttore), con annessa
sala di aspetto, ubicato in posizione possibilmente
baricentrica;
II) uno o più locali per la segreteria e l'archivio;
la segreteria dovrà permettere un contatto con
il pubblico attraverso banconi od altro;
III) sala per gli insegnanti, atta a contenere anche
gli scaffali dei docenti, ed a consentire le riunioni
del consiglio d'istituto;
IV) servizi igienici e spogliatoio per la presidenza
e per gli insegnanti.
3.8 CARATTERISTICHE DEGLI SPAZI PER LA DISTRIBUZIONE.
3.8.0.- GENERALITA'.
In ogni tipo di scuola gli spazi per la distribuzione
dovranno assumere la funzione sia di collegamento tra
tutti quegli spazi e locali dell'edificio che, per
la loro attività, non possono essere interdipendenti
nei riguardi dell'accesso, che di tessuto connettivo
e interattivo, visivo e spaziale, di tutto l'organismo
architettonico (ad esempio: con l'affaccio continuo
verso gli spazi posti a diverso livello, con l'integrazione
di parti dell'organismo, con il considerare la scala
non solamente come mezzo per passare da un piano all'altro,
ma come strumento di mediazione spaziale, ecc.); essi
debbono consentire, nelle varie articolazioni, rapporti
di scambio non formalizzati tra tutti i fruitori della
scuola e permettere la collocazione di arredi ed attrezzature
particolari, quali vetrine, arredi per collezioni,
arredi mobili, posti di lavoro individuali.
3.8.1. - La distribuzione verticale in edifici a più
piani dovrà essere assicurata da almeno una
scala normale e da una scala di sicurezza, posta all'esterno
dell'edificio. Ai fini del flusso degli alunni, le
scale devono:
I) essere in numero tale da consentire che ciascuna
scala esclusa quella di sicurezza, serva di regola
a non più di 10 aule per ogni piano al di sopra
del piano terreno;
II) avere la larghezza della rampa pari a 0,5 centimetri
per ogni allievo che ne usufruisce e comunque non inferiore
a 1,20 metri e non superiore a 2 metri;
III) avere i ripiani di larghezza pari a circa una volta
e un quarto quella delle rampe medesime;
IV) avere i gradini di forma rettangolare di altezza
non superiore a 16 centimetri e di pedata non inferiore
a 30 centimetri;
V) essere previste con ogni possibile accorgimento al
fine di evitare incidenti.
3.8.2. - Allo scopo di assicurare anche ai minorati
fisici l'uso indiscriminato dei locali scolastici,
le scuole con più di un piano dovranno essere
munite di ascensore tale da poter contenere una sedia
a ruote ed un accompagnatore, nel rispetto delle norme
E.N.P.I. L'adozione di rampe prevista dalla circolare
del Ministero dei lavori pubblici n.4809 del 19-6-1968,
è in tal caso, facoltativa.
3.8.3. - Qualora gli spazi per la distribuzione orizzontale
assumano l'aspetto di corridoi di disimpegno di locali
ad uso degli allievi, essi dovranno avere larghezza
non inferiore a 2 metri; nel caso che in essi siano
ubicati gli spogliatoi, la larghezza dovrà essere
non inferiore a 2,50 metri.
3.9 CARATTERISTICHE DEGLI SPAZI PER I SERVIZI IGIENICO-SANITARI
E PER GLI SPOGLIATOI.
3.9.1. - Servizi igienico-sanitari. Essi debbono avere
le seguenti caratteristiche:
I) il numero di vasi per gli alunni dovrà essere
di 3 per ogni sezione per le scuole materne e di 1
per classe per gli altri tipi di scuole, oltre alcuni
vasi supplementari per servire gli spazi lontani dalle
aule. Il locale che contiene le latrine e le antilatrine
deve essere illuminato ed aerato direttamente. Possono
essere installati efficienti impianti di aerazione
e ventilazione in sostituzione della aerazione diretta
nell'antilatrina;
II) le latrine debbono:
- essere separate per sesso, salvo che per la scuola
materna;
- essere protette dai raggi diretti del sole, specie
nelle regioni più calde;
- essere costituite da box, le cui pareti divisorie
siano alte, salvo che per la scuola materna, non meno
di 2,10 metri e non più di 2,30 metri;
- avere le porte apribili verso l'esterno della latrina,
sollevate dal pavimento e munite di chiusura dall'interno,
salvo che per la scuola materna, tale però che
si possano aprire dall'esterno, in caso di emergenza;
- avere impianti col sistema a caduta d'acqua con cassetta
di lavaggio o altro tipo equivalente, purché
dotato di scarico automatico o comandato;
- avere le colonne di scarico munite di canne di ventilazione,
prolungate al di sopra della copertura;
- avere le colonne di scarichi dei servizi igienici
dimensionati in relazione agli apparecchi utilizzati,
con possibilità di ispezioni immediate;
- avere, preferibilmente, vasi del tipo misto a tazza
allungata (a barchetta) e con poggiapiedi per essere
usati anche alla turca; e dotati, inoltre, al piede
della colonna di scarico, di un pozzetto formante chiusura
idraulica;
III) nel locale che contiene le latrine, se destinato
ai maschi, saranno di norma collocati anche gli orinatoi,
con opportuna schermatura tra l'uno e l'altro.
I lavabi e gli eventuali lavapiedi debbono essere ad
acqua grondante.
Le fontanelle per bere, ubicate nei punti più
accessibili, o nell'antilatrina, debbono essere dotati
di acqua sicuramente potabile, erogata a getto parabolico;
IV) il locale latrine dovrà essere munito, sul
pavimento, di un chiusino di scarico a sifone, ispezionabile
e di una presa d'acqua con rubinetto portagomma per
l'attacco di una lancia per l'effetto di acqua;
V) le docce possono essere, tutte o in parte, ubicate
nel nucleo dei servizi igienico-sanitari della palestra;
esse debbono essere singole e munite di antidoccia
singolo per i vestiti e per l'asciugamano. Esse debbono
essere del tipo col piatto a vaschetta e inoltre l'erogazione
dell'acqua deve avvenire, previa miscelazione automatica
e regolabile, tra calda e fredda, attraverso un soffione
inclinato collocato in modo da investire non la testa,
ma le spalle dell'allievo, che possa servire anche
per il solo lavaggio dei piedi.
3.9.2. - In relazione alla norma di cui al punto 2.3.3
(locali igienici) della circolare del Ministero dei
lavori pubblici n.4809 del 19-6-1968, ogni scuola dovrà
essere dotata di un gabinetto per piano avente le dimensioni
minime di metri 1,80x1,80, attrezzato come specificato
dalla citata norma salvo che per i corrimani, che potranno
essere installati qualora se ne presenti la necessità.
3.9.3. - SPOGLIATOI.
Nel caso che la scuola disponga di appositi locali ad
uso di spogliatoi, questi debbono avere la larghezza
minima di metri 1,60.
4. NORME RELATIVE ALL'ARREDAMENTO ED ALLE ATTREZZATURE.
4.0 GENERALITA'.
4.0.1. - Tutti i locali o spazi della scuola dovranno
essere dotati:
I) dell'arredamento e delle attrezzature necessarie
ed indispensabili per assicurare lo svolgimento delle
attività didattiche (ai livelli di informazione,
ricerca, progetto, comunicazione e verifica) e delle
attività integrative o parascolastiche previste
dai vari tipi di scuola;
II) delle attrezzature per l'educazione fisica;
III) dei sussidi audiovisivi.
4.0.2. - Le caratteristiche (tipo, forma e dimensioni)
degli oggetti che costituiscono l'arredamento e le
attrezzature dipendono:
I) dal tipo di scuola, dall'età e dalle esigenze
psico-biologiche degli alunni;
II) dalle attività e dalle operazioni che essi
debbono consentire;
III) dalle esigenze del lavoro individuale e di gruppo;
IV) dalle esigenze della flessibilità, combinabilità
e trasportabilità (o meno) cui gli arredi e
le attrezzature debbono rispondere;
V) dalle esigenze di una normalizzazione e standardizzazione
tipologica e dimensionale.
4.0.3. - Sono da intendersi facenti parte dell'arredamento
quegli oggetti (arredi) fissi o mobili che:
I) consentono, sul loro piano e sulla loro superficie,
di esplicare una azione o una attività didattica,
o amministrativa, o comunque a servizio dei frequentatori
della scuola, con o senza attrezzature o sussidi didattici
(tavoli, tavoli da disegno, di lettura o per la mensa,
ecc., cattedre, scrivanie, banconi semplici di chimica
o fisica, banchi per lavori in legno o in ferro od
altro, cavalletti per dipingere o per scolpire, lavagne,
superfici per appendere disegni od altro, tavoli da
cucina, ecc.);
II) servono da appoggio ad una normale o particolare
attrezzatura, o sussidio didattico (banconi per piccole
attrezzature meccaniche di lavorazione, banconi per
bilance, per prove elettriche, ecc., tavoli per macchine
da scrivere, contabili, ecc., tavoli per sussidi audiovisivi
o per macchine per insegnare, ecc.);
III) servono per conservare, a breve o a lungo termine,
oggetti o materiali di proprietà, o in uso,
degli alunni e degli insegnanti, o, in genere, di chi
usufruisce dei locali della scuola (attaccapanni o
armadietti spogliatoio, armadi, armadietti individuali
per gli alunni, armadi per magazzini o dispense, scaffali
per libri, vetrine per mostre, ecc.);
IV) consentono l'esplicarsi delle funzioni di cui ai
precedenti punti I) ed II) e servono, al tempo stesso,
per le funzioni di cui al precedente punto III) (banconi
per fisica o chimica con cassetti e scaffali sottostanti,
tavoli con cassetti o sottopiani, carrelli, pareti
attrezzate ad armadi e lavagne, ecc.);
V) servono per adoperare gli arredi di cui ai precedenti
punti I), II) e IV) o per partecipare ad un'attività
didattica (sedie, sgabelli, poltroncine da auditorio,
ecc.).
4.0.4. - Il Ministero della pubblica istruzione, con
l'osservanza di quanto contenuto nelle presenti norme,
indicherà con successive disposizioni le caratteristiche
degli arredi, se non appresso descritti, e delle attrezzature,
per tipi di scuole e di attività.
Tali caratteristiche potranno essere oggetto di normativa
da parte dell'UNI. In questo caso, prima che le norme
siano rese esecutive, dovranno essere sottoposte all'approvazione
del ministero della pubblica istruzione.
4.1 CARATTERISTICHE DEGLI ARREDI.
4.1.1. - ARREDAMENTO DELL'UNITA' PEDAGOGICA.
Per quanto riguarda l'arredamento necessario all'unità
pedagogica negli spazi per insegnamenti non specializzati
(aule normali) delle scuole elementari e secondarie
di primo e secondo grado, e nello spazio per le attività
ordinate della scuola materna, esso dovrà essere
previsto di forma e di dimensioni adeguati alle varie
classi di età degli alunni ed al tipo di scuola:
tavoli e sedie per gli alunni, tavoli e sedie per l'insegnante,
lavagne, armadi (o pareti attrezzate contenenti armadi)
per la biblioteca di classe (nella scuola elementare
e secondaria di primo grado), per la custodia del materiale
didattico di uso quotidiano, schermo mobile per proiezioni,
eventuale lavagna luminosa, apparecchi per proiezione
di diapositive e filmine compreso il cavalletto e tavolo
reggi-proiettore.
Le caratteristiche e le dimensioni da osservarsi per
i tavoli rettangolari e per le sedie degli alunni e
degli insegnanti, e per le lavagne, sono quelle di
cui alle norme UNI.
Non sono da escludersi, specie nella scuola materna
ed elementare, forme del piano del tavolo per gli alunni
diverse dal rettangolo o dal quadrato, sempre tenendo
presente, però l'osservanza della norma relativa
alla combinabilità di tali arredi per consentire
attività di gruppo variamente articolate.
4.1.2. - Allo scopo di evitare gli effetti di abbagliamento
per riflessione le superfici di lavoro dovranno rispondere
alla norma di cui al punto 5.2.4.
(Tabelle omesse)
5. NORME RELATIVE ALLE CONDIZIONI DI ABITABILITA'.
5.0 GENERALITA'.
5.0.1. - Ogni edificio scolastico nel suo complesso
ed in ogni suo spazio o locale deve essere tale da
offrire a coloro che lo occupano condizioni di abitabilità
soddisfacenti per tutto il periodo di durata e di uso,
malgrado gli agenti esterni normali; queste condizioni
di abitabilità debbono garantire, inoltre, l'espletamento
di alcune funzioni in caso di agenti esterni anormali.
5.0.2. - Le condizioni di abitabilità, alle quali
corrispondono determinati requisiti e livelli, possono
essere raggruppate come segue:
I) condizioni acustiche (livello sonoro, difesa dai
rumori, dalla trasmissione dei suoni, dalle vibrazioni,
ecc.);
II) condizioni dell'illuminazione e del colore (grado
e qualità dell'illuminazione naturale e artificiale;
eccesso e difetto di luce, regolabilità, qualità
del colore e suoi rapporti con la luce, ecc.);
III) condizioni termoigrometriche e purezza dell'aria
(livello termico, igrometria, grado di purezza, difesa
dal caldo e dal freddo, dall'umidità, dalla
condensazione, ecc.);
IV) condizioni di sicurezza (statica delle costruzioni,
difesa dagli agenti atmosferici esterni, dagli incendi,
dai terremoti, ecc.);
V) condizioni d'uso dei mezzi elementari o complessi
necessari a stabilire i livelli delle esigenze espresse
nei punti precedenti (ricerca dei livelli di agibilità,
tipo e complessità di manovre per il funzionamento
di apparecchi, per l'apertura di finestre o per l'inclusione
o l'esclusione di impianti o sistemi di ventilazione,
rispetto di norme di uso da parte dell'utente, ecc.);
VI) condizioni di conservazione dei livelli raggiunti
nel soddisfare le esigenze di cui ai punti precedenti
(durata dei materiali o delle parti costituenti la
costruzione degli apparecchi impiegati, manutenzione,
ecc.).
5.1 CONDIZIONI ACUSTICHE.
Criteri di valutazione dei requisiti acustici dell'edilizia
scolastica.
5.1.1.- INTRODUZIONE:
I) Si adottano i criteri generali, i metodi di misura
e i criteri di valutazione dei risultati indicati nelle
norme di carattere generale di cui alla circolare 30-4-1966,
n.1769, parte prima del servizio tecnico centrale del
Ministero dei lavori pubblici, salvo alcune prescrizioni
riguardanti la particolare destinazione dell'edificio.
II) Si dovranno eseguire misure in opera e in laboratorio,
al fine di verificare i requisiti richiesti.
III) Le misure in opera devono essere eseguite su tutti
i tipi di spazi adibiti ad uso didattico presentanti
caratteristiche diverse.
Le determinazioni di isolamento acustico dovranno essere
eseguite fra ambienti ad uso didattico adiacenti e
sovrastanti, aventi normale o particolare destinazione,
anche a titolo saltuario (come ad esempio aule speciali,
officine, laboratori, ecc.).
Le determinazioni devono essere eseguite in aule complete
di rivestimento assorbente, col normale arredamento
scolastico: non oltre due persone debbono essere presenti
nelle aule durante l'esecuzione delle misure.
IV) I limiti di isolamento sono fissati essenzialmente
tenendo conto dei requisiti minimi richiesti per scuole
o aule d'insegnamento generale.
Per scuole o aule di determinato tipo e ubicazione o
destinate a insegnamento particolare (sale di musica,
ecc.) possono essere richiesti valori più elevati
dell'isolamento acustico.
V) Possono essere richiesti particolari requisiti per
ambienti in rapporto alla loro specifica funzione come
ad esempio: auditori, sale di musica, sale di spettacolo.
VI) Il tempo di riverberazione nelle aule arredate non
deve superare i limiti prescritti dalle presenti norme.
Il controllo può anche essere effettuato mediante
la conoscenza dei coefficienti di assorbimento e delle
superfici dei materiali adoperati per il trattamento.
I valori dei coefficienti di assorbimento dei materiali
impiegati devono risultare da certificati rilasciati
da laboratori qualificati, nei quali le misure siano
state effettuate secondo le norme.
5.1.2.- VERIFICHE E MISURE:
I) L'isolamento acustico e i requisiti acustici dovranno
essere verificati per quanto concerne:
- il potere fonoisolante di strutture verticali, orizzontali,
divisorie, ed esterne, di infissi verso l'esterno,
di griglie e prese d'aria installate verso l'esterno;
- l'isolamento acustico contro i rumori trasmessi per
via aerea tra spazi adiacenti e sovrapposti ad uso
didattico e nei locali comuni (isolamento ambiente);
- il livello di rumore di calpestìo normalizzato
di solaio;
- il livello di rumore di calpestìo tra due spazi
sovrapposti;
- la rumorosità dei servizi e degli impianti
fissi;
- il coefficiente di assorbimento dei materiali isolanti
acustici.
Le misure, le determinazioni sperimentali, la presentazione
e la valutazione dei dati, seguiranno per quanto possibile,
le raccomandazioni ISO/R 140-1960 per le misure in
laboratorio e in opera della trasmissione di rumori
per via aerea e di rumori di calpestìo ed ISO/R
354-63 per le misure del coefficiente di assorbimento
in camera riverberante; i valori delle frequenze nominali
da utilizzare saranno quelli normalizzati di 125, 250,
500, 1000, 2000, 4000 Hz.
II) I dati di laboratorio dovranno essere richiesti,
rilevati e presentati secondo le norme generali.
Le grandezze da sottoporre a misure di laboratorio saranno:
- il potere fonoisolante (R) di strutture divisorie
interne, di infissi verso l'esterno, di griglie, prese
d'aria e pareti esterne opache (rettificato con D.M.13-9-87);
- il coefficiente di assorbimento acustico dei materiali
isolanti acustici.
III) I requisiti di accettabilità da determinare
con misure di laboratorio saranno i seguenti (con indice
di valutazione I riferito al valore dell'ordinato a
500 Hz):
- potere fonoisolante di strutture divisorie interne
verticali ed, eventualmente, orizzontali (come specificate
nel seguente punto v) I = 40 dB;
- potere fonoisolante di infissi verso l'esterno I =
25 dB;
- potere fonoisolante di griglie e prese d'aria installate
verso l'esterno I = 20 dB;
- potere fonoisolante di chiusure, esterne opache: superiore
di 10 dB a quello degli infissi esterni;
- livello di rumore di calpestìo normalizzato
di solai (come specificato nel punto v) I = 68 dB.
Il coefficiente di assorbimento deve essere misurato
in camera riverberante e suono diffuso alle frequenze
di 125, 250, 500, 1000, 2000, 4000 Hz.
IV) Il collaudo in opera deve essere richiesto eseguito
e presentato secondo le norme generali contenute nella
circolare 30- 4-1966, n.1769, parte I, del Servizio
tecnico centrale del Ministero dei lavori pubblici.
Le misure devono essere eseguite nelle condizioni prescritte
dai paragrafi I) e II) delle presenti norme.
Le grandezze da sottoporre a misura in opera sono:
- l'isolamento acustico (D) per via aerea fra ambienti
ad uso didattico adiacenti e sovrastanti (isolamento
acustico tra pareti divisorie e di solaio);
- il livello di rumore di calpestìo fra due spazi
sovrapposti con la macchina normalizzata generatrice
di calpestìo;
- la rumorosità provocata da servizi ed impianti
fissi;
- il tempo di riverberazione.
Per quanto concerne gli impianti dovranno essere eseguite
misure su:
- impianti di riscaldamento, aerazione e condizionamento
centralizzato;
- scarichi idraulici, bagni, servizi igienici, rubinetterie.
La determinazione della rumorosità dovrà
essere eseguita nelle aule indipendentemente dalla
posizione dell'elemento disturbante.
V) Requisiti di accettabilità da determinare
con misure in opera (con indice di valutazione I riferito
al valore dell'ordinata a 500 Hz):
- isolamento acustico fra due ambienti adiacenti (come
specificato nel punto vi) I = 40 dB;
- isolamento acustico fra due ambienti sovrapposti (come
specificato nel punto vi) I = 42 dB;
- livello di rumore di calpestìo fra due ambienti
sovrapposti (come specificato nel punto vi) I = 68
dB.
VI) Requisiti di accettabilità.
I risultati delle misure (in opera e in laboratorio),
saranno riportati sotto forma di grafico su appositi
moduli sui quali dovranno figurare anche le indicazioni
grafiche (in scala e descrittive) degli elementi cui
la prova si riferisce (piante, masse degli elementi
per unità di superficie, sezioni, ubicazione
dei punti di misura e descrizione delle strutture esaminate).
Per le misure di calpestìo sarà specificata
la natura del pavimento del locale di misura, mentre
per la rumorosità dei servizi, indicati in dB
(A), nel certificato saranno indicati i punti di misura,
le cause della rumorosità misurata e le condizioni
di funzionamento dei servizi stessi, durante la misura.
Sarà inoltre data indicazione del livello del
rumore di fondo, secondo la circolare 30-4-1966, n.1769,
del Servizio tecnico centrale del Ministero dei lavori
pubblici.
I risultati ottenuti con i procedimenti esposti, verranno,
per la ricerca dell'indice di valutazione richiesto,
posti a confronto con le allegate curve normalizzate,
ciascuna riferibile ad una specifica misura.
In relazione a tali metodi di prova si stabilisce quindi
che:
- il potere fonoisolante delle pareti divisorie (R)
e l'isolamento acustico (D) per via aerea soddisfino
alla curva di riferimento stabilita. Quando i punti
sperimentali siano al disopra della curva limite relativa
al valore dell'indice I fissato nei punti II), III)
e V) con la seguente tolleranza: la somma delle differenze
di livello tra la curva di riferimento ed i punti del
diagramma sperimentale, che stanno al disotto di essa,
non deve superare i 12 dB (in ogni banda di ottava
lo scarto non deve superare 5 dB);
- qualora le divisioni tra ambienti vengano realizzate
con elementi movibili o scorrevoli, in osservanza ai
criteri di flessibilità di cui alle presenti
norme, non è necessaria la effettuazione delle
misure di isolamento acustico fra i detti ambienti;
- il livello di rumore di calpestìo soddisfi
alle curve di riferimento stabilite quando i punti
sperimentali siano al disotto delle curve limite relative
al valore indice I fissato nei punti III) e V) con
la seguente tolleranza: la somma delle differenze di
livello tra la curva riferimento ed i punti del diagramma
sperimentale che stanno al disopra di essa non superi
i 12 dB (in ogni banda di ottava lo scarto non deve
superare i 7 dB);
- la rumorosità dei servizi, determinata dal
massimo livello (A) misurato, non dovrà superare
i seguenti limiti:
- servizi a funzionamento discontinuo A = 50 dB (A)
- servizi a funzionamento continuo A = 40 dB (A)
I valori ottimali dei tempi di riverberazione vanno
determinati in funzione del volume dell'ambiente e
riferiti alle frequenze 250, 500, 1000, 2000 Hz secondo
i diagrammi delle figure 4 e 5.
Il tempo di riverberazione può essere misurato
in opera.
5.2 CONDIZIONI DELL'ILLUMINAZIONE E DEL COLORE.
5.2.1. - INTRODUZIONE.
L'illuminazione naturale e artificiale degli spazi e
dei locali della scuola deve essere tale da assicurare
agli alunni il massimo del conforto visivo; pertanto
deve avere i seguenti requisiti:
I) livello d'illuminazione adeguato;
II) equilibrio delle luminanze;
III) protezione dai fenomeni di abbagliamento;
IV) prevalenza della componente diretta su quella diffusa
soprattutto nel caso di illuminazione artificiale.
5.2.2. - Livello di illuminamento ed equilibrio di luminanze.
I valori minimi dei livelli di illuminamento naturale ed artificiale sono esposti nella seguente tabella
ILLUMINAMENTO SUL PIANO DI LAVORO
- Sul piano dei tavoli negli spazi per il disegno, il
cucito, il ricamo, ecc. 300 lux
- Sulle lavagne e sui cartelloni 300 lux
- Sul piano di lavoro negli spazi per lezione, studio,
lettura, laboratori, negli uffici 200 lux
- Negli spazi per riunioni, per ginnastica, ecc., misurati
su un piano ideale posto a m.0,60 dal pavimento 100
lux
- Nei corridoi, scale, servizi igienici, atri, spogliatoi,
ecc., misurati su un piano ideale posto a m.1,00 dal
pavimento 100 lux.
5.2.3. - Allo scopo di garantire che le condizioni di
illuminamento indicate nella Tabella 5.2.2 siano assicurate
in qualsiasi condizione di cielo e in ogni punto dei
piani di utilizzazione considerati, dovrà essere
realizzato uno stretto rapporto mediante integrazione
dell'illuminazione naturale con quella artificiale.
5.2.4. - Particolare cura dovrà essere posta
per evitare fenomeni di abbagliamento sia diretto che
indiretto facendo in modo che nel campo visuale abituale
delle persone non compaiano oggetti la cui luminanza
superi di 20 volte i valori medi.
5.2.5. - Fattore medio di luce diurna.
Allo scopo di assicurare l'economica realizzazione dei
livelli di illuminamento prescritti al precedente punto
5.2.2 e contemporaneamente le esigenze derivanti dalla
protezione dall'irraggiamento solare, è opportuno
che il fattore medio di luce, definito come il rapporto
tra l'illuminamento medio dell'ambiente chiuso e l'illuminamento
che si avrebbe, nelle identiche condizioni di tempo
e di luogo, su una superficie orizzontale esposta all'aperto
in modo da ricevere luce dall'intera volta celeste,
senza irraggiamento diretto del sole, risulti uguale
ai seguenti valori:
FATTORE MEDIO DI LUCE DIURNA:
- Ambienti ad uso didattico (aule per lezione, studio,
lettura, laboratori, disegno, ecc.) 0,03hm.
- Palestre, refettori 0,02hm.
- Uffici, spazi per la distribuzione, scale, servizi
igienici 0,01hm.
5.2.6. - Allo scopo di consentire, durante il giorno, proiezioni di films, filmine, ecc., i locali ad uso didattico dovranno essere muniti di dispositivi per attenuare il livello di illuminazione naturale; alcuni locali dovranno essere predisposti per un completo oscuramento.
5.2.7. - Per quanto riguarda l'illuminazione artificiale i minimi valori richiesti devono essere ottenuti con opportuni apparecchi di illuminazione completi di lampade o tubi fluorescenti, che dovranno essere compresi, come parte integrante, nell'impianto elettrico.
5.3 CONDIZIONI TERMOIGROMETRICHE E PUREZZA DELL'ARIA.
5.3.1. - I fatti o i fenomeni presi in considerazione
che influiscono sull'abitabilità e confortabilità
dell'ambiente, devono rispondere ai requisiti che riguardano:
I) l'equilibrio e la conservazione dei fattori fisici
dai quali dipende il benessere termoigrometrico;
II) la conservazione della purezza chimica e microbiologica
dell'aria.
5.3.2. - Nel periodo invernale i requisiti di abitabilità,
per un ambiente realizzato con pareti perimetrali che
soddisfano ai requisiti riportati nelle presenti norme,
si ottengono soltanto se l'ambiente stesso è
provvisto di impianto di riscaldamento.
(Si omettono immagini)
5.3.3. - Grandezze considerate, termini, simboli, definizioni,
unita' di misura
I termini, i simboli, le definizioni, le unità
di misura delle grandezze anzidette e delle altre comunque
richiamate nelle presenti norme sono riassunti nella
seguente tabella:
- Termine: TRASMITTANZA,
simbolo: H;
unità di misura: Cal/mq h oC;
definizione:
quantità di calore che, nella unità di
tempo espressa in ore, passa dall'aria di un ambiente
a quella dell'ambiente attiguo attraverso un elemento
di parete di area pari a 1 metro quadro quando le temperature
medie delle due masse di aria differiscono di un grado
centigrado.
- Termine: MASSA MEDIA;
simbolo: M Kg/mq;
definizione:
Massa media per unità di superficie frontale
della chiusura opaca.
- Termine: COEFFICIENTE DI RICAMBIO;
simbolo: M;
unità di misura: h alla meno 1;
definizione:
Rapporto tra il volume di aria ricambio introdotto ogni
ora nell'ambiente e il volume dell'ambiente stesso.
5.3.4. - Controlli e misure di laboratorio.
Controlli e misure di laboratorio su campioni di pareti
fuori opera possono essere richiesti dal committente.
Tali controlli e misure, da eseguirsi presso laboratori
universitari o qualificati che rilasceranno appositi
certificati di prova, dovranno consistere nelle operazioni
di seguito specificate:
I) Controllo di conformità.
Comprende tutte le misure e i controlli necessari per
accertare che la chiusura presentata alla prova corrisponde
esattamente per conformazione, caratteristiche geometriche,
materiali impiegati, a quanto indicato dalle specificazioni
e dai disegni di progetto.
Nel caso di componenti prefabbricati, il controllo deve
riguardare sia il singolo pannello sia gli elementi
di giunzione tra pannelli.
II) Controlli del rapporto massa-superficie frontale
della parete.
La misura, da effettuarsi con la precisione del 5%,
deve essere eseguita in modo da fornire elementi sufficienti
per risalire, per via di calcolo, alla massa media
della parete definita al precedente punto 5.3.3.
III) Misura della trasmittanza.
Dovrà essere eseguita su campioni di dimensioni
sufficientemente grandi, comprendenti almeno un giunto,
in modo che la misura su essi effettuata fornisca il
valore medio della trasmittanza dell'intera parete
nelle condizioni quanto più possibile prossime
a quelle di impiego.
IV) Controllo delle proprietà termoigrometriche.
Deve essere eseguito in modo da accertare che nelle
condizioni di temperatura previste per l'impiego della
chiusura opaca, in nessun punto della faccia interna
di questa possano aversi fenomeni di condensazione,
almeno fino a quando il valore dell'umidità
relativo nell'ambiente interno non superi il limite
del 70%.
V) Controllo della tenuta pneumatica.
Deve essere eseguito in modo da accertare che in un
ambiente normalizzato, la parete, normalizzata, da
sottoporre a prova limitatamente alla porzione opaca
con esclusione di infissi ma comprendente gli eventuali
giunti tra elementi opachi contigui, assicuri una tenuta
tale che sia possibile mantenere una pressione statica
di 50 millimetri di colonna di acqua con un ventilatore
di portata non superiore a 10 mc/h per ciascun metro
quadro di superficie frontale della parete considerata.
VI) Controllo della tenuta alla pioggia.
Per il controllo della tenuta e impermeabilità
alla pioggia è da osservare quanto prescritto
dal punto 5.3.15.
5.3.5. - CONTROLLI E MISURE DI CANTIERE.
I controlli e le misure considerati nelle presenti norme
potranno essere eseguiti sia in corso di opera sia
in sede di collaudo.
Essi consisteranno, comunque, almeno, nelle operazioni
di cui ai punti seguenti:
I) Controllo di conformita'
Comprende tutte le misure e i controlli necessari per
accertare che la parete in corso di costruzione in
opera, o costruita a piè d'opera, o consegnata
a piè d'opera, corrisponde esattamente per conformazione,
caratteristiche geometriche, materiali impiegati, a
quanto indicato dalle specificazioni e dai disegni
di progetto e riportato dall'eventuale certificato
delle prove di laboratorio.
II) Controllo della corretta posa in opera.
E' un controllo qualitativo, diretto ad accertare che
non sono presenti difetti di esecuzione o di montaggio,
tali da compromettere le caratteristiche funzionali
precisate dai disegni e dalle specificazioni di progetto,
confermate dai certificati di eventuali prove di laboratorio.
Nel caso di costruzioni realizzate con elementi prefabbricati
di grandi dimensioni, come indice qualitativo di corretta
posa in opera potrà essere assunta la condizione
di verticalità della chiusura completa, generalmente
verificata ai fini del collaudo statico.
III) Verifica della assenza di manifestazioni conseguenti
a fenomeni di condensazione sulla faccia interna della
chiusura.
Non essendo possibile effettuare rilevamenti strumentali,
dovranno eseguirsi dopo che sia trascorso almeno un
intero ciclo stagionale dalla ultimazione e dalla consegna
dell'edificio e, comunque, entro e non oltre i termini
stabiliti per il collaudo dell'impianto di riscaldamento,
verifiche tendenti ad accertare l'assenza delle tipiche
manifestazioni (macchie, degradazioni d'intonaco e
di materiali di finitura, ecc.) conseguenti a fenomeni
di condensazione.
IV) Prove di tenuta all'aria.
Eventuali prove di tenuta all'aria potranno essere effettuate
adottando prove e controlli in cantiere come specificato
nel punto 5.3.14.
5.3.6. - EQUILIBRIO E CONSERVAZIONE DEI FATTORI FISICI.
L'equilibrio e la conservazione dei fattori fisici dai
quali dipende il benessere termico è in rapporto:
I) con la caratteristica termica delle pareti perimetrali
(fenomeni di trasmissione di calore e fenomeni connessi
e scambi per irraggiamento);
II) con la temperatura e l'umidità dell'aria;
III) con i fenomeni di condensazione sulla faccia interna
delle chiusure opache;
IV) con i fatti di permeabilità all'aria.
5.3.7. - TRASMITTANZA DELLE CHIUSURE OPACHE.
Ai fini del contenimento del flusso termico attraverso
le chiusure, nonché del contenimento delle variazioni
della temperatura interna nel tempo, i massimi valori
della trasmittanza H, misurata come specificato al
punto 5.3.3, dovranno risultare non superiori a quelli
indicati nelle seguenti tabelle in relazione alle masse
medie per unità di superficie delle chiusure
stesse.
1) Chiusure verticali esterne opache
M (kg/mq) 20 - 50 - 100 - 200 e oltre
H (Cal/mqh oC) 0,43 - 0,61 - 0,81 - 1,09
2) Chiusure orizzontali (o inclinate) di copertura e
orizzontali di calpestìo sovrastanti ambienti
aperti
M (kg/mq) 100 - 200 - 300 e oltre
H (Cal/mqh oC) 0,6 - 0,81 - 1
Per le palestre ed officine realizzate come corpo di
edificio isolato
M (kg/mq) 20 - 50 - 100 - 200 - 300 e oltre
H (Cal/mqh oC) 0,3 - 0,43 - 0,6 - 0,81 - 1
Si precisa che il valore di riferimento della somma
delle due resistenze termiche liminari va assunto pari
a 0,2 mqh oC/Cal.
5.3.8. - TRASMITTANZA DELLE CHIUSURE ORIZZONTALI E VERTICALI
TRASPARENTI.
La trasmittanza H media (telaio + vetro) delle chiusure
trasparenti orizzontali o verticali non dovrà
risultare superiore ai seguenti valori:
1) Costruzioni da realizzarsi nei territori della fascia
costiera della penisola e nelle isole H minore = 5,5
Cal/mqh oC
2) Costruzioni da realizzarsi nell'Italia del Nord,
al di sopra dei 500 metri H minore = 3,5 Cal/mqh oC
N.B. - Non essendo ancora definite le zone climatiche
in Italia, si è fatto ricorso a tale sommaria
classificazione di carattere indicativo.
5.3.9. - TRASMITTANZA DELLE CHIUSURE VERTICALI OPACHE
CON ELEVATA PERCENTUALE DI VETRATURA.
Per le chiusure verticali eminentemente vetrate potrà
ammettersi, in deroga alla norma di cui al precedente
punto 5.3.7, 1), che la porzione opaca della parete
stessa corrispondente a davanzale e ciclino sia caratterizzata
da un valore della trasmittanza h minore = 1 Cal/mqh
oC indipendentemente dalla massa media di essa, tutte
le volte che, per esigenze di illuminazione diurna,
sia necessario prevedere superfici di finestre di area
uguale o maggiore del 50% dell'area della parete che
delimita l'ambiente stesso dall'esterno.
Il valore della trasmittanza H minore = 1 Cal/mqh oC
potrà inoltre essere tollerato, sempre indipendentemente
dalla massa media, per le porzioni di speciali elementi
prefabbricati che, in un elemento unico, comprendono
la finestra, il sottodavanzale, il ciclino, la schermatura
(infissi monoblocco).
Per tutte le restanti pareti opache vale la norma del
punto 5.3.7.
5.3.10. - PROTEZIONE DELLE CHIUSURE VERTICALI O ORIZZONTALI
TRASPARENTI.
Tutte le superfici trasparenti dovranno essere dotate
di schermature esterne ventilate, mobili, realizzate
in maniera da garantire che il flusso termico entrante
dovuto all'irraggiamento solare, diretto e diffuso,
non risulti superiore al 30% di quello che si verificherebbe
in totale assenza della schermatura.
5.3.11. - TEMPERATURA ED UMIDITÀ RELATIVA DELL'ARIA
DEGLI AMBIENTI.
La temperatura degli ambienti adibiti ad usi scolastici
dovrà essere assicurata, in condizioni invernali,
da un adatto impianto di riscaldamento capace di assicurare
in tutti gli ambienti, quando all'esterno si verificano
le condizioni invernali di progetto, le seguenti condizioni
interne:
- Temperatura 20 oC + o - 2 oC
salvo non sia diversamente prescritto per locali ad
uso speciale.
E' consigliabile che vengano assicurati adatti valori
della umidità relativa negli ambienti interni
adibiti ad attività didattiche e collettive
nel periodo invernale, mediante un trattamento di umificazione
dell'aria esterna effettuato dall'impianto di ventilazione
idoneo a realizzare un'umidità relativa dell'aria
ambiente del 45-55% e a mantenere negli ambienti T
= 20oC.
5.3.12. - PUREZZA DELL'ARIA.
Dovrà essere assicurata l'introduzione delle
seguenti portate d'aria esterna, mediante opportuni
sistemi:
I) Ambienti adibiti ad attività didattica collettiva
o attività di gruppo.
Per scuole materne ed elementari coefficienti di ricambio
2,5.
Per scuole medie coefficiente di ricambio 3,5.
Per scuole secondarie di secondo grado coefficiente
di ricambio 5.
II) Altri ambienti di passaggio, uffici.
Coefficiente di ricambio 1,5.
III) Servizi igienici, palestre, refettori.
Coefficiente di ricambio 2,5.
5.3.13. - TRATTAMENTO DELL'ARIA ESTERNA.
Nelle zone in cui si verificano condizioni particolarmente
gravi di inquinamento atmosferico dovrà porsi
particolare cura per quanto riguarda la presa dell'aria
esterna.
5.3.14. - PRESCRIZIONI RELATIVE ALLA TENUTA D'ARIA.
La chiusura esterna considerata nel suo insieme (comprendente,
cioè, tutti gli elementi che la compongono quali
infissi, giunti, ecc.) deve assicurare nel locale,
delimitato da chiusure considerate stagne e dalla chiusura
in esame, una tenuta tale che sia possibile realizzare
nell'ambiente anzidetto una pressione statica di 10
mm di colonna d'acqua con un ventilatore di portata
non superiore a 10 mc/h per ciascun metro quadro di
superficie frontale della chiusura considerata.
5.3.15. - PRESCRIZIONI RELATIVE ALLA TENUTA ALL'ACQUA.
Le chiusure esterne verticali ed orizzontali, considerate
nel loro complesso e particolarmente nei giunti e negli
infissi, debbono essere realizzate in modo da assicurare
che non possano avvenire attraverso di esse infiltrazioni
di acqua di pioggia. Il controllo in laboratorio della
tenuta alla pioggia, dovrà accertare che l'acqua
di pioggia, che scorre su una porzione di chiusura
esterna verticale opaca comprendente eventuali giunti,
ma con esclusione di infissi, non possa attraversare
la parete, anche quando sulla faccia bagnata si esercita
una pressione statica di 50 mm di colonna di acqua.
Per quanto riguarda la impermeabilità all'acqua
la chiusura, sottoposta, per un periodo di tempo di
3 ore alla prova soprascritta, non dovrà presentare
un aumento di peso superiore al 5% di quello determinato
prima della prova.
5.3.16. - PRESCRIZIONI TERMOIGROMETRICHE.
Negli edifici muniti di impianti di riscaldamento atti
a realizzare e mantenere la temperatura interna di
20 oC, nelle condizioni invernali, in nessun punto
della superficie interna delle chiusure esterne opache
delimitanti ogni ambiente la temperatura superficiale
deve risultare inferiore alla temperatura di 14 oC
in corrispondenza della temperatura esterna di progetto.
5.3.17. - PRESCRIZIONI RELATIVE ALLA CONDENSAZIONE.
I materiali porosi, isolanti termici, devono essere
opportunamente protetti dai fenomeni di condensazione
con idonee barriere antivapore.
5.4 CONDIZIONI DI SICUREZZA.
5.4.1. - Le condizioni di sicurezza riguardano principalmente:
I) la stabilità degli edifici in condizioni normali
o eccezionali (terremoti, alluvioni, ecc.);
II) la sicurezza degli impianti, sia nell'uso che nella
gestione;
III) la difesa dagli agenti atmosferici;
IV) la difesa dai fulmini;
V) la difesa dagli incendi;
VI) la difesa dai microbi (norme di igiene).
5.4.2. - Per quanto concerne la stabilità, dovrà
essere osservato quanto segue: nella redazione del
progetto e dei calcoli di dimensionamento delle strutture,
eseguita secondo i princìpi della scienza delle
costruzioni, e nella esecuzione dei lavori ci si dovrà
attenere rigorosamente a tutte le norme generali e
locali vigenti.
I) I solai, qualunque sia il tipo adottato, dovranno
avere un grado di rigidezza tale da evitare inconvenienti
di qualsiasi genere (deformazioni delle strutture,
distacchi da altri elementi della costruzione, fessurazione
dei pavimenti, ecc.).
I sovraccarichi accidentali da adottare sui solai e
coperture sono i seguenti:
- per coperture impraticabili 150 kg/mq
- per laboratori con attrezzatura leggera 500 kg/mq
- per laboratori con attrezzatura pesante 1000 kg/mq
- per palestre 500 kg/mq
- per scale e terrazze praticabili 400 kg/mq
- per tutti gli altri locali 350 kg/mq.
II) Particolare cura dovrà porsi nei calcoli
ove i solai sono destinati a ricevere macchinari e
quindi con la presenza di carichi concentrati.
III) Particolare cura dovrà porsi nei calcoli
delle azioni derivanti da vento e neve, tenendo conto
delle condizioni locali di clima e di disposizione,
con l'osservanza della norma CNR-UNI 10012-67.
IV) Per la resistenza all'urto di corpo molle di grandi
dimensioni (urti accidentali) le pareti, soggette alle
opportune prove, dovranno fornire una resistenza alle
sollecitazioni indotte, secondo le modalità
di prova, non inferiore a 25 kgm, sotto tale sollecitazione
d'urto, esse non dovranno presentare lesione alcuna
o danneggiamenti tali da pregiudicare le caratteristiche
di sicurezza, di tenuta, di complanarietà o
di estetica; le modalità di prova verranno effettuate
secondo le norme ICITE.
5.4.3. - Tutti gli impianti, comprese le relative forniture
di apparecchi, dovranno essere tali da non causare
danni diretti o indiretti alle persone che li usano.
Dovranno essere osservate tutte le norme in proposito
vigenti ed in particolare:
I) le prescrizioni del decreto del Presidente della
Repubblica 27-4-1955, n.547, per la prevenzione degli
infortuni sul lavoro, nonché le successive regolamentazioni;
II) le prescrizioni dell'Ente nazionale prevenzione
infortuni (E.N.P.I.);
III) nella progettazione dell'impianto di riscaldamento
e della relativa centrale termica dovranno tenersi
presenti le disposizioni di cui alla legge 13-7-1966,
n.615, riguardanti i provvedimenti contro l'inquinamento
atmosferico e dovranno essere osservate le norme di
sicurezza per le centrali termiche emanate dal Ministero
dell'interno - Direzione generale dei servizi antincendio
e della protezione civile.
5.4.4. - Per quanto riguarda la difesa dagli agenti
atmosferici delle pareti perimetrali verticali ed orizzontali,
dovrà essere osservato quanto prescritto nel
punto 5.3.15.
5.4.5. - Per la protezione contro gli incendi si dovranno
osservare le disposizioni vigenti.
5.4.6. - Tutti gli edifici dovranno essere muniti di
impianto per la protezione dai fulmini.
5.4.7. - Le sorgenti luminose di illuminazione artificiale
poste in laboratori, officine, palestre, ecc., dovranno
essere opportunamente protette dai pericoli derivanti
da urti, vibrazioni, vapori, esalazioni corrosive,
ecc.
5.4.8. - Nella progettazione e nella esecuzione di opere
relative ad ambienti ove si svolgono attività
di movimento saranno da evitarsi le cause di possibili
infortuni degli alunni.
5.4.9. - Le porte di accesso alla scuola e a tutti i
locali di uso collettivo dovranno aprirsi verso l'esterno.
5.5 CONDIZIONI D'USO.
Le condizioni di abitabilità, debbono essere
raggiunte e conservate, compatibilmente con le esigenze
da assolvere, con manovre semplici per il funzionamento
di apparecchi, per la apertura o chiusura di finestre,
per l'inclusione o l'esclusione di impianti e di sistemi
di ventilazione, ecc.
All'atto della consegna dell'edificio l'Ente che ha
provveduto alla costruzione dovrà fornire alla
scuola una particolareggiata descrizione sulla gestione
degli impianti, sui livelli di agibilità, sul
tipo e complessità delle manovre e sull'uso
dei mezzi elementari o complessi, necessari a consentire:
a) il raggiungimento e la conservazione delle condizioni
di agibilità di cui alle presenti norme;
b) il funzionamento di quelle parti tecniche, o tecnologiche,
destinate ad assicurare un perfetto svolgimento delle
operazioni didattiche; dovranno essere consegnati in
duplice copia i disegni e gli schemi della effettiva
realizzazione di tutti gli impianti tecnologici: riscaldamento,
idraulico, elettrico, ecc.
5.6 E' da raccomandarsi che il dimensionamento degli edifici e le relative aree da occupare siano determinati in base ai criteri di percorrenza già contenuti nelle norme sopra specificate ed in base alla percentuale di popolazione nelle varie età scolastiche ubicate nelle zone da servire, percentuale che sarà dedotta dai più aggiornati dati statistici delle classi di età della popolazione in mancanza di studi maggiormente approfonditi.
5.7 NORME FINALI E TRANSITORIE.
Le norme di cui sopra, mentre per i progetti in corso
di esecuzione, o già approvati, o in fase inoltrata
di approvazione e per gli ampliamenti, adattamenti,
completamenti di edifici già esistenti hanno
carattere indicativo, debbono invece intendersi prescrittive
per i progetti afferenti ai nuovi programmi ed a quelli
già esistenti per i quali non ancora si è
provveduto alla progettazione delle relative opere.
Le norme stesse hanno carattere transitorio e sono fondamentalmente
valide per tutti gli interventi relativi al primo piano
triennale di cui all'art.1 della legge 5-8-1975, n.412,
in pendenza dell'emanazione delle nuove norme tecniche
previste dall'art.9 della legge stessa.
(c) 1996 Note's