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A10



"A10"
New European Architecture
n. 1, dicembre/gennaio 2004/2005
Olanda



«A10» è il nome della nuova rivista olandese di architettura diretta da Hans Ibelings. L'11 novembre a Rotterdam è iniziato, da parte del suo curatore, un impegnativo ciclo di incontri di presentazione con architetti-progettisti e critici, che sta proseguendo in diversi paesi (a Roma, ad esempio, ha avuto luogo il 14 dicembre alla Casa dell'Architettura), per mettere in luce le finalità dell'iniziativa e l'originalità del taglio editoriale. Il suo dichiarato intento è, infatti, quello di rappresentare la cultura europea; indicando con questo, un territorio non necessariamente coincidente con quello geografico, ma estremamente ampio, complesso e multilingue, con storie, culture, economie e quant'altro, ancora molto distanti tra loro. L'architettura, come la pittura, la musica, il balletto, ed altre forme espressive che non fanno uso della parola, potrebbe essere il tramite giusto per cominciare a stabilire un nesso comune, un modo unitario di sentire e trasmettere le proprie comuni sensazioni.

Ma la scelta dell'Europa per Ibelings è anche l'individuazione di un campo d'interesse da indagare, e da stimolare, in quanto egli vede in essa un ambito, ideale e reale, ancora non totalmente esplorato, da cui poter cogliere indicazioni utili per uscire dalla situazione di stallo della attuale ricerca architettonica. Non a caso, nel suo recente scritto L'architettura olandese all'inizio del XXI secolo. Cinque ingredienti per un worst case scenario, egli afferma: "Difficile [...] sfuggire alla conclusione che la stagione d'oro è ormai terminata e, seppure l'attenzione dei media durerà ancora un po', date le circostanze sembra più che logico che anche la carovana di critici e architetti vada oltre in cerca di un Paese, una regione o una città che promette di essere l'hottest place to be, dove accade ciò che conta. Negli ultimi due decenni questo fenomeno si è verificato continuamente e l'attenzione dei media si è spostata a zig-zag per l'Europa, dalla Spagna alla metà degli anni Ottanta, attraverso la Svizzera al principio degli anni Novanta, verso l'Olanda nella seconda metà dello stesso decennio. Dall'andamento del movimento è possibile forse estrapolare la prossima meta da qualche parte in Scandinavia, può darsi però che i riflettori vengano puntati su tutt'altra zona, come non è da escludere che nessun luogo in Europa arrivi a stare al centro dell'attenzione". (1)



Come si legge nell'editoriale (firmato da Ibelings e Arjan Groot), "senza nessuna falsa modestia o euro-chauvinism, l'Europa può giustamente essere considerata il continente con una quantità diffusa di architettura di livello ragguardevolmente alto. E non solo nelle grandi città e nelle aree urbanizzate, ma anche nei luoghi più diversi centrali, o periferici".
La produzione architettonica dei paesi che compongono questa nuova Europa, tuttavia, al momento è fortemente differenziata e dislocata in diverse aree, a causa di molteplici ragioni che, in buona parte, trovano una loro diretta corrispondenza nelle tragiche vicende storiche dello scorso secolo.

[16dec2004]






Tuttavia, si moltiplicano le offerte in cui gli architetti europei sono chiamati ad intervenire, e questo continuo scambio di esperienze, di modalità operative, di tradizioni culturali, di incroci di punti di vista differenti sul presente non potrà che innescare un "circolo virtuoso" la cui azione porterà a dei gradi di sviluppo più omogeneo e diffuso su tutto il vasto territorio: dalla Finlandia, all'Estonia, alla Russia, e dall'Italia, alla Francia, alla Spagna. Secondo tale ottica, l'attenzione della rivista non sarà essenzialmente rivolta alla produzione dello star system, (come attualmente avviene in gran parte delle riviste nazionali o internazionali più note), quanto, piuttosto, alle giovani figure di progettisti e ai fermenti di ricerca ancora poco noti (o fino ad ora trascurati) che si stanno sviluppando del territorio europeo. E questo, attraverso uno screening sistematicamente attuato tramite l'importante apporto critico delle figure dei corrispondenti distribuite in ogni paese.

La rivista è strutturata secondo sei rubriche che hanno il fine di fare emergere, attraverso la molteplicità delle occasioni d'intervento che registrano, la pluralità dei linguaggi.
On the spot, presenta l'attualità; prende l'avvio con il Museum MARTa di Frank Gehry ad Herford (Germania), ma poi subito ritorna nel binario programmatico di notizie, eventi, mostre, edifici, più vicino alla volontà espressa di disegnare un panorama architettonico più originale.
Star, illustra progetti concorsuali, o in via di realizzazione.
Interview, è un'occasione per aprire uno spazio d'approfondimento su una personalità di progettista, o su un gruppo di progettazione, come lo studio londinese Fat (nella figura dell'intervistato Sam Jacob) che si caratterizza per il rapporto 'critico' che sviluppa nei confronti del 'modernismo', attraverso una progettazione che trae la sua essenza dalla 'fusione' delle molteplici sfaccettature in cui si manifesta la cultura contemporanea.
Ready, si dedica ad edifici di recente realizzazione, cercando di individuare apporti di novità pur all'interno di tendenze consolidate.
Eurovision, presenta alcuni interni italiani illustrati da Mirko Zardini alla recente Biennale veneziana, e una lettura di Luigi Prestinenza Puglisi della produzione siciliana della costa orientale.
Instant history, infine, è un flash su un'opera di particolare intensità e originalità; in questo caso la torre barcellonese Agabar di Jean Nouvel, che è vista in costruzione, unitamente alle contraddittorie presenze che fanno parte del contesto e che pongono l'oggetto in una sorta di cortocircuito concettuale.

Michele Costanzo
costmic@libero.it
 
    NOTA

1. Hans Ibelings, L'architettura olandese all'inizio del XXI secolo. Cinque ingredienti per un worst case scenario, in Michele Costanzo e Hans Ibelings (a cura di), Dutch Touch. Sulla seconda modernità in Olanda, Kappa, Roma 2004, p. 23.
   
       

la pagina riviste è curata da
Matteo Agnoletto. per proporre
o recensire pubblicazioni scrivete a
agnoletto@architettura.it


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