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UN
Studio - UN Fold Daniele Mancini |
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Continuous
difference. Crossing Point. Deep Plan. Diagram. Endlessness. Hybridisation.
Inclusiveness. Mediation. Mobile forces. Network practice. Parameter
design. Policy. Public Construction. Public science. Time dimension. [UN Studio Personal Dictionary] |
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Il poster di presentazione della mostra. |
La
prima grande mostra del lavoro di UN Studio, che si svolge nella hall
centrale del Netherlands Architecture Institute di Rotterdam fino al
29 settembre, fa parte di un più ampio e complesso programma di promozione
della rinnovata firma di Ben van Berkel e Caroline Bos, che prevede
anche una esposizione online interattiva ed una elegante pubblicazione
in formato di rivista, coordinati dall'abile Aaron Betsky, direttore
del NAI. |
[08sep2002] | ||||
La
strategia comunicativa messa in atto si articola intorno a tre componenti
eterogenee che hanno dichiaratamente una natura complementare: negli
spazi espositivi fisici della mostra vengono depositati soprattutto
contenuti di forte impatto visivo (poster fotografici di grande formato,
schizzi, modelli e qualche video su piccolissimi schermi lcd); il cyberspazio
è delegato all'offerta di contenuti multimediali interattivi, riguardanti
soprattutto le esplorazioni metaprogettuali e diagrammatiche del Design
Team di UN Studio; mentre lo spazio bidimensionale cartaceo della pubblicazione,
che è sicuramente il pezzo meglio riuscito, sottolinea i contenuti culturali
della ricerca progettuale attraverso un originale editing. PADIGLIONI ESPOSITIVI. L'organizzazione spaziale della mostra è estremamente semplice: 9 padiglioni prismatici a pianta quadrata, disposti in una griglia di tre file per tre colonne, esattamente al centro dell'aula del NAI. Le 'celle' espositive, celesti all'esterno e bianche all'interno, sono a cielo aperto e l'entrata a tutta altezza di ciascun ambiente è sottolineata da bordi rossi. Le cinque pareti e lo spazio espositivo così ricavato alloggiano ripetutamente ma intimamente modelli, disegni, diagrammi e soprattutto fotografie dilatate dei progetti o degli edifici realizzati: unica eccezione il padiglione introduttivo che, sulla parete di fondo, ripete in macrografica la sequenza ridotta dell'UN Studio Personal Dictionary e due monitor che alternativamente mandano le interviste a Ben van Berkel e Caroline Bos. |
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Viste del sistema espositivo. |
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Dunque,
il percorso espositivo si snoda in una sequenza combinatoria e labirintica
di scorci prospettici e ambienti espositivi le cui entrate sono variamente
orientate: volendo fare due calcoli, il visitatore ha a disposizione
ben 9!=362.880 possibilità diverse di "navigare" e interconnettere questo
microuniverso fatto di 9 cellule informative. Oltretutto, si tratta
della cristallizzazione di un campo combinatorio fatto di 4^9=262.144
disposizioni reciproche rispetto ai quattro lati dei prismi. Insomma,
nonostante l'abbacinante riduzionismo espositivo, c'è da notare come
in effetti non venga tradita la coerenza comunicativa ipertestuale,
prediletta ovviamente per l'online exhibition, ma anche per la
pubblicazione cartacea. |
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Vista dall'alto. |
Padiglione iniziale. Il gruppo selezionato di progetti ed edifici va dalla scala urbana e infrastrutturale fino alla dimensione minima dell'oggetto di design. Arnhem Central, 1996-2007. |
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The Erasmus Bridge, Rotterdam, 1990-1996. Sono esposte le gigantografie dell'Erasmus Bridge, con una serie di schizzi a mano di van Berkel, le immagini e il plastico del Museum Valkhof di Nijmegen, le fotografie degli interni del Laboratorio di risonanza magnetica per la University of Utrecht (NMR), e poi la Möbius House a Het Gooi, il magazzino e gli uffici di Amersfort e le immagini del Willemstunnel e del parcheggio che fanno parte dell'immenso programma costruttivo per la stazione centrale di Arnhem. |
Mercedes Benz Museum, Stuttgat 2002-2006. |
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Mercedes-Benz Museum, Stuttgart 2002-2006. |
Unico progetto
non realizzato esposto in un padiglione a sé stante è il progetto vincitore
del concorso per il Mercedes-Benz Museum di Stoccarda, con il
quale UN Studio partecipa alla Biennale di Venezia. |
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Arnhem Central, 1996-2007. Un ultimo padiglione è dedicato a una selezione 16 progetti sviluppati tra il 1999 e il 2001 tra cui l'estensione del Carnegie Science Center di Pittsburg, già da qualcuno acclamato come "il prossimo Bilbao", Ponte Parodi a Genova, il progetto per il ponte pedonale a Las Palmas de Gran Canaria, la sede di DADA ed infine il progetto per la caffettiera e teiera per Alessi, che verrà anch'esso presentato per l'Alessi Tea and Coffe Piazza a NEXT. |
Arnhem Central, 1996-2007. |
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UN Fold Virtual Exhibition. Menu principale; Frozen.Mobility. |
ESPOSIZIONE
ONLINE. Senza ripetere i contenuti della mostra fisica, la presentazione
digitale -interamente in FLASH- si concentra sui progetti che esemplifichino
gli aspetti processuali e morfogenetici (digitali) della ricerca di
UN Studio, inserendo interessanti strumenti di esplorazione interattiva.
La struttura ipertestuale si sviluppa da un menu iconico iniziale: 5+1
elementi tridimensionali interconnessi attraverso una maglia mobile,
fluttuano in un campo completamente nero. L'attivazione di ciascun nodo
avviene tramite il 'drag and drop', che ne accende il colore e ne identifica
il contenuto attraverso una parola chiave: Inter.section, Public.construction,
Deep.Plan, Frozen.Mobility e Moebius. Ad ogni sottomenu/categoria
sono associati in una sequenza lineare uno o più progetti, che a volte
instaurano relazioni a rete con progetti appartenenti ad altre categorie. |
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L'aspetto
interessante dell'esposizione online è che ogni categoria, oltre ad
una unità testuale informativa, ha una propria animazione iniziale che
si può controllare interattivamente nel suo svolgimento in avanti e
indietro ed un link ad un oggetto QuickTime tridimensionale esplorabile:
per esempio in Deep.Plan, viene presentato lo snodo che trasforma
una superficie in un buco (bottiglia di Klein) sviluppato per la stazione
centrale di Arhnem; oppure in Frozen.Mobility si può indagare
la morfogesi delle pieghe dell'Hoogovens Triport di Ijmond; mentre
in Inter.Section si può esplorare la continuità delle superfici
nelle sezioni dello Science Center di Pittsburg. PUBBLICAZIONE. Nel giugno 1999 venne data alle stampe la prima edizione dei tre volumi di MOVE, una compilazione dei progetti e delle ricerche progettuali di van Berkel e Bos, che erano appena diventati UN Studio: UN come United Network, cioè una rete di specialisti e ricercatori in architettura, sviluppo urbano e infrastrutture, graphic design, fotografi e stilisti ed esperti di New Media. |
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L'obiettivo di questa rifondazione della firma risiedeva nell'esigenza
di trovare un'alternativa organizzativa coerente con la complessità
del processo progettuale – da cui tra le altre cose il ricco e performante
organigramma di UN Studio fatto di unità creative (Design Team), tecnologiche
(Technology Team) e di coordinamento (Management Team, Coordination
Team etc.). |
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MOVE
fu, in questo senso, un manifesto promozionale esemplare. Inoltre rilanciava
quel modo di promuovere e pubblicare il progetto di architettura fatto
non più di schemi grafici canonici ma di un melting pot di contaminazioni
visive che producono azioni 'retroattive' e 'ricorsive' sul progetto,
arricchendolo di significati inesplorati. UN Studio UN Fold viene pubblicato
in concomitanza della mostra omonima e raffinatamente va alla ricerca
di nuove prospettive e nuovi concetti partendo dall'esperienza di MOVE. [...] Is the book simply a vessel for what the architect, critic or curator wishes to communicate, or can its role be shifted towards being the signified rather than merely the signifier? Can the architectural publication itself be employed as a vital component in architectural research? [...] What happens if accepted values are brought into question, if architecture is approached from different perspectives and critically considered by other genres? What is the outcome if the project descriptions are replaced by fictional narratives, a building's plans and sections replaced with associative imagery? What can the input of a trend-watcher, a fashion photographer or a poet signify? Letter from the editor, Véronique Patteeuw, NAI Publisher, p. 5 La pubblicazione, la cui elegante grafica è stato curata dallo Studio Anthon Beeke, è composta di un importante saggio di Aaron Betsky, che inquadra il lavoro di UN Studio in una prospettiva storico-critica; della trascrizione della conversazione tra Daniel Birnbaum, Greg Lynn, Ben van Berkel e Caroline Bos, in cui si passano in rassegna i temi dell'Ibrido, del Diagramma, del Digitale etc.; di tre altri interventi da parte di Neil Leach, Li Edelkoort e Mark Wigley; e di 9 racconti di Caroline Bos che intercalano le immagini dei 9 progetti presentati, in una struttura narrativa molto vicina alla rivista di architettura piuttosto che alla pubblicazione monografica. Daniele Mancini d.mancini@galactica.it |
Carnegie Science Center, Pittsburgh, 2000. |
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UN
Studio - UN Fold Ben van Berkel / Caroline Bos 1987 - 2002 |
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Netherlands
Architecture Institute (NAI) esposizione
a cura di: |
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>
NAI > UN STUDIO > UN FOLD VIRTUAL EXHIBITION > MERCEDES-BENZ MUSEUM |
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sezione Allestimenti laboratorio
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