Sopralluoghi

Il "metodo Castiglioni"

di Annette Tosto



[24jun2001]
"Chi non è curioso non può fare questo mestiere", parola di Achille Castiglioni.

Uno tra i più straordinari protagonisti del design italiano, acuto osservatore e geniale inventore di forme. 83 anni, una lunga carriera coronata di successi, Castiglioni sembra non aver mai perso la grinta e la vivacità di spirito fanciullesco. A portare la sua firma c’è tutto un mondo di piccole e grandi realizzazioni che ci insegna il progetto come attenta e costante ricerca.


Foto di Davide Crippa.

Quell’approccio concretamente misurato che non esclude però ironia e allegria; quel mettersi sempre in discussione, sbagliare e ricominciare; quell’andare oltre, proiettandosi in avanti per capire i bisogni della gente; quel saper cogliere dall’essenziale il massimo del significato, giocando abilmente con i materiali e coniugando funzionalità ed estetica: Castiglioni è maestro attraverso le sue creazioni. Tra le sue lezioni più importanti il modo di intendere la modernità, che è "modernità dell’essere, del fare e del pensare".

Farsi interprete di un’epoca vuol dire viverla pienamente ma senza ossessioni, in maniera critica e riuscire insieme a dialogare con il passato e guardare al futuro. "Il buon design deve restare nel tempo, fino a consumarsi". È il tempo infatti che valuta e seleziona. Così non stupisce ritrovare fra gli oggetti che "restano" tanti progettati da Achille Castiglioni, spesso con la collaborazione dei fratelli Pier Giacomo e Livio. Oggetti legati alla quotidianità e ormai entrati a far parte dell’immaginario collettivo, che raccontano oggi una storia di cultura, costume e cambiamenti dell’abitare. Intuizioni originali e grandi dimostrazioni di gusto , nate con passione e realizzate con la cura per il dettaglio. Al lavoro dei Castiglioni l’Electa dedica ora una importante monografia.



24 maggio 2001: cronaca di una festa


Foto di Davide Crippa.
Milano celebra un grande del design. L’appuntamento in Triennale per presentare il volume di Sergio Polano (Castiglioni. Tutte le opere. 1938-2000, Electa, Milano, 2001) si rivela subito un’occasione di festa. Achille Castiglioni fa ingresso in sala ed è applauso. Tanti, soprattutto giovani, sono riuniti per omaggiare un maestro. Tra le file si scorge qualche noto volto del design. Alberto Bassi illustra i contenuti del libro, sottolineando l’ obiettivo di ricostruire una integrità dell’operare, una metodologia del fare che alle diverse scale conferma la sua validità. 

Tomàs Maldonado ricorda l’"ironia senza cinismo" di questo progettista lontano dalle mode e sempre concentrato sulla qualità del prodotto. Il suo esempio è lo spunto per alzare il tono su tutto quel filone della tendenza ad ogni costo in cui spesso il design rischia di rimanere intrappolato. Francesco Dal Co colloca Castiglioni in quell’etica della modernità che spinge l’ansia del progettare a cercare il senso delle cose. Parla di "attenzione del porgere" e fra i suoi gesti generosi e al contempo gentili ricorda le esperienze degli allestimenti espositivi, in cui si riscontra una matrice tipicamente italiana. Achille Castiglioni ringrazia per l’affetto e preferisce non aggiungere altro. È il suo design a parlare, ancora.

Annette Tosto
annette@luoghi.net





Sergio Polano
"Achille Castiglioni. Tutte le opere 1938-2000"
Electa
Italia 2001
pp478, €103,29

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