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BERNARDO SECCHI
MILANO
E' nato a Milano nel 1934.
Dal 1966 e' professore incaricato e libero docente di Economia del Territorio ad Ancona e, successivamente, a Venezia. Partecipa al nuovo Piano Regolatore Generale di Madrid, lavora al nuovo Piano regolatore di Jesi (1984-87), di Siena (1986-90), di Abano (1991-1992), al Piano Particolareggiato per il Centro Storico di Ascoli Piceno (1989-93); studia i piani per la Provincia di La Spezia (1989-93) e di Pescara, il nuovo piano di Bergamo, di Prato e per il centro storico di Tirano. Progetta i quartieri di edilizia pubblica compresi nel PEEP di Vicenza, e' incaricato dello studio del recupero dell'area industriale Se'cheron a Ginevra (1989). Tra gli altri ha vinto il concorso per la progettazione di Hoog Kortriijk (Belgio) ed Ecopolis (1993). Fa parte del gruppo fondatore e di redazione di Archivio di Studi Urbani e Regionali; dal 1982 collabora con "Casabella" e dal 1984 al 90 ha diretto "Urbanistica".
Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Squilibri regionali e sviluppo economico, Marsilio, Venezia, 1974; Il racconto urbanistica, Einaudi, Torino, 1984; Un progetto per l'urbanistica, Einaudi, Torino, 1988.
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CONFLITTI URBANI
(...) Io torno a proporre che in una situazione di questo genere ciascuno assuma fino in fondo limpegno di sostenere correttamente il proprio ruolo e le proprie responsabilita'. Quelle dellurbanista, come quelle di ogni tecnico, sono forse limitate, ma non eludibii. Esse non consistono forse nel farsi sopraffare dallindignazione, anche se motivo ce ne'. Non consistono forse neppure nellinsistere con proposte radicali perseguite con sempre minor rigore; ad esempio nel concentrare tutta lattenzione sulla questione del regime dei suoli. Nel recitare le solite giaculatorie con aria sempre meno convinta. Ce' invece una dimensione specifica, molto prossima al lavoro minuto a suo tempo preconizzato da T. G. Masaryck e poi da Vaclav Havel, che e' quella della precisione. Una delle principali tecniche delle negoziazione, dello scambio politico in particolare, consiste nel lasciare nel vago, nellaperto cioe' allinterpretazione, cio' che della negoziazione forma loggetto principale. Lestendersi dellaria della negoziazione, ha implicato una progressiva estensione di cio' che veniva trasferito allarea del vago, cioe' del negoziabile.(...) Ricostruire una credibiita' dellamministrazione pubblica nel nostro paese non sara' facile; non sara' facile riscostruire una credibilita' di tutto cio' che allamministrazione pubblica, come lurbanistica, e' ineludibilmente legato. Propongo che gli urbanisti non si dedichino al facile esercizio dei discorsi pieni di buone intenzioni; che inizino invece con impegno un paziente e preciso lavoro minuto. tratto da Bernardo Secchi, Conflitti urbani, Casabella n.591, 1992 - sintesi redazionale. |