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Sopralluoghi

       Otto per otto. La scala dell'abitare. Visioni, Collaborazione, Comunicazione

Francesca Oddo



 
    8 x 8
La scala dell'abitare

dal 27 al 29 maggio 2005
via de' Bardi 5, Firenze



    Visioni, questa la prima parola chiave per aprire la porta di casa 8x8, via de' Bardi 5, Firenze. Una casa particolare, originale, inedita, allestita per tre giorni consecutivi, dal 27 al 29 maggio, lungo le rampe e i pianerottoli di un palazzo ottocentesco affascinante sia per la sua veste storica sia per lo spirito di creatività e di proposizione che ancora aleggia intorno. Proprio in questo luogo infatti, durante gli anni '70, prendevano forma i fermenti e l'estro progettuale del gruppo radicale fiorentino Zziqqurat, di cui esiste ancora l'archivio che ne racconta l'attività. Sede da alcuni anni di due giovani studi di architettura, conosciuti come ACME e nuvolaB, l'edificio, di proprietà del Comune di Firenze, verrà presto destinato ad altri usi, probabilmente ad uffici. L'architettura è stata "sfrattata". E la reazione degli inquilini ha confermato acume e sensibilità, ma soprattutto ha dichiarato la volontà di condividere idee e sentimenti con altri giovani architetti.

[13jun2005]
    Collaborazione è infatti la seconda parola strategica che guida l'iniziativa. ACME e nuvolaB hanno voluto proporre ad altri sei gruppi di architetti emergenti -nEmoGruppo, neo.lab, Pluriball, I0I0 - UnoZeroUnoZero, usolab design, zpstudio- di condividere l'esperienza di un progetto di allestimento che esplorasse il tema dell'abitare. Otto gruppi di giovani architetti hanno quindi sorteggiato fra loro otto diversi ambienti della casa contemporanea e si sono cimentati nel raccontare al pubblico le loro suggestioni. L'obiettivo non è stato quello di veicolare una proposta, ma piuttosto, cosa più complessa e stimolante, oltre che più intelligente, di sollecitare interferenze, riflessioni, sensazioni.

Comunicazione, quindi, come terza chiave di lettura. Otto per otto, La scala dell'abitare ha inteso comunicare e non mostrare prototipi per un possibile progetto costruito. L'evento non mira a "costruire" un progetto, quanto a "disegnare" uno scenario di intuizioni, di forme del pensiero che precedono, o che dovrebbero farlo, il gesto e l'azione. 8x8 ha mostrato un'esigenza, ancor prima che una casa: quella di riconfermare la necessità -cara al gruppo Zziqqurat- di quei processi di condivisione, confronto e sedimentazione dell'idea che anticipano e spontaneamente guidano la matita sulla carta. Ma 8x8 ha offerto anche un altro segnale importante, cominciando ad appagare un'urgenza che si avverte ormai densa e indispensabile a Firenze: quella di sollecitare esperienze e linguaggi nuovi in un contesto troppo conservatore, statico, inerziale, divenuto intollerante e scarsamente propositivo per una distorta interpretazione del ruolo della storia. La Storia non esaurisce la sua missione nel conservare la memoria, perché essa può continuare a suggerire e a stimolare -a chi è capace di ascoltare- nuove prospettive di creatività. Esattamente come è accaduto per tre sere e tre giorni al 5 di via de' Bardi.

    Visioni, Collaborazione, Comunicazione. Ecco le tre chiavi per aprire la porta di casa 8x8. Ci accoglie una tenda –prospetto della casa- sulla quale sono proiettate una serie di facciate di edifici residenziali. Varcato l'ingresso ci troviamo nella cantina di I0I0. Sensazioni olfattive, polvere e ragnatele riproducono l'atmosfera di questa parte della casa, chiusa, buia, spesso umida e favorevole alla creazione della muffa. Proprio quest'ultima diventa la materia prima di un esperimento nel quale i processi della chimica biologica incontrano le dinamiche contemporanee di sviluppo urbano. Ci spiega Giovanni Ruffini, sottolineandone lo spirito "analitico-giocoso-visionario": "(...) In una teca di plexiglas trasparente un terreno di coltura da laboratorio ospita una colonia di miceti in espansione... la crescita di questi 'insediamenti' di muffa non sono stati casuali: abbiamo inseminato il terreno di coltura basandoci su una mappa in scala 1:50.000 dell'area metropolitana Firenze-Prato-Pistoia, che consideriamo, appunto, un 'organismo'. Se nel caso della piana FI-PO-PT la provocazione è evidente, anche se i risultati estetici dell'esperimento raggiungono quasi un sapore alla Pollock, in realtà le dinamiche che stanno all'origine, ad esempio, dello sviluppo tumultuoso e incontrollato dei quartieri spontanei/non pianificati di moltissime aree urbane in Asia, Africa, Sud America, sono ancora quasi sconosciute, difficili da descrivere ed osservare, impossibili da controllare con gli strumenti classici dell'architettura e dell'urbanistica. Potremmo quindi ipotizzare, in un'ottica visionaria, degli "scenari urbanistico/biologici" in cui il terreno di coltura viene preparato riproducendo le caratteristiche (in termini di presenza di ostacoli o barriere, circostanze + o ­ favorevoli in diverse zone, risorse disponibili) del territorio in esame, e la simulazione delle dinamiche dello sprawl urbano viene affidata all'evoluzione delle colonie di muffa...".


La cantina di I0I0 - UnoZeroUnoZero


La cucina di nuvolaB.


La sala da pranzo di ACME

 
Il gallo infrange l'algore della cucina contemporanea.

La prima rampa accoglie l'ambiente cucina: qui nuvolaB esprime il contrasto fra la cucina ideale o idealizzata proposta sulle pagine satinate delle riviste di arredamento –minimalista, algida, impeccabile e "senza cuore"- e i processi biologici, quindi veri, del cibo. Su un tavolo liscio, etereo, traslucido, illuminato al suo interno da una regia di gelide luci al neon, viaggiano in sequenza sospesi ad un filo verdure, farinacei e carni, destinati a deteriorarsi nel corso dei tre giorni. Cibi che non toccano mai il piano della cucina, perché la sua perfezione non può dialogare con la deperibilità di un cavolo piuttosto che di una treccia di agli. Accade però, che questa regola venga infranta: una gallina, vera e appena sgozzata, gocciola sangue dalla bocca sul piano illibato. Parecchio stupore –bene così- ma nulla di macabro. Il pane contiene poi un sonoro di Francesco Giomi che raccoglie i rumori, vivi e reali, di una cucina vera. Non è mancata l'interazione: durante la prima serata qualcuno ha sbocconcellato la croccante pagnotta!


Le carote avvizziscono e sfiorano il piano della linda cucina...

Rampa successiva, ambiente correlato al precedente: la sala da pranzo di ACME. Qui una pioggia di quadrati di plexiglas sospesi a fili trasparenti illustra frammenti della sala da pranzo tradizionale e introduce ad una tavola "apparecchiata" da Caterina Pecchioli sulla quale è servita una carrellata di immagini dei vari luoghi, anche i più improbabili, nei quali quotidianamente si consuma il cibo: in aeroporto, sul posto di lavoro, in stazione, per strada... La comune sala da pranzo apre dunque i suoi confini, si allarga, esce dalle mura domestiche, spazia e abbraccia contenuti e significati che si misurano con le esigenze della vita contemporanea.

Segue il soggiorno di zpstudio, un paesaggio simbolico, "un esterno che si tramuta in interno domestico. Un ambiente interpretabile i cui contorni si modificano in virtù dei movimenti dei suoi abitanti".


Il soggiorno di zpstudio

 
Fra il soggiorno e lo studio, durante l'inaugurazione.

Interattivo, stimolante, critico il progetto dello studio, realizzato da nEmoGruppo. Qui il visitatore è coinvolto in una sequenza di azioni bizzarre e divertenti. Primo step: infilare la testa in una sorta di lavatrice che ti toglie via pregiudizi stagnanti, praticamente una sorta di catarsi rispetto a "falsi miti, socialismi spiccioli, teorie sballate". Secondo step: attraverso la visione del "Supremo Architetto" - "talmente oltre che non gli serve neanche l'iPod"-, si denunciano le debolezze feticiste dell'architetto contemporaneo. Terzo step: acquisiti strumenti, apertura, leggerezza e disinvoltura mentale, sei finalmente in grado di progettare la tua città posizionando su una sorta di tabula rasa degli elementi di gesso dalle forme stravaganti. A quel punto scansioni la tua creazione che immediatamente viene spedita alle redazioni delle più importanti riviste di architettura italiane, nella speranza che, per una volta, concedano spazio alla tua idea.


Progetta la tua città nello studio di nEmoGruppo.

Si arriva al bagno di neo.lab, "ultimo spazio costruito abitabile dall'intimità individuale, il luogo dei pensieri in libertà, dell'assenza di regole sociali. Un groviglio di emozioni, sensazioni, idee". Qui, uno spazio-parete fisso e in vetrina raccoglie gli oggetti di uso comune in bagno, uno spazio-parete dinamico e aperto accoglie le frasi composte dal pubblico attraverso lettere adesive lasciate appositamente su una mensola. Bagno=pensieri in libertà. La camera da letto di usolab design è il "luogo privato della ricarica energetica e della coabitazione fra conscio e inconscio, uno spazio abitualmente delimitato da pareti ma capace di smaterializzarsi e di perdere i suoi confini nel sonno".


La parete della camera da letto di usolab design.

 
Il bagno di di neo.lab.

In terrazza, Pluriball mostra l'alternativa fra la l'ambiente progettato secondo la mente dell'architetto –ora luogo delle feste, ora parcheggio, ora giardino perfetto– e l'ambiente vissuto nella quotidianità, dove ci si innamora, si pranza, si prende il sole, si chiacchiera e, perché no, si stendono i panni. Questa alternanza di proposte, oscillanti fra evento programmato e gesto spontaneo, avviene tirando la fune alla quale sono appesi i panni, concepiti come schermo di una doppia proiezione. Scaglie di sapone marsiglia, ventilazione artificiale e panni stesi -quindi profumi, atmosfera e oggetti- ricordano, come lo definisce Omar Cotza, "il luogo terminale dell'edificio, frontiera verso l'orizzonte urbano, supporto per parabole, antenne e barbecue. Luogo sfumato in cui ogni individuo ha abbandonato tracce di un racconto".


La terrazza di Pluriball

La casa termina qui, ma non le visioni che essa comunica. Oltre la terrazza, gli spazi dello studio Zziqqurat, aperti al pubblico per l'occasione, ricordano l'attività del gruppo radicale e suscitano emozioni e speranze. Accattivante la disposizione dei numeri storici di riviste quali "Domus", "Casabella", "L'architettura", pensate da Luca Corretti come un tappeto di copertine famose che dal pavimento si arrampica sulla parete. Contemplata la consultazione.


Allestimento di Luca Corretti negli ambienti Zziqqurat.

L'affluenza in casa 8x8 è stata copiosa, e non solo durante la prima sera. Il fermento, l'eccitazione, la partecipazione avevano il sapore di qualcosa che vuol nascere, che vuol fiorire. Proprio come si avverte durante le serate di maggio, quando il tepore e i profumi lasciano presagire l'arrivo dell'estate.

Molti hanno fotografato dall'alto, affacciandosi alle finestre degli ambienti Ziqquarat, questo squarcio di "vita fiorentina" perché bello, semplicemente, o perché suggestivo, ma soprattutto perché vivo, non consueto, animato dal desiderio di partecipare alla realizzazione di un humus creativo mosso da uno spirito nuovo.

Una cornice colorata e propositiva che speriamo di rivedere presto da queste parti.

Francesca Oddo
francesca.oddo@architettura.it

Ingresso di 8x8.


Il cortile.

  La cantina
Giorgio Ferone, Giovanni Ruffini

La cucina
David Benedetti, Jan De Clercq, Angelo Ferrari, Giorgio Furter, Nicola La riccia
con Anna Calvanese, Camilla Curzio, Pasquale Dinoi, Alessandra Prezzi, Valeria Verrecchia
www.nuvolab.it

La sala da pranzo
Lucia Lancietti, Eugenio Pandolfini, Colomba Pecchioli, Lian Pellicanò
www.acmearchitetture.com

Il soggiorno
Eva Parigi, Matteo Zetti
www.zpstudio.it

Lo studio
Giacomo Casalino, Luca Del Cucco, Davide Di Franco, Davide Gamba, Giuliano Gatti, Lorenzo Gondoni, Guido Incerti, Angela Simonelli, Lorenzo Zoli
www.nemogruppo.com

Il bagno
Daniele Pinna, Giorgio Randine
con Laura Meffe e Simone Farresin
www.neolab.it

La camera da letto
Susanna Ciacci
con Barbara Lami, Stefano Mariucci, Miki Semascus, Jo Pixel
www.uso-lab.com

La terrazza
Michele Aquila, Stefano Combet, Omar Cotza, Germana De Michelis, Franco Filippini, Serena Porciani
www.pluriball.it
> 8x8

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