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Sopralluoghi

Nanni Strada. Abitare l'abito

Chiara Cibin

Nanni Strada. Abitare l'abito

Triennale di Milano
viale Alemagna, 6
Milano, Italia
tel: +39 02 724341
fax: +39 02 89010693

dal 1 aprile al 13 luglio 2003

curatore:
Raimonda Riccini

allestimento e progetto grafico:
Italo Lupi



Moda e Design, in che rapporto stanno? La mostra sul lavoro di Nanni Strada sembra dare riposta a questo quesito. La mostra, suddivisa in tre parti, racconta delle esperienze, delle radici teoriche, delle scoperte tecnologico-produttive di Nanni Strada.

[27jun2003]
La prima parte, costituita da undici grandi pannelli espone i lavori di Nanni Strada in senso cronologico usando il linguaggio dell'industrial design piuttosto che quello comunemente usato per illustrare i lavori di uno stilista di moda, ma non si tratta solo di una scelta espositiva, ma di un'esigenza nata dalla natura stessa degli abiti e dei lavori da mostrare.

A partire dal taglio di tessuto, dalle qualità e caratteristiche tecniche del materiale vengono definiti i dati dimensionali, la forma e la posizione dei tagli; se ne analizzano i processi produttivi, il packaging, la distribuzione, un linguaggio alla "Nanni Strada" codifica il "fare" ...un abito.

Dei temi ricorrenti sviluppati in vari modi dimostrano il radicamento profondo dei suo lavoro al mondo dell'industrial design: l'uso della geometria cartesiana, la ricerca sui materiali, la ricerca sulle tecnologie produttive, la tendenza al minimo risolutivo, il porsi delle problematiche alle quali dare risposta, il minimo scarto di materiale. A tali temi corrispondono dei modi nuovi, diversi di indossare un abito: l'abito non ha più taglia , l'abito che non deve essere più stirato, l'abito da viaggio, che si adatta a diverse temperature, l'abito non più di moda.

"Per me, che ho visto cassetti pieni di avanzi che le sarte coscienziosamente ci consegnavano insieme al vestito, è veramente una magia poter ricavare un vestito dal metraggio di tessuto senza sprecare niente. Fare l'abito diventa una specie di gioco affascinante: dall'intero ai pezzi, dai pezzi all'intero, un procedimento esattamente reversibile."
Cristina Morozzi, Nanni Strada: geometria nell'abbigliamento, GAP Italia, ottobre 1977, p. 22.



Al contrario degli abiti di sartoria che clonano il corpo umano e vivono di vita propria appesi agli attaccapanni, gli abiti di Nanni Strada riposano tranquilli ripiegati od attorcigliati e prendono forma solo nel momento in cui sono indossati.



L'abito, il manto, prende forma dal materiale, dalla sua dimensione e dalle sue esigenze tecniche, esso instaura una particolare relazione con il corpo umano, lo protegge, ma non lo deforma, e se esiste un legame molto forte tra la modella che indossa l'abito di sartoria e l'abito stesso, nel caso del Manto, dei Torchon, e degli altri abiti di Nanni Strada non esiste un legame tra quest'ultimo e chi li indosserà, proprio come non esiste legame tra il fruitore finale di un oggetto di produzione e l'oggetto stesso.

La seconda parte della mostra ci fa vedere dal vivo i modelli descritti dalle tavole, in un scenario suggestivo dove alcuni abiti sospesi, scendono dall'alto come fantasmi ed altri sono portati da telai metallici, altri sono distesi a terra, piani, di nessuno si intuisce la datazione (non fosse che è stata scritta bene in evidenza).

La moda, il fashion, sembrano un ricordo lontano, dei concetti antiquati senza legame con la contemporaneità, osservando questi abiti, non si riesce a dare loro una data precisa, sono come liberati dai vincoli della stagionalità, delle emozioni temporanee, dalle sfilate dall'aggressività della moda, sono abiti per gli abitare la terra.

La terza parte della mostra è costituita da dei filmati tra i quali "IL MANTO E LA PELLE" (meta-progetto) (Design Coordinator: Clino Trini Castelli). Committenti: Calza Bloch Spa, Milano e Tessitura Bossi Spa., Cameri, con il quale Nanni Strada ha vinto il compasso d'oro nel 1974, ed uno nel quale Nanni Strada stessa parla di se e delle proprie esperienze.

Chiara Cibin
chcibin@libero.it

> LA TRIENNALE DI MILANO

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