(G.U. 16-10-1991, n.243)
REGOLAMENTO DEI SERVIZI DELL'ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO.
(Si riportano solo gli articoli di interesse tecnico)
Art.1 ORGANIZZAZIONE E ATTIVITA' DELL'ISTITUTO
1. L'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza
del lavoro si struttura in dipartimenti centrali, uffici
amministrativi e tecnici e dipartimenti periferici.
2. I dipartimenti centrali sono:
a) igiene del lavoro;
b) medicina del lavoro;
c) tecnologie di sicurezza;
d) insediamenti produttivi ed impatto ambientale;
e) omologazione;
f) documentazione e informazione.
I commi 3/17 sono omessi perché inerenti l'organizzazione
dei vari dipartimenti.
Art.2 DIPARTIMENTO IGIENE DEL LAVORO
1. Il dipartimento di igiene del lavoro svolge compiti
di studio, ricerca, sperimentazione, consulenza, proposta
normativa e controlli di laboratorio in materia riguardanti
gli ambienti di lavoro in rapporto ai vari tipi di
rischio, ai fini della prevenzione degli infortuni
sul lavoro e delle malattie professionali.
2. I compiti del dipartimento sono espletati in modo
coordinato ed integrato tramite le seguenti unità
funzionali:
I - Laboratorio agenti fisici;
II - Laboratorio radiazioni ionizzanti e non ionizzanti;
III - Laboratorio polveri e fibre;
IV - Laboratorio agenti chimici;
V - Laboratorio biochimica applicata al lavoro;
VI - Laboratorio chimica tossicologica;
VII - Laboratorio analisi di processo;
VIII - Laboratorio mezzi personali di protezione delle
vie respiratorie.
Art.3 DIPARTIMENTO MEDICINA DEL LAVORO
1. Il dipartimento medicina del lavoro svolge compiti
di ricerca, sperimentazione consulenza, proposta normativa
e controlli in materie riguardanti la salute ed il
benessere dei lavoratori nei luoghi di lavoro, ai fini
della prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle
malattie professionali.
2. I compiti del dipartimento sono espletati in modo
coordinato ed integrato tramite le seguenti unità
funzionali:
I - Laboratorio fisiologia e ergonomia;
II - Laboratorio psicologia e sociologia del lavoro;
III - Laboratorio patologia del lavoro e di tossicologia
industriale;
IV - Laboratorio fisiopatologia sperimentale;
V - Laboratorio epidemiologia e statistica sanitaria
occupazionale.
Art.4 DIPARTIMENTO TECNOLOGIE DI SICUREZZA
1. Il dipartimento per le tecnologie di sicurezza svolge
compiti di studio, sperimentazione, consulenza, proposte
normative nonché analisi di sistema e controlli
di laboratorio finalizzati alla sicurezza, alla qualità
ed alla standardizzazione di materiali, macchine, strutture
nonché alla individuazione di sistemi ed apprestamenti
di sicurezza di apparecchi ed impianti in relazione
all'evoluzione tecnologica.
2. I compiti del dipartimento sono espletati in modo
coordinato ed integrato tramite le seguenti unità
funzionali:
I - Apparecchi ed impianti di sollevamento e trasporto
di persone e cose;
II - Apparecchi ed impianti per il sollevamento e il
trasporto di materiali;
III - Apparecchi a pressione;
IV - Impianti in pressione;
V - Macchine utensili ed operatrici;
VI - Apparecchi ed impianti elettrici ed elettronici;
VII - Macchine, impianti e tecnologie nel settore dell'
industria delle costruzioni;
VIII - Macchine, impianti e tecnologie nelle attività
agricole e forestali;
IX - Laboratorio chimico e tecnologico per i materiali;
X - Laboratorio metallografico;
XI - Laboratorio tecnologico per le strutture;
XII - Laboratorio controlli non distruttivi;
XIII - Laboratorio elettrotecnico.
Art.5 DIPARTIMENTO INSEDIAMENTI PRODUTTIVI ED IMPATTO
AMBIENTALE
1. Il dipartimento insediamenti produttivi ed impatto
ambientale svolge compiti di ricerca, studio, consulenza,
rilevazioni sperimentali, analisi di sistema in relazione
a problemi di sicurezza e compatibilità ambientale
legati ad interazioni tra insediamenti produttivi e
condizioni ambientali esterne ai luoghi di lavoro,
anche con riferimento alla progettazione, realizzazione
ed esercizio degli impianti comportanti rischi di incidenti
rilevanti, di incendio, esplosione, emissioni tossiche
o comunque connessi a forme di energia capace di alterare
l'equilibrio biologico ed ecologico.
2. Effettua interventi di assistenza tecnica e sovraintende
alle attività espletate, in collaborazione con
il dipartimento omologazione, anche in situazioni di
emergenza, dai dipartimenti periferici sugli impianti
per i quali si rendano necessarie analisi particolari
e studi di sicurezza, ivi compresi quelli di cui al
decreto del Presidente della Repubblica n.175/1988.
3. I compiti del dipartimento sono espletati in modo
coordinato ed integrato tramite le seguenti unità
funzionali:
I - Analisi di rischio e di affidabilità;
II - Valutazione delle conseguenze e sistemi di intervento;
III - Localizzazioni e vulnerabilità;
IV - Sicurezza attività speciali;
V - Valutazione impatto ambientale;
VI - Sistemi infrastrutturali di sicurezza;
VII - Inquinamento chimico dell'aria;
VIII - Inquinamento chimico del suolo e dell'acqua;
IX - Rumori e vibrazioni;
X - Inquinamento ambientale da radiazioni ed ultrasuoni;
XI - Inquinamento termico.
Art.6 DIPARTIMENTO OMOLOGAZIONE
1. Il dipartimento centrale di omologazione coordina
lo svolgimento dell'attività di omologazione
dei dipartimenti periferici dell'Istituto con compiti
di indirizzo tecnico ed organizzativo sia di valutazione
dei dati di ritorno e di rilevazione sperimentale nonché
per una univoca applicazione delle norme vigenti nell'ambito
dell'omologazione di macchine, impianti e mezzi personali
di protezione. Provvede a fornire ai dipartimenti periferici
gli eventuali chiarimenti interpretativi della regolamentazione
tecnica. Per quanto di competenza provvede alla elaborazione
di specifiche tecniche per l'omologazione e alla consulenza
relativa. Assicura, altresì, le attività
di omologazione non esercitabili direttamente dai dipartimenti
periferici individuate dal comitato amministrativo
su proposta del direttore dell'Istituto sentito il
direttore del dipartimento e provvede alla registrazione
delle attestazioni omologative dei prototipi di serie.
2. Il dipartimento centrale omologazione in collaborazione
con il DTS esercita la vigilanza su aziende, organismi
e laboratori autorizzati che svolgono attività
di certificazione nei settori omologativi di competenza
dell'ISPESL. Il dipartimento centrale di omologazione
è dotato di autonomia funzionale e contabile
per l'esercizio della sua attività ai sensi
dell'art.4, secondo comma, del decreto legge 30-6-1982,
n.390 (disciplina le funzioni prevenzionali e omologative
delle unità sanitarie locali e dell'Istituto
superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro).
3. I compiti del dipartimento sono espletati in modo
coordinato ed integrato tramite le seguenti unità
funzionali:
I - Mezzi di sollevamento e trasporto materiali;
II - Mezzi di sollevamento e trasporto di persone e
cose;
III - Attrezzature elettriche;
IV - Apparecchi a pressione fissi;
V - Recipienti per il trasporto di gas compressi, liquefatti
o disciolti;
VI - Idroestrattori a forza centrifuga;
VII - Impianti a pressione;
VIII - Attrezzature provvisionali e mezzi individuali
di protezione;
IX - Dispositivi di sicurezza;
X - Accordi di reciprocità con organismi omologatori
esteri.
Art.7 DIPARTIMENTO DOCUMENTAZIONE, INFORMAZIONE E FORMAZIONE
1. Il dipartimento di documentazione, informazione e
formazione svolge, attraverso un sistema centralizzato,
attività di acquisizione, esame, elaborazione,
classificazione e divulgazione dei dati attinenti ai
compiti dell'Istituto.
2. I compiti del dipartimento sono espletati in modo
coordinato ed integrato tramite le seguenti unità
funzionali:
I - Informazione;
II - Documentazione;
III - Attività statistiche-attuariali per la
prevenzione;
IV - Progettazione e sviluppo software;
V - Tecnologie informatiche;
VI - Biblioteca;
VII - Formazione.
Art.25 COMITATI TECNICI
1. Al fine di realizzare, a norma dell'art.20, lettera
d), del decreto del Presidente della Repubblica 31-7-1980,
n.619, la partecipazione delle parti sociali, degli
operatori del Servizio sanitario nazionale e degli
organismi pubblici di carattere scientifico alla predisposizione
ed al periodico aggiornamento delle proposte di normativa,
delle metodiche e delle specifiche tecniche di cui
all'art.3, secondo comma, punto 4, del citato decreto
del Presidente della Repubblica, il Ministro della
sanità, su proposta del direttore dell'Istituto,
sentito il comitato tecnico-scientifico, istituisce,
con propri decreti, comitati tecnici per determinate
materie.
2. I comitati tecnici per la predisposizione di proposte
di specifiche tecniche per l'omologazione sono istituiti
su conforme parere dei Ministri dell'industria, del
commercio e dell'artigianato e del lavoro e della previdenza
sociale.
DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI
Art.27
1. Con successivo decreto interministeriale, ai sensi
dell'art.20 del decreto del Presidente della Repubblica
31-7-1980, n.619, saranno definiti i compiti delle
unità funzionali dei dipartimenti centrali e
periferici nonché delle sezioni dei servizi
e delle divisioni. Il presente decreto entra in vigore
il 31 ottobre 1991.
Tabella C
DIPARTIMENTI PERIFERICI DELL'ISPESL
(variazioni di indirizzo riportate come da tabella "D"
del D.P.R.18-4-1994, n.441)
Alessandria Via Cesare Lombroso, 14 (Alessandria, Asti).
Ancona Via Cadorna, 10 (Ancona, Pesaro, Macerata, Ascoli
P).
Aosta, sede e competenze territoriali da definire.
Bari Via Piccinni, 164 (Bari, Foggia).
Bergamo Via G. Paglia, 40 (Bergamo)
Biella Via V. Cerruti, 7 (Aosta, Vercelli, Novara).
Bologna Via Boldrini, 14 (Bologna, Modena, Ferrara).
Bolzano Via Orazio, 49 (Bolzano, Trento).
Brescia C.so Cavour, 15 (Brescia, Cremona, Mantova).
Cagliari Via Malta, 45 (Cagliari, Oristano).
Campobasso Via Nazario Sauro, 6 (Campobasso, Isernia).
Catania Largo dei Vespri, 19 (Catania, Enna, Messina,
Ragusa, Siracusa).
Catanzaro Via Francesco Spasari, 3 (Catanzaro, Reggio
Calabria, Cosenza).
Como Viale Giulio Cesare, 17 (Como, Sondrio, Varese).
Firenze Viale Gramsci, 19 (Firenze, Arezzo, Siena).
Forlì P.le della Vittoria, 12 (Forlì,
Ravenna).
Genova Piazza Brignole, 3 (Genova, Imperia, La Spezia,
Savona).
Livorno Via Grande, 129 (Livorno, Grosseto, Pisa).
Lucca Via Bonamici, 9 (Lucca, Massa Carrara, Pistoia).
Milano Via Mangiagalli, 3 (Milano, Pavia).
Napoli Via Chiatamone, 33 (Napoli, Avellino, Benevento,
Caserta, Salerno).
Padova Via Berchet, 9 (Padova, Rovigo, Vicenza).
Palermo Via M. Stabile, 9 (Palermo, Agrigento, Caltanissetta,
Trapani).
Piacenza Via Taverna, 273 (Piacenza, Parma, Reggio Emilia).
Pescara Corso V. Emanuele II, 10 (Pescara, Chieti, L'Aquila,
Teramo).
Potenza Via F. Baracca, 17 (Potenza, Matera).
Roma Via Bargoni, 8 (Roma, Frosinone, Latina, Rieti,
Viterbo).
Sassari Via Amendola, 82 (Sassari, Nuoro).
Taranto Via D'Aquino, 40 (Taranto, Brindisi, Lecce).
Terni Via Annio Floriano, 23 (Terni, Perugia)
Torino Corso Turati, 11 (Torino, Cuneo).
Treviso, sede e competenze territoriali da definire.
Udine Viale Ungheria, 32 (Udine, Pordenone, Gorizia,
Trieste).
Venezia Corso del Popolo, 133 (Venezia, Treviso Belluno).
Verona Via Luigia Poloni, 7 (Verona).
(Tra parentesi sono indicate le province di competenza di ogni dipartimento)
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