Sopralluoghi

Palladio a Vicenza

di Gabriele Toneguzzi




Andrea Palladio. Atlante delle Architetture

a cura di Guido Beltramini e Maurizio Gasparin
fotografie di Pino Guidolotti

sede:
Vicenza, palazzo Barbaran da Porto
Contrà Porti 11
5 Maggio 16 Settembre 2001

apertura:
da martedì a domenica, 10.00-18.00
ingresso:
interi Lit 10.000, ridotti 7.000

informazioni:
Centro Internazionale di Studi Andrea Palladio (CISA)
tel: 04 44 32 30 14
http://www.cisapalladio.org 

catalogo Marsilio-IRVV, in mostra Lit. 90.000




[30jul2001]

Palazzo della Ragione (Basilica), Vicenza. Foto di Pino Guidolotti.
Il CISA, Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, assieme alla Regione del Veneto ed all'Istituto Regionale per le Ville Venete, ha organizzato una mostra, a Vicenza, presso la propria sede, il palladiano palazzo Barbaran da Porto, del lavoro di documentazione che ha portato alla realizzazione dell'Atlante delle Architetture di Andrea Palladio. Una mostra in cui le foto la fanno da padrone quasi assoluto, affiancate dagli originali dei più importanti volumi palladiani prodotti sino all'Ottocento, arricchiti da una digressione: gli schizzi di viaggio vicentini di Le Corbusier eseguiti tra il '21 ed il '22. Completano il tutto sei pregevoli modelli in legno e porcellana realizzati in occasione dell'eccellente esposizione allestita da Franco Albini, in Basilica, durante gli scorsi anni Settanta.




Acqua, e di molta, n'è passata sotto i ponti dal tempo in cui –correvano gl'anni '50 del '900- la cappella di Villa Capra, la celeberrima Rotonda, era ottimamente utilizzata –fosse l'aere?- a stagionar salumi, come testimonia una nota, curiosa, efficace foto di Renato Cevese. Da lì partendo, pur coll'aiuto di quell'immagine, s'è faticato non poco per arrivare ad oggi, tempo in cui la tutela dell'imponente patrimonio palladiano sembra cosa scontata nel sentir più comune, sí come la consapevolezza del suo valore, concetto oramai talmente diffuso e radicato da apparire sommamente barboso.


Villa Cornaro, Piombino Dese, Padova. Foto di Pino Guidolotti.

Villa Barbaro a Maser, Treviso.
Foto di Pino Guidolotti.
Eppure, nonostante ciò, questo lascito porta con sé ancora molti problemi, tuttora irrisolti. Codeste fabbriche sembrano idrovore che prosciugano, in sola manutenzione, una quantità di liquidi tutt'affatto trascurabile. E non sempre tra i privati proprietari, indiscutibilmente benestanti, esistono magnati che abbiano un portafogli talmente robusto da fronteggiar le pingui spese procurategli da siffatte belle. Ecco quel che capita, ad esempio, a Villa Emo, Fanzolo di Vedelago, TV: il povero -si fa per dire- Marco Emo Capodilista, ultimo discendente diretto dei committenti di Palladio, è notizia recente, ha gettato la spugna ed alzato bandiera bianca mettendo in vendita la magione avita, sino ad ora sempre salda in mano alla famiglia.

Diverso quel che accade a Villa Zeno, Cessalto, TV: cattive condizioni generali, non è dato di sapere quando sarà finalmente assettata; la proprietà, 'asciutta' di fondi resiste, finché n'avrà la forza. Scenario differente a Villa Forni Cerato, Montecchio Precalcino, VI: struttura in pessimo stato di conservazione, ahilei occupata –per ingannare il tempo?- ad asilare saltuariamente -chissà, forse controvoglia- immigrati senza casa nella paziente attesa che sieno dipanate controversie legali d'attribuzione della proprietà.


Villa Foscari, Malcontenta, Venezia. Foto di Pino Guidolotti.

Chiesa del Redentore, Venezia. Foto di Pino Guidolotti.
Terminando quest'esemplificare, non posso non segnalare lo stato di grave sofferenza in cui versano interessanti embrioni, imbastiture di quelle che avrebbero dovuto essere altre costruzioni palladiane, brandelli giacenti perlopiù in condizioni precarie, come i frammenti di villa Trissino, Meledo, VI, od i rocchi di colonna di villa Porto, Molina di Malo, VI. Trattasi pur sempre di reperti grandemente importanti, se non altro, per gli studiosi.

Tuttavia, fra i guasti subiti da tante di queste gioie, i peggiori, a mio avviso, sono quelli, pressoché irreparabili, patiti dal paesaggio circostante i manufatti, dal cupio dissolvi del forsennato costruire. Sempre e comunque. Un caso, per tutti: villa Cornaro, Piombino Dese, PD, ha avuto mutilato il brolo a nord, ridotto ad uno scampolo, ed è stata letteralmente asfissiata, non molto a ritroso nel tempo, da fabbricati appiccicatigli a ridosso.

Speranza futura, confido non vana, è si tragga utile esperienza dal passato. Prossimo e remoto. Tra mille pavide scuse, almeno non potremo invocare la più crassa ignoranza. 

Gabriele Toneguzzi
g.toneguzzi@nettuno.it 
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