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Elaborazione dei dati numerici Le letture strumentali sono state soggette ad una analisi
statistica allo scopo di classificare le lesioni e mettere
meglio in rilievo i fenomeni deformativi di maggiore
entità.
Le piastrine sono poste a cavallo della lesione, ad una distanza tale l'una dall'altra che la barra di misura e l'indice del deformometro si trovino approssimativamente al centro della loro capacità di escursione e sia possibile rilevare gli spostamenti nelle due direzioni fino a 2,5 millimetri. La lettura del grafico fornisce informazioni sull'entità degli spostamenti in corrispondenza dei punti di controllo. Gli intervalli di tempo tra una misurazione e l'altra sono costanti, ovvero, non sono proporzionali al tempo effettivamente trascorso. Per una più diretta interpretazione dei fenomeni, i valori di lettura strumentale sono stati depurati dalla scomoda costante imposta dal posizionamento approssimativo delle piastrine (valore numerico della prima lettura). È più agevole confrontare i dati assegnando a tutte le prime letture valore zero e valutando i valori Sn delle letture al tempo ennesimo con l'espressione:
In figura 26 è riportato il diagramma a dispersione dei valori Sn che fornisce indicazioni quantitative sui fenomeni deformativi delle lesioni tenute sotto controllo; la scala degli spostamenti è ora in millimetri e l'asse del tempo è espresso in giorni trascorsi dalla prima lettura. La maggior parte delle lesioni soggette a monitoraggio possono essere considerate statiche poiché non si sono riscontrate escursioni maggiori di 0,5 millimetri. Movimenti un po' più ampi, con oscillazioni comunque inferiori a 2,5 millimetri, sono stati riscontrati in corrispondenza dei punti di controllo 27 (in facciata), 28, 29, 30 (sul muro di sostegno che da sul Piazzale Michelangelo). Non sono state effettuate le letture della lesione 28 durante il periodo compreso tra il 9/09/94 ed il 6/10/95 poiché le piastrine di controllo si sono avvicinate troppo, mandando fuori corsa la barra del deformometro. Per motivi tecnici non è inoltre stato possibile rilevare i dati del 6/10/95 relativi alle lesioni 14, 15, 16, 17 , 18. Calcolato con la stessa serie di dati, il grafico riportato nella figura 27 mette in evidenza alcuni aspetti qualitativi, piuttosto che quantitativi, dei fenomeni cinematici. Rapportando tra loro l'aliquota di deformazione di ogni singola lesione rispetto a quella totale riscontrata alla lettura iesima, intesa come somma algebrica di tutte le deformazioni, è possibile mettere in rilievo la loro tendenza a chiudersi o ad aprirsi nei vari periodi dell'anno. Tale tipologia di grafico viene generalmente utilizzata per lo studio di fenomeni di natura diversa, ovvero quando interessa valutare il peso che ha un dato fenomeno rispetto al totale (il contributo produttivo di ogni singola regione rispetto alla produzione nazionale). È evidente che, nel caso qui analizzato, non ha alcun significato mettere in relazione tra loro deformazioni riferite a lesioni diverse, rispetto al totale, ma il diagramma amplifica le tendenze, ed anche il più lieve incremento o decremento diventa leggibile, e questo invece ci interessa. Non è il valore dell'ordinata ma la pendenza delle rette ad interessare. In altri termini il diagramma fornisce informazioni sostitutive di quelle che si sarebbero ottenute con la derivata, calcolata rispetto al tempo, delle letture strumentali, se queste fossero state ricondotte a funzioni continue. L'andamento delle curve è caratteristico dei fenomeni di natura stagionale largamente influenzati dal contenuto igrometrico del terreno, ciò nonostante si riscontra una componente di spostamento residua, che viene meglio analizzata recuperando i dati relativi a movimenti rilevati a distanza di uno e due anni dalla prima lettura, effettuando in questo modo una sorta di depurazione dalla componente periodico-stagionale (Fig 28). Si sono utilizzate a tale scopo tre serie di dati relativi alle letture avvenute il 16/05/94 (letture riportate a zero), 19/04/95 (12), e 26/05/96 e sulla base di questi è stata avanzata una previsione lineare dei fenomeni deformativi fino al 2024 (Figg.28, 29). (13). I coefficienti dell'equazione associata a ciascun punto di lettura, sono stati calcolati col metodo dei minimi quadrati; rispettivamente il coefficiente angolare e l'intercetta delle ordinate della funzione lineare S = mT + b sono valutati con le espressioni: nel caso specifico n rappresenta il limite della
sommatoria ed Sn lo spostamento al tempo ennesimo
Tn. Le prime tre colonne contengono dati reali,
mentre le successive riportano i valori numerici previsti;
è opportuno osservare che l'asse delle ascisse non
è in scala lineare. Se i fenomeni di spostamento
riscontrati nel corso degli ultimi due anni dovessero
continuare a manifestarsi con la stessa intensità ci
troveremmo ad avere, nei prossimi decenni, variazioni di
ampiezza delle lesioni dell'ordine di pochi millimetri.
12 Poiché il dato intermedio relativo al maggio del '95 non era disponibile, la data 19/04/95 ed i valori di lettura associati sono stati ottenuti per interpolazione lineare tra i valori e le date immediatamente adiacenti, ovvero quelli del 11/02/95 e 27/06/95. Torna al testo 13 Per lo stesso motivo si è ritenuto superfluo valutare il coefficiente di determinazione che confronta i valori Y previsti con quelli effettivi. Tale valore è compreso tra 0 e 1 e se risulta uguale ad 1 significa che esiste una correlazione perfetta nel campione. Torna al testo
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