EDOARDO SOUTO MOURA
LISBONA

Nasce ad Oporto nel 1952. Si laurea alla Scuola di Architettura (ESBAP) di Oporto nel 1980 e dal 1981 è assistente presso la Facoltà di Architettura della stessa città. Dal 1974 al ‘79 collabora con Alvaro Siza e nel 1980 apre un suo studio.

E' stato Visiting Professor a Paris-Belleville, Harvard, Dublino, Zurigo, ed ha tenuto seminari in Portogallo, Spagna, Gran Bretagna, Francia, Italia, Svizzera, Yugoslavia, Stati Uniti, Olanda, Irlanda, Canada e Norvegia.

Ha partecipato a mostre ed esposizioni internazionali ed è stato insignito di numerosi premi ed onoreficenze, tra i quali: il premio della Fondazione Antonio de Almeida (1980); primo premio per la ristrutturazione della piazza principale di Evora (1982); il premio della Fondazione Antero de Quental (1984); primo premio per il padiglione C.I.A.C. (1986); premio SECIL per l'architettura (1992-93); premio internazionale per l'uso dei materiali lapidei nell'architettura - Fiera di Verona, per la Casa Bom Jesus a Braga (1995).

Tra le sue opere ricordiamo: casa a Miramar, 1987-91; Mercato municipale, Bairro do Carandà a Braga, 1980-85; Centro Culturale per il Segretariato Statale della Cultura (SEC) ad Oporto, 1981-91; casa ad Alcanena 1987-92; albergo a Salisburgo, 1987; Facoltà di Geologia, Università di Aveiro, 1989; edifici residenziali ed uffici ad Oporto, 1991; casa del Bom Jesus a Dadim, Braga, 1989-94.

Tra i suoi scritti: Centro culturale per la segreteria di Stato e della Cultura, Oporto, “Lotus” n. 63, 1989; Rappresentare la costruzione, “Lotus” n. 78, 1993; Eduardo Souto de Moura, in Bau Kunst Bau, Clen, Napoli, 1994; Eduardo Souto Moura, Blau, Lisbona, 1994. Le sue opere sono state pubblicate sulle più importanti riviste internazionali.



CASA NEL BON JESUS, DADIM, BRAGA, 1989-94

"Possiamo dire che due vocazioni opposte si contendono il campo della letteratura attraverso i secoli: l’una tende a fare del linguaggio un elemento senza peso, che aleggia sopra le cose come una nube, o meglio un pulviscolo sottile, o meglio ancora come un campo di impulsi magnetici, l’altra tende a comunicare al linguaggio il peso, lo spessore, la concretezza delle cose, dei corpi, delle sensazioni”"
(Italo Calvino - Lezioni americane, Sei proposte per il prossimo millennio).

Il terreno presentava una forte inclinazione ed era tagliato da un muro di supporto in pietra irregolare. Vicino all’entrata, nella piattaforma inferiore, erano presenti i resti di una vecchia casa, non recuperabili.
Si trattava di realizzare due appartamenti, uno al piano terra, per i figli, e l’altro, per i genitori, al piano superiore; il collegamento tra i piani è sato risolto con due scale.
Abbiamo inizialmente demolito il rudere, riutilizzando le vecchie pietre ed addossandole ad un muro di calcestruzzo; quasi una “pittura minerale” per ricreare un’antica atmosfera. La costruzione ha richiesto l’utilizzo di altri materiali: sopra al “generoso spessore” di granito corrono tangenti le doghe rosse di legno esotico, e montanti in alluminio sono sospesi al tetto con cavi d’acciaio.
La casa è l’incontro di due modi diversi di costruire: il primo teso a creare un precario equilibrio tra cemento, ferro e vetro, attraverso un disegno al limite degli spessori; il secondo rivolto ad ottenere, per le notevoli dimensioni della pietra (30/50 cm), una sorta di “immobilità” e di “naturalità”.
Come la letteratura, anche l’architettura oggi è questo.

sintesi redazionale



informazioni, interventi e domande
SCHEGGE DI VITRUVIO