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Arhitectura



"Arhitectura"
Rivista dell'Unione degli Architetti Rumeni"
n.28, ottobre 2004
Bucarest (Romania)




L'ARCHITETTURA VISTA DA BUCAREST. La Romania dei primi anni 2000 è sicuramente uno dei più interessanti e sorprendenti Paesi europei. Dopo il disorientamento e la quasi sonnolenza economica che hanno seguito la dissoluzione del regime di Ceausescu, il paese inizia a svilupparsi in modo sempre più esplosivo. Non è per niente questo un processo liscio e c'è ancora una lunga strada da percorrere, però i segni sono ineccepibili. Anche se le differenze sono notevoli, si possono paragonare gli anni 2000 dei rumeni con gli anni '50 o '60 degli italiani; la stessa ondata di costruzione nuova, le stesse energie, ed anche gli stessi errori, fattori che tutti insieme cambiano il volto del Paese.

Gli architetti rumeni hanno storicamente percepito se stessi come un canale di collegamento fra la cultura rumena ed il resto della cultura europea -anche quando confrontati con la chiusura dell'ermetico regime comunista ieri o con le esigenze economiche durissime del capitalismo in nascita di oggi. Perciò hanno tenuto da sempre gli occhi aperti, per abbracciare senza riserve le tendenze d'altrove oppure per restare critici e promuovere un'architettura basata più strettamente sulla cultura locale. La pubblicistica rumena d'architettura riflette questa apertura in modi differenti, ed il risultato è che offre una assai ricca panoramica. Alle riviste d'architettura, Arhitectura, Arhitext ed Igloo, si aggiungono la rivista d'arte Idea che scopre regolarmente soggetti d'architettura ed urbanesimo, ed i soliti magazines dedicati alla casa ed agli interni.


Palazzo residenziale in via Stefan cel Mare, Bucarest. Costruito alla fine degli anni '60 (fotografia di Iosif Kiraly, Arhitectura, 21, febbraio 2004).

Arhitectura, rivista dell'Unione degli Architetti Rumeni, è oggi quasi centenaria -la sua prima apparizione risale all'anno 1906. Dopo una storia agitata che ha riflesso in grande misura la storia della professione stessa nella Romania del Novecento, la rivista rinasce nel 2000 sotto la direzione della giovane squadra di Constantin Goagea, Cosmina Goagea e Stefan Ghenciulescu. Cosa trovi dunque oggi nelle pagine di Arhitectura? Ovviamente molta architettura contemporanea rumena. Molta architettura contemporanea internazionale. Ed uno sguardo sveglio per analizzarla.

L'architettura contemporanea rumena non è rappresentata nella sua totalità. Anche la Romania soffre della sindrome dell'architettura senza architetti –visti troppe volte solo come necessità burocratica e rimpiazzati troppe volte dai geometri o semplicemente dai loro clienti. E come dappertutto, anche quando gli architetti ci sono, la loro presenza non è per forza una garanzia di qualità. Troppi edifici costruiti oggi hanno poco valore come architettura in sé. Ma Arhitectura si occupa dei progetti che cercano un valore intrinseco, collegato al proprio tempo, nell'architettura. Uno dopo l'altro gli edifici di fattura moderna che si costruiscono in Romania appaiono anche nelle pagine della rivista. Ci sono progetti di varie qualità; quelli che riprendono la tipologia basata sul muro/cortina e la replicano con più o con meno immaginazione dappertutto. Quelli che continuano l'esperienza modernista degli anni '30, che in Romania ha prodotto edifici di grande qualità e che resta fino ai nostri giorni un riferimento per gli architetti rumeni. Accanto a loro, ci sono progetti minimalisti, specialmente d'interni, spesso ricavati negli ambienti di edifici storici.

[21nov2004]
 
Edificio nella Piata Revolutiei, Bucarest 2003. Architetti Zeno Bogdanescu e Dan Marin (fotografia degli architetti. Arhitectura, 21, febbraio 2004).

Forse una delle più emblematiche costruzioni degli ultimi anni a Bucarest è l'edificio di uffici realizzato dagli architetti Zeno Bogdanescu e Dan Marin (nella foto) nel centro della città, proprio sul sito dell'unica, veramente feroce, battaglia della rivoluzione rumena del 1989. Solo i muri di una vecchia e graziosa villa di fine Ottocento sono sopravvissuti. Sopra di loro sorge, oggi, semplicemente un parallelepipedo trasparente di vetro. Il passato non è ignorato e non è demolito. Ma il futuro è già qui.

 




La rivista è pero ineguale quando si tratta di pensare invece progetti individuali riguardanti lo spazio urbano contemporaneo in Romania. Spazio estremamente interessante, risultato del forte contrasto tra forze divergenti. Una modernità nascente e spesso eccessiva si confronta con un passato industriale recente che ha lasciato sopratutto delle macerie e con un modo artigianale di fare le cose, con le radici nell'anziana cultura di paese, ancora sopravvissuta. Ci risulta la dinamica affascinante d'un intero Paese che sembra cambiare letteralmente di giorno in giorno.

Arhitectura ha un posto d'osservazione privilegiato, nello spazio e nel tempo, per studiare questo processo singolare di trasformazione, ma lo fa solo ogni tanto. Come per esempio nell'eccellente numero (21/2004) dedicato alla mostra Emotional Architecture ed al seminario Short breath. Experiencing Architecture in Times of Displacement (Bucarest, dicembre 2003). Intravediamo qui, tramite gli articoli, il vero ritratto di Bucarest: con le sue periferie, quelle recentissime dei nouveaux riches e quelle ben più anziane, le mahala, spazi intermediari tra campagna e città. Con i suoi quartieri di blocuri, palazzi residenziali costruiti nel dopoguerra in un denso anello intorno al centro storico, e che oggi sono la casa per tre quarti della popolazione della città. E con la zona più vecchia del centro storico, pittoresca e fragile, vicina alla ferita urbana lasciata dall'intervento brutale di Ceausescu negli anni '80.

Ma la cosa che dà ad Arhitectura un posto particolare nel panorama della pubblicistica d'architettura è la sua sezione d'architettura internazionale. E' una sezione forte perché la rivista guarda in profondità e con interesse ai progetti di tutto il mondo. Con un focus orientato però verso l'occidente europeo; riflettendo forse il ruolo di modello culturale che questo ha ancora. La rivista constata tramite un'editoriale di Stefan Ghenciulescu (19/2003) che 'il regionalismo critico non è più quello di una volta'. E si dichiara dunque ancora più contenta quando ritrova della solidità, freschezza ed energia nelle scuole regionali. La conseguenza sono dei numeri dedicati alla Spagna, all'America Latina o alla Svizzera. Sono dei dossier inediti perché fatti con lo sguardo dell'insider e con la prospettiva dell'accademico. La rivista inizia con un'analisi del contesto dell'architettura locale, e continua con una vista da dentro il mondo professionale odierno dei paesi stessi. E allora puoi trovare, nelle pagine di Arhitectura, non solo i soliti progetti delle stars, ma anche progetti di alta qualità che vedi sfortunatamente meno spesso altrove. Come quelli degli architetti spagnoli Beltrán-Fernández-Perna e Mario Corea, del giaponese Hisakazu Nakahigashi o degli svizzeri Gion A. Caminada e Bearth-Deplazes.

Come è normale per una rivista d'architettura, Arhitectura è una costruzione in perpetuo cantiere. Con tutte le sue imperfezioni, la panoramica che la rivista offre si allarga e diventa più complessa da un numero all'altro. C'è, a Bucarest, un occhio interessato e sveglio che scruta l'architettura contemporanea.

Stefan Davidovici
stefan@isdstudio.com
 

la pagina riviste è curata da
Matteo Agnoletto. per proporre
o recensire pubblicazioni scrivete a
agnoletto@architettura.it


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