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luca poncellini



per chi vuole avere informazioni aggiornate e dettagliate su tutto quello che succede ogni settimana a londra (cinema, teatri, locali notturni, eventi speciali, eccetera) e' sufficiente recarsi in edicola e acquistare con un paio di sterline la rivista "Time Out". Qualsiasi cosa accada in citta', time out la segnala in anticipo.

http://www.timeout.com/london

sul numero uscito nell'ultima settimana di luglio 2002, nella sezione dedicata alle attivita' per i bambini, un riquadro colorato suggeriva di visitare una installazione temporanea collocata nel parco di mile end, nella semiperiferia orientale della citta'. 

http://www.mileendpark.co.uk

a londra, una gradevole giornata di sole e' gia' di per se' un'ottima ragione per concedersi una passeggiata in un parco. e se poi mile end dista una sola fermata di metropolitana da casa, allora viene naturale la curiosita' di andare a dare un'occhiata a questa attrazione per bambini segnalata da time out.

si esce dalla stazione della central line, si gira l'angolo, e dopo poche decine di metri ci si ritrova nel parco.

poco lontano, in una radura tra gli alberi, si intravede un grande parallelepipedo di plastica, lungo largo e non tanto alto, apparentemente costituito da tante bolle di plastica gonfiabile colorate e appiccicate le une alle altre. una transenna lo circonda, e non c'e' nessun bambino che ci giochi attorno.



l'ingresso, non troppo facile da trovare, e' una sottile fessura tagliata su uno dei rigonfiamenti agli angoli del parallelepipedo. Si entra aprendosi un varco tra i due lembi tesi del telo di plastica.


capita spesso che ci si emozioni forte per un film, un libro, un'opera d'arte, una fotografia, una canzone che ci tocca il cuore. spesso esistono dei luoghi o degli oggetti che vengono associati al ricordo di un'esperienza indimenticabile, di un'avventura, di una storia d'amore, e per questo motivo acquistano particolare valore emotivo o affettivo, oltre che quello estetico che magari posseggono gia' di per se'. questione soggettiva. personalmente, ogni volta che vedo un'immagine dello spremiagrumi disegnato da philippe starck ripenso a quello che erika teneva sullo scaffale in cucina a berlino e che, come erika, brillava al sole del mattino. chi di noi non ha una canzone da far suonare ininterrottamente a un juke-box?

a volte poi, capita che un luogo particolare, un'architettura, uno spazio, siano in grado di procurare emozioni altrettanto forti. in questi casi, non sempre si tratta di architettura con la a maiuscola, quella che vediamo sui libri o sulla carta patinata delle riviste: a volte e' sufficiente una sensazione, un momento, un contesto, uno stato d'animo.

ormai siamo talmente abituati a vivere nelle solite noiose prevedibili citta' senza qualita', che quando ci si imbatte in qualcosa che riesce a fornirci sensazioni inaspettate, all'emozione si aggiunge la sorpresa.
insomma, ritrovarsi profondamente emozionati da un luogo fa sempre un gran piacere.



non e' facile descrivere dreamspace a parole.
bisognerebbe andare a vederlo di persona e lasciarsi travolgere dai sensi.






l'interno e' come una grande grotta ipostila dalle forme ellittiche e sinuose, con colori incredibilmente intensi.
tutto lo spazio e' racchiuso da superfici curve di plastica. dal pavimento si sollevano dolcemente delle colonne morbide, che si restringono per poi dilatarsi nuovamente e fondersi con le forme del soffitto.
per ogni modulo, la superficie di plastica puo' assumere differenti colori: grigio, rosso, verde, giallo, blu.
il sole che batte sul soffitto accende questi colori con un'intensita' tale da essere quasi insostenibile per gli occhi.

la cadenza delle colonne forma una maglia regolare, modulare, a passo costante. lo spazio interno risulta essere una sequenza di celle ovoidali che si estendono in ogni direzione, una teoria di colonne e cupolette di diversi colori che sembrano quasi essere le navate di una cattedrale psichedelica. 

si puo' percorrere lo spazio camminando in lungo e in largo, seguendo viste prospettiche sempre sorprendenti, sequenze colorate mai uguali le une alle altre. ci si puo' sdraiare contro le superfici curve delle colonne, per lasciarsi saturare dall'atmosfera monocroma dei singoli settori. ci si puo' perdere vagando senza meta' tra le navate, sopraffatti dalla violenza quasi dolorosa dei colori e della luce.

dreamspace e' uno spazio onirico, dominato dalla luce, violento. e' un viaggio sensoriale ipercromatico dal sapore meravigliosamente psichedelico. e' un vero e proprio assalto ai sensi.



alcuni bambini giocano a nascondino tra le colonne. uno di essi indossa pantaloni e maglia blu. mentre il suo amico finisce la conta, lui si appiattisce contro la superficie di plastica di una delle bolle blu. l'intensita' dalla luce blu nell'ambiente e' tale che, anche guardando nella sua direzione, il piccoletto risulta completamente invisibile. l'amico non riesce proprio a stanarlo e si gira invano dall'altra parte.

due giovani, uno dei quali si chiama john e ha voglia di chiacchierare, si sono andati a sdraiare in un angolo totalmente immerso nella luce gialla. raccontano che prima di entrare, entrambi avevano inghiottito un francobollo intriso di lsd. vogliono rimanere in balia delle luci e dei colori, farsi trasportare lontano sulle onde delle allucinazioni psichedeliche. ma qualcuno e' preoccupato per loro e vuole interrompere il loro viaggio: "stanno li' dentro ormai da tre ore, quel ch'e' troppo e' troppo, fra un po' li' andiamo a prendere e li tiriamo fuori a forza".

time out non aveva torto: comunque la si affronti, qualsiasi eta' si abbia, una visita a dreamspace e' un'esperienza spaziale e sensoriale molto bella.



l'autore-progettista di questa struttura e' maurice agis, settantunenne artista inglese.
la versione di dreamspace installata al mile end park di londra nell'estate 2002 rappresenta l'ultimo passaggio di un lungo percorso di ricerca artistica e professionale iniziato alla meta degli anni '60.



http://www.dreamspace-agis.com


in fondo, dreamspace ci fa pensare alle atmosfere oniriche e psichedeliche degli anni '60 e'70 tratteggiate sulle copertine dei dischi e sui manifesti dei concerti di quel periodo, ci ricorda alcuni progetti degli archigram e soprattutto verner panton, e agli allestimenti spaziali che il designer danese aveva progettato e realizzato all'inizio degli anni '70.

http://www.panton.ch
http://www.panton.ch/design/room/r_d.htm
http://www.framemag.com


dal punto di vista tecnologico, dreamspace appartiene alla famiglia delle costruzioni pneumatiche.




e' parente dei palloncini e delle mongolfiere piuttosto che delle architetture di acciaio e cemento.

http://www.airairarchives.com
http://www.architects-of-air.com

dreamspace e' composto da 115 moduli di identica forma ovoidale, le cui superfici sono costituite da sottili teli di pvc colorati. le superfici dei moduli sono saldate le une alle altre lungo il loro perimetro in modo da formare uno spazio interno in cui i visitatori si possano muovere liberamente in ogni direzione tra le colonne. tali colonne rappresentano le linee di giunzione verticali lungo il perimetro dei moduli.

la struttura, di pianta quadrata, misura circa 25 metri per lato e ha un'altezza di circa sei metri.

sedici apparecchi collocati lungo il perimetro esterno pompano aria all'interno del volume. l'aria esercita una pressione sulle superfici leggere di pvc che permette di sostenere nella forma desiderata l'intera struttura. Al termine del periodo di esposizione, la struttura viene semplicemente sgonfiata, piegata e trasportata verso altre destinazioni con grande facilita'.

lo scarso spessore dei teli di pvc permette alla luce del sole di illuminare lo spazio interno per effetto di traslucenza, e la luminosita' interna varia a seconda dell'intensita' dell'irraggiamento solare. in caso di pioggia, la forma della struttura stessa fa scivolare l'acqua verso il terreno nello spazio interno delle colonne.

dreamspace e' senza dubbio una costruzione tecnologicamente semplice ed intelligente.

coniuga efficacemente la complessita' della forma con le esigenze funzionali di un'installazione temporanea all'aperto e la creazione di uno spazio interno a elevatissimo impatto emotivo. utilizza un solo materiale, il pvc, come involucro funzionale e sensoriale, e l'aria come elemento strutturale. si basa sulla ripetizione modulare e semplici tecniche di assemblaggio. e' leggera e facilmente trasportabile. e' un oggetto costruito con soluzioni semplici e funzionali, efficaci ed economiche.

[19nov2002]

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la sezione Simple tech
for a complex world
è curata da
Stefano Mirti
e Walter Aprile


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