(G.U. 20-2-1992, n.42)
REGOLAMENTO RECANTE NORME SUI DISPOSITIVI DI SICUREZZA TERMICI
Articolo unico
1. I dispositivi di sicurezza termici atti ad interrompere
l'apporto di calore nei generatori di liquidi surriscaldati
diversi dall'acqua sono sottoposti alle verifiche e
prove tecniche contenute nelle regole tecniche allegate,
che fanno parte integrante del presente regolamento.
Le presenti disposizioni si applicano a partire dal
19 agosto 1992.
Allegato
REGOLE TECNICHE RIGUARDANTI I DISPOSITIVI DI SICUREZZA TERMICI ATTI AD INTERROMPERE L'APPORTO DI CALORE NEI GENERATORI E NEI RECIPIENTI DI LIQUIDI SURRISCALDATI DIVERSI DALL'ACQUA
1 CAMPO DI APPLICAZIONE
1.1. Le presenti regole tecniche si applicano ai dispositivi
di sicurezza termici atti ad interrompere l'apporto
di calore nei generatori e nei recipienti di liquidi
surriscaldati diversi dall'acqua, come definiti nel
decreto ministeriale 1-12-1975.
2 DEFINIZIONI
2.1. Sono definiti i seguenti termini:
- temperatura di blocco tb: valore massimo prefissato
della temperatura del liquido surriscaldato in corrispondenza
o al di sotto della quale il dispositivo deve interrompere
l'apporto di calore;
- campo di tolleranza: campo di temperatura indicato
dal costruttore entro il quale avviene l'intervento
di blocco del dispostivo, campo comprendente gli errori
di ripetibilità, di deriva termica e di precisione
di taratura;
- temperatura nominale di taratura tn: temperatura alla
quale è stato tarato il dispositivo di sicurezza
termico (valore indicato dal costruttore);
- temperatura di intervento ti: temperatura effettiva
di intervento del dispositivo nei limiti del campo
di tolleranza e comunque non superiore alla temperatura
di blocco tb;
- azione positiva: l'intervento deve verificarsi non
soltanto al raggiungimento di un determinato valore
della temperatura controllata, ma anche nel caso di
avaria dell'organo sensibile, degli organi di trasmissione
o della eventuale molla dell'organo finale di controllo;
- campo di omologazione: campo di temperatura, indicato
dal costruttore, entro il quale può essere fissata
la temperatura nominale di taratura tn.
3 CARATTERISTICHE GENERALI
3.1. Il dispositivo deve interrompere l'apporto di calore
al raggiungimento nel circuito di una predeterminata
temperatura ed è composto essenzialmente dai
seguenti organi:
a) elementi sensibili alla grandezza da controllare:
elementi sensibili alla temperatura del liquido surriscaldato,
completi della relativa guaina di alloggiamento;
b) organi che trasmettono le variazioni dell'elemento
sensibile all'organo finale di controllo: organi meccanici
di trasmissione delle variazioni rilevate dall'elemento
sensibile ovvero circuito contenente un fluido sensibile
alle variazioni di temperatura e capace di trasmettere
tali variazioni, con organi meccanici o con l'ausilio
di altro circuito, all'organo finale di controllo;
c) organo finale di controllo:
- otturatore di una valvola d'intercettazione, installata
sul tubo di afflusso del fluido combustibile, per i
generatori a fuoco diretto;
- interruttore dell'energia elettrica di alimentazione
per i generatori a riscaldamento elettrico;
- otturatore di una valvola d'intercettazione, installata
sul tubo di afflusso del fluido primario, per i generatori
costituiti da scambiatori di calore;
- otturatore di una valvola d'intercettazione, installata
sul tubo di afflusso del fluido termovettore, per gli
apparecchi utilizzatori.
L'organo finale di controllo può essere azionato
direttamente o tramite dispositivo di servoazionamento
ad azione positiva.
3.2. L'interruzione dell'apporto di calore deve avvenire
in funzione della sola temperatura del fluido riscaldato
indipendentemente dalla sua pressione, dalla pressione
e temperatura del fluido combustibile o riscaldante
e dalla temperatura ambiente.
3.3. Il dispositivo deve essere ad azione positiva.
Nel caso di avaria degli elementi sensibili alla temperatura
o degli organi di trasmissione o della eventuale molla
dell'organo finale, l'azione positiva deve verificarsi
prima che la temperatura del fluido riscaldato superi
la temperatura prefissata tb.
Espletata l'azione di interruzione, il dispositivo deve
essere riattivato soltanto con azione manuale.
3.4. Gli elementi sensibili alla temperatura devono
essere provvisti di guaina di alloggiamento realizzata
con materiale buon conduttore di calore e resistente
alla pressione di progetto del circuito del liquido
surriscaldato e comunque non inferiore a 10 bar.
3.5. L'intervento dell'organo finale di controllo deve
avvenire a temperatura compresa nel campo di tolleranza
dichiarato dal costruttore.
3.6. L'ampiezza del campo di tolleranza dichiarato dal
costruttore non deve essere superiore a 20oC. La temperatura
di blocco non deve superare la temperatura di progetto
del generatore o del recipiente.
4 CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE
4.1. Nella progettazione delle membrature del dispositivo
sottoposte a pressione o comunque ad altre sollecitazioni
si deve tener conto delle condizioni previste dall'art.1
del decreto ministeriale 21-11-1972 nonché,
per quanto riguarda i materiali impiegati, devono essere
soddisfatte le specificazioni tecniche applicative
del suddetto decreto.
4.2. Materiali non previsti nelle specificazioni sopracitate
potranno essere impiegati purché, da parte del
progettista, ne venga garantita l'idoneità alle
condizioni di progetto e di impiego.
4.3. Le molle impiegate devono essere costruite con
materiali idonei allo specifico uso classificato in
normative o tabelle, di riconosciuta validità
nazionale o internazionale e dimensionate secondo regime
di carico di tensione di cui alle rispettive normative.
4.4. Qualora gli organi che trasmettono le variazioni
dagli elementi sensibili all'organo finale di controllo
comprendano interruttori elettrici, questi ultimi,
oltre a rispondere alle normative CEI e CENELEC, dovranno
essere del tipo stagno.
5 MODALITA' DI ESECUZIONE DELLE VERIFICHE DI COSTRUZIONE
E DELLE PROVE DI FUNZIONALITA' E DI RIPETIBILITA'
5.1. Il costruttore del dispositivo o la ditta importatrice,
per ogni serie di dispositivi da sottoporre ad omologazione,
deve approntare cinque prototipi identici del dispositivo
da assoggettare alle verifiche ed alle prove sotto
specificate.
Una serie è costituita da dispositivi aventi
la stessa temperatura nominale di taratura o lo stesso
campo di omologazione, gli stessi elementi sensibili
alla temperatura, lo stesso organo di trasmissione
e lo stesso tipo di organo finale di controllo.
5.2. Qualora venga richiesta l'omologazione della serie
per l'intero campo di omologazione, le prove su prototipo
di cui al successivo paragrafo 7, dovranno essere effettuate
per tre temperature nominali di taratura, la minima,
la media e la massima del campo di omologazione stesso.
5.3. L'ISPESL provvede alla campionatura di tre prototipi
per ogni serie.
5.4. Le prove sono eseguite presso il laboratorio dell'ISPESL
od eventualmente presso il laboratorio riconosciuto
del costruttore o importatore, o di istituti riconosciuti
che offrono garanzie tecniche, professionali e di indipendenza
adeguate e soddisfacenti.
5.5. L'impianto di prova deve consentire il rilievo
delle caratteristiche del dispositivo nelle condizioni
di funzionamento, con il rispetto delle tolleranze
indicate.
6 VERIFICHE E PROVE SUI PROTOTIPI
6.1. Esame della documentazione sui materiali impiegati.
6.2. Controllo dimensionale da eseguirsi sui tre prototipi
scelti.
6.3. Prova di funzionalità sui prototipi scelti,
da eseguirsi come specificato al successivo punto 7.
6.4. Verifica meccanica del dispositivo, su un prototipo
a scelta da eseguirsi come specificato al successivo
punto 8.
6.5. Le prove eseguite presso il costruttore o importatore
devono essere effettuate alla presenza di operatori
dell'ISPESL o di esperti appartenenti ad un organismo
notificato dei Paesi CEE.
6.6. Qualora l'organo finale del dispositivo sia costituito
da una valvola d'intercettazione, dovrà essere
fornito il certificato di prova idraulica a 1,5 volte
la pressione massima d'impiego dichiarata dal costruttore.
6.7. Per quanto riguarda la produzione, le verifiche
di cui ai punti 6.2 e 6.6 da effettuarsi su ogni singolo
dispositivo, devono essere eseguite e certificate a
cura del costruttore.
7 ESECUZIONE DELLE PROVE DI FUNZIONALITA'
7.1. Dispositivi aventi come organo finale una valvola
d'intercettazione.
7.1.1. Al fine della verifica del funzionamento, la
valvola d'intercettazione del prototipo del dispositivo
viene applicata in serie ad un circuito alimentato
con acqua o con aria compressa a pressione regolabile
fino alla massima pressione indicata dal costruttore.
La presenza o meno del flusso attraverso la valvola,
controllata visivamente, o con idoneo strumento, consente
di constatare l'azione di blocco.
7.1.2. Alloggiati gli elementi sensibili, completi della
relativa guaina, in un bagno termostatico od altro
ambiente analogo, si effettuano le seguenti prove:
7.1.2.1. Dopo aver regolato la pressione del fluido
di prova di cui al punto 7.1.1. nella sezione di ingresso
della valvola ad un valore compreso tra il 50% e il
100% del valore massimo indicato dal costruttore, mantenendo
la temperatura ambiente e quella del fluido di prova
di cui al punto 7.1.1 che attraversa la valvola ad
un valore tra i 15o e i 30oC, mentre la temperatura
del bagno termostatico aumenta a partire da una temperatura
di 50oC inferiore alla temperatura nominale di taratura,
con velocità non superiore a 2oC per minuto
primo, si verifica che l'intervento di blocco avvenga
entro il campo di tolleranza della temperatura.
La prova viene ripetura cinque volte sullo stesso prototipo.
I cinque valori risultanti di ti devono essere contenuti
in una fascia pari al 40% dell'ampiezza del campo di
tolleranza. La media aritmetica degli stessi costituisce
la temperatura tim che non deve discostarsi da tn di
oltre il 40% del campo di tolleranza.
7.1.2.2. Le prove di cui al punto 7.1.2.1 vengono ripetute
dopo aver azzerato la pressione di alimentazione nel
circuito della valvola (ovvero disinserendo la valvola
dal circuito). Il nuovo valore tn di oltre il 40% dell'ampiezza
del campo di tolleranza.
7.1.2.3. Dopo aver riscontrato l'esito positivo delle
prove di cui ai punti 7.1.2.1 e 7.1.2.2 e cioè
che l'intervento del dispositivo è indipendente
dalla pressione del fluido primario, le prove di cui
ai punti successivi possono, per semplicità,
essere effettuate sempre con il corpo valvola disinserito
dal relativo circuito.
7.1.2.4. L'indipendenza dell'intervento di blocco dalla
temperatura ambiente e dagli effetti della temperatura
del fluido combustibile o riscaldante viene verificata
con la seguente modalità: messo il dispositivo,
ad eccezione degli elementi sensibili, in ambiente
a temperatura regolabile, le prove di cui al punto
7.1.2.2 vengono ripetute dopo aver regolato la temperatura
ambiente ad un valore di 60oC +/- 2oC. I cinque valori
risultanti devono essere compresi nel campo di tolleranza
dichiarato dal costruttore.
7.1.2.5. Dopo aver ripristinato il valore della temperatura
ambiente tra i 15o e i 30oC, mentre la temperatura
del bagno termostatico aumenta con velocità
di 4oC +/- 1, si deve verificare che l'intervento di
blocco avvenga ad una temperatura di valore minore
o uguale a tb.
La verifica di cui sopra si ripete cinque volte sullo
stesso prototipo.
7.1.2.6. Dopo esposizione degli elementi sensibili per
un periodo di un'ora a temperatura superiore del 15%
a quella di taratura nominale, si ripete la prova di
cui al punto 7.1.2.2. Il nuovo valore medio di temperatura
di intervento non deve discostarsi da tn di oltre il
40% dell'ampiezza del campo di tolleranza.
7.1.3. Verifica della sicurezza positiva a temperatura
ambiente: si simula l'avaria dell'eventuale circuito
ausiliario di trasmissione a pressione di fluido o
elettrico e si verifica che avvenga l'intervento di
blocco, operando come segue: dopo aver ripristinato
il circuito ausiliario:
- si lima un tubo capillare (o una parte qualunque del
sistema sensibile alla temperatura) sino quasi a raggiungere
la cavità interna;
- si spazza in questo punto il tubo capillare e si verifica
che avvenga l'intervento di blocco;
- si verifica l'impossibilità di riportare l'otturatore
in posizione di apertura.
7.2. Dispositivi aventi come organo finale un interruttore
dell'energia elettrica di alimentazione.
7.2.1. Al fine della verifica del funzionamento, l'interruttore
del prototipo viene inserito in un circuito elettrico.
L'interruzione del passaggio di corrente elettrica
nel circuito, rilevata con idoneo strumento, consente
di constatare l'azione di blocco.
7.2.2. Alloggiati gli elementi sensibili completi di
guaina in un bagno termostatico od altro ambiente analogo,
si effettuano le seguenti prove:
7.2.2.1. Dopo aver alimentato il circuito elettrico
con un'idonea corrente, mantenendo la temperatura ambiente
ad un valore compreso fra 15o e 30oC, mentre la temperatura
del bagno termostatico aumenta, a partire da una temperatura
di 50oC inferiore alla temperatura nominale di taratura,
con velocità non superiore a 2oC per minuto
primo, si verifica che l'intervento di blocco avvenga
entro il campo di tolleranza della temperatura.
La prova viene ripetuta cinque volte sullo stesso prototipo.
I cinque valori risultanti di ti devono essere contenuti
in una fascia pari al 40% dell'ampiezza del campo di
tolleranza. La media aritmetica degli stessi costituisce
la temperatura tim che non deve discostarsi da tn di
oltre il 40% del campo di tolleranza.
7.2.2.2. Dopo aver riscontrato l'esito positivo della
prova di cui al punto 7.2.2.1, le prove di cui ai punti
successivi possono, per semplicità, essere effettuate
sempre con l'interruttore disinserito dal relativo
circuito.
7.2.2.3. L'indipendenza dell'intervento di blocco della
temperatura ambiente, viene verificato con le seguenti
modalità: messo il dispositivo, ad eccezione
degli elementi sensibili, in ambiente a temperatura
regolabile, le prove di cui al punto 7.2.2.1 vengono
ripetute dopo aver regolato la temperatura ambiente
ad un valore di 60o +/- 2oC. I cinque valori risultanti
devono essere compresi nel campo di tolleranza dichiarato
dal costruttore.
7.2.2.4. Dopo aver ripristinato il valore della temperatura
ambiente tra i 15o e i 30oC, mentre la temperatura
del bagno termostatico aumenta con velocità
di 4oC +/- 1, si deve verificare che l'intervento di
blocco avvenga ad una temperatura di valore minore
o uguale a tb.
La verifica di cui sopra si ripete cinque volte sullo
stesso prototipo.
7.2.2.5. Dopo esposizione degli elementi sensibili per
un periodo di un'ora a temperatura superiore del 15%
a quella di taratura nominale, si ripete la prova di
cui al punto 7.2.2.1.
Il nuovo valore medio di temperatura di intervento non
deve discostarsi da tn di oltre il 40% dell'ampiezza
del campo di tolleranza.
7.2.3. Verifica della sicurezza positiva a temperatura
ambiente: la verifica viene effettuata come indicato
al punto 7.1.3.
7.3. Qualora uno dei prototipi del dispositivo scelto
per le prove non soddisfi le condizioni imposte, è
consentita la riprova su altri due esemplari.
8 VERIFICA MECCANICA DEL DISPOSITIVO
8.1. La costruzione del dispositivo deve garantire il
permanere delle caratteristiche meccaniche anche a
seguito di un congruo numero di interventi ripetitivi
da eseguirsi in sede di omologazione del prototipo,
alla fine dei quali verrà constatata la integrità
dei meccanismi.
Il numero degli interventi verrà proposto dal
costruttore e approvato dall'ISPESL in sede di approvazione
del progetto.
8.2. Le prove di cui al punto 8.1 dovranno essere effettuate
su uno dei prototipi già sottoposti alle prove
di funzionalità.
9 CERTIFICAZIONI E CONTROLLI
9.1. Dopo l'esito favorevole delle verifiche e delle
prove eseguite sui prototipi, l'ISPESL o altro organismo
notificato dai Paesi CEE rilascia l'attestato di omologazione
del dispositivo.
9.2. L'ISPESL o altro organismo di cui al punto 9.1,
che ha rilasciato l'attestato di omologazione, si riserva
la facoltà di eseguire accertamenti, anche senza
preavviso, sulla produzione corrente per verificare
la rispondenza della produzione di serie dei dispositivi
al modello omologato.
9.3. In ogni caso, le prove di cui ai punti 6, 7 e 8
devono essere ripetute ogni cinque anni.
10 INDICAZIONI DEL COSTRUTTORE
10.1. Su ogni singolo dispositivo devono essere riportati
i seguenti dati:
1) sigla di identificazione del costruttore;
2) sigla di identificazione del modello del dispositivo;
3) temperatura nominale di taratura tn.
10.2. Ogni dispositivo deve essere accompagnato dal
certificato del costruttore che deve contenere i seguenti
dati:
1) elementi di identificazione del dispositivo;
2) temperatura nominale tn;
3) campo di tolleranza;
4) dichiarazione del costruttore dell'avvenuta verifica
al banco del valore della temperatura nominale di taratura
tn per ogni esemplare posto in commercio, identificabile
con gli elementi di cui al punto 10.1;
5) dichiarazione e data di prova idraulica, su ogni
valvola, a 1,5 volte la pressione massima di impiego;
6) istruzioni per l'installazione, l'uso e la manutenzione.
11 DOCUMENTAZIONE DA PRESENTARE PER LA RICHIESTA DI
OMOLOGAZIONE DEL DISPOSITIVO
11.1. All'atto della richiesta di omologazione, il costruttore
o la ditta importatrice deve presentare all'ISPESL
o altro organismo notificato dei Paesi CEE domanda
corredata dalla seguente documentazione in triplice
copia:
a) disegno costruttivo del dispositivo;
b) relazione tecnica esplicativa del funzionamento del
dispositivo;
c) dichiarazione relativa alle caratteristiche costruttive
del dispositivo di cui al punto 4;
d) schema e relazione tecnica esplicativa dell'eventuale
impianto di prova presso il costruttore.
12. Tutta la documentazione deve essere firmata dal
progettista regolarmente iscritto all'albo professionale,
secondo le vigenti disposizioni di legge. Ai fini del
presente decreto sono riconosciuti e ammessi i prodotti
in oggetto legalmente fabbricati e commercializzati
in altro Stato membro della Comunità Europea,
che garantiscono un livello di sicurezza equivalente
a quello garantito sulla base delle disposizioni, specifiche
tecniche e standards previsti dalla normativa italiana
in materia.
Nel caso di dispositivi importati da altri Stati membri
della CEE, la relativa documentazione può essere
firmata dal fabbricante o da un tecnico abilitato secondo
la normativa vigente nel Paese di origine del prodotto.
(c) 1996 Note's