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Sopralluoghi

terra.trema mostra di architettura digitale




terra.trema

Palazzo Elti
Gemona del Friuli (UD)
http://www.architecture.it/terratrema

dal 21 marzo al 1 aprile 2002




Dal 21 Marzo al 1 Aprile 2002 Gemona del Friuli è stata custode delle speranze e degli entusiasmi di un nutrito gruppo di ricercatori, architetti, urbanisti e critici italiani di architettura. Un simposio inaugurale ed una vera e propria mostra, entrambi dedicati all'architettura digitale, hanno dato respiro ad un nuovo gruppo sperimentale italiano che sta fondando una nuova vera rivoluzionaria avanguardia. La mostra, a partire dal suo allestimento, ha teso a suggerire la simbiosi tra corpo umano e spazio abitativo e a rappresentare un potente stimolo concettuale, sensoriale ed emozionale. Tre piccole sale comunicanti hanno determinato il percorso, connotato da pareti ondulate, che in due casi ospitavano delle videoproiezioni e nell'altro dei monitor. La valenza organica degli spazi, che ripudiano gli angoli retti a favore della curva, suggeriva una disinvolta visione, anche grazie ad alcuni cuscini sparsi a terra, sui quali ci si poteva accovacciare, con il mouse alla mano per selezionare i video.


Immagini dell'allestimento.

[09jul2002]
L'elemento forte che è emerso dai video, molto diversi tra loro, è che il digitale in quanto tale è un sistema articolo e sfaccettato; come la realtà stessa, del resto. Dentro al virtuale vengono risucchiate tutte le espressioni dell'agire umano, che trovano nella rete un nuovo e sconosciuto specchio, un nuovo territorio espressivo. In architettura accade pariteticamente la stessa cosa: è architettura digitale la sperimentazione in atto sul software; è architettura digitale tutto l'insieme di nuovi materiali e nuove tecnologie costruttive che il computer ha permesso e scoperto; è architettura digitale la ricerca fieramente ecologica sull'architettura come nuova pelle interattiva ed osmotica, che fa diventare gli edifici veri e propri organismi senzienti dotati di intelligenza artificiale; le intere interfacce elettroniche della rete, dedicate alla comunicazione e alla promozione della cultura architettonica contemporanea, costituiscono un aspetto particolare dell'architettura digitale; così anche l'uso consapevole dei nuovi strumenti collaborativi che si presentano all'architetto, attraverso i software compartecipativi; ma, soprattutto, è architettura dichiaratamente digitale l'intero spazio-mondo di Internet, che denota una struttura, ancora in gran parte nascosta, di tipo architettonico.

La mostra pone, dunque, alcuni punti di riflessione sul mestiere di architetto, un mestiere che non è più univocamente definito dal pensare e costruire architetture da collocare in un'area studio che può essere di volta in volta la città storica o la città dispersa contemporanea. I paesaggi con cui ci misuriamo sono paesaggi complessi che generano spazialità nuove, molteplici.

Ognuna di queste correnti, ognuno di questi campi di applicazione, dovrà essere indagato separatamente in maniera profonda ed immersiva, come ha affermato il critico Maria Luisa Palumbo, invitato a partecipare all'evento: "Oltre e al di là delle funzioni tradizionali, progettare la nuova frontiera, l'interferenza o l'interzona tra reale e virtuale, tra materia e informazione, tra radiazione solare ed energia elettrica in circuito". Non tarderanno ad arrivare regole, riferimenti, fondamenta profonde di questo che ci si para improvvisamente davanti come momento-luogo additivo, se non sostitutivo. Per il momento siamo ancora nella jungla, nel novello Far-West.


Rendering del progetto di allestimento.

I 41 architetti invitati e gli 11 critici di caratura nazionale hanno tentato una delle prime sistematizzazioni del paradigma, con discrezione ed umiltà, inquadrando l'intero complesso panorama che non solo in Italia si sta disvelando in maniera dirompente.

L'incontro di presentazione, svoltosi alla presenza di oltre 200 persone, ha visto disputarsi due match metaforicamente pugilistici tra Luigi Centola vs Giovanni Damiani e Marialuisa Palumbo vs Marco Brizzi. La direzione degli incontri è stata affidata a Luca Molinari, ottimo arbitro. La singolare tavola rotonda, che metteva a confronto realtà (Damiani) contro virtualità (Centola) e spazialità (Brizzi) contro corporeità (Palumbo) si è svolta in un set da diretta Internet (mancata per un soffio), in cui i contendenti erano seduti uno di fronte all'altro indossando reali guantoni da box, illuminati dalle due uniche luci spot dell'aula. Parti degli incontri sono visionabili nel sito Internet. Il match tra Damiani e Centola è da segnalare soprattutto per le posizioni programmatiche sufficientemente distanti degli sfidanti, i quali hanno dato vita ad un dibattito particolarmente stimolante. Scambi di questo tipo permettono alla novella disciplina di maturare e fare dei sostanziali passi in avanti.

I gruppi invitati, presenti a ranghi compatti, esponevano nelle sale dell'esposizione dei propri video (generazione paperless) in gran parte appositamente realizzati per l'evento. Ecco i nomi: Studio +Ma con il video "architetture ipercontestuali 1999-2002", 5+1 architetti associati che hanno presentato un video appositamente creato per l'occasione e due video realizzati per Telecom e Breil, Altr.a con un video che inserisce in una città reale virtuale i loro progetti più recenti, Giovanni Vaccarini - Esa Studio con il video del suo recentissimo progetto "la porta di Jesolo", Ghigos che hanno scelto di presentare i quattro loro ultimi lavori attraverso un cd interattivo intitolato "c'è tutto un mese per pensarci…", Nicole_fvr che hanno portato due diversi lavori "Derma" e "GeographiCity", Gianluca Milesi Science-Architecture che con un video ha illustrato l'intero panorama della sua ricerca, Spin+ e Grol con il video House X_n , TomA2 con la presentazione del video "netho(me)stage realizzato per Inguinet. 

Da questo panorama fitto di acronimi e sigle si può immaginare quanto questo sia un universo mutevole, in continuo divenire; tra le pieghe di questi collettivi si nascondono gli enfants terribles dell'architettura italiana, personaggi più facilmente riconoscibili attraverso l'indirizzo e-mail, piuttosto che per la loro presenza fisica.






Progetti di studio +Ma, 5+1 architetti associati, studio Altr.a, ESA Studio, Ghigos, nicole_fvr, Science-Architecture, Spin+ e Grol, tomA2.

Una sala della mostra è stata dedicata alle video-interviste ai 4 critici di nuova generazione: Luigi Centola, Giovanni Damiani, Marialuisa Palumbo, Matteo Zambelli. Le parole di questi si confondevano e si sovrapponevano l'una alle altre in una sorta di babele dei punti di vista, entro scenari quotidiani che allo studio affiancano la dimensione casalinga, il viaggio, la frequentazione della libreria. Il lavoro e la quotidianità del vissuto ricalcano così anche in tal caso quella simbiosi tra spazio abitativo e corpo umano, tra l'architettura dell'ambiente e dell'esistenza che, all'insegna della valenza organica riabilitata in tutte le sue sfumature, traccia il passo del prossimo futuro. I testi degli altri critici (Marco Brizzi, Paolo G.L. Ferrara e Sandro Lazier, Luca Molinari, Luigi Prestinenza Puglisi, Maurizio Unali, Gustavo Vilariño), chiamati a testimoniare, sono stati pubblicati nel catalogo come "email al giovane architetto digitale". L'intera formula dell'evento ci racconta di una nuova circolarità delle informazioni e delle conoscenze, che palesa come rapidamente una giovane generazione di architetti si sia auto-organizzata attorno a nuove agorà ed abbia saputo avviare un attivo dibattito su un'architettura in continua metamorfosi. Queste nuova agorà hanno sostituito i luoghi storici del dibattito (le riviste) definendo una piattaforma di comunicazione "orizzontale" (rete) versus una di tipo verticale. Si tratta di un modo di gestire informazioni con strumenti nuovi.

L'evento è stato prodotto da Collaboratorio, Next01 e Studio +MA grazie ai numerosi patrocini e sponsor. Il responsabile culturale è stato Furio Barzon e il coordinatore generale Tommaso Michieli. Raffaele Chiandussi ha curato l'immagine coordinata dell'intera manifestazione. Emiliano Rossi è stato il responsabile amministrativo e logistico. Il progetto Terra.trema tuttavia non si conclude con la mostra, ma lascia traccia interattiva in un sito Internet appositamente creato, raggiungibile all'indirizzo:  http://www.architecture.it/terratrema

e nel catalogo della mostra, distribuito "al costo" nelle librerie specializzate di tutta Italia ed ora gratuitamente attraverso architecture.it. Il dibattito è ancora aperto, in un forum appositamente creato e che dovrà diventare luogo nel quale prolungare indefinitivamente il confronto.


Il sito ufficiale di terra.trema.

Terra.trema ha compiuto un passo irrevocabile, concretizzando per la prima volta una comunità, irrequieta e curiosa, tuttavia ancora rarefatta, destinata, anche suo malgrado, a coagularsi ancora in occasione delle rassegne, mostre e concorsi che punteggiano sempre di più il panorama architettonico italiano.
testo a quattro mani di:
Furio Barzon, furio@architecture.it
Thomas Bisiani, thomas.bisiani@adriacom.it
Tommaso Michieli, info@studiopiuma.it
Giovanni Vaccarini, giovannivaccarini@tin.it

Fotografie:
Stefano Mezzolo
Catalogo della mostra
formato 15x21cm
48 pagine a colori
stampato nel marzo 2002
in 500 copie


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