Edifici quali il Larkin Building (Buffalo, 1904), lo Unity Temple (Oak Park, 1904-6) e la magistrale Robie House (Chicago, 1908-9) - solo per ricordarne alcuni - avevano fatto sì che la sua fama si diffondesse velocemente, anche se alcuni colleghi tendevano a sminuire il valore delle sue opere dichiarandole poco pratiche ed ignorandone la solidità. Le innovazioni introdotte nei suoi edifici scaturivano da una fusione consapevole di architettura e ingegneria. Mediante l'uso appropriato del cemento armato, dell'acciaio, del vetro e delle strutture a sbalzo Wright realizzò edifici dove il senso architettonico coincideva con la qualità dello spazio interno, dal quale nascevano poi le volumetrie esterne.
Ma come scrive lo stesso Wright nella sua autobiografia "...questa fase assorbente e logorante della mia esperienza si concluse nel 1909. Ero quasi arrivato alla quarantina. Stanco, andavo perdendo la capacità di lavorare e persino l'interesse al mio lavoro. Tutti i santi giorni di tutte le settimane, e fino a tarda ora della notte di quasi ogni giorno, domeniche comprese, avevo accumulato stanchezza su stanchezza..." (F.Ll. Wright, Io e L'Architettura, Vol. I, A. Mondadori Editore, 1955). Oltre a questo, già da qualche anno si era andato logorando il rapporto con la moglie Catherine Lee Tobin, con la quale si era sposato nel 1889 e dalla quale aveva avuto sei figli che, per sua stessa ammissione, erano cresciuti piuttosto distaccati dalla figura paterna.
Le tensioni personali e familiari si ripercuotevano anche nell'ambiente dello studio e ciò, acuito dal carattere arrogante e impaziente dell'architetto, aveva portato a un progressivo allontanamento dei giovani collaboratori che in un primo tempo lo avevano circondato con entusiasmo. La delusione nel veder scartato il progetto per la casa Mc Cormick (1908) a favore di una villa in "stile italiano" disegnata da Charles August Platt andò a peggiorare ulteriormente una situazione interiore già ricca di contraddizioni e tensioni.
Attraverso il filosofo e critico tedesco Kuno Francke, che si era recato negli Stati Uniti come visiting lecturer all'università di Harvard nel 1908 e che era rimasto ammirato e affascinato dall'opera dell'architetto e dalle lunghe conversazioni che aveva avuto con lui, Wright era entrato in contatto con l'editore berlinese di libri d'arte Ernst Wasmuth. Quest'ultimo gli aveva proposto di pubblicare un volume illustrato delle sue opere e lo aveva invitato in Germania per curarne la pubblicazione. Stimolato dall'idea di un viaggio in Europa - fino ad allora si era recato una sola volta fuori dagli Stati Uniti, in Giappone - ed esasperato dal rifiuto della moglie di concedergli il divorzio, verso la fine dell'ottobre del 1909 Wright abbandonò la famiglia ed il lavoro.
La decisione fu presa in una sola notte e la mattina successiva, per procurarsi i soldi necessari, fece un lungo giro fra i clienti di Chicago per avere degli anticipi e vendette un certo numero di stampe giapponesi (kakemono) della sua amata collezione. "Risoluto...presi il treno per Chicago. Mi avviai verso l'ignoto per mettere alla prova la mia fede nella libertà." (F.L. Wright, op. cit.). Prima di partire, con decisione abbastanza sorprendente, affidò i progetti dei clienti ed i disegnatori ad un giovane architetto di Chicago, Von Holst, che aveva da poco conosciuto. Ma Von Holst, che era assai distante dai principi della architettura wrightiana, con decisione logica e responsabile girò a sua volta gli incarichi operativi a Marion Mahoney, che era da molti anni - 11 secondo una ricostruzione del Manson - la principale collaboratrice dello studio di Oak Park e che aveva, fra le altre cose, realizzato molte delle belle prospettive a penna qui prodotte. Gli incarichi ancora allo stato preliminare furono quindi portati a termine con la sigla "Von Holst & Mahoney Associates", mentre quelli in fase finale furono lentamente completati da William Drummond e John Van Bergen, pure collaboratori di Wright, nello studio di Oak Park - studio che venne chiuso al termine di tali lavori. Termina così, con un taglio netto, una delle "età dell'oro" di Frank Lloyd Wright, età che da sola sarebbe stata sufficiente a fare dell'architetto americano una delle figure chiave della cultura architettonica del secolo.
La sera stessa della 'fuga' Wright fu raggiunto a New York da Mamah Borthwick Cheney, moglie di Edwin Cheney, per il quale Wright aveva progettato e costruito nel 1904 una piccola prairie house ad Oak Park. Fu probabilmente in quell'occasione che nacque il rapporto fra i due. Poche ore dopo i due fuggitivi si imbarcarono su una nave diretta in Europa lasciandosi alle spalle i pesanti pettegolezzi della stampa americana