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The Scenographer






The Scenographer
n.0
Italia Due
Roma, Italia, 2002
Euro 10

http://www.thescenographer.com 
L'incalzante macchina della comunicazione che si autoriproduce a velocità accelerate ha generato una nuova testata "the scenographer" un giornale internazionale di produzione & costume-design…

Una rivista internazionale dedicata alla scenografia cinematografica, televisiva, teatrale e musicale...

Un numero zero interessante, con l'apertura di Andrea Crisanti (Presidente dell'Associazione Italiana Scenografi Costumisti-Arredatori) che sottolinea la costruzione di "un luogo" di documentazione e di ricerca scientifica e di "restituzione critica" del patrimonio artistico che guarda al presente ed al futuro, un luogo di scambio del sapere.

[16may2002]




Una rivista che vuol far conoscere un mondo del dietro le quinte, la grande fabbrica della rappresentazione. Una rivista che vuole parlare dei costruttori dei sogni.





Mi sembra interessante questa apertura accanto a testate già consolidate come Sipario, Scena…

O altre ancora più specialistiche di illuminotecnica legate alle nuove sperimentazione del modellare lo spazio tempo musicale con luci colori… se ne sentiva la necessità. Una necessità che corrisponde alle evoluzioni del concetto di spazio che va oltre lo stretto campo.

Del mondo teatrale… l'architettura per lo spettacolo ne diventa una disciplina sempre più identificabile con le dimensioni della flessibilità, dell'effimero e dei luoghi della festa o delle grandi occasioni come le esposizioni internazionali o altre manifestazioni dove si richiede addirittura all'intera città di rinnovare o predisporre l' immagine e l'immaginario ad un evento.





Non a caso su questa traccia in modo pionieristico hanno già segnato il piccolo sentiero webzine come mvs (si veda il link http://www.geocities.com/mvsscenografia/) e il Master di Genova dove già convergono energie internazionali e nazionali (http://www.arch.unige.it/did/l3/master/masterw1.htm).

Pensiamo al lavoro dello Studio Azzurro, innovativo sensibile alle mutazioni delle azioni dell'osservatore che ne diviene attore dello spazio e della rappresentazione, o alle sperimentazioni sonore spaziali di un Liberovici, o le illusioni luminose degli Archiluce, o ed ancora alle performance, scorribande periferiche illuminanti degli Actiegroep…



Queste dimensioni del progetto che si legano in maniera stretta al virtuale e alle relazioni di connessione in rete dilatano lo scenario degli strumenti del comunicare che incidono la nuova definizione dello spazio. La relazione tra architettura e scena è sempre stata stretta, ne soviene l'autorevole presentazione di Vittorio Savi che accompagna il libro di Franz Prati & Luciana Rattazzi proprio su questo profilo di similitudine, d'interscambio e illusione delle sensazioni...ed ancora analogiche armonie di profondi scorci e vertiginosi vortici grotteschi d'interni, dove l'evento del quotidiano viene coronato dalla cornice olimpica scenografica, tutto questo nella tradizione.



Ma ritornando al corpo di presentazione in ottanta pagine patinate in grammatura novantacinque, con numerose illustrazione che accompagnano gli articoli ed interviste, si susseguono così : Lo swing di Cappellini e Licheri; Danilo Donati creatore di visioni; Ken Adam che conversa con Mara Memo (sociologa dai capelli viola); Grant Major sul progetto scenografico de la compagnia dell'anello; Andrea Crisanti & Sergio Ballo attorno ad "I vestiti nuovi dell'Imperatore"; Emanuela Trixie Zitkowsky; gli spazi del "Grande Fratello"; Cappellini e Licheri scenografi di "indovina chi viene a cena"; Paolo e Vittorio Taviani "resurrezione"; Gaetano Castelli e le soluzioni spaziali nell'impianto scenico della 52° edizione del festival di Sanremo; Giancarlo Sepi mette in scena la Carmen di Mérimée; comunicazione dei vincitori del concorso Bulgari 2002.
 






Un altro strumento che ci aggiornerà sui retroscena, sui trucchi e di tutto quel lavoro fatto in bozzetti, modelli e prove, che costituiscono il grande patrimonio, in parte raccolto in collezioni o biblioteche e musei, o fondi di teatri, ma in gran parte persi come oggetti, ma trattenuti nella memoria di chi lavora e ne feconda una narrazione quasi mitologica di sfumati fantasmi, ora con The scenographer i reperti si raccoglieranno come in un armadio a più stagioni così trattenendo le diverse storie virtuali della fabbrica dei sogni.

Brunetto De Batté
bdebatte@libero.it
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la pagina riviste è curata da
Matteo Agnoletto

per qualsiasi comunicazione
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