JEAN NOUVEL
PARIGI

Nasce a Fumel, Lot et Garonne, in Francia nel 1945. Nel 1976 e' co-fondatore del movimento di architetti francesi Mars e nel '77 del Syndacat de l'Architecture, sempre nello stesso anno si mette in luce come uno fra i principali organizzatori del premio intenazionale per il quartiere Les Halles a Parigi . Nel 1980 e' ideatore e consigliere artistico della Biennale d'Architettura della Capitale francese. Viene insignito di numerosi premi ed onoreficenze tra le quali: Cavaliere de Ordre des Lettres et des Arts (1983); Medaglia d'argento dell' Académie d'Architecture (1983); Dottore Honoris Causa presso l'Universitê di Buenos Aires (1983); Cavaliere dell' Ordre du Me'rite (1987); Grand Prix d'Architecture (1987); Equerre d'argent per l'Istituto per il Mondo Arabo (1987); premio di Architectural Record per l'Hotel S.James (1990). Tra le sue opere : Istituto per il Mondo Arabo, Parigi (1981-87); Centro Culturale Onyx, Nimes (1987-89); ristorante dell'hotel Saint-James, Bouliac-Bordeaux (1988-89); abitazioni Pierres et vacances, Cap d'Ail (1988-92); Tour sans fin, Parigi (1989); hotel Les Thermes, Dax (1990-1992); fabbrica Cartier a Saint-Imier (1990-92); Opera di Lione (1986-93); Fondazione Cartier, Parigi (1991-94), Galleria Lafayette, Berlino (1990); case popolari Bezons, Parigi (1990-93) complesso Mediapark, Colonia (1992). Tra le pubblicazioni sul suo lavoro si ricorda il numero monografico di "El Croquis", n.65/66, 1994.



LA FONDAZIONE CARTIER
BOULEVARD RASPAIL,PARIGI, 1991-94


La Fondazione Cartier e' il tipico esempio di architettura evanescente, costituita da una raffinata ed impercettibile griglia di acciaio e pannelli di vetro. Il principio che sta alla base del progetto e che rende di difficile lettura il volume, e' quello di nascondere l'edificio stesso attraverso un gioco di pareti di vetro che si staccano fino sul fronte strada.
La struttura resa cosô impercettibile e quasi immateriale, come fosse una lussuosa vetrina, non distoglie l'attenzione dal magnifico giardino e dalle sue opere d'arte che si vedono in trasparenza. Gli alberi appaiono anche da dietro gli otto metri di altezza delle pareti vetrate sul boulevard Raspail che rimpiazzano le vecchie mura di recinzione del luogo. Solo il cedro, piantato da Chateaubriand, rimane all'ingresso, in mezzo alle due pareti vetrate che fiancheggiano la soglia. Il visitatore che entra nella Fondazione per andare nella zona espositiva deve passare sotto al cedro e puo' chiaramente vedere tutti gli alberi del giardino sullo sfondo.

Come le pareti vetrate all'ingresso, la sala espositiva del piano terra e' alta 8 metri ed anch'essa totalmente vetrata e trasparente. In estate i grandi pannelli scorrevoli vengono completamente aperti, trasformando la sala in un incantevole prolungamento del giardino. Le pareti vetrate piu' alte dell'edificio vero e proprio, gli alberi che appaiono da dietro i pannelli vetrati del fronte stradale, cosô come le scale eteree agganciate alla facciata orientale e la salita della cabina dell'ascensore che scorre liberamente sulla parete vetrata, rendono eloquente l'ambiguitê voluta fra l'esterno e l'interno.
All'ultimo piano la facciata vetrata che sporge fuori parecchi metri dal livello della copertura a terrazza, conclude l'edificio come se fosse costituito da una serie di immagini sovrapposte del cielo, degli alberi e dei loro riflessi reciproci.

tratto da: "El Croquis", n.65/66, 1994-traduzione e sintesi redazionale



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