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Milano senza confini Dieci fotografi europei leggono la città di Emanuele Piccardo Milano Senza Confini Spazio Oberdan Viale Vittorio Veneto, 2 Milano dal 14 marzo al 25 aprile 2000 orario tutti i giorni dalle ore 10/19.30 mar/gio ore 10/22-lunedì chiuso |
[08apr2000] |
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Peter Fischli+David Weiss |
Il 13 marzo
si è inaugurata presso lo Spazio Oberdan della Provincia di Milano un'interessante mostra
che raccoglie la lettura di dieci fotografi contemporanei, cinque italiani, Gabriele
Basilico, Vincenzo Castella, Paolo Gioli, Guido Guidi, Mimmo Jodice e cinque stranieri,
John Davies, Peter Fischli+David Weiss, Paul Graham, Thomas Struth e Manfred Willmann. Il
progetto rappresenta la parte conclusiva dell'Archivio dello Spazio, campagna fotografica,
durata dieci anni, sul territorio della provincia di Milano per documentare,attraverso lo
strumento fotografico, i beni architettonici e ambientali, seguito dalle catalogazioni e
rilevazioni dei beni da parte della Soprintendenza lombarda e dalla Facoltà di
Architettura di Milano. Sono stati coinvolti fotografi italiani della prima generazione,
"padri fondatori" della scuola del nuovo paesaggio italiano che ha avuto il suo
massimo rappresentante in Luigi Ghirri e molti giovani fotografi delle ultime generazioni;
Moreno Gentili, Luca Campigotto per citarne alcuni. Paolo Gioli |
Vincenzo Castella Thomas Struth |
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Guido Guidi |
Milano senza
confini vuole rendere omaggio alla città di Milano attraverso il contributo di autori
diversissimi tra loro. Si passa dalle graffiature sulla superficie cartacea di Paolo Gioli
alle stampe a contatto 20x25 di Guido Guidi al trittico di Peter Fischli e David Weiss
alle architetture rigorose di Gabriele Basilico. Le persone ritratte alla fermata
dell'autobus da Paul Graham che mette in luce un aspetto interessante del modo di
rappresentare una città, forse irrapresentabile come Milano, dove esiste un concetto di
centro molto definito, Piazza Duomo, San Babila, la Scala e un altrettanto forte e chiaro
concetto di periferia. Ogni autore ha cercato di leggere differenti aspetti della città
anche se l'impressione della riuscita dei lavori non è positiva. Indubbiamente
l'allestimento gioca un ruolo fondamentale laddove le immagini sono collocate in salette
"monografiche" dove è presente un solo autore si riesce a comprendere meglio il
significato dei lavori, è il caso di Paul Graham, o di Gabriele Basilico che rappresenta
se stesso con fotografie ineccepibili per rigore compositivo e formale, uguale a mille
altre sue opere, o anche Vincenzo Castella che presenta delle immagini decolorate al
computer che fanno ricordare le cartoline di inizio secolo dipinte a mano. Manfred
Willmann invece rappresenta il rapporto tra la città e il calcio dove l'uso del computer
permette l'inserimento di oggetti, scritte sui cartelloni pubblicitari. Interessanti sono
le immagini di John Davies che rappresenta dei luoghi periferici affiancandoli a frammenti
di strada evidenziando una texture, visione macroscopica avvicinata a quella microscopica
dell'asfalto presente nella zona rappresentata. |
Paul Graham |
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Manfred Willmann |
Il lavoro di
Mimmo Jodice non convince per l'esasperata ricerca, in qualunque luogo, di reperti
archeologici, anche qui rappresentati in quattro frammenti che non possono definire l'idea
di Milano che il fotografo partenopeo si è fatto. D'altro canto un'autore attento come
Guido Guidi, rimane invischiato nel tessuto urbano milanese dove è evidente
l'insofferenza a rappresentare un territorio opprimente .La scelta di mantenere una
tonalità cromatica delle stampe uniforme evidenzia che le sue immagini identificano il
carattere della città che noi vediamo grigia,inquinata, caotica. Molto diverso il duo
Fischli e Weiss che presentano un trittico di una veduta del duomo insufficiente a
definire la lettura della città. Anche Thomas Struth autore tedesco appartenente alla
scuola di Bernd e Hilla Becker presenta due gigantografie dell'esterno e dell'interno del
Duomo affiancate da tre immagini di prospettive centrali delle strade milanesi che, da
alcuni anni, alterna i paesaggi urbani alle opere d'arte in particolare i musei. |
Gabriele Basilico Mimmo Jodice |
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In generale,
sarebbe stata forse opportuna una più precisa individuazione dei lavori che avrebbero
potuto realizzare i fotografi coinvolti e probabilmente la scelta dei fotografi stessi,
per alcuni, non è stata molto appropriata. Ciò non toglie nulla all'operazione culturale
che ha suscitato notevole interesse sia negli addetti ai lavori ,architetti e urbanisti
,ma anche tra i milanesi. Essa rappresenta la parte conclusiva del più importante
progetto di campagna fotografica del nostro paese, l'"Archivio dello Spazio" che
ha avuto nell'Arch. Achille Sacconi della Provincia di Milano e in Roberta Valtorta i due
artefici principali supportati dal Settore Cultura della stessa Provincia che in dieci
anni, anche con i cambi di guida politica, ha saputo portare a compimento un progetto
così ambizioso. Emanuele Piccardo ema.piccardo@tin.it |
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Arch'it Mostre |
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