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Sopralluoghi

Dialogo nel buio

Giammarco Bruno




Dialogo nel buio

Milano, Palazzo Reale
dal 16 ottobre 2002 al 16 febbraio 2003
http://www.dialogonelbuio.it



Al principio si ha un po' di paura poi, lentamente, si è assorbiti dal buio, le cose si fanno un più facili e si comincia a godere di questa esperienza unica. Sto parlando della "mostra" (non trovo parola migliore) Dialogo nel buio che si svolge al Palazzo Reale di Milano fino al 16 febbraio. Organizzata in collaborazione con le associazioni per non vedenti italiane, nasce da un'idea del giornalista tedesco Andreas Heinecke di far provare alle persone quello che è il mondo di chi, per varie ragioni, non può vedere.

Oltre ad essere uno strumento socialmente educativo, è per un architetto un'occasione unica per provare a cogliere lo spazio in un modo diverso e stimolante.

[07dec2002]



Dialogo nel buio. Immagini della mostra.


Prima di entrare nelle sale si viene forniti di un bastone per non vedenti, poi accompagnati nelle vicinanze di un muro che si perde nel buio, e con la mano sopra la parete ci si avventura nell'oscurità…..

All'interno si viene accolti da una voce che è quella di una guida, non vedente, che ha il compito di accompagnare gruppi di non più di otto persone durante il percorso. È difficile muoversi in uno spazio al quale sono stati tolti i riferimenti visivi, ma più il tempo passa più diventano forti i segnali che gli altri sensi ci danno. L'udito diventa eccezionale per cogliere la dimensione di una stanza grazie al riverbero della voce, il tatto ci da indicazioni sulla fattura delle pareti, l'olfatto percepisce subito gli odori dei materiali e delle persone che ci stanno vicine.

La mostra è pensata con diversi ambienti ognuno con una forte caratterizzazione che quasi subito viene interpretata dai nostri sensi facendoci immediatamente reagire. In una grotta starò attento a non battere la testa camminando con il capo chino, in un canneto con la mano a proteggere la faccia, in una casa usando il bastone per percepire i mobili sul mio cammino. Una brezza improvvisa diventa un segnale molto forte che ci fa volgere immediatamente la testa quasi ad annusare l'aria. La città, ben ricostruita con i suoi rumori, odori, ostacoli, è insopportabile e disorientante.

La voce della guida da una direzione al nostro incedere e dà un punto fisso allo spazio, quando si allontana o svanisce dietro una parete ci si rende conto che è il momento di muoversi. L'ultimo ambiente ricostruisce un comune bar. Si possono ordinare bevande che gustate al buio hanno altri sapori, più forti forse. Quando il buio diventa una situazione accettata e non più quella che assorbe tutte le nostre energie, ci si chiede se non sia un peccato che tutte queste sensazioni, ora più presenti, non facciano parte del nostro lavoro. L'architetto si occupa solo di colori, luci, prospettive, viste?

Ritornare alla luce, riscoprire i volti delle persone che ci hanno accompagnato e che abbiamo imparato a conoscere al buio è un piccolo shock. La città che ci circonda, stracolma di messaggi visivi fortissimi, è molto più aggressiva e per un po' la si guarda con occhi diversi, sicuramente più critici. Per qualche minuto gli altri sensi sono ancora molto attivi e ci mandano segnali quasi disperati. Poi gli occhi riprendono il loro aspetto dominante e non ci si fa quasi più caso…

Da visitare anche il sito dell'evento www.dialogonelbuio.it che prova ad utilizzare un mezzo costruito esclusivamente essere visto, in un modo diverso a volte svelando i meccanismi soggiacenti alla tecnica di comunicazione usata in Internet.

Giammarco Bruno
giammarcobruno@hotmail.com
 
> DIALOGO NEL BUIO

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