quadratoUN PROGETTO PER FIESOLEquadrato



Come abbiamo detto durante il soggiorno fiesolano Wright si dedicava a frequenti escursioni, mentre gli impegni di lavoro si limitavano alla stesura dei testi per l'edizione tedesca delle sue opere. Ma per un uomo del suo carattere sarebbe stato praticamente impossibile un periodo così lungo di astinenza dalla progettazione. Le pulsioni progettuali del maestro si concentrarono allora su una villa-studio per se stesso, idealmente posizionata in modo analogo (o addirittura nello stesso luogo?) della sua residenza a Fiesole.

Del progetto si conoscono cinque prospettive, tutte realizzate in un breve arco di tempo. La prima, di formato 18,5 x 28 pollici, è realizzata a lapis su carta lucida ed ombreggiata a matita sul retro; probabilmente era un disegno preparatorio per il trasferimento su carta opaca. In basso a sinistra una dedica autografa dello stesso Wright: "The Florentine Study for house for the Architect at Fiesole: 1910. To Russel Hitchcock at Taliesin 1941. F.Ll.W. " (Studio Fiorentino per la casa dell'architetto a Fiesole: 1910. A Russel Hitchcock a Taliesin 1941). In questo disegno si intravede sulla destra l'impostazione di un altro fabbricato, espressione di un ideale allineamento di più villette staccate fra loro analogamente al modello distributivo del quartiere di Oak Park.

La seconda, la più nota e pubblicata delle cinque prospettive, è un disegno colorato a matita e pastello su carta lucida, montato su un cartone di 28 x 11 pollici e datato febbraio 1910. In alto a sinistra si legge "Studio for the Architect - Florentine Study Florence 1910", mentre in basso a sinistra, appena percettibile, vi è la già citata scritta: "Villa Florence Italy, Via Verdi - Madame Illingworth - 1910 Feb.". Probabilmente questa seconda prospettiva è una copia ricalcata della precedente. Avvalorano questa tesi i tratti lineari sostituiti da una punteggiatura, come avveniva frequentemente nel ricalco. Bisogna ricordare che all'epoca le riproduzioni dei disegni in eliocopia erano ancora una novità e sfruttavano la luce solare come sorgente luminosa. Anche la terza prospettiva è probabilmente una rielaborazione delle precedenti, completata in basso dalla proiezione orizzontale-prospettica del perimetro sulla strada con il particolare, in pianta, della loggetta del corpo anteriore leggermente distaccata dal filo del muro. La tecnica di evidenziare la pianta su una veduta prospettica è stata usata da Wright fin dall'inizio della sua collaborazione nello studio di Adler e Sullivan nel 1887. Questo terzo disegno porta in basso a destra la annotazione: "House for Fllw at Fiesole - 1910"

Le rimanenti due prospettive, a volo d'uccello, si distaccano notevolmente dalle precedenti. Il punto di vista rialzato di questi disegni, che non risultano precedentemente pubblicati, permette di analizzare l'andamento della copertura e di sbirciare all'interno del giardino, scoprendo che su di esso si aprono grandi vetrate. Questi due disegni, probabilmente posteriori ai precedenti, mostrano inoltre una curiosa variazione: il progetto rimane identico in ogni sua parte ma la rappresentazione è perfettamente speculare e la loggetta sulla strada risulta pertanto a destra invece che a sinistra. Nell' ipotesi di rielaborazione ci si è comunque attenuti alla soluzione dei primi tre disegni.

Come ha scritto Bruce Brooks Pfeiffer, uno dei principali collaboratori di Frank Lloyd Wright ed attuale direttore della Fondazione Wright di Taliesin, "La villa per Fiesole mostra la sua (di Wright) completa comprensione di come costruire in questo ambiente italiano. L'edificio è portato direttamente sul bordo della strada, come fosse un muro, creando un giardino chiuso e isolato all'interno. La linea del tetto, che si vede al di sopra del muro sulla strada, è in realtà arretrata sull'altro lato del giardino, mentre una sezione in aggetto arriva fino al muro con il suo gruppo di tre finestre ed un fregio decorativo sovrastante." (B.B. Pfeiffer, Treasures of Taliesin, Thames and Hudson, Londra, 1985).

Il progetto per la casa-studio di Fiesole unisce l'influenza dell'ambiente collinare fiorentino - quale si può trovare nella Via Vecchia Fiesolana, in via San Leonardo o a Pian dei Giullari - con l'esperienza delle case della prateria. Questo non solo per i particolari architettonici decorativi ma anche per il concetto di isolare le case fra spazi verdi chiusi sulla strada da alti muri. Il rapporto fra l'uomo e lo spazio architettonico e fra lo spazio architettonico e la natura, assunta come fondamentale riferimento esterno, è d'altronde sempre stato alla base dei progetti wrightiani. Nel 1930 - in una serie di conferenze tenute presso l'università di Princeton - a proposito del programma architettonico svolto nelle prairie houses Wright sottolineava fra le altre cose l'importanza di "armonizzare l'edificio con l'ambiente esterno.......lasciando libera la parte migliore del luogo per usarla in collegamento con la vita della casa."

Sulla base dei disegni esistenti si è tentato, dopo un'attenta analisi di altri progetti di Wright, di ricostruire l'andamento delle coperture e di ipotizzare il prospetto verso Firenze.

il progetto - ricostruzione
Ricostruzione del progetto verso Firenze
il progetto - ricostruzione
Ricostruzione del progetto verso la strada
Le opere architettoniche precedentemente realizzate da Wright che maggiormente si avvicinano al progetto fiesolano sono il Bungalow per E.H. Cheney a Oak Park (1904) e la Hardy House a Racine (1905). In entrambe Wright crea un giardino interno separato dalla strada da un possente muro con andamento e dettagli che presentano forti analogie con il progetto di Fiesole. A questi due progetti precedenti al 1910 va aggiunto quello per la casa di E. Schroeder a Milwakee del 1912. In questo progetto, posteriore al soggiorno italiano dell'architetto, le falde del tetto sono bloccate da due alti muri con una soluzione identica a quella adottata a Fiesole.

il progetto - ricostruzione
Ricostruzione della planimetria del progetto
Per la ricostruzione del prospetto verso Firenze sono state inoltre prese in considerazione due prospettive realizzate nello studio di Oak Park per la citata Hardy House. I due disegni, realizzati da Marion Mahoney, si ispirano ai kakemono giapponesi, dipinti decorativi fissati su bacchette di cui Wright era appassionato collezionista.

Per quanto riguarda la distribuzione interna non esistono né studi né disegni definiti. 'E tuttavia possibile determinare uno schema della pianta partendo dalla ricostruzione dell'andamento delle coperture: un elemento perfettamente rettangolare è intersecato da un braccio ortogonale così da determinare una pianta a croce latina. Il riferimento è quindi andato a due opere assai significative per la distribuzione interna, in particolar modo per quanto riguarda i grandi soggiorni. La prima è la casa realizzata fra il 1911 e il 1912 per Francis W. Little a Minneapolis il cui primo progetto, che risale al 1908, è precedente al viaggio in Europa. (In seguito alla demolizione dell'edificio, avvenuta nel 1972, il soggiorno della villa è stato trasferito al Metropolitan Museum of Art di New York, dove è in mostra dal maggio 1978.) Il secondo progetto preso in considerazione è la Susan Lawrence Dana House realizzata a Springfield, Illinois, fra il 1902 e il 1904.

Ambedue le opere presentano la soluzione dei soggiorni come grandi spazi continui le cui pareti longitudinali sono interamente finestrate in modo da permettere una visione ininterrotta dello spazio esterno; è proprio questo particolare che fa presumere che l'architetto avrebbe adottato questa soluzione per abbracciare in un solo sguardo il panorama su Firenze "romantica città delle città". Nelle conferenze del 1930 Wright sostiene a questo proposito la necessità di "ridurre al minimo indispensabile le pareti divisorie, creando un ambiente circoscritto, distribuito in modo che aria, luce e visuale permeassero l'insieme di un senso di unità". Il tutto reso più suggestivo dal filtro delle vetrate con trame geometriche tessute a piombo e ottone, con vetri trasparenti alternati ad altri leggermente colorati.

Nel 1928 Wright pubblicò le sue considerazioni sul vetro nella sezione In the Cause of Architecture (In favore dell'architettura) della rivista Architectural Record: "Le aperture dovrebbero essere elementi integranti della struttura e formare, se possibile, il suo orientamento naturale...La maggior parte (delle finestre) sono trattate come griglie di metallo con vetro inserito a formare una semplice disposizione ritmica di linee rette e quadrati, fatte nel modo più abile possibile purché il risultato sia tranquillo; lo scopo è di far sì che i progetti sfruttino al meglio i dispositivi tecnici che le producono."

Carlo L. Ragghianti, nell'articolo Letture di Wright 2 (Critica d'arte, n.4, luglio 1954) si sofferma a lungo sulle vetrate wrightiane affermando che: "Le vetrate e le loro soluzioni formali non sono adiezioni esornative, non sono aggiunte postume alla visione architettonica, ma sono parte integrante dell'architettura, del suo processo di realizzazione, sentite e svolte come un elemento radicale e necessario nel circolo dell'immagine totale... Le vetrate wrightiane non sono semplici diaframmi...; quella operazione "disegnativa" sulla superficie non è irrelativa alla funzione luminosa, anzi la struttura in una forma particolare. La luce non viene accolta, così indeterminata e quasi presupposta, viene qualificata non solo, ma obbligata, e nella sua direzione (guidata dalla distribuzione delle trasparenze e delle opacità), e nella quantità, e infine nella sua scelta e gradazione cromatica. Lo spazio interno viene, per così dire, ancorato a questa qualificazione luminosa e cromatica, in tutte le sue articolazioni coordinate."

L'interesse di Wright per il rapporto fra luce e spazio e l'occasione fornita a Fiesole dall'incomparabile panorama fanno quindi supporre una distribuzione interna incernierata su un vasto ambiente centrale di soggiorno ampiamente vetrato. Dalla prospettiva a volo d'uccello si vede inoltre che le vaste finestrature si sarebbero dovute aprire anche verso il giardino interno permettendo quella unità spaziale più volte sottolineata.

Va inoltre messo l'accento sulla loggia che si affaccia sulla strada a conclusione di uno dei bracci minori della croce latina. L'elemento loggia compare in molte delle architetture della zona ed era probabilmente inteso dall'architetto come fronte esterno dell'ambiente destinato al proprio studio.

Con il rientro di Wright in America si interrompe ovviamente il sogno di un'abitazione a Fiesole. Ma il progetto non era ancora destinato a finire in un cassetto. Nel 1956 infatti venne riproposto, con solo lievi varianti, a un cliente che aveva intenzione di costruire una villa a Cuernavaca, in Messico, su un lotto che presentava caratteristiche del tutto analoghe al sito fiesolano. ma anche questa volta il progetto non andò in porto e la casa studio di Fiesole rimase solamente un sogno di carta.

Il contatto diretto con la natura e l'architettura toscana e l'esercizio, per quanto ideale, di progettare in un contesto così nuovo e stimolante restano comunque fondamentali per capire il significato di alcuni aspetti del linguaggio wrightiano posteriore al 1910.




Bibliografia

quadratoFrank Lloyd Wright, Fiesole 1910 - Indicequadrato