MARCO DEZZI BARDESCHI
MILANO

Nato nel 1934, si laurea in Ingegneria a Bologna e in Architettura a Firenze.

E' professore ordinario di Restauro Architettonico presso il Politecnico di Milano - dove, nel 1979, fonda il dipartimento per la Conservazione delle Risorse architettoniche ed ambientali - e alla Scuola di specializzazione in Conservazione dei Monumenti.

E' autore di importanti interventi di restauro di edifici monumentali, fra i quali: il Palazzo della Ragione in piazza Mercanti a Milano, la Biblioteca Classense a Ravenna, il Palazzo Gotico di Piacenza, la Palazzina Reale e la Stazione di S. M. Novella a Firenze.

E' stato tra i primi ad occuparsi del riuso del patrimonio di archietttura industriale, con numerosi contributi e progetti museografici, tra i quali il progetto per il Museo della zona del Cuoio con il recupero della conceria Pagni a Santa Croce sull'Arno (1983); il progetto del Centro d’Arte Contemporanea a Firenze (1984-88); il progetto di conservazione e recupero del Grande tepidario Roster in ferro-vetro nel giardino dell'Orticultura a Firenze (1990-92).

Tra i suoi interventi a scala urbana ricordiamo: il piano particolareggiato di Certaldo Alto, il piano di recupero di Porto San Giorgio (AP), del centro storicodi Novellara (RE).

Tra le piu' recenti realizzazioni: lo stabile in piazza S.Jacopino a Firenze, la nuova aula del Consiglio Comunale di Campi Bisenzio, la nuova sede del distretto socio-sanitario di Montelupo Fiorentino e la piazza del teatro di Porto San Giorgio. Ha partecipato, come capogruppo, a vari concorsi nazionali ed internazionali.

Vasta e' la sua produzione di saggi e pubblicazioni tra cui: Restauro: punto da capo, Franco Angeli, Milano, 1990.
Nel 1993 fonda la rivista "Ananke" che dirige tuttora.



NUOVA SALA CONSILIARE A CAMPI BISENZIO

Un tempo palazzo padronale di una famiglia di industriali della paglia (Campi deve la sua seppur effimera fortuna economica alla fiorente industria della paglia dei cappelli), la sede del Comune presentava una necessita' di ampliamento soprattutto per la mancanza di una sala per il Consiglio adeguata all’attuale rappresentanza democratica.
L’incarico del progetto e' del 1985: i prospetti sullo slargo fra il Comune e il fronteggiante Teatro in piazza Dante vengono assunti come irrinunciabile punto di forza dell’identita' stessa del luogo. Nessuna sostituzione di elementi, dunque, di questa ormai confidenziale scena urbana d’affezione.
La degradata quinta permane nell’assetto raggiunto, ricco dei segni del tempo, ma il modesto edificio che le sta dietro viene rimosso per dar luogo ad una grande piazza coperta. La sala consiliare e' stata realizzata alla quota del secondo piano dell’ adiacente palazzo padronale sospesa su otto slanciati pilastri che si ramificano ad albero per sostenerla.
Si realizza cosi', con l’apertura delle cinque porte esistenti su largo Dante una significativa continuita' spaziale tra la piazza e il grande giardino pubblico. La sovrastante architettura della sala consiliare assume i connotati di una fabbrica in mattoni a vista ancorata come un dirigibile alle slanciate ed eleganti mani metalliche che la sostentano. Questa imprevista “fabbrica tra le nuvole” presenta, sui lati verso la piazza Dante e verso il giardino un forte fuori piombo che ne accentua drammaticamente la precarieta'. A conferma della voluta connotazione paleoindustriale, l’addizione di una slanciata ciminiera a pianta romboidale che contiene la canna fumaria della nuova centrale termica.



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