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Gli
Stalker alla Galleria Extraspazio di Roma Michele Costanzo |
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Stalker.
Space Experiences Extraspazio - Roma dal 28 ottobre al 27 novembre 2004 via San Francesco di Sales, 16/a 00165 Roma tel/fax: +39 06 682 10 655 info@extraspazio.it apertura: martedì-sabato 15.30-19.30 |
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Space
Experiences Archives è un'installazione realizzata, dal gruppo Stalker,
nel bianco-brillante ambiente della galleria romana Extraspazio. Lo
spunto di partenza della proposta si basa sulla contraddizione/provocazione
prodotta dall'idea di offerta, che è in realtà la "messa in scena" di
una esposizione per la vendita di una serie di oggetti di pelletteria
ormai usciti fuori dal circuito commerciale. |
[11nov2004] | ||||
L'aspetto singolare, che ha suggerito l'idea della mostra, nonché guidato la scelta e la presentazione dei diversi manufatti (scarpe, borse, portafogli, guanti e quant'altro), sta nel fatto che sono tutti marcati Stalker. L'operazione, così come si presenta, tende a produrre nel visitatore due forme di coinvolgimento di segno diverso: una esteriore, di tipo partecipativo ed una interiore di tipo emozionale. Nel primo caso, la "merce" disposta su strutture espositive opportunamente dislocate nella sala centrale della galleria induce l'osservatore a circolare liberamente e quindi a mettere in atto una sua dinamica presenza all'interno dello spazio: un sottile, ma fondamentale espediente per coinvolgere il pubblico e renderlo attore dell'evento. Esso è, infatti, esortato, stimolato da un altoparlante-imbonitore che recita iterativamente una frase di invito a lasciare una propria traccia, in sintonia con il percorso ideale di Stalker, al fine di renderlo maggiormente consapevole del momento che sta vivendo. Così, gli autori scrivono: "...invitiamo ad esporsi chi ha il desiderio e il piacere di farlo. Questo spazio è a disposizione di chi detiene un ricordo o una traccia dell'accadere di Stalker". |
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Nel secondo caso, l'inganno, sotteso dall'atto in sé di esporre quella "merce", è finalizzato a produrre in chi osserva un sentimento di meraviglia, mista a disagio, perplessità e imbarazzo. "Vi accogliamo con un espediente", essi scrivono, "frutto di un collasso di senso dove questioni concernenti l'archivio, il catalogo, la presenza in galleria, l'autorialità di Stalker e il mercato dell'arte sono momentaneamente rinchiusi in un accidente: l'esistenza a Roma di una linea di prodotti di pelletteria denominata Stalker e ideata da Emanuela Onori. Questi oggetti ormai fuori produzione, residue memorie di una esperienza distante da noi, incontrano una ricerca che guarda alla marginalità come a una risorsa". |
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L'obiettivo
fino ad ora perseguito da Stalker, sia in forma teorica sia concreta,
è stato quello di individuare e mantenere in vita uno spazio esperienziale
(un ideale ambito concettuale-reale che tende a posizionarsi in territori
intermedi tra arte e architettura) in cui operano, avendo come fine
primario quello di insinuare il seme del dubbio nelle apparenti certezze
o nelle convinzioni "deboli", "relative" degli utenti della società
dei consumi di cui, peraltro, tutti noi facciamo parte. |
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Stalker. Stalker vende cara la pelle, 2004. Installazione composta da: 5 paia di stivali in pelle; 8 borse in pelle di diverse dimensioni; 4 cinture in pelle; 8 portafogli e portamonete in pelle; 2 sciarpe in lana; megafono con voce registrata; scritta a matita su muro Stalker vende cara la pelle. Nella galleria diretta da Guido Schlinkert, Stalker ha modo di dare forma ad uno dei tratti caratteristici del proprio fare che è la sorpresa: un sentimento, peraltro, immediatamente rileggibile nello sguardo dei visitatori che vedono sovvertite, nello spazio della galleria, le consuete forme attraverso cui viene tessuto lo scambio tra domanda e offerta. Qui tale antico e consolidato rapporto entra in totale cortocircuito ed il prodotto-merce diventa, improvvisamente, e senza ulteriori passaggi di mediazione objet trouvé. La mostra inaugurata a Roma il 28 ottobre, resterà aperta al pubblico fino al 27 novembre. Michele Costanzo costmic@libero.it |
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