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Sopralluoghi

Riapre il Sanatorio di Purkersdorf a Vienna

Vittoria Capresi

Il 28 maggio 2003 è stato inaugurato ufficialmente il Sanatorio di Purkersdorf, nei pressi di Vienna, dopo due anni di interventi di restauro che hanno permesso all'intero complesso di ritrovare l'aspetto originario. L'evento è passato quasi completamente in sordina, sebbene il Sanatorio sia un edificio considerato pioniere, e perciò fondamentale passaggio verso la successiva architettura di Hoffmann, qui ancora forma in potenza.

[02jul2003]

Foto scattata dopo la costruzione dell'ulteriore piano. Tratta dal catalogo della BUWOG presentato durante l'inaugurazione.

Come racconta Sekler (cfr. Eduard F. Sekler, Josef Hoffmann: das architektonische Werk; Monographie und Werkverzeichnis, Salzburg- Wien, Residenz Verl., 1982), Purkersdorf è un edificio pioniere perché prima realizzazione pubblica di Hoffmann e soprattutto prima espressione architettonica del purismo che emerge dai bassorilievi presentati durante la 14. Mostra della Secessione. Gli interventi di restauro hanno riportato l'edificio allo stato di progetto. La nuova funzione come casa di riposo per anziani in un certo senso si ricollega alla prima destinazione d'uso del complesso.


Disegno di progetto.


Sala della 14. esposizione della Secessione. Sopra la porta bassorilievo di Hoffmann. Foto tratta da Sekler, J.H. Das Architektonische Werk, pag. 58.

La sala da pranzo, foto d'epoca. Tratta dal catalogo BUWOG.

Costruito da Josef Hoffmann dal 1904 al 1906, su incarico dell'imprenditore Viktor Zuckerkandl, il sanatorio già dal 1908 aveva subito variazioni rispetto alle forme del progetto originale. Su esigenze di maggiore spazio, l'architetto Leopold Bauer nel 1908 aveva innalzato l'impianto di un piano, stravolgendo le proporzioni del progetto. Durante la guerra il sanatorio fu utilizzato come lazzaretto e nel 1945 fu requisito dalle truppe russe. Nel 1952 la chiesa Evangelica ha acquistato il complesso, impiegando l'edificio di Hoffmann come ospedale. Questa nuova destinazione d'uso ha comportato numerose modifiche che dal 1952 hanno progressivamente deformato anche l'aspetto esterno.

Dal 1975 l'edificio è rimasto inutilizzato fino al 1991, e su incarico del nuovo proprietario, nel 1994, sono iniziati i lavori di restauro, diretti dall'architetto Sepp Müller. In collaborazione con il Bundesdenkmalamt (Soprintendenza ai beni culturali) sono state fissate alcune zone su cui intervenire, fondamentali affinché l'edificio tornasse all'originario stato di progetto.

In sintesi i punti di intervento stabiliti sono stati:
- rimozione del piano superiore
- modifica della dimensione delle finestre ovest al piano terra (ridotte rispetto a quelle risultanti dal precedente intervento)
- modifica dell'intonaco a grezzo sulla parte superiore della facciata, reintroduzione delle decorazioni bianco/blu a piastrelle
- ricollocazione della pergola e delle rampe nel "Wirtschaftshof", sul lato nord
- restauro del pavimento della terrazza e dei balconi a mattonelle quadrate bianco/nere

Nel 1995 si è conclusa questa prima fase di restauro, che ha riportato l'esterno dell'edificio allo stato originario, ad eccezione delle due statue a sinistra e destra dell'ingresso, oggi mancanti. La plasticità data dall'intonaco, i cromatismi delle piastrelline a mosaico intorno a finestre e superfici architettoniche, il gioco di volumi e trasparenze... Emerge un edificio inaspettato se confrontato con le foto b/n degli anni '60.


Hall di ingresso, foto d'epoca (durante l'utilizzo come sanatorio). Tratta dal catalogo BUWOG.



Immagini e dettagli del sanatorio reastaurato.


Nel 2001 la BUWOG (Bauen und Wohnen GmbH, Costruire e Abitare, impresa immobiliare) ha acquistato l'intera area, comprendente anche il giardino, originariamente progettato dallo stesso Hoffmann, e nel 2002 sono iniziati i lavori di restauro per l'interno. Il direttore generale della BUWOG, Dr. Gerhard Schuster, racconta che all'inizio si era aperta la discussione su come poter rivitalizzare l'edificio e l'intera area adiacente. Museo, caffetteria, book shop, e albergo. Il problema era il trovare una funzione commerciale per l'edificio di Hoffmann, così da aumentare l'interesse di potenziali investitori. Poi la soluzione, ritornare all'originale funzione, spostando il baricentro degli interessi verso un utilizzo come residenza per anziani: l'edificio di Hoffmann avrebbe ospitato 32 camere singole sui tre piani e un edificio di nuova costruzione a tre piani ulteriori 79 posti letto.

Naturalmente la destinazione a casa di riposo ha comportato una serie di adattamenti e di compromessi, tesi a aumentare la fruibilità degli spazi, ma sempre finalizzati a ricercare e rispettare il più possibile l'atmosfera originale. All'interno, il riflesso degli specchi della sala da pranzo, il bianco delle scale, le sedie quasi trasparenti dell'ingresso creano un ambiente rarefatto e avvolgente. Si percepisce un senso di bellezza, intesa nel senso più estetico del termine. "Non la vita deve essere arte, ma l'arte deve entrare nella viva di tutti i giorni", come secondo il motto della Wiener Werkstätte, fondata nel 1903 dallo stesso Hoffmann (insieme a Kolo Moser e all'imprenditore Fritz Waerndorfer). E anche se le verdi piante dei saloni oggi sono di plastica, e i mobili copie degli originali, lo Stimmung resta assolutamente lo stesso.





La purezza rigorosa degli interni è collegata, secondo Sekler, ad un preciso intento di arte totale, l'edificio è preparato come scenario all'arredamento, per la prima volta completamente progettato e realizzato dalla stessa Wiener Werkstätte. Gli arredi interagiscono con l'architettura, in modo silenzioso e apparentemente casuale ogni dettaglio si riferisce e raccorda agli altri e all'insieme. Il pavimento in piastrelle bianco/nere della hall di ingresso si rispecchia sull'organismo delle travi ribassate in CA, la struttura verticale delle sedie di Moser (presentate per la prima volta nel 1903 alla 18. mostra della Secessione) segue l'ascensionalità dei pilastri, e grazie alla forma leggera a listelli non nasconde la struttura della sala. L'andamento verticale è inoltre sottolineato dalle lunghe lampade appese al soffitto. Il sedile in bianco/nero intrecciato comunica, come a chiudere il cerchio, con le piastrelle del pavimento. I mobili originali sono andati persi, distrutti o rubati. Quelli che adesso occupano le sale sono copie realizzate dalla ditta Wittmann che dagli anni '60 produce repliche di mobili Jugendstil. Anche le lampade sono state in parte sostituite da copie, realizzate dalla WOCA, una delle poche ditte autorizzate a riproporre design d'epoca.

L'architetto Wolfgang Reiner, responsabile dei lavori di restauro, racconta che la soprintendenza ha imposto che fossero mantenuti tutti gli elementi ancora restanti dell'originale edificio. Pezzi mancanti del pavimento del primo piano sono stati sostituiti da piastrelle del piano terreno, le finestre del Wintergarden sono state mantenute a vetri semplici, le lampade ad applique in bronzo della sala pranzo sono state restaurate e allacciate al nuovo impianto elettrico. Le modifiche maggiori sono state apportate alle camere, sebbene si tratti di variazioni inerenti l'arredamento interno, perché la divisione in camere singole è rimasta invariata. Al piano terra gli interventi piú rilevanti riguardano le sale per il personale e sono finalizzati ad abolire le barriere architettoniche, in alcune stanze sono stati abbassati i soffitti, e costruiti alcuni muri divisori. Si tratta comunque di modifiche reversibili.




Immagini del giardino durante i lavori e allo stato attuale.


Nel complesso la sensazione che si ha nell'entrare è assolutamente quella di un salto indietro nel tempo, ma non in un luogo dove tutto è rimasto fermo attraverso gli anni, piuttosto in un luogo che rivive il proprio passato. La assoluta particolarità dell'intervento risiede proprio nel fatto che la funzione dell'impianto sia tornata ad essere consona all'originale. Si tratta di un ritorno quindi non solo alle forme originali del complesso, alla purezza di geometrie e colori, all'interazione tra architettura e arredamento, ma che anche nella funzione l'edificio riscopre la quieta calma degli abitanti del sanatorio nel secolo scorso.

Nel maggio 2003 la BUWOG ha venduto l'intero complesso alla "Rosmarin Seniorbetreuung GmbH", e da subito si sono trasferiti a Purkersdorf i primi ospiti. Oltre al sanatorio di Hofmann il complesso oggi comprende un ulteriore edificio, connesso al primo, ospitante sale per il personale e ulteriori camere. Per l'incarico della nuova residenza è stato indetto un concorso a inviti, vinto da due team di architetti, il buro Pfeil, con sede a Purkersdorf, e il gruppo BUS di Vienna. Il progetto risultante dalla collaborazione dei due gruppi richiama nelle proporzioni e nella scansione delle forme l'edificio di Hoffmann, integrandosi attentamente al complesso del giardino.

Vittoria Capresi
vcapresi@hotmail.com


Salvo diversa indicazione le fotografie sono di Vittoria Capresi.

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