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Anfione e Zeto





Anfione e Zeto
Rivista semestrale di architettura ed arti
numero 14
gennaio-maggio 2002



Fondata nel 1988, "Anfione e Zeto" ha al centro della propria riflessione teorica e critica quanto viene realizzato nell'ambito dell'architettura contemporanea. Composta in un equilibrio calibrato di documentazione iconografica e testi scritti,"Anfione e Zeto" ha una struttura che la rende meno effimera di una rivista e più agile di un libro. La rivista nasce dall'esigenza di presentare un'opera di architettura nel modo più completo e più chiaro possibile, mostrando il processo che porta alla sua realizzazione (disegni tecnici dettagliati e fasi costruttive di cantiere). Essendo poi l'opera un complesso fenomeno artistico, si presenta nel suo "farsi", costituito da due percorsi distinti ma necessariamente compresenti: quello che porta dal "creatore" all'opera, e quello che porta dall'opera al fruitore/lettore.

[07jul2002]
  L'autore stesso illustra il primo percorso. Il secondo percorso, dall'opera al fruitore, che molto di frequente si identifica con la critica interpretativa dell'opera stessa, viene illustrato da un critico, il quale, entrando nella complessità dell'opera, ne analizza l'intima struttura. Contemporaneamente si studiano le "tecniche" costituenti l'opera, individuandone alcune emergenti ed evidenziandone le caratteristiche fondamentali. L'opera viene mostrata come fatto autonomo, momento intermedio tra i due percorsi. L'opera di architettura diventa quindi importante occasione di dettagliate analisi sia tecniche che linguistiche sulla sua essenza.

La rivista è divisa in due parti che testimoniano la complessità del fare architettonico e le sue molteplici e necessarie relazioni:
- la prima, denominata Opera, dedicata all'opera architettonica, è costituita da varie sezioni che ne analizzano la consistenza e la contestualizzano; la sezione centrale, Theorein, è la parte tematica, che sviluppa una riflessione teorica, autonoma e rigorosa attorno a una parola, provocata dall'opera architettonica, isolata e interrogata nel suo stesso statuto di possibilità originante;
- la seconda, denominata Varietà, è luogo d'incontro e di scontro tra diversi saperi e pratiche, libero da coerenze troppo asfissianti, che non teme di accostare tra loro mondi apparentemente lontani.

Intermezzo, benjaminiana costellazione di eventi e frammenti, crocicchio di strade che qui s'incontrano ma anche si dipartono, costituisce un momento di riflessione aperta a ospitare, su uno stesso piano e con gli stessi diritti, progetti di architettura, opere prime, arti, interviste, libri, mostre, concorsi, prodotti di industrial design, musica contemporanea, sofisticati rilievi e analisi del degrado del patrimonio architettonico e monumentale esistente; privilegiando soprattutto quei luoghi in cui questi differenti linguaggi dialogano tra loro, pur parlando una propria lingua.

SUL TITOLO. Anfione e Zeto (i dioscuri tebani) sono stati scelti come fortemente rappresentativi della dimensione dell'architettura essendo due aspetti diversi e non contrastanti di una stessa realtà. Valery li ha fusi in un'unica figura (Amphion) privilegiando la parte poetica, creativa dell'architettura e lo ha trasformato in melodramma. "Ho scritto dunque Anfione e l'ho chiamato melodramma…L'azione, limitata com'è, dev'essere subordinata alla sostanza significativa e poetica di ciascuno dei suoi momenti. Anfione, uomo, riceve da Apollo la lira. La musica nasce sotto le sue dita. Al suono della musica nascente le pietre si muovono, si uniscono: l'architettura è creata".

Questa immagine ha grande fascino, ed incanta, anche se chi opera in architettura conosce la "fatica" che lo spostamento reale comporta. Ecco perché si è ripristinata la figura di Zeto, colui che fatica portando le pietre sulle spalle, colui che ricorda l'ancoraggio alla terra, la struttura, le tecniche. Anfione e Zeto rivista rappresenterà l'opera dando risalto all'unicità dell'operazione architettonica, al suo farsi, al passaggio da una dimensione di naturalità ordinata ad un'altra di ordine innaturale, ma armonico, equilibrato, che che si presenta comunque come modificazione violenta di uno status quo. 

"Anfione e Zeto" si rivolge ad un pubblico ampio e qualificato composto da architetti professionisti e professori universitari, studenti di architettura, amministratori e funzionari di enti locali e regionali investiti di problemi urbanistici e di edilizia pubblica, imprese di settore, sia edili che di arredamento d'interni. All'alto profilo culturale della rivista corrisponde un selezionato target di lettori ed utenti. Si ritiene questa pubblicazione di grande utilità per l'apprendimento e l'esercizio della professione di architetto e per una conoscenza più approfondita del dibattito sui problemi inerenti l'estetica e i rapporti tra le arti.

Margherita Petranzan
anfione@protec.it

(Anfione e Zeto Editorial Staff)

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la pagina riviste è curata da
Matteo Agnoletto. per proporre
o recensire pubblicazioni scrivete a
agnoletto@architettura.it


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