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Sopralluoghi

Gonçalo Byrne a Lisbona in rua Garret

Mauro Moro




L'ultima opera portata a termine dall'architetto Gonçalo Byrne a Lisbona è il complesso residenziale-commerciale presso la rua Garret, in Baixa Chiado. Questo di Byrne è l'ennesimo esempio d'intervento chirurgico localizzato nel cuore della capitale portoghese: pochi isolati più in là, infatti, continuano i lavori nel cantiere del suo illustre collega, A. Siza, in un intervento della stessa "specie" (residenziale-commerciale) di notevoli dimensioni.

[03jun2003]
La zona di Chiado è, in pratica, il centro della città. Adagiata su una superficie piana prospiciente il fiume Tejo, a ridosso di una collina denominata Barrio Alto (quartiere alto). Per intenderci, largo do Carmo è famoso per la Cattedrale omonima, monumento in rovina dal 1775, data del terremoto che distrusse gran parte della città, e per i fatti connessi con la rivoluzione del 25 aprile. Proprio nella linea di limite tra queste due aree, s'innesta il progetto di Byrne.







L'architetto è bravo, infatti, a fare della differenza di quota, il fulcro dell'idea progettuale. Il progetto è complesso e articolato: tratta il restauro di un edificio residenziale d'epoca ottocentesca, che con la sua tipologia lineare chiude tutto il lato settentrionale, prospiciente largo e cattedrale do Carmo. Il lato orientale di tale edificio è collegato con l'abside della chiesa del Cç Sacram. Inoltre, Byrne realizza un "silos-auto" di sei piani interrati, offrendo parcheggi a un centro come quello di Lisbona, che soffre cronicamente della mancanza di spazi per le auto.

Tutto ruota attorno al collegamento inclinato che unisce rua Garret (Chiado) con largo do Carmo (Barrio alto). Partendo da qui, Byrne stabilisce due percorsi che s'incrociano baricentricamente: il primo è quello già descritto; il secondo corre parallelo alla rua Garret segnando la quota dove si concentrano gli accessi ai negozi. È qui che trova spazio l'elemento formale caratterizzante tutto il progetto: la copertura delle rampe di scale. Le rampe terminano in una sorta di piccola piazza pubblica interna al lotto, dominata da un giardino.



Byrne gioca con la percezione dal basso. Stira, enfatizzandole, le colonne che reggono la copertura, e le posiziona al centro della rampa principale, quasi a rompere una certa monumentalità e, allo stesso tempo, a sottolineare che sono esse il centro del sistema. La copertura funge da elemento plastico: vista dal livello sottostante, va a ricavare l'aria per la risalita. Vista dal livello superiore, crea una piega dello spazio soprastante la rampa che comprime la discesa. Formata da una piega a L, va ad aprirsi verso l'abside piatta e al campanile della piccola chiesa. Ben studiati sono i tagli visivi, le inquadrature che si formano nell'osservazione diagonale derivante dalle diverse quote. Le superfici stentano a toccarsi tra loro, permettendo al contesto di intromettersi, d'infiltrarsi fino ai livelli più bassi.

È un'espressione scenografica quella che si manifesta all'ingresso da rua Garret: un taglio rettangolare che inquadra la rampa e la base della prima colonna. La scena è colma dei gradini, che presentano solo l'alzata e creano quasi una parete rivestita di fasce marmoree. Ad enfatizzare quest'aspetto è il contesto che Byrne crea attorno alla pensilina. Il resto del progetto è dominato da un rigore, da una semplicità che diventa sfondo muto. Le facciate interne, prospicienti la rampa di scale, sono intonacate di bianco, e ritmate dal taglio tradizionale delle finestre, presumibilmente originali. All'esterno, l'edificio mantiene la facciata originale, come previsto dalle vigenti norme urbanistiche, completamente restaurata in armonia con lo stile del progetto. Presenta due entrate che danno verso l'interno, segnalate da un alto portale di taglio rettangolare.



Regola fondamentale: semplicità. Tutto il complesso è pregno di questo tratto pulito, di un rispetto per il luogo e gli edifici circostanti che nasce anche dalla scelta dei materiali. Predominano gli intonaci bianchi, e la pietra calcarea locale. Elemento di modernità è la scelta dei pannelli di rame trattato per la superficie "interna" della copertura, e il tetto a fasce di zinco dell'edificio residenziale.

Il progetto è muto all'esterno, poco appariscente. È da considerarsi un'implosione, una rivoluzione intestina, che solo si lascia intravedere, per incuriosirti e farti entrare. E una volta entrati cambiano le regole: è un'opera aperta al cielo, alla luce limpida e netta di Lisbona. L'unica pecca è l'ottima vista del fiume e della zona della Baixa, che resta negata al pubblico, e destinata solo a pochi fortunati che potranno ammirarla dalle finestre dei loro futuri appartamenti.

Mauro Moro
maurmoro@mail.com

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