Sopralluoghi

Voyeuristiche simulazioni architettoniche

di Francesca Pagnoncelli




Toyo Ito architetto

Basilica Palladiana
Piazza dei Signori
Vicenza

dal 7 settembre al 2 dicembre 2001

apertura:
dal martedì alla domenica, ore 10.00-19.00
lunedì chiuso

ingresso:
intero £10.000, ridotto £8.000

informazioni:
tel: 0444 544852
fax 0444 544762
http://www.abacoarchitettura.org 
info@abacoarchitettura.org



[07sep2001]

Mediateca di Sendai.

La saga delle mostre di architettura dedicate ai maggiori architetti contemporanei continua a Vicenza, presso lo spazio dall'intramontabile fascino della Basilica Palladiana, con una rassegna dedicata all'architetto giapponese Toyo Ito. Sono le parole stesse del progettista che aiutano a capire l'insolita scelta allestitivi con cui vengono presentate le sue opere: "il paesaggio della città perde i contorni e scompare come avvolto nella nebbia del mattino. Il paesaggio della realtà continua a diluirsi in quello stato di "nulla" tranquillo e sereno che potrebbe essere definito nirvana. Cos'altro potremmo prevedere del futuro se non questa dimensione di assoluto controllo tecnologico?"


Toyo Ito.
L'architetto mette in scena le sue opere attraverso la creazione di un paesaggio virtuale, simulato attraverso colonne di tessuto bianco e semitrasparente che vengono illuminata dall'altro, con intensità e colorazione cangianti. Il tema non è più l'architettura, il progetto, la fisicità e la matericità del costruito. "L'architettura nell'epoca dell'elettronica è la figurazione dl vortice dell'informazione", quindi comunicazione di un fatto reale attraverso il virtuale, tramite informazioni visive che, sovrapponendosi come avviene nello spazio mediatico allestito in un angolo della basilica, creano interferenze ottiche, grafismi in movimento in cui il dato di partenza, il disegno di un particolare tecnico o la planimetria di un edificio, perde significato e viene trasfigurato. Le colonne evanescenti diventano il vestito dell' "architettura [che] deve essere oggi un vestito mediale": attraverso le trasparenze del tessuto e, ancora di più, attraverso i fori di diverse dimensioni in esso praticati, il pubblico dell'esposizione cerca di scoprire il messaggio, cerca di leggere le immagini proiettate su superfici vetrate.

Voyeurismo: i fori, collocati a diverse altezze, costringono il visitatore ad assumere strane posizioni per osservare gli oggetti in mostra; oggetti virtuali, mediatici, che poco hanno a che fare con l'architettura tradizionalmente intesa. I progetti sono illustrati attraverso immagini poco nitide, video, filmati, forse simulazioni al computer, proiettate su piccole maquettes di vetro, unico retaggio della rappresentazione architettonica storicamente intesa. Questa mostra è un'installazione, questa mostra è fatta di tecnologia, è un miscuglio di mezzi comunicativi che suggeriscono il contenuto, sussurrano il loro messaggio, lasciano la parte di protagonista alla Basilica Palladiana, al suo enorme vuoto fatto di mattoni, esaltandone la verticalità, la magia e la storia. Toyo Ito parla di "rumori bianchi" a proposito di un allestimento londinese di Isozaki; in questo caso si può parlare di "bianchi silenzi", atmosfere evanescenti, in uno spazio che viene moltiplicato dalla presenza di queste colonne di luce immerse in uno spazio semibuio che diventa quasi labirintico, che perde la nitidezza dei suoi confini.


Acrylic Tower.

Allestimento della mostra alla Basilica Palladiana.

La colonna è un tema ricorrente per Toyo Ito: è motivo caratterizzante la mediateca di Sendai, dove si fa elemento strutturale d estetico, e ricompare nella Acrylic Tower ideata per il concorso di Hannover del 1999. Il "vortice di informazione" ha andamento verticale, la torre è da sempre simbolo di potere, di ambizione, il grattacielo è ancora sinonimo di progresso. Il progresso che ci attende oggi è secondo Toyo Ito, segnata profondamente dalla tecnologia informatica, viviamo nell'epoca elettronica in cui l'architettura fisica si mescolerà sempre più ad una spazialità virtuale, dando vita, forse, ad una sorta di metropoli alla Blade Runner in cui si mescoleranno, uomini, replicanti e intelligenze artificiali.

Francesca Pagnoncelli
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